lunedì, 20 Maggio 2024

Costume & Società

Home Costume & Società Pagina 764
Notizie e tendenze sulla società, sul costume, sull’opinione pubblica e sul cambiamento generazionale

Peeple, l’app per recensire le persone. E la privacy?

Credit: theverge.com

Nel nostro mondo moderno, dov’è reperibile qualsiasi tipo di recensione online, mancava solo un sito in cui fosse possibile recensire e valutare gli esseri umani. E allora l’hanno inventato.

Sì, proprio così: tipo un Tripadvisor, ma per le persone – dal vostro vicino di casa, alla vostra parrucchiera, alla maestra dei vostri figli.

Sottotitolata “character is destiny”, Peeple è un’app nascente che promette di “rivoluzionare il modo in cui siamo visti nel mondo attraverso le nostre relazioni”, e consente di assegnare le recensioni – da una a cinque stelle – a tutti quelli che conoscete.
La pubblicità recita testuali parole: “The Peeple app allows us to better choose who we hire, do business with, date, become our neighbours, roommates, landlords/tenants, and teach our children”. E gli inventori
– la canadese Julia Cordray, e la californiana co-fondatorice, Nicole McCullough – la descrivono come un “app positività per persone positive”, e insistono dicendo che ci dovrebbero essere infinite ragioni per spiegare perché dovremmo volere questo controllo per le persone intorno a noi.

Si, ma in tutto questo, la privacy che fine fa?

In giro per la rete questa nuova idea sta facendo molto discutere e i pareri negativi arrivano da ogni dove. È effettivamente difficile non giustificarli, o almeno comprenderli: tutti potremo essere recensiti e nessuno potrà togliersi dal database.
A riguardo, Peeple assicura che si procederà in modo etico e, per quanto possibile, rispettoso della privacy. Infatti, per postare una qualsiasi recensione su qualcuno, sarà necessario essere in possesso del suo numero di cellulare, e definire quale relazione abbiamo avuto con il soggetto (romantica, lavorativa, amicizia). Le recensioni non saranno poi anonime, anzi, è richiesto e obbligatorio l’inserimento del proprio nome e cognome.

Credit: digitaltrends.com
Credit: digitaltrends.com

Lo scetticismo, da parte di molti, è tanto, fin troppo. Ma Julia Cordray e Nicole McCullough hanno già racimolato circa 7.5 milioni di dollari di investimenti, e ora si passerà a realizzare la prima beta dell’app, che verrà testata per un po’ prima di arrivare ufficialmente sul mercato.
A novembre (periodo di svolgimento dei primi test) ne sapremo di più. Ma voi cosa ne pensate?

Mattarella, con lui torna il segno zodiacale del leone al Quirinale

Credit photo: www.wdonna.it

Oggi, 31 gennaio 2015, è stato eletto – con 665 voti – il nuovo Presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella. Il nostro dodicesimo presidente è nato a Palermo, il 23 luglio 1941, ed è del segno zodiacale del Leone, con ascendente Bilancia.

La carta astrale del nuovo Presidente della Repubblica colpisce innanzitutto per due motivi: forza e spessore intellettuale. I suoi astri mostrano vari valori molto importanti, come concretezza, tenacia, forti doti di decisionismo e operatività, oltre a capacità di approfondimento – sia nello studio che nella ricerca – e di relazioni con il pubblico.

Sempre dando un’occhiata alle stella gli astrologi dichiarano che la scelta di Mattarella come nuovo Presidente è dovuta all’entrata di Giove – che ha illuminato Venere – nell’undicesima Casa della sua carta astrale – che indica contatti ed amicizie. Tutto questo è avvenuto solamente dopo che il segno è passato nella decima Casa, che è quella che corrisponde al transito più bello.

Ed è proprio con Mattarella che torna sul Colle il segno del Leone, secondo dopo Francesco Cossiga. Anche se non è questo il segno zodiacale che ha il primato al Quirinale: infatti è la Vergine a vantare ben tre Presidenti, Giovanni Gronchi, Giuseppe Saragat e Oscar Luigi Scalfaro.

A pari con il Leone abbiamo poi lo Scorpione, con Enrico De Nicola e Giovanni Leone. E, se tutti i segni zodiacali hanno avuto almeno un rappresentante, gli unici a non essere ancora comparsi sul famoso Colle sono quattro: Capricorno, Pesci, Toro e Gemelli.

