sabato, 4 Maggio 2024

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Lucchetti d’amore: Pont de Arts cede

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Ieri, domenica 8 giugno, sono crollate due griglie del parapetto di uno dei più celebri ponti di Parigi: Pont de Arts. La notizia, però, è stata comunicata solo oggi dal comune della Ville Lumiere.

Il famoso ponte sulla Senna, costruito da Napoleone nel 1807, è un ponte totalmente pedonale e, nel tempo, è diventato uno dei più importanti simboli della Parigi romantica: infatti, trovandosi all’altezza del Louvre, ci regala un panorama spettacolare.

Essendo emblema della Parigi romantica, moltissimi innamorati, dal 2008, hanno iniziato ad attaccare alle ringhiere del ponte dei lucchetti. Questi lucchetti rappresentano un amore senza fine, confermato anche dal fatto che le diverse coppie, dopo aver legato e chiuso il lucchetto, buttano la chiave nel fiume.

La moda dei lucchetti, nella capitale francese, iniziata ancor prima che Federico Moccia scrivesse “Tre metri sopra il cielo” e che cominciasse la stessa moda su ponte Milvio, ha causato il cedimento di due pannelli del parapetto del ponte.

Dopo il crollo, verificatosi ieri sera, la struttura è stata transennata ed evacuata. Solo in seguito alla sostituzione delle due griglie con delle tavolette di legno il ponte è stato riaperto ai visitatori.

Questo del Pont de Arts può essere un avvertimento per tutti gli altri ponti famosi per la moda dei lucchetti. Non solo Ponte Milvio, ma anche il ponte di Brooklyn e il Millennium Bridge stanno facendo diventare matti i comuni di moltissime città europee, i quali sono a favore dell’eliminazione dei lucchetti.

Gli Hadza, ecco l’ultima tribù primitiva presente sulla Terra

Nei pressi del Parco Naturale Serengeti in Tanzania si trova la tribù degli Hadza, una civiltà che vive come si faceva 10.000 anni fa. Si tratta di una tribù che conduce un’esistenza molto simile a quella dell’uomo del Paleolitico (che visse circa 2 milioni e mezzo di anni fa), svolgendo una vita senza regole e in piena libertà, dedita alla caccia e alla cura della famiglia. È proprio nei pressi del lago Eyasi, a nord del paese, che vive la più grande tribù di cacciatori Hadza.

Il loro mondo è uno degli ultimi rimasti incontaminato, al quale è sconosciuto l’uso della tecnologia (che per noi è diventata una dipendenza), tanto che le tecniche di caccia e coltivazione si tramandano oralmente di generazione in generazione. Non esistono i soldi, carte di credito, messaggi, chiamate, lavoro e neanche orari da rispettare, e la cosa più vicina ad una forma di mercato è lo scambio di un paio di sandali con una tribù vicina.

Secondo gli standard moderni degli studiosi, gli Hadza non dovrebbero esistere.
Eppure ci sono, e rappresentano più di un’anomalia: sono una tribù dimenticata. Non praticano la coltivazione e l’allevamento degli animali, ma si nutrono di cibi selvatici autoctoni raccolti e cacciati. La dieta degli Hadza consiste principalmente in: carne, miele, baobab, bacche e tuberi. Le donne Hadza si nutrono principalmente di prodotti vegetali (piante e tuberi) e passano la maggior parte del tempo nei campi. Gli uomini al contrario si spostano molto dal campo base alla ricerca di carne e miele. Anche se il cibo raccolto o cacciato è portato al campo e condiviso, gli uomini e le donne tendono a consumare, come spuntini nell’arco della giornata, il cibo che trovano. La loro lingua è una delle più antiche mai parlate dall’uomo, ed è composta da una dialettica a rime con dei suoni ritmati. Il sogno di ogni linguista, insomma.

