Una carriera fondata sul talento, sul carisma e su una passione piena, carica e infinita per la musica. Su questi elementi si auto costruivano le donne del rock degli anni ’70. Lo stile poi era qualcosa di innato, che veniva naturale. Scaturiva da un atteggiamento sfrontato, da una personalità carismatica e spregiudicata, dalla grinta e dalla determinazione che le caratterizzava e che ancora oggi le definisce.
La moda passa, le tendenze anche, cantanti e gruppi di ogni genere si succedono nel tempo. Per alcuni si tratta di un breve fuoco di paglia, che si spegne con la prima ventata, mandandoli nel dimenticatoio. Altri invece lasciano durante il loro percorso artistico un traccia ben più profonda, che resiste alla prova più dura, quella del tempo. Donne come Debbie Harry, Patti Smith o Chrissie Hynde hanno raggiunto lo statuto di icone e il loro ritorno dopo anni di silenzio è tra i più attesi dagli amanti del genere.
A differenza delle presunte ‘dive’ odierne, come Miley Cyrus, Lady Gaga o Lana del Rey, in cui il look sembra valere molto più del talento, queste donne super influenti hanno ottenuto una reazione senza nemmeno un accenno di calcolo premeditato. Provate a togliere a Lady Gaga i numerosi ruoli che interpreta sul palco, fuori dal palco o agli eventi oppure eliminate per un attimo il personaggio costruito a puntino di Miley Cyrus. Rimane poco o nulla. Tutto stona, ma tutto vende, l’immagine è commercializzata quanto la loro musica e questo sembra essere la cosa più importante. Per gli artisti di oggi è tutta una questione di moda. Occupano i posti in prima fila alle sfilate di Parigi, Milano o New York, sono nelle grazie dei guru della moda, che li vestono da capo a piedi con i loro abiti, spingendoli sul palco a fare un po’ di buona pubblicità.
In seguito a una riflessione sulla differenza tra rockers e pop star o attori Chrissie Hynde ha dichiarato con un po’ di rammarico: Quando ho registrato il mio primo disco, ho scattato una foto per strada, indossando vestiti qualunque. Quella è stata la copertina del mio album. Al giorno d’oggi anche i rocker sono seguiti da stiliti e truccatori e questo non lo capisco.
In artisti come Patti Smith o Debbie Harry, c’è invece tuttora quel senso di autenticità, perché nonostante vendessero anche attraverso la loro immagine, i vestiti che sceglievano di indossare non erano soggetti a nessun tipo di imposizione o questione di puro marketing. Un loro ritorno in scena sarebbe per questo una vera e propria lezione di stile per le dive di oggi e non solo per quanto riguarda l’abbigliamento. Il dito medio alzato che in passato creava scalpore nel pubblico, oggi si è trasformato in video porno/osé e performance dal contenuto esplicitamente sessuale.
E la musica in tutto questo dov’è? Ce lo insegneranno le donne del rock, direttamente dagli anni ’70, con una rispolverata che sembra assolutamente necessaria.