La moda non merita di finire nei rifiuti“: con questo slogan H&M lancia anche per il 2014 la campagna per la raccolta di abiti usati e prodotti tessili per la casa che si propone come obiettivo di ridurre la quantità di capi di abbigliamento, copriletto, lenzuola, asciugamani, tovaglie, tende e via dicendo che ogni anno finisce nelle discariche di tutto il mondo.

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Tonnellate di materiale, che potrebbe essere riutilizzato al 95%. Per la serie “nulla si crea e nulla si distrugge“, ecco l’avvio alla cultura del riuso, un modo utile per diffondere il messaggio del valore che oggetti e materiali possono assumere anche dopo essere stati usati. Esiste perfino un festival del riciclo, il Copenaghen Fashion Summit.

Il colosso svedese della moda low cost si impegna a contrastare lo spreco, in linea con la propria Conscious Fondation, invitando i clienti a consegnare nei diversi punti vendita presenti su tutto il territorio nazionale capi di abbigliamento e prodotti tessili per la casa, “di qualsiasi marca e in qualsiasi stato di usura“, e in cambio, il cliente riceverà, per ogni borsa di indumenti usati, un buono sconto del valore di 5 euro valido per una spesa minima di 40.

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H&M è stato il primo brand di moda a lanciare questo tipo di progetto su scala mondiale. Con l’iniziativa contribuirà a salvaguardare le risorse naturali, limitando la quantità di rifiuti tessili e riducendo l’impatto ambientale. Tutto fatto in collaborazione con I:CO, leader mondiale nel riciclo dei prodotti tessili, i capi raccolti saranno sottoposti a cernita, analisi e ulteriore lavorazione, seguendo standard rigorosi e sfruttando tutte le più innovative tecnologie.

Anche gli store OVS hanno attuato un’iniziativa simile “New life to your clothes for a better world“: portando i vecchi abiti in uno degli store OVS aderenti all’iniziativa, per ogni borsa di abiti consegnata con almeno 2-3 capi dentro, si riceverà un buono sconto di 5 euro, che si potrà spendere sull’acquisto delle nuove collezioni per un importo minimo di 40 euro. Saranno accettati tutti i capi di abbigliamento uomo, donna, bambino ad eccezione di biancheria intima, calzature e accessori non tessili.

Altra filosofia sempre legata al riciclo quella di Intimissimi, che raccoglie periodicamente l’intimo usato, scontando qualche euro al momento dell’acquisto di un nuovo capo nei suoi negozi. Ancora diversa la politica di Ilaria Venturini Fendi, da sempre attiva nel campo della moda, che dopo aver militato per anni nell’azienda di famiglia, ha maturato un personale interesse nei confronti delle cause ecologiche e umanitarie. Ha creato il brand Carmina Campus, un progetto ethical fashion nato a fine 2006 dal desiderio di recuperare materiale dimenticato, spesso povero, per riportarlo in vetrina sotto una luce diversa, avvalendosi dell’abilità degli artigiani italiani in grado di rendere ogni manufatto unico e speciale.

Punto di riferimento per chi desidera acquistare oggetti realizzati con materiali riciclati o di riuso è Re(f)use, un negozio sui generis, uno spazio creativo sito nel cuore di Roma dove, dal 2008, è possibile trovare l’universo Carmina Campus oltre a gioielli, accessori, tavoli, sedie, divani, lampade e altri oggetti realizzati da designer internazionali.

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L’Università di Copenaghen ha calcolato che la raccolta organizzata ed il riciclo di un solo chilo di abiti usati, riduce di 3,6 chili le emissioni di CO2, di 6 mila litri il consumo di acqua e di 0,3 chili l’uso di fertilizzanti e di 0,2 chili l’uso di pesticidi.

Dalla primavera del 2013, quando è stata lanciata l’iniziativa, sino ad oggi, H&M ha raccolto circa 5.000 tonnellate di abiti, l’equivalente in fibra tessile di 25 milioni di t-shirt. E negli store quest’estate è arrivata la prima collezione bio.

Quindi per essere glamour e bio, bisogna riciclare.