domenica, 14 Dicembre 2025

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This girl can, la campagna per incoraggiare le donne a fare sport (VIDEO)

Siamo donne: apriamo gli occhi a prima mattina e dopo dieci minuti abbiamo fatto la metà delle cose che un uomo fa in una settimana. Ci muoviamo, ragioniamo velocemente, portiamo a termine tutte le piccole missioni quotidiane e nel frattempo cediamo ai peccati di gola in preda allo stress, alle mancanze o, semplicemente, alla fame.

E come li bruciamo questi piccoli peccati? Ma soprattutto, li bruciamo? Non sempre, a causa del tempo, ma in molti casi, a causa della paura di mostrarsi mentre si fa sport. Molte donne si rinchiudono in se stesse, rinunciando all’attività fisica pur di restare al sicuro dai riflettori. La Sport England, sensibile nei confronti dell’attività fisica femminile e dotata di dati numerici concreti, ha promosso, attraverso la campagna This girl can, lo sport condotto dal sesso femminile.

Sembrano essere, infatti, due milioni circa le donne che non praticano attività sportiva rispetto agli uomini. Un dato in contrasto con i finanziamenti che ogni anno lo stato riserva per le attività fisica e per le infrastrutture ad essa dedicata.

Secondo la campagna, le donne dovrebbero scegliere una vita sana, di sport e alimentazione corretta, non perché odiano il proprio corpo, ma perché lo amano. Ne amano la salubrità, con gusto e fatica. Così ecco gli scatti e un video di donne normali, piene di difetti, ma rese belle dallo sforzo e dalla loro normalità.

Dunque, il segreto? Più sport, più felicità, più self confidence, questo è il messaggio della campagna pubblicitaria. Un messaggio che arriva dritto al sodo, senza alcun giro di parole.

La bellezza di due bambini e i loro animali (FOTO)

Elena Shumilova è una fotografa russa di talento, famosa in tutto il mondo. Nella vita privata, Elena è mamma di due splendidi bambini, che per amore, passione o deformazione professionale, sono diventati i soggetti dei suoi scatti. Ma i due fratellini non sono gli unici protagonisti delle fotografie, insieme a loro ci sono gli animali della fattoria della famiglia Shumilova.

Le foto trasmettono gioia idilliaca, e la natura accogliente e senza tempo di sfondo è resa più commovente ancora dai modelli presi in prestito.
Come ha detto la fotografa russa in un’intervista rilasciata a Bored Panda qualche mese fa: “Children and animals – it’s my life. I’m a mom with two sons and we spend a lot of time on the farm. When shooting I prefer to use natural light – both inside and outside. I love all sorts of light conditions – street lights, candle light, fog, smoke, rain and snow – everything that gives visual and emotional depth to the image”.
Il risultato è davvero spettacolare, guardate voi stessi.

[Credit: boredpanda.com]

Christian Dior, le invenzioni del genio della moda francese (FOTO)

Credits photo: blogs.britannica.com

Non esiste donna al mondo che non desideri indossare qualcosa di Dior: capi ed accessori del celebre marchio francese sono i più desiderati da quasi un secolo.
Domani verrà celebrato l’anniversario della nascita del suo fondatore, divenuto nel dopo guerra un’icona di stile, bellezza e lusso.
Ancora oggi Christian Dior è sinonimo di alta moda e le sue creazioni hanno mantenuto un livello altissimo di qualità e ricerca.
Sono tantissime le invezioni riconducibili alla casa di moda francese, divenuta popolare per avere cambiato radicalmente l’immagine della donna in seguito al secondo conflitto mondiale, che aveva arrestato brutalmente l’haute couture.
La moda femminile degli anni quaranta, infatti, era basata su una linea estremamente semplice e mascolina, con gonne al ginocchio, spalle quadrate e tessuti sintetici e poco pregiati.

La prima importante innovazione fu percepibile già dalla sua prima sfilata, denominata ‘Corolla‘, nella quale ridisegnò le proporzioni femminili allungando l’orlo delle gonne, assottigliando il punto vita attraverso l’utilizzo di bustini e arrotondando le spalle. Il cambiamento fu così importante da indurre i giornlisti americani a definire lo stile di quella collezione ‘New look‘.

