giovedì, 18 Aprile 2024

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L’app che aiuta i maschi a capire le donne durante il ciclo

Come aiutare gli uomini ad affrontare al meglio gli sbalzi di umore e l’irritabilità che accompagna molte donne in “quei giorni” senza peggiorare la situazione?

La sindrome premestruale è peggio della cellulite, perchè compare ogni mese con tutte le sue conseguenze. Circa 4 donne su 10 in età fertile manifestano sintomi tipici della “sindrome della luna“, come ad esempio, irritabilità, tensione addominale e al seno, sbalzi d’umore, spossatezza e mal di testa. Per un uomo stare accanto alla sua donna quando viene travolta dalle emozioni della fase premestruale non è facile.

Per aiutare i maschietti in difficoltà, l’integratore di Sanofi Donnamag Premestruale ha presentato una divertente app da titolo “SOS-PMS” (PMS: Pre-Menstrual Syndrome – sindrome premestruale), che offre alcune divertenti indicazioni e suggerimenti per andare incontro alle esigenze della propria compagna, mettendo in atto accorgimenti che possono farle tornare il sorriso, anche nei giorni più “difficili”. Gli uomini, in questo modo, si troveranno più vicini all’universo femminile.

La app che aiuta i maschi a capire le donne durante il ciclo

SOS-PMS è un calendario che calcola le fasi ormonali femminili a partire dalla data del ciclo, inviando alert con consigli e suggerimenti su misura per ogni fase. Il meccanismo dell’app è semplicissimo. Basterà indicare la data di inizio del ciclo della propria partner e in automatico si riceveranno messaggi regolari con consigli specifici, a seconda delle fasi ormonali, con un particolare attenzione ai giorni della fatidica sindrome premestruale.

Nei giorni prima del ciclo, l’App potrebbe, ad esempio, consigliare: “Portale sushi take away per cena. Con una porzione aggiuntiva. Avrà più fame del solito“. Durante il ciclo, invece, potrebbe arrivare un alert del tipo: “Questa sera la trascorrerà abbracciando la borsa dell’acqua calda. Fatti da parte e goditi la tv“. E negli altri giorni potrebbe apparire sul display del vostro cellulare: “La vita di coppia non è tutta rose e fiori, ma questo è il momento per far sbocciare la passione“.

Il lancio dell’App SOS-PMS – disponibile per Android e presto anche per iOS – è accompagnato dal lancio di un simpatico video in animazione sul Web, visibile anche su YouTube, che ripercorre ironicamente, interpretandoli in chiave “sindrome premestruale“, alcuni momenti che sono stati caratterizzati da coppie famose: da Adamo che per accontentare Eva raccoglie la “mela del peccato”, a Luigi XVI che a causa del nervosismo di Maria Antonietta fa cadere un vassoio di brioches dalla finestra scatenando la Rivoluzione Francese.

http://www.youtube.com/watch?v=8Ox6Q2PpbSE

Il video si chiude con una domanda provocatoria: “Verrà mai il giorno in cui gli uomini riusciranno a sopravvivere alla sindrome premestruale?” Al di là dell’approccio ironico, la funzione dell’App è quello di sensibilizzare maggiormente gli uomini su questo tema, invitandoli a cogliere il disagio, che alcune donne vivono i giorni immediatamente precedenti l’inizio del ciclo.

Questa applicazione potrebbe evitare un bel pò di litigi, suggerendo al partner distratto un pò di trucchetti per vivere sereni.

5 bookbar da visitare almeno una volta nella vita

Alla conquista dell’America, la moda dei bookbar sembra spopolare sempre più. Si tratta di locali, pub, bar, appunto, in cui poter unire il piacere di una buona lettura a quello di un caldo caffè o un bicchiere di vino, il tutto nell’atmosfera e nel comfort più adatto possibile.
Il sito Bookriot ha fatto una classifica dei più belli in America. Ecco i 5 bookbar da visitare almeno una volta nella vita.

White Horse Trading Co., Seattle, Washington

Si trova in Post Alley, a pochi chilometri dal centro di Seattle e dal caos frenetico della città. L’atmosfera è molto intima, con luci soffuse e arredamento molto particolare. Accanto sorge uno Starbucks, ma qui è molto meglio.

BookBar, Denver, Colorado

Il bookbar di Denver è improntato sulla modernità. Il nome del locale, “Bookbar”, non lascia spazio ai dubbi e si classifica nella Top 5 americana anche grazie al suo stile semplice ma ricercato. All’interno si possono gustare birre artigianali di ottima qualità e scegliere tra una lunga lista di vini. I piatti da servire prendono tutti il nome di qualche opera letteraria e la genialata appare scritta anche sul menù ufficiale del locale. Al centro della sala c’è una scrivania interamente creata di… libri.

5 bookbar da visitare almeno una volta nella vita

The Spotty Dog Books & Ale, Hudson, New York

The Spotty Dog si differenzia dagli altri bookbar sopra citati: è, infatti, un centro di condivisione di arte, musica e letteratura. Questo bar originale sorge in una caserma ristrutturata e questa caratteristica attira moltissimi amanti dei libri e dello stile. All’interno musica dal vivo e mostre d’arte per allietare al massimo serate tutte all’insegna della cultura.

Elements: Books Coffee Beer, Biddeford, Maine

L’Elements è il classico bookbar americano. La lista delle birre offre una vastissima scelta: molte sono, infatti, le qualità di birra locali e regionali, caratteristica del posto che attira tutti gli intenditori. Tappa obbligatoria, l’Elements offre ai suoi lettori anche vino, caffè e qualche stuzzichino.