Violenza sulle donne e montature mediatiche

Credits: www.thejournal.ie

Cade oggi, 25 Novembre, la Giornata Internazionale contro la Violenza sulle Donne: un giorno, una data, una ricorrenza – quasi. Come se bastasse un giorno per dirsi contrari alla violenza sulle donne, come se chiamarla ‘violenza sulle donne’ fosse, a sua volta, sufficiente. Come se la violenza sulle donne fosse diversa dalla violenza in generale, come se incarnasse una specie di sottotipo, una sorta di sottoinsieme che partecipa solo in misura marginale all’idea di violenza tutta. Quanti tranelli mediatici si nascondono dietro l’ufficializzazione di certe istanze, che magari partono come buone e finiscono col diventare, tutto sommato, dei mostri?

I media, si sa, da sempre fanno del facile sensazionalismo sulle violenze domestiche perpetrate ai danni delle donne e, in maniera del tutto impari, ben poco mettono in luce le violenze compiute da donne. Non vi è mai balzata in testa l’idea che forse non è l’uomo, ma l’intero genere umano a essere marcio (e in questo senso le riprove dovrebbero essere davvero tante, soprattutto negli ultimi tempi)?

Questa disparità è stata appunto messa in luce da uno studio proprio a proposito delle notizie internazionali sulla violenza sulle donne: “I media che mettono in luce gli aspetti più osceni della violenza sulle donne forniscono al pubblico di lettori e di spettatori una prospettiva che ha del provocatorio e non del rappresentativo – ha detto il portavoce dell’organizzazione ‘Media Representations of Violence Against Women and Their Children’ – Più e più studi hanno peraltro mostrato che le donne perpetratrici di violenze, fisiche come sessuali, così come le assassine donne, possono essere riscontrate in una percentuale comunque alta rispetto al totale delle notizie in fatto di violenze“.

La relazione, pubblicata a nome di Our Watch e di Australia’s National Research Organisation for Women’s Safety (Anrows), ha evidenziato come le modalità per riportare questo genere di notizie siano essenzialmente standardizzate al livello internazionale: si tratta il più delle volte di notizie oltremodo semplicistiche, distorte e inadeguate, che vanno a contribuire alla confusione e non alla chiarezza di idee che un lettore o uno spettatore può farsi.

Molti di questi servizi giornalistici, peraltro, attribuiscono spesso la sostanziale criticità non al perpetratore di sesso maschile ma alla vittima di sesso femminile: “Sfortunatamente, le notizie sulla violenza sulla donne che vanno a distruggere piuttosto che a rafforzare le norme culturali e sociali legate al gender sono ancora in netta minoranza. Anche la rappresentazione eccessiva che viene fatta delle perpetratrici donne potrebbe riflettere ‘l’originalità’ che vi vedono i media, per i quali una violenza commessa da una donna è sempre in qualche modo più deviata, più carica di angoscia, più trasgressiva di una commessa da un uomo e, pertanto, qualcosa che insomma ha necessariamente bisogno di più di una spiegazione..

Storie di donne molestate da sconosciuti sono altrettanto sovra-rappresentate: non si può, in esse, intravedere la paura della comunità societaria che i media amano coltivare, il dubbio che insinuano sul chi sia davvero in pericolo?.
I media, secondo la relazione, “molto di frequente rispecchiano la confusione della società e l’ambivalenza che esiste a proposito della violenza sulle donne“.

Una società, occorre ricordarlo, in cui la donna non è così lontana dal voler tornare volontariamente ad essere oggetto. Basta guardarsi un po’ intorno per rendersi conto che le cose sono ben più contorte della banale polarizzazione che vorrebbero darci in pasto, del contrasto donne vittime vs. uomini aguzzini che vorrebbero continuare a farci vivere per poterci tenere eternamente in scacco, gli uni contro le altre nelle nostre minuscole, miserrime e sterili beghe da quattro soldi.

Il corpo umano: frutta al posto degli organi (FOTO)

Marwane Pallas, è questo il nome di un fotografo francese giovanissimo, che ha deciso di fotografarsi nudo. Ma non è questo che ha destato curiosità, bensì la decisione di coprire i suoi punti ‘più caldi‘ con della frutta: mele, cavoli rossi e arance.
In un’epoca dove i selfie sono all’ordine del giorno, Pallas risponde con degli autoritratti stupefacenti e provocatori.

Le foto sono abbastanza ‘crude‘, e potrebbero urtare la sensibilità dei più emotivi, sono a tratti inquietanti, sensuali e brutali allo stesso tempo, ma vere e belle.
Ciò che ha riscosso più stupore, non è stato il nudo, ma il fatto che nel contesto sono inseriti frutti per completare al meglio lo scatto: arance al posto dei polmoni, mele come natiche e come naso, cavolo rosso invece del cervello e al posto delle ossa.

Questo giovane fotografo ha avuto un idea brillante, rappresentando il cibo per ciò che davvero è: parte integrante del nostro corpo.

[Credit photos: marieclaire.it]