Si entra in un negozio, ci si guarda in giro, si sceglie un capo e lo si prova: questo è quello che, durante lo shopping, fa la maggior parte della gente. Si entra in un negozio, ci s guarda in giro, si sceglie un capo, si guarda l’etichetta e lo si prova: questo è quello che, durante lo shopping, fa un vegano.
E così, a priori, addio a pellicce, a capi in pelle o cuoio, a seta e a piume: la filosofia vegan ha invaso il settore moda e sta spopolando in molte collezioni. Da Kerol D ad altri marchi 100% vegan, diffusa è la scelta coerente con i principi di fondo dello stile di vita vegano.
Come suddetto, l’etichetta è il primo strumento per capire se si ha a che fare con capi vegan o meno: qui, i materiali descritti aiuteranno a comprendere se è il caso di concentrarsi su altre scelte. Dall’etichetta delle calzature, che palesa i materiali della suola, della tomaia e del rivestimento interno, indicati con il simbolo del rombo o della griglia se non di origine animale, all’etichetta degli altri prodotti d’abbigliamento, ponendo l’attenzione sul materiale che compone l’80% del capo, i seguaci della filosofia vegan sanno quello che vogliono. E lo cercano.
Conoscenza dei metodi di tosatura e di estrazione di materie prime come lana, seta e pelle, rendono l’offerta commerciale dei vari brand un campo minato per i vegani, sempre più numerosi in tutte le nazioni occidentali.
Dunque, se l’abito non fa il monaco, di sicuro fa il vegano.