mercoledì, 29 Marzo 2023

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Halloween Whopper, il nuovo panino di Burger King

Un nuovo panino targato Burger King, perfetto per Halloween, la festa più spaventosa e mostruosa di tutto l’anno, che si festeggerà naturalmente il 31 ottobre.

Finalmente sbarca in Italia il nuovo panino nero di Burger King, una novità per la catena di fast food nel nostro paese. Per l’occasione è stata montata una pubblicità ad hoc per le strade di Milano. Alla stazione centrale, infatti, un esericito di zombie si è mischiato nella folla, tra turisti, passanti e milanesi doc, fino ad arrivare al Burger King più vicino proprio per assaggiare la novità del nuovo panino. Il nuovo Halloween Whopper è perfetto per il periodo: si potrà assaggiare, infatti, solo fino al 2 novembre in tutti i Burger King. Un panino dall’inedito colore nero, già famosissimo in Giappone.

Quali sono gli ingredienti? E soprattutto, perchè il pane è così nero? Falice, tutto grazie alla salsa BBQ. Sembra infatti che, aggiunta durante la panificazione, dia quel colore nero al prodotto finale e un sapore affumicato. All’interno carne di manzo, insalata, pomodori, cipolla, formaggio, maionese e altra salsa barbecue.

“Abbiamo deciso di reinventare il Whopper Cheese uno dei nostri prodotti più venduti in Italia e farlo con un pane nero, in modo da essere più accattivanti per i giovani e sorprendere i consumatori”, ha spiegato Jesus Cubero, direttore marketing Burger King Italia.

Novità dal mondo dei dolci: arriva il gelato con cono waffle

Dimenticatevi del classico gelato formato dal cono o dalla coppetta; il social network Instagram è già pieno di foto che ritraggono un nuovo dolce esperimento e sicuramente (o almeno si spera) presto saranno piene anche le nostre gelaterie. Il cono gelato fatto della deliziosa pasta dei waffle, che avvolge e contiene qualsiasi gusto di gelato, è la nuova moda che sta facendo impazzire le papille gustative di tutti coloro che lo assaggiano.

Questa fantastica idea nasce a New York, più precisamente nel quartiere Chinatown presso il locale Eggloo. La forma del cono-waffle è quella di tante piccole uova messe una accanto all’altra, ed è tipica di uno street-snack che si mangia ad Hong Kong.

Ottimo per la colazione, per merenda, oppure semplicemente come dessert, ce n’è davvero per tutti i gusti: il gelato può essere alla frutta, alla crema, alla nocciola, al cioccolato e così via, ma anche il cono waffle può essere fatto con l’aggiunta di altri ingredienti come, per esempio, il cacao o il matcha (che dà un colore verdino). La stessa varietà esiste anche per le decorazioni. Infatti, il dolce può essere abbellito con glasse, frutta fresca o secca, cereali, M&M’s e anche con i tipici bastoncini che i giapponesi usano per mangiare.

Non solo New York dispone di questa novità; anche in California, in particolare a Sant’Anna, si è cercato di riproporre il gelato-waffle, con la sola differenza che i gusti del gelato sono a forma di rosa, abbelliti anche qui con qualsiasi delizia del palato si voglia.

La cosa certa è che, in qualsiasi Stato o paese è presente il nuovo dolce, esso ha un successo formidabile grazie sia alla sua bontà, sia al suo aspetto (un mix di colori), sia al prezzo che non è troppo eccessivo (8 dollari).
Non ci resta allora che sperare che questa nuova moda culinaria emigri anche qui da noi – per la gioia degli amanti del dolce, e non solo.

Food Reputation Map, ora si può misurare la reputazione degli alimenti

Credit Photo: bergamosostenibile.com

Cosa ti piace del cibo che mangi, o del tuo piatto preferito? Bella domanda.
Certo, i più golosi non rinuncerebbero mai a patatine fritte in quantità esagerate d’olio, mentre i patiti delle diete non si faranno mai mancare frutta e verdura, ma aldilà delle preferenze personali ci sono anche importanti fattori che sono trasmessi a livello culturale circa l’alimentazione.
“Alimentarsi – dice il professore di psicologia sociale Marino Bonaiutoè infatti certamente un fattore vitale, ma intorno al cibo ruotano da sempre anche aspetti connessi al piacere, alla socialità, alla convivialità”.

