mercoledì, 8 Maggio 2024

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I fratelli maggiori sono più intelligenti, ecco perché

I fratelli maggiori sono i più intelligenti? Sì, ora è confermato. Ecco perché.

Un ricercatore dell’Università di Oslo ha dimostrato che i fratelli maggiori sono più intelligenti di quelli più piccoli. E non è una semplice opinione, o qualche modo di dire popolare. I risultati sono ufficiali, e l’esito è stato definito analizzando 250 mila QI. La causa di questo fenomeno è educativa, non biologica: infatti i primogeniti hanno, nella media, un QI di 2,3 punti più alto rispetto al secondogenito, e superiore, naturalmente, anche rispetto a tutti i fratelli più piccoli.

Peter Kristensen, il ricercatore secondogenito che ha dato vita all’analisi scientifica dell’Università, ha analizzato i test di intelligenza fatti su un campione di 250mila maschi di età compresa tra i 18 e i 20 anni e ha verificato che il valore dei QI diminuisce con l’età: ma la causa non è determinata dalla storia, dagli anni o dall’ordine con cui i figli sono venuti al mondo, ma dall“ordine educativo” scelto dai genitori, che, solitamente, non per cattiveria, egoismo o negligenza, ma per possibilità ed entusiasmo, dedicano molto più tempo e passione ai primogeniti, privilegiano i figli nati prima rispetto ai “second comers”. Il divario educativo si accentua nel caso di famiglie numerose, dove la differenza di QI tra il primo e l’ultimo figlio è di ben 2,9 punti.

Quindi, prima sei nato, più sei intelligente. E non è – sempre – questione di geni.

Il giro del mondo in un bacio (FOTO)

Credit: redesignrevolution.com

L’hanno dipinto i pittori, ne hanno parlato poeti e scrittori, e Edmond Rostand ha definito il bacio niente mano che “un apostrofo rosa fra le parole ‘t’amo'”.
E se invece il bacio fosse un apostrofo rosa fra le parole “vuoi girare il mondo con me”?

Kendrick Brinson e David Walter Banks, hanno fatto dei loro baci, o dei loro viaggi – dipende dai punti di vista – una vera e propria avventura romantica. Questa coppia della Georgia ha unito l’amore per i viaggi, l’amore per loro stessi, e l’amore per la fotografia in un unico, divertente ed emozionante fotoprogetto.
Loro due, coppia sposata, si sono incontrati per la prima volta all’Università della Georgia, entrambi studenti di fotografia. Innamorati di una fotografia fatto da un loro amico proprio durante il periodo universitario, Kendrick Brinson e David Walter Banks hanno deciso di ripetere fedelmente quel bacio.

Pochi mesi dopo dal fatidico scatto, mentre erano in vacanza in Kansas, si imbatterono in un campo vuoto, che attirò i due per la bellezza e i colori. E così, con grande attenzione alla posa, partì nacque il loro fotoprogetto – seguitissimo sopratutto su Instagram – #brinsonbanksing.

Sperduti in un deserto, avvolti dal muschio di un bosco canadese, vezzosi al lunapark di Santa Cruz, con lo sfondo del Pyramid Lake in Nevada. Ovunque viaggiano, in qualsiasi luogo visitato, non può mancare la foto.
Il loro giro del mondo è questo, immortalato in un bacio.

Questo progetto ha catturato l’attenzione di migliaia di loro follower in tutto il mondo, ispirando addirittura altre coppie, estranee ai fotografi della Georgia, a ricostruire la posa, pubblicandola poi con l’hashtag #brinsonbanksing.

Alla domanda “Riuscirete a continuare questo fotoprogetto sui baci?” Kendrick Brinson risponde: “As long as David’s back holds out, we hope to do it until my hair is gray”.

[Credit: huffingtonpost.co.uk]

La filosofia dell’aloha

credits: www.love-loft-life.com

Alle Hawaii, così come in Oriente e Occidente, è stata creata una filosofia di vita: la filosofia dell’aloha. Aloha, al contrario di come si può pensare, è una parola che indica non solo il tipico saluto dell’isola, ma forma un intero sistema di pensiero: aloha per dire ciao e arrivederci, ma anche, aloha per indicare uno stile di vita fatto di buone intenzioni.

