venerdì, 19 Aprile 2024

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Stile di vita vegano? Ecco le regole per il sesso

Credit: lamedicinaestetica.com

Il XXI secolo è fatto di cambiamenti, cambiamenti inerenti alla cultura, alla società, alla moda e anche alla filosofia di vita.
Sta infatti avendo sempre più successo la filosofia vegan, che non siede solo a tavola, ma che giace anche sotto le coperte, cercando di abbracciare la natura in tutti i momenti della vita quotidiana.

Ma come si concilia la sessualità con l’essere vegani?

Esatto, anche il sesso deve rispondere a criteri della filosofia vegana, ad esempio contraccettivi, lubrificanti e sex toys non possono essere usati se testati sugli animali.

Partiamo proprio dai contraccettivi: molti profilattici sono il risultato di processi chimici che prevedono dei test sugli animali e la produzione di latex – il materiale più diffuso per i preservativi – non proprio amica dei vegani. Si devono, dunque, evitare condom di produzione vegetale e casereccia, anche perché non proteggono dal rischio di contrarre una malattia sessualmente trasmissibile.
Ci sono comunque molte aziende che producono profilattici vegan che, pur essendo in latex, non contengono additivi chimici. Il costo, però, è superiore a quello dei normali condom.

Profilattici aromatizzati pienamente cruelty-free anche durante le pratiche di sesso orale, per prevenire qualsiasi rischio di contagio anche in questo caso.

Anche per i contraccettivi orali, come ad esempio la pillola, serve un occhio di riguardo. È sempre il ginecologo a prescrivere la pillola, perché la relativa assunzione varia molto da donna a donna, in ogni caso, molte di quelle comunemente in uso prevedono test su cavie animali. In USA, per risolvere questo problema, si usa una barra contraccettiva sottocutanea che non prevede sostanze di origine animale. Si tratta della Ortho-Evra, che purtroppo è difficilmente reperibile in Italia.

Arriviamo ora ai sexy toys. Sono molte ormai le catene che producono “giocattoli del piacere” in pieno stile vegan: realizzati in materiale al 100% vegetale e senza estratti di petrolio – estremamente dannosi per l’ambiente.
Su internet ce ne sono tantissimi a tema, e recentemente ha aperto, a Berlino, il primo sexy shop completamente vegano, che, oltre all’attenzione ad animali e inquinamento, propone un’atmosfera tranquilla e serena, per contrastare la crescente e spudorata volgarità di tanti altri negozi sul genere.

[Credit: greenstyle.it]

Dall’autoscatto alla Selfie mania

Il prestigioso Oxford Dictionary ha consacrato come parola dell’anno il vecchio e comodo autoscatto, ora conosciuto con il termine inglese “selfie“.
E così sopola la moda della “selfie”, anche se a spopolare è la moda della parola “selfie”.
Il risultato? Improvvisamente tutti fanno selfie.

Il selfie non è una pratica tanto nuova: già nella seconda metà dell’ottocento la granduchessa russa Anastasia Nikolaevna è stata la prima a mettere in atto questa pratica di autoscatto.

Molte celebrità, dopo di lei, hanno lasciato ai posteri una testimonianza di se stessi in un momento preciso della propria vita: il regista Stanley Kubrik, Oriana Fallaci come prima donna inviata di guerra, Andy Warhol e Edvard Munch. Lo hanno fatto anche i giovani Beatles negli anni ’60.

Oggi il selfie sembra realizzare la profezia del grande Warhol secondo cui ad ognuno nel futuro toccheranno 15 minuti di celebrità e poi si ritorna alla vita normale.

Se l’autoscatto ed il selfie apparentemente sono la stessa cosa a ben guardare ci si accorge che sono sostanzialmente differenti: l’abitudine quotidiana di fotografarsi in qualsiasi momento della giornata, ormai diventata una mania, è radicalmente nuova rispetto al passato quando la parola d’ordine era “autoscatto”.

Ora si hanno a disposizione tecnologie digitali e tecniche fotografiche totalmente diverse, uno smartphone sempre a portata di mano ed in costante aggiornamento, la memoria digitale che può essere modificata in ogni istante, rendono l’azione sempre più facile e sbrigativa: la foto si fa, si cancella, si ripete, si condivide sui social e poi quasi si dimentica. Non era di certo così un secolo fa.

Chi scattava doveva avere a disposizione una macchina fotografica (allora non proprio a portata di mano e tanto maneggiabile), uno specchio o un cavalletto.

