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“L’unico modo per cambiare un fidanzato violento, è cambiare fidanzato”

Questo lo slogan dedicato alla giornata contro la violenza sulle donne che si celebrerà domani, 25 novembre. Nel 2013 viene uccisa una donna ogni 3 giorni (dati del rapporto Eures). Ogni 3 giorni, nel mondo, la vita di una donna termina per dinamiche pressapoco simili a quelle della storia che vi sto per raccontare.

Veronica Valenti aveva 30 anni e un amore che non sentiva più suo.
Aveva così deciso di porre fine a quella relazione che le aveva già dato in cambio diversi momenti bui. Ma Gora Mbengue, l’ex fidanzato 27 enne della ragazza, non riusciva ad accettare che tra loro fosse finita. I due ragazzi si erano dati appuntamento per discutere nuovamente della decisione di Veronica, che quella sera non è mai più rientrata a casa. La storia tra Veronica e Gora si chiude su uno scenario tragico e deplorevole: un lago di sangue e innumerevoli coltellate sul corpo della ragazza. Quella sera non è finita la storia d’amore tra Veronica e Gora. Quella sera è finita la storia di una vita. Lasciando un immenso vuoto alla famiglia Valenti che nessuno mai potrà colmare.

La storia di Veronica è la storia di:

Annunziata Paoli, 78 Anni
Rimini 7 gennaio 2013: accoltellata dal marito nel settembre 2012 è morta dopo quattro mesi di coma;

Anna Francesca Scarpati, 52 anni
Capri (Na) 8 gennaio 2013, uccisa dal compagno che aveva denunciato ai carabinieri il 9 novembre 2012 per ingiurie, percosse e per violenza fisica e psicologica;

Hrieta Boshti, 36 anni
L’Aquila 18 gennaio 2013, freddata con un colpo di pistola vicino all’orecchio dall’ex marito.

Olayemi Favour, 24 anni
Casal di Principe (CE) 4 febbraio 2013, bruciata viva dall’ex fidanzato di una amica mentre cercava di difenderla;

Jamila Assafa, 30 anni
Budrio (Bo) 22 febbraio 2013, il marito l’ha uccisa con una coltellata al cuore e poi ha portato via i due bambini (2 anni-13 mesi) – Jamila si era rivolta più volte ai carabinieri in passato.

Sono 114 i nomi elencati nella lista femminicidio (così si chiama) e quindi non posso elencarli tutti, ma ad ognuna di loro va il mio pensiero perché la loro storia è la storia di ognuna di noi. Qualche giorno fa, infatti, ho scritto un post su La Love Blogger:

L’unica forza brutale alla quale dovete piegarvi è quella dei sentimenti.

Un uomo violento, non è un uomo che vi ama.
È un uomo malato che non potete curare nemmeno con tutto l’amore del mondo. Quando termina una storia c’è, quasi sempre, chi tra i due non accetta che finisca, e questo è normale. Perdere l’amore fa male ma si può sempre ricominciare. Il bello dell’amore è proprio questo: ripaga. Ma una vita non la riporta indietro nessuno e se sentite di essere in pericolo non abbiate paura, o vergogna, di raccontare la vostra storia. Non siete voi ad essere sbagliate. Queste donne non avevano alcuna colpa. Nessuno può essere colpevolizzato della fine di una storia e la violenza fisica non è la giusta risposta nemmeno ad una scenata di gelosia che vi vede protagoniste. Non è vostra la colpa sebbene si tratti di un sentimento irrazionale. Perché chi riversa su di voi la propria frustrazione ha un limite grande che è quello di non saper placare la propria ira fino a generare violenti sfuriate.

Non tutti intendiamo l’amore allo stesso modo.
Il concetto di amore è ampio e viene appreso nei primi anni di vita di una persona, così, ognuno di noi lo rende proprio in base all’esperienza vissuta. Ma vi è, invece, un concetto univoco: un uomo è colui che rispetta la propria donna.