Dichiarati “troppo aderenti, provocanti, inadatti ad un look formale scolastico e troppo appariscenti”. Le scuole americane dichiarano guerra ai leggings. Il divieto è arrivato dopo anni di polemiche e scontri portati nelle aule scolastiche dalle mamme di adolescenti statunitensi determinate ad abolire l’uso dei leggings in classe. Secondo alcuni presidi sono troppo provocanti e possono essere indossati – e quindi tollerati – solo con una gonna a coprire le gambe o una maglia lunga che possa nascondere le forme. Ogni maglietta corta, top, camicia o canotta che non sia al di sotto dell’inguine è tabù. Altri presidi li hanno messi al bando del tutto, vietandoli in qualsiasi forma, colore, tessuto o abbinamento.
Nel mirino dei polemici anche i cosiddetti “yoga pants”, “pantaloni” da ginnastica super aderenti molto spesso usati come abbigliamento normale, senza tener conto delle forme e della decenza. Molti sono stati i genitori in polemica con questi divieti, contrari a regole sull’abbigliamento nelle scuole: secondo loro porre dei freni al modo di vestire delle ragazze è un modo per limitare anche la loro personalità, il loro senso di comodità e stile, andando ad imporre loro qualcosa in cui non si rispecchiano. Inoltre, vietare qualche indumento come i leggings equivale a dare la colpa alle ragazze delle molestie dei maschi.