Come sappiamo le isole Hawaii si possono paragonare ad un vero e proprio paradiso terrestre e per spiegare questa filosofia occorre proprio partire dalla parola Hawaii. Più precisamente: “ha” indica il soffio vitale che è all’origine della creazione, “wai” è l’acqua sacra simbolo della vita e della prosperità, “i” è una particella che enfatizza l’azione del passato.

credits: thefielder.net
credits: thefielder.net

Alla base di tutto c’è Haumea, la madre terra, intesa come natura in tutte le sue manifestazioni, e il Pono, l’armonia con cui l’essere umano interagisce con Haumea, è importante saperne cogliere l’Akua, lo spirito che scorre in tutte le cose, compresi gli esseri umani. Qui interviene Aloha cioè la condivisione dell’energia vitale nel momento presente.
Avendo chiarito i concetti di base, possiamo spiegare in cosa consiste effettivamente la filosofia dell’aloha.

L’aloha implica che l’organizzazione familiare non sia chiusa ma aperta. Questo rinforza il legame tra tutte le componenti della società hawaiana dove tutti sono responsabili dell’educazione dei ragazzi.
Infatti le antiche popolazioni delle isole erano fedeli ad una struttura sociale (Ohana) in cui tutti gli adulti e tutti gli anziani indipendentemente dal sesso, venivano considerati dai bambini come nonni (Tutù).

La filosofia implica i massaggi. I bambini quando crescono e sono pronti ad entrare nella vita adulta, non affrontano il rito di passaggio con particolari imprese ma con un massaggio.
Ragazzi e ragazze vengono lasciati alle cure del maestro (Kahuna) che con una serie di massaggi lascia emergere delle componenti cosmiche che si annidano all’interno di ogni individuo, che nel frattempo deve imparare a maneggiare la propria energia interiore (Mana); l’energia interiore permette di generare amicizia, unità, la capacità di amare e di essere amati, quindi la cooperazione con gli altri individui.

Infine l’aloha implica la guerra anche se in modo poco convenzionale. Di solito tutte le popolazioni addestrano guerrieri, mentre alle Hawaii non è così poiché l’etica dell’aloha non è violenta, insegna la compassione e la comprensione reciproca; la violenza e la guerra sono contrari al principio dell’abbondanza che si ritrova nella stessa parola Hawaii.

E se la Sirenetta si fosse comportata diversamente?

L’Huffington Post ha condiviso la teoria di una fan di Washington, Mary Falls, riguardo un certo buco di trama nel cartone Disney “La Sirenetta.” Tutti conoscono la storia di Ariel, sirenetta che sogna di avere le gambe invece della coda, per poter avere una vita sulla Terra come tutti gli umani che suo padre, Tritone, tanto odia.

“Ariel avrebbe potuto risparmiarsi tanti guai se solo avesse imparato a leggere e scrivere”, racconta la Falls. La Sirenetta avrebbe potuto scarabocchiare la sua situazione e cercare di spiegarla al principe Eric, come “Ehi occhi azzurri, ti ho salvato la vita e ti sei innamorato della mia voce, che potrei riavere se solo tu aprissi il cuore e la bocca”. Ariel avrebbe potuto dir questo ma in un modo più principesco possibile.

Ariel è la figlia di un re e in teoria avrebbe dovuto saper leggere e scrivere, o almeno leggere la musica. E in un certo senso era così: la Sirenetta era la star del mare, con un’orchestra marina molto all’avanguardia, e non c’era spazio per altre facoltà. Perché? Il motivo sembrava semplice: sott’acqua non riuscivano a scrivere se non senza delle penne speciali, e tutti i pesci avrebbero dovuto camminare per andare all’Ikea a comprarsene un paio.

Qui c’è il buco di trama: la nostra Sirenetta sapeva leggere e scrivere poiché aveva letto e firmato il contratto di Ursula con la lisca di un pesce. Sebbene molti di noi oggi comunicano attraverso emojis, la calligrafia di Ariel era piuttosto leggibile e deliziosa. Chiaramente qualcuno aveva prestato attenzione durante la lezione di scrittura.

“Ho dovuto darle il beneficio del dubbio” continua la Falls “e così ho pensato, beh forse non voleva dare spiegazioni perché cercava solo di fare il pesce d’acqua forte e deciso e voleva portare la sua messinscena al livello successivo.” Perdoniamo tutto ad Ariel, tranne per quando ha cercato di creare un abito con quella vela della barca.

Concludendo, Mary Falls dà la sua sentenza finale sulla Sirenetta: “Non avrebbe rinunciato alla sua voce per un uomo che neanche conosceva.”

Ariel ha rinunciato alla sua voce per realizzare il suo sogno: camminare sulla Terra.
Eric era solo una parte di quel sogno.