venerdì, 17 Maggio 2024

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Perdono? C’è chi lo chiede al posto tuo

La notizia ha sconvolto anche me, lasciandomi in uno stato di incertezza piuttosto difficile da decifrare. A quanto pare in Giappone hanno bisogno di qualche iniezione di ‘normalità’, considerata la nascita di agenzie che si occupano di ‘chiedere scusa’ al prossimo.
Avete capito bene: se te la fai sotto come un poppante, e non riesci ad aprire il tuo cuore alla persona a cui hai fatto un torto, puoi pagare qualcuno che lo faccia al posto tuo.

Troppo orgogliosi? No problem. Basta sganciare un pò di denaro, e in Giappone c’è chi vi solleva da un compito spiacevole.
E la cosa più divertente è che pare che ci sia addirittura un tariffario per ogni prestazione: si va dai 100 euro per le scuse fatte al telefono o via mail, ai 200 per quelle fatte di persona. Ma la cosa che mi diverte oltremodo è che il prezzo potrebbe lievitare in caso di contenuti extra: proprio come quando al Mc Donald pagate i 50 centesimi di differenza per il caramello sopra al gelato alla vaniglia, in Giappone paghi il supplemento se ritieni che le scuse vadano fatte con l’aggiunta di qualche lacrimuccia.

La cosa più triste è che la notizia non è una bufala, e che veramente esiste una realtà nella quale si può pagare qualcuno per compiere degli atti ‘personalissimi’.
Ma se credete che le vostre richieste di perdono vengano affidate a personaggi ‘approssimativi’, vi sbagliate di grosso: le ‘agenzie di scuse’ formano i propri dipendenti su come comportarsi a seconda della gravità della situazione per cui si vuole chiedere scusa. Insomma il vostro sostituto sarebbe qualcuno che ha studiato con attenzione il vostro caso, e che è stato formato appositamente per sostituirvi.
In un mondo già freddo, fatto di incerte controfigure, ci mancava solo l’avatar da mandare in missione per il perdono.

Facebook siamo noi, a rivelarlo sono i nostri post

Scorriamo il news feed di Facebook decine di volte al giorno, lo aggiorniamo con i nostri post, apprezziamo, disprezziamo o ignoriamo post di tutti gli altri utenti. Canzoni, dibattiti sociali, politici o religiosi, sarcasmo e ironia a vagonate, articoli di attualità, panini mai mangiati di fashion bloggers, gambe al mare, serie TV: il social di Mark Zuckerberg è un contenitore infinito di tutto questo. Ed è proprio tutto quello che pubblichiamo sulla nostra bacheca di Facebook a dirla lunga sulla nostra personalità.

A rivelarlo è uno studio pubblicato sul “Journal of Personality of Individual Differences” che ha selezionato utenze Facebook a campione, analizzandone la tipologia di post pubblicata dagli stessi. In particolare, i ricercatori Tara Marshall, Katharina Lefringhausen, e Nelli Ferenczi hanno studiato come l’autostima di un individuo, i livelli di narcisismo e le cosiddette Big Five dei tratti della personalità (nevrosi, estroversione, apertura all’esperienza, gradevolezza e coscienziosità) incidano su ciò che i soggetti pubblicheranno su Facebook.

Così prendendo in considerazione categorie distinte di pubblicazione, i ricercatori hanno adattato sugli utenti le Big Five, tenendo conto della frequenza di accesso e altri fattori. Così hanno abbinato alle personalità coscienziose una determinata tipologia di post, come quelli sulla genitorialità, alle personalità narcisistiche, post sulla propria immagine o sul proprio Lifestyle, alle persone con poca autostima, post romantici e comunicativi di parti di sé nascoste.

In parole povere, tenendo da parte sondaggi e percentuali, Facebook non mostra il nostro profilo migliore o peggiore. Facebook siamo noi, più di quanto pensiamo.

Nomi per bambini come i filtri di Instagram

credits photo: nostrofiglio.it

Verrebbe da dire: è assurdo. Quale genitore prenderebbe mai una decisione del genere?
Eppure una statistica effettuata da Babycenter.com, sito molto conosciuto che fornisce alle future mamme consigli e informazioni utili sulla gravidanza, rivela che nel 2015 sono incredibilmente aumentati i nomi per bambini ispirati alla tecnologia.

Il paese che si è lasciato tentare di più da questa nuova strampalata moda, è stato il Regno Unito, seguito poi dagli Stati Uniti d’America. Ma non mi stupirebbe se questa moda arrivasse al più presto anche nel nostro Paese.

Fonte d’ispirazione per la nuova tendenza, in questo caso è stato uno dei social network più amati, Instagram, o meglio i suoi filtri.
Insieme ai classici nomi per bambini più utilizzati, infatti, troviamo a gran sorpresa anche i “nomi per bambini Instagram“.
Tra i più scelti in vetta troviamo Lux, Ludwing, Amaro, Hudson e Reyes per i maschietti, e Juno, Valencia e Willow per le femminucce.

credits photo: webisland.net
credits photo: webisland.net

Linda Murray, vicepresidente del sito in questione, ha affermato: “Questa è la prima volta in cui abbiamo visto la tecnologia diventare preponderante come fonte di ispirazione per i nomi. La condivisione delle foto fa parte della vita quotidiana ed emotiva (…) e questi due elementi insieme possono innescare l’amore per un nome”.

È vero che i social, i post, le notifiche e i like sono ormai diventati parte integrante delle nostre vite, ma questa tendenza potrebbe sembrare un po’ troppo stravagante.
Il nome di ognuno di noi è un elemento importante nella nostra vita, ci caratterizza, ci identifica.
Non so se sarei in grado di guardare negli occhi mio figlio e dirgli che si chiama come un filtro di Instagram.

Oramai è diventata una caccia al nome più eccentrico.
Ma non staremo un po’ esagerando?

Ricci Milano, il ristorante di Belen ironizza su un barbone (FOTO)

Il ristorante di Belen Rodriguez e Joe Bastianich è davvero caduto in basso. A pochi giorni dall’apertura – verrà, infatti, inaugurato a Giugno – sul profilo Instagram ufficiale compare una foto che subito scatena la polemica degli utenti e, una fra tutti, Selvaggia Lucarelli, che ha fatto uno screenshot alla foto e l’ha caricata sul suo profilo Facebook sempre molto attivo e in stretto contatto con i suoi seguaci.

La giornalista ha da poco scritto sul web: “Complimenti al social media manager di Belen e soci che ci fa sapere che davanti al loro locale prossimo all’inaugurazione (il Ricci) c’è già chi aspetta fuori: un barbone. Quanta intelligente ironia. Spero lo spostino dal computer al lavello con piatti e bicchieri”. La foto, infatti, ritrae l’ingresso chiuso del ristorante Ricci Milano, in attesa dell’inaugurazione ufficiale, “presidiata” da un barbone, che insieme ad un cagnolino cerca riparo sotto coperte e cartoni. Ovviamente, la foto è stata cancellata immediatamente.

Ricci Milano, il ristorante di Belen ironizza su un barbone (FOTO)

Come da copione, tantissimi sono stati i commenti dei seguaci e utenti sotto la foto appena postata da Selvaggia: insomma, non proprio una bellissima pubblicità – e, aggiungerei anche di pessimo pessimo gusto – per il ristorante di Belen Rodriguez e Bastianich, Ricci Milano. Non serviva tutta questa ironia, per giunta molto cattiva.
Ah, perché, era ironia?!