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In Italia i vegani e i vegetariani aumentano a un ritmo incredibile: sono 1.600 al giorno gli italiani che intraprendono la scelta veg. Nel 2013 erano il 6%, nel 2014 già il 7,1%, per poi diventare l’8% nel 2015: a dirlo è il rapporto annuale Eurispes, ‘Bistecca? No, grazie’. E, così, eccone sempre di più a meravigliarci: che sia sul posto di lavoro o in famiglia, quella che era stata ritenuta una ‘moda’ si sta attestando sempre più come un vero e proprio fenomeno di massa. Per di più, non si sta assistendo ad alcuna polarizzazione tra chi mangia verdure da una parte e chi preferisce la carne dall’altra: si sta assistendo, in realtà, a un cambiamento trasversale delle nostre abitudini alimentari.

Ad avere inciso in maniera significativa è stato l’allarme a proposito della carne rossa e degli insaccati: “Si tratta di cibi che aumentano il rischio cancro“, ha dichiarato nell’ottobre 2015 l’OMS, l’Organizzazione mondiale della sanità. Subito dopo, le vendite di carni e salumi sono calate del 10%. Di recente, però, anche a fronte di un ridimensionamento dello stesso allarme, le carni hanno riguadagnato terreno. Eppure, niente sarà più come prima: “È dal 2010 che i consumi di carne diminuiscono al ritmo del 5% l’anno“, puntualizza Nicola De Carne di Nielsen Italia. D’altro canto, le vendite dei prodotti caratteristici della tavola veg, come bevande sostitutive del latte (quelle a base di soia, riso o mandorle) o formaggi di soia e zuppe di verdura pronte, hanno registrato un netto aumento nel 2015.

Anche nel mondo della ristorazione, si fanno largo sempre più catene come Veggy Days e Universo Vegano, proliferano le pasticcerie veg e nei supermarket si è calcolato che il fatturato annuo prodotto grazie alla vendita di prodotti vegetali ammonti a 320 milioni. Persino la Findus ha lanciato gli hamburger vegetariani. E che dire del più grande nome del latte, quello della Granarolo? “L’anno scorso abbiamo lanciato la linea Granarolo vegetale (bevande a base di soia, riso, mandorla) e in nove mesi abbiamo fatturato per 14 milioni. Molto oltre le attese“, ha dichiarato il presidente Gianpiero Calzolari che aggiunge: “A marzo lanceremo burger, polpette e piatti pronti a base 100% vegetale“.

I supermercati, nello specifico, si sono tenuti al passo con le nuove tendenze: la Coop ha introdotto già dal 2013 la sua linea ViviVerde, l’Esselunga ha, invece, quella VeganOk. A rifornirli, sono aziende che producono per conto dei marchi privati della grande distribuzione: una tra tutte, la Zerbinati di Alessandria, che conta 33 milioni di fatturato sulla vendita di zuppe e verdure confezionate, cui a breve andranno ad aggiungersi gli hamburger vegetariani. E, ancora, il settore dell’editoria: i volumi ‘veg’ pubblicati in Italia sono stati 41 nel 2013, 98 nel 2014 e 193 nel 2015: “La gente si avvicina per gradi“, dice Antonio Monaco delle Edizioni Sonda.

Non si tratta, ad ogni modo, di una scelta che va a ledere le finanze di casa: l’acquisto di qualche prodotto meno comune e quindi più costoso viene compensata dall’abolizione della carne. Stando alle parole di Monaco, l’Italia è sul punto di strappare alla Germania il titolo di Paese più vegetariano dell’Unione Europea: “Hanno una percentuale di vegetariani compresa tra il 7 e l’11% anche Svezia e Austria. Seguono a discreta distanza Russia, Usa, Francia, Spagna, Giappone e Cina, tra il 2 e il 4%. Poi ci sarebbe l’India con il suo 30%: ma qui influiscono fattori economici e religiosi e il paragone, perciò, non sussiste“.