giovedì, 18 Dicembre 2025

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Amsterdam, sexy ballerine con finale a sorpresa (VIDEO)

Amsterdam è da sempre una della mete più ambite tra i giovani. La legalizzazione delle droghe e della prostituzione fanno della capitale olandese la città dello sballo e del divertimento. Sesso, droga e rock’n’roll non è solo uno slogan ma una realtà nelle notti senza fine tra le zone a luci rosse della città.

Tra le più attività più remunerative e conosciute bisogna annoverare quella delle sexy ballerine in vetrina. Giovani donne, in intimo o quel che rimane dell’intimo, che si mostrano ai passanti come se fossero un oggetto in vendita. Convincere “l’acquirente” non è mai stato così facile, muoversi sensualmente e far vedere la “mercanzia” è sufficiente per assicurarsi di essere scelte.

Il Red Light District, ovvero il quartiere a luci rosse, è la zona più tollerante e liberale della città. Dalle case di appuntamento ai locali di spogliarello e lap-dance, dai gay bar ai cinema, dai negozi di video hardcore ai sex-shop, per arrivare fino ai musei: un vero e proprio “Disneyland del sesso” sempre affollata di turisti.

È proprio qui che sei ballerine decidono di utilizzare la loro visibilità per far riflettere su uno dei problemi che affligge il nostro pianeta. Le ragazze in abiti succinti iniziano a ballare coordinate e sensuali, tanto da attirare l’attenzione di tutti i passanti che si fermano ad osservarle rapiti e divertiti. Alla fine dello spettacolo alcuni messaggi vengono proiettati sull’edificio. “Stop the traffik”. Il messaggio chiede espressamente di fermare il traffico di donne, spiegando che ogni anno decine di donne vengono attirate con la scusa di entrare nel mondo dello spettacolo come ballerine, per realizzare il loro sogno e invece si ritrovano a fare le prostitute nei bordelli.

Una statistica che fa riflettere ma fa sopratutto fa paura. Quante di quelle donne sono li per scelta? Quante amano vendere il proprio corpo a chiunque esce una banconota dal portafoglio?

Magari da oggi qualcuno si farà qualche scrupolo prima di usufruire dei “servizi” offerti dalla città. O magari no.

Papà incinta per un mese (FOTO)

Loro sono Steve Hanson, Jonny Biggins e Jason Bramley, hanno circa 40 anni, e hanno deciso di onorare tutte le madri del mondo, e anche Anna Jarvis, la fondatrice della festa della mamma. Per simulare una gravidanza i tre uomini hanno indossato per 30 giorni una sorta di pancione di 15 chili, che ha iniziato a causare loro dolori. Come se portassero in grembo un bimbo vero.
Ecco le loro foto:

“It’s stupid, brilliant, daft, and pointless, maybe I should just buy flowers”, ha esordito Jonny, mentre Steve ha detto: “I feel like the morning after a rugby match. I have aches in my back and sore shoulders”. Come loro stessi hanno dichiarato quello che hanno passato è stato un mese di pura riflessione sulla diversità tra uomo e donna e sulla gravidanza, con tutte le conseguenze che comporta.

Ovviamente quello che questi papà hanno deciso di fare non gli farà mai comprendere a pieno quello che le donne passano durante i 9 mesi di gravidanza: quel finto pancione, infatti, non ha causato loro nessun squilibrio ormonale, nessun gonfiore alle caviglie, e neanche sanguinamenti, ma quello che Steve, Jonny e Jason hanno imparato da quest’esperienza è ciò che le loro mogli e le loro madri hanno attraversato o attraverseranno. Questo era l’obbiettivo principale, una migliore comprensione di qualcosa che ti rende una persona migliore.

[Credit photos: boredpanda.com]

Facebook crea la funzione anti-suicidio

Frasi deprimenti, parole forti, sintomi di depressione e atteggiamenti solitari: il nostro profilo Facebook è sul serio il nostro alter ego e capta i nostri stati d’animo con empatia matematica.