Credits photo: Fred Ramage/Keystone/Getty Image
Credits photo: Fred Ramage/Keystone/Getty Image

Qualche anno dopo, e cioè nel 1948, Dior lanciò le linee ‘Envol‘ e ‘Zig – Zag‘ concepite con un’architettura spiccatamente asimmetrica. Le giacche erano come imponenti piramidi, di lana per il giorno e di faille per la sera; per l’autunno i cappotti erano abbottonati sul retro e le tasche venivano posizionate sui fianchi
Sempre nel 1948 la maison lanciò una raffinata fragranza al mughetto, Diorissimo, che veniva spruzzata in abbondanza su divani e tessili che arredavano il suo atelier. I profumi sono sempre stati un elemento di punta per il marchio, che ancora oggi ripropone Diorissimo nella sua versione rivisitata.

Credits photo:  furinsider.wpengine.netdna-cdn.com
Credits photo: furinsider.wpengine.netdna-cdn.com

Con il lancio della collezione ‘Trompe l’Oeil‘ Dior riuscì a reinventarsi ancora una volta attraverso abiti costituiti da pannelli intercambiabili, che davano una innovativa sensazione di movimento nonostante l’assenza di volume.
La linea ‘Mezzo secolo‘, invece, puntava su linee più scivolate, composte da giacche morbide strette in vita e da gonne a matita, così strette da rendere necessario un taglio posteriore per consentire alle signore di camminare.
Le pettinature sembravano sfidare le leggi della natura e i capelli venivano adagiati a lato della testa, mentre l’ombrello era elemento necessario e indispensabile per bilanciare le modelle che facevano fatica a sfilare in passerella.
Nel 1950 nacque invece la linea ‘Verticale‘ in cui lanciò gonne strettissime o plissettate, anche per accontentare i produttori di tessuti.

Credits photo: furinsider.wpengine.netdna-cdn.com
Credits photo: furinsider.wpengine.netdna-cdn.com

Negli anni le tendenze hanno modificato oltremodo i modelli di capi e accessori ma il marchio Dior, nonostante la scomparsa del suo fondatore avvenuta nel 1957, è riuscito a confermare il suo potere innovativo.
Oggi, ad esempio, la Lady di Dior, ovvero una borsa da sera con manico e tracolla, è una it bag talmente meravigliosa da non tramontare mai.

Blue Monday, la bufala sul giorno più triste dell’anno

Oggi non si parla d’altro: il web è invaso da link che riguardano articoli sul presunto Blue Monday, ovvero il giorno peggiore dell’anno.
Si può immaginare con che tempi questa notizia abbia fatto il giro del mondo passando di bacheca in bacheca in pochissimo tempo: tutti, infatti, non hanno perso occasione per lamentarsi della giornata attuale, incolpando il Blue Monday di sventure di ogni sorta.
Ma la notizia vera è che si tratta di una bufala orchestrata ad arte: non esiste alcun calcolo matematico basato sull’economia, sul meteo o sul parrucchino di Sandro Mayer che possa accreditare questa diceria. Si tratterebbe, infatti, di una notizia priva di ogni fondamento ma con una origine precisa.

All’inizio del 2005 la compagnia di viaggi Sky Travel lanciò una campagna pubblicitaria in cui si affermava che il 24 gennaio (ma per molti altri il 19 gennaio) altro non era che il Blue Monday, ovvero il giorno più triste dell’anno.
La scoperta, naturalmente, si presupponeva essere basata su calcoli scientifici ascrivibili ad un gruppo di analisti che operavano una valutazione sulla base di fattori quali il meteo, i debiti di ciascuno, i giorni che ci separano dal prossimo Natale, il salario mensile, un flebile grado di motivazione e, infine, un curioso coefficiente legato alla consapevolezza che ‘c’è bisogno di agire‘. Il risultato è inequivocabile perchè il giorno più grigio dell’anno è il lunedì dell’ultima settimana che ricade nel mese di gennaio ed esso viene fuori da una particolare equazione:
Blue-Monday

Nonostante questa formula apparentemente sembri avere un senso, essa è completamente priva di ogni fondamento. Riflettendoci: che clima viene considerato? Quello di Nairobi, quello delle Isole Canarie, o quello di Berlino? E poi la distanza dal Natale non incide granché su chi abbraccia credi religiosi che non prevedono questa festività.
Il Guardian ha scoperto che la leggenda del Blue Monday, supportata da Cliff Arnall, che nel 2005 veniva presentato come appartenente al Centre for Lifelong Learning affiliato alla Cardiff University, è una questione unicamente di soldi. La Cardiff University ha naturalmente preso le distanze da Arnall, confermando l’assenza di ogni tipo di ricerca rivolta in questa direzione.
Infatti sono altri i fattori da cui dipende la felicità delle persone, che sono oggetto continuo di ricerche scientifiche, psicologiche ed economiche.