23 parametri. Questo il numero dei fattori che influenzano le scelte agroalimentari. Perché la scelta di un alimento e il suo successo – piuttosto che il suo insuccesso – sono anche una questione di reputazione, e a rivelarlo è uno studio accademico condotto dall’Università Sapienza di Roma grazie al finanziamento del Gruppo Nestlé nell’ambito del progetto Axìa.

Lo studio e il modello messo a punto, dopo ben tre anni di lavoro, dimostrano che anche i prodotti alimentari hanno una loro “reputazione” da guadagnare e da mantenere, e che essa è concretamente misurabile ed è frutto di una serie di fattori. A seguito di questa scoperta è, infatti, stata creata la Food Reputation Map, uno strumento che consente di misurare la reputazione di un qualsiasi alimento e produzione agricola.
Suona strano, no? Solitamente il concetto di reputazione si lega a persone e ad altri agenti sociali, poco ai prodotti, ma ancora meno al singolo alimento, sia esso inteso come singolo alimento o come prodotto finito di una lunga ricetta.

Eppure la reputazione alimentare esiste. Ed è la rappresentazione precisa di opinioni che ogni persona possiede delle caratteristiche attuali e presenti di un determinato cibo.
Il funzionamento è semplice: la Food Reputation Map basa la sua validità sull’analisi di dati raccolti su un totale di 4.770 italiani ed evidenzia tre macroaree di reputazione, 6 indicatori sintetici, per un totale di 23 parametri specifici che influenzano la nostra percezione nei confronti di un preciso alimento, evidenziando così quelli che possono essere considerati i punti chiave che ne stimolano – o scoraggiano – l’acquisto e quindi il relativo consumo.

Si tratta di aspetti connessi all’essenza del prodotto, agli effetti culturali, economici, ambientali, fisiologici e psicologici di un prodotto. “Si tratta del primo metodo scientifico – ha precisato il docente precedentemente citato – per delineare punti di forza di un prodotto alimentare in vista dell’approdo sui mercati esteri”.
Si accresce quindi la competitività dei prodotti “Made in Italy”, perché il nostro è lo Stato europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari di qualità (22%), seguito dalla Francia con il 17%, ma che – evidentemente – non sa sfruttare bene i suoi prodotti, perché esporta solo l’11% della propria produzione, contro il 19% dei cugini d’oltralpe.
Si punta sul “Made in Italy”, ancora.

[Credit: LaRepubblica]

Torte a specchio: ecco le più belle (FOTO)

photo credits: Dissapore

Se ultimamente avete cucinato una New York cheesecake dall’aspetto carino ed aggraziato, è arrivato il momento in cui la vostra autostima crollerà.
Perché davanti alle torte di Olga, una pasticcera russa, anche la torta più colorata e simmetrica sembra essere stata cucinata dalla fatina Fauna de La bella addormentata nel bosco.

Nel profilo Instagram di Olga, si possono trovare un’infinità di torte guarnite con: gelatina colorata, frutta, confetti e fiori. Inoltre, sembrano essere davvero buone.

L’effetto più sensazionale che Olga riesce ad ottenere è, senza dubbio, quello marmorizzato ed a specchio. Le torte preparate in questo modo, infatti, sembrano delle vere e proprie pietre preziose. Ricche di riflessi e sfumature.
Ma come è possibile realizzare questo tipo di gelatina? Vediamo insieme i passaggi.

Ingredienti

20 gr di gelatina in polvere;
120 gr di acqua;
300 gr di glucosio;
300 gr di zucchero;
150 gr di acqua;
200 gr di latte condensato zuccherato;
300 gr di cioccolato bianco, al latte o fondente -secondo i gusti-;
Colorante alimentare.

Procedimento

Per prima cosa bisogna immergere la gelatina in un contenitore contenente 120 gr di acqua. Nel frattempo facciamo bollire il glucosio e lo zucchero con 150 gr di acqua. Una volta raggiunta l’ebollizione, togliamo il composto dal fuoco e aggiungiamo la gelatina già sciolta nell’acqua, il latte condensato ed il cioccolato precedentemente sciolto.

Per ottenere un effetto a specchio si suddivide il composto colorandolo con i colori alimentari. L’effetto marmorizzato, invece, può essere realizzato versando sulla torta i diversi composti colorati, cercando di utilizzare sfumature diverse di uno stesso colore base.