Un selfie di gruppo dai mille significati: gioia, speranza, rivincita, dolore per le perdite e la lunga traversata verso una terra promessa arida e intollerante. Sono questi i pensieri di tutti quei migranti che, una volta raggiunte le coste della salvezza, dopo il viaggio, decidono di immortalare il fatidico momento con una foto di gruppo, mostrando un timido sorriso, il mare sullo sfondo, cercando l’angolazione migliore per riprendere tutto il gruppo, stanco ma felice.
Si sa, perchè le foto da sempre hanno quel magico potere di immortalare i momenti, di racchiudere in un nano secondo il tempo e consegnarlo alla memoria, come il regalo più grande e prezioso che si potesse mai fare. E anche per questi profughi fotografare vuol dire ricordare: lasciare ufficialmente alle spalle un passato di guerra, morte, dolori e sangue, per sperare in un futuro migliore, soprattutto per i propri figli.
Non c’è solo l’Italia tra le mete più richieste, anzi. Dalla Turchia fino a Kos, Lesbo, Chios, Samos, tutti luoghi in cui ci andremmo volentieri, in estate, per una bella vacanza tra sole e mare. Ma che adesso, per i profughi, diventano luoghi di salvezza e rinascita.
Ecco i selfie più belli, ecco la gioia dei volti sofferenti.