Ma da questo momento, la consapevolezza diventa azione, grazie all’inserimento sulla piattaforma, della una funzione anti-suicidio. Al momento la creazione di Facebook è disponibile solo Oltreoceano, ma presto arriverà anche in Europa, con l’obiettivo di scongiurare gesti estremi.

Una volta segnalato il contenuto, Facebook esaminerà il post con una commissione di figure specializzate, che, se riterranno il pericolo fondato, invieranno messaggi privati all’utente, proponendo una mano, una via d’uscita o qualche semplice consiglio.

Il mondo del web si avvicina sempre di più alle persone, alle loro emozioni e ai loro stati d’animo. Salvare la vita di qualcuno con una semplice risata, è il dono più grande.

La fame vien mangiando? No, viaggiando (FOTO)

Mentre la maggior parte di noi si limita a imbambolarsi di fronte alle immagini di posti mozzafiato dove a malapena riusciamo a sognare di poter organizzare una vacanza, Gabriella e Nicolas (rispettivamente di 31 e 41 anni) hanno deciso di lasciare il lavoro e intraprendere un’avventura all’insegna dell’esotismo: e, dopo essersi conosciuti a Reykjavik, in Islanda, Marco e Polo (come preferiscono farsi chiamare) non hanno ancora smesso di percorrere il proprio tragitto mangiando ogni specialità servita loro da Bruxelles a Hong Kong. A testimonianza delle loro visite, i due hanno messo su un blog, Funnelogy, che grazie a fotografie e post rivela quello che per entrambi significa davvero viaggiare.

Ma la cosa che li rende più apprezzati è sicuramente il fatto che entrambi condividono la stessa tendenza patologica all’avventura: incontratisi per ragioni lavorative, Nicolas e Gabriella non si sono più separati dal giorno in cui lui le diede il suo biglietto da visita.

In un post dal titolo “Lettera al mio compagno di viaggio”, Gabriella descrive l’importanza della relazione che ha con Nicolas, definito come il “testimone della sua traversata”: “lui è il solo che non si scompone se gli confido di credere di avere i vermi – scrive la giovane – l’unico che mi ha costretto a farmi visitare dal dottore del villaggio quando mi è salita la febbre a 42, cercando poi di restare impassibile di fronte all’imminente iniezione di non-si-sa-che-sostanza“.

I due blogger, però, non sono alle prime armi: prima di conoscersi, hanno vissuto ad Addis Abeba, Beijing, Cascavel, Hong Kong, Londra, Nairobi, Parigi e Rabat. Perdipiù, Nicolas and Gabriella hanno entrambi un’eredità familiare multiculturale, potendo vantare origini cinesi, italiane, belga e francesi.

Prima di darsi all’avventura, Gabriella era a capo degli Affari Europei per un’associazione non governativa afferente al settore alimentare a a quello dell’acqua, mentre Nicolas era uno dei principali responsabili di un’organizzazione no-profit impegnata sul fronte della sostenibilità nella produzione del cotone.

La giovane coppia ha vissuto ben 200 giorni per strada, attraversando 16 Paesi, per una stima di 4.800 ore di viaggio, che hanno dato come risultato delle fotografie magnifiche. I due hanno dormito in 97 letti differenti, ognuno immortalato in un loro album su Facebook: alcuni erano morbidi, altri non lo erano affatto, altri erano a cielo aperto. Sono saliti su 49 bus, 15 marshrutka, 8 treni, 6 jeep, 4 biciclette, 2 asini e un cavallo: e non in uno di questi giorni di viaggio hanno potuto fare a meno di dirsi a vicenda “Oggi è un giorno perfetto“.

Tra marzo e aprile, Gaby e Nico prevedono di trasferirsi in Nuova Zelanda e in Caledonia, per poi stabilirsi in Asia per almeno un annetto, prima di spostarsi in Africa, animati da quest’insaziabile voglia di esplorare il mondo e imparare di più sulle altre culture.