Books & Brews, Indianapolis, Indiana

Questo bookbar nasce su ispirazione dello Spotty Dog. Il proprietario si chiama Jason Wuerfel ed è un grande amante della letteratura. Ha da sempre avuto un grande sogno: costruire e gestire una libreria indipendente, per portare ai suoi clienti il grande amore per i libri e la cultura. All’improvviso il colpo di genio: unire alla passione per la carta rilegata e le grandi storie dei libri uno dei must irrinunciabili, la birra. Diventato uno dei birrifici più famosi della zona, ad Indianapolis non puoi fare tappa qui.

[Fonte: libreriamo.it, bookriot.com]

Titanic, l’ultima lettera scritta a bordo venduta all’asta per 119.000£

Venduta all’asta per 119.000£ l’ultima lettera che è stata scritta sul Titanic, la famosa nave da crociera affondata nel 1912 dopo l’impatto con un iceberg.
La lettera fu scritta a bordo della nave da due sopravvissuti, Esther Hart e Eva, la figlia di 9 anni, più o meno otto ore prima dell’enorme tragedia.

È stata venduta questo sabato, 26 Aprile, nel corso di un’asta alla Henry Aldridge & Son nel Wilshire, nel sud-est dell’Inghilterra.

La missiva era diretta alla madre di Esther Hart, che risiedeva nella cittadina inglese di Chadwell Heath – a est di Londra. La lettera non è mai stata recapitata alla signora.
In questa lettera, che ha il logo della bandiera della White Star Line, proprietaria del Titanic, la donna informava la madre che soffriva di mal di mare e non aveva potuto né mangiare né bere, mentre sua foglia si divertiva, ballando e cantando durante le feste a bordo.
La signora Hart scriveva poi: “I marinai ci dicono che è una traversata meravigliosa, ma c’è freddo e molto vento”

Per uno strano scherzo del destino, la lettera è giunta a noi perché Esther Hart l’aveva consegnata al marito, affinché lui la tenesse al caldo nella tasca della sua giacca.
Il marito, che aveva convinto la famiglia a partire per cercare fortuna in America, non riuscì a salire sulle poche scialuppe riempite prima dell’affondamento del transatlantico, ma aiutò la moglie e la figlia, alla quale consegnò il suo giaccone con dentro lo scritto, a salire su una di quelle scialuppe.
Lui è uno delle 1.518 vittime della tragedia, mentre Esther e la figlia Eva furono tra i 700 superstiti. Esther morì nel 1928, mentre Eva, scomparsa nel recente 1996, divenne una testimonianza critica vivente su come vennero condotte le operazioni di salvataggio.

“C’è sempre stato molto interesse sul Titanic – ha affermato la casa d’aste – e abbiamo già venduto altre lettere di passeggeri, ma nessuna aveva raggiunto questo prezzo”.
Ad aggiudicarsi il cimelio, precedentemente di proprietà di un collezionista, è stato un acquirente anonimo che ha presentato la sua offerta per telefono, rilanciando più e più volte.

“Era un microcosmo dell’intera società – afferma Andrew Aldridge sul transatlantico – ogni uomo, donna o bambino a bordo di quella nave aveva una storia da raccontare e dunque c’erano oltre 2200 racconti individuali di corollario alla storia principale. Il Titanic conteneva quasi tutte le emozioni dell’esperienza umana”.

[Credit: BBCNews]

Gli Italiani fuggono dall’Italia, ma sperano ancora per lei

A Londra “si vive peggio, ma si sta meglio“, dice la giornalista e scrittrice Caterina Soffici, autrice del libro, edito da Feltrinelli, “Italia Yes Italia No“.

Con un’impostazione volutamente ironica, l’autrice fotografa la condizione di una numerosa comunità, quella degli italiani emigrati a Londra. Sono circa duecentocinquanta mila, di cui novantamila registrati solo negli ultimi due anni, gli italiani partiti in cerca di un presente e di un futuro più certo, condizione che il nostro paese, occupato in scandali e inconcludenti dibattiti politici, non riesce oggi a garantire.

Mancano il clima, i colori, la storia, la cultura. Manca il calore del vicino, la propria tradizione, quella con la quale si è cresciuti. Si scelgono mete diverse, spinti dall’identico motivo di vivere nel giusto, senza essere esposti perennemente a un sistema disorganizzato e chiassoso. Questo non manca. Questo è quello per cui si parte.

A Londra si sta meglio perché qui ho trovato la banalità della normalità, convinta che se solo la bilancia tornasse a pendere per il verso giusto, in tanti torneremmo subito. Ma bisogna far presto, altrimenti i nostri figli avranno voglia di tornare?“, dice la Soffici.

E legittimo è l’interrogativo della giornalista. Chi è partito conosce il bello, innegabilmente presente, che ha lasciato, ma le future generazioni? Loro lo vivranno solo mediato, ma chiameranno “casa” il posto in cui vivono.

Una burocrazia ordinata e fiscale, costi della politica “vergognosamente” inferiori rispetto ai nostri, giustizia certa e intransigente. Questo il “giusto” per cui si parte. Ma d’altra parte, costi dell’istruzione onerosi, che non consentono il coinvolgimento di tutte le fasce della popolazione, che si ritrova a dover scegliere tra scuole pubbliche e fatiscenti e costosissimi istituti privati.

Il buono supera il cattivo, ma è chiaro cosa sia buono e cosa cattivo.

Si parte per questo, ma il sogno di un’Italia migliore, un’Italia con il futuro che merita, resta vivo nel cuore di ogni singolo emigrato.