Ma soprattutto cambia il destinatario del selfie: una volta l’autoscatto, essendo frutto di una decisione determinata, non fissava solo l’immagine ma in quella fotografia enivano impresse nella memoria anche le sensazioni, i pensieri, le condizioni di quel preciso istante della vita. Era un’azione, quindi, rivolta a se stessi prima che agli altri. La nuova selfie mania è tutta un’altra storia: l’azione è immediata e come scopo si trova del narcisismo o puro divertimento.

Il social network più puntato per la selfie mania è di certo Instagram, dove l’hashtag “selfie” è utilizzato da quasi dieci milioni di utenti.

Chissà che fine faranno queste selfie nel futuro.

Selfie letale. Un’adolescente muore arrampicandosi su un ponte per fare una foto

Gli adolescenti, quando si tratta di selfie, impazziscono completamente, perdono la testa. Sarebbero disposti a tutto pur di riuscire ad avere quei 15 minuti di gloria – di cui parlava Andy Warhol – sui social network.
Forse era proprio questo che voleva Xenia Ignatyeva quando ha deciso di arrampicarsi sul ponte ferroviario per farsi una foto.
Purtroppo la ragazza, di soli 17 anni, è scivolata e, nel tentativo di salvarsi, ha afferrato un cavo ad alta tensione, è rimasta folgorata e caduta poi sull’asfalto, dopo un volo di oltre 30 metri.
La tragedia ha avuto luogo a San Pietroburgo, più precisamente a Krasnogvardeysky.

I suoi amici, vedendola cadere, paralizzati dallo shock, hanno dato subito l’allarme e hanno chiamato i soccorsi. Nell’attesa hanno anche provato a soccorrerla ma non sono riusciti a salvarla. Tutto è stato inutile. Tutto è successo per un (maledetto) selfie.

Questa tragica storia fa molto riflettere. Xenia era una fotografa dilettante, aveva grande passione, e aveva deciso di scattare una foto di se stessa, davanti a un panorama mozzafiato, con una fotocamera che aveva comprato alla fine del 2013, dopo un lavoro estivo.
Ma ne valeva davvero la pena?

Alcuni psicologi hanno detto che le persone che si fanno selfie sono guidate dal desiderio di prendere il meglio di tutto il mondo per catturarlo nelle loro foto da pubblicare – ovviamente. Proprio per questo alcune persone, e relativi selfie, stanno diventano sempre più estremi.
Non sarà forse che il “fenomeno selfie” ci è un po’ scappato di mano? Riflettiamo sui veri valori della vita, non sui 15 minuti di gloria post-selfie.

[Credit: Mirror.com]

Arriva un nuovo sexy selfie: con #UnderBoob si immortala il lato A (FOTO)

credit: terry richardson

Prima il selfie, poi il belfie e adesso è il turno dell’Underboob, l’ultima tendenza arrivata dagli Stati Uniti d’America, che sta velocemente dilagando sui social network più famosi come Twitter, Facebook e Instagram.

Questa volta l’hashtag è #UnderBoob. Il sexy autoscatto propone attraenti ragazze che postano le loro immagini con vestiti ridottissimi, che da sotto le loro magliette lasciano intravedere le loro forme generose. Il seno viene mostrato solo per metà coperto, per regalare quell’effetto vedo-non vedo, che tanto stuzzica le fantasie del popolo telematico e non solo.

I selfie sul web ormai sono diventati più hot che mai, quindi viene spontaneo chiedersi verso quale direzione ci stiamo muovendo e se davvero siamo disposte a mostrare proprio tutto di noi. Questa nuova moda è da tenere certamente sotto controllo, soprattutto da parte dei genitori delle ragazze, che ultimamente sembrano aver perso qualsiasi tipo di inibizione, cercando di imitare le celebrities tanto invidiate.

I selfie che procureranno scandalo saranno infatti vietati per legge: “Basta selfie hot, foto di feste scatenate o immagini di nudo sul web“, è stato questo lo sfogo, che presto però potrebbe trasformarsi in legge, del Ministro della Giustizia tedesco.

Gli autoscatti stanno diventando bollenti, l’hashtag #underboob, letteralmente “sotto le tette”, dilaga sul web e sui social network e la voglia di mostrarsi non si ferma più. La moda è partita e dilaga in tutto il mondo in un batter d’occhio.

La febbre da selfie continua a diffondersi. Quale sarà la prossima vittima della selfie mania?