Al contrario di noi, stressati dal lavoro e dalle preoccupazioni giornaliere, gli Hadza hanno tanto tempo per rilassarsi. Dato che la loro occupazione principale è cacciare il cibo, essi lavorano solo cinque ore al giorno. Durante tutti questi 10 mila anni, essi hanno lasciato molto più di un’impronta nella loro terra. Gli Hadza rappresentano una parte della cultura mondiale, ma allo stesso tempo, rappresentano anche ciò che l’umanità ha perso.

Mai come prima il nostro mondo è stato così connesso o conveniente. Ci basta cliccare su un bottone per cambiare canale, comprare un libro o prenotare un viaggio. Abbiamo tutte le comodità a portata di mano. In un breve lasso di tempo, la vita si è trasformata al massimo del comfort. E quindi quel senso di stress e di libertà che sogniamo è legata a qualcosa che abbiamo dimenticato e che solo i nostri ancestrali sapevano gestire. Popolazioni come gli Hadza sono il tesoro che abbiamo dimenticato.

Le mete perfette per gli amanti della letteratura (FOTO)

Credit photo: koalalondinese.com

Scoprire i luoghi frequentanti dai nostri scrittori preferiti e rivivere le scene descritte in un suo libro è il sogno di ogni amante della lettura e della letteratura. E allora perché non visitare qualcuno di questi posti? Lonely Planet propone 10 imperdibili mete per una fuga letteraria con i fiocchi.

Stoccolma

Credit photo: www.aiobooking.it
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Grazie a “Uomini che odiano le donne” di Stieg Larsson diventano famosi sia la capitale della Svezia che il genere giallo del Nord. A Stoccolma – scoprendo le vie della città, il quartiere della moda, il salone di tattoo, la sinagoga e tutti i luoghi citati e descritti nel romanzo – si possono rivivere tutte le situazioni del famoso libro.

Dublino

Credit photo: www.viaggiare-low-cost.it
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Vivere nella città irlandese di grandi artisti quali James Joyce, Samuel Beckett,Yeats e Oscar Wilde è un’esperienza molto particolare, anche solo per pochi giorni. Frequentare i loro pub e partecipare a letture o performance dal vivo sono le attività migliori per scoprire la città e la vita di questi artisti.

Boston

Credit photo: www.runningtravel.it
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Romanticismo, realismo e trascendentalismo si svilupparono proprio a Boston, la città principale della letteratura americana nel diciannovesimo secolo. Girare per le sue vie è l’occasione perfetta per capire come vivevano gli scrittori Henry James e Nathaniel Hawthorne.

Londra

Credit photo: www.viaggi-lowcost.info
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La guida Simon Rodway organizza un tour nei luoghi del famoso James Bond, creato da Ian Fleming: si inizia con un giro nel club navale per finire con l’assaggio del Vesper, il cocktail creato proprio da 007. Solo così si potranno capire tutti i legami tra autore e personaggio.

New York

Credit photo: www.wanderlustdaily.com
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La Grande Mela è il posto da cui tutti i grandi della letteratura americana sono passati, tanto che il Greenwich Village è diventato uno dei luoghi d’incontro per gli artisti di tutto il mondo, a partire dai famosi Paine, Wharton, Powell e Barnes.

Parigi

Credit photo: catania.liveuniversity.it
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La capitale francese ha rappresentato la culla della letteratura all’inizio del Novecento. Scrittori come Joyce, Hemingway, Orwell, Balzac, Hugo, Molière, Proust e Wilde hanno frequentato i luoghi più celebri della città, dal quartiere latino ai caffè letterari.

Shanghai

Credit photo: www.gensler.com
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Shanghai è stata una città letteraria molto importante nei secoli diciannove e venti, quando i commercianti coloniali stavano iniziando ad avere dei rapporti con la popolazione locale. Il tour organizzato vi farà passare per tutti i luoghi associati ai grandi scrittoli come Lu Xun, il fondatore della letteratura cinese moderna.

Bath

Credit photo: www.bath.co.uk
Credit photo: www.bath.co.uk

Tutti i weekend il Jane Austen Centre organizza un tour a piedi nei luoghi in cui visse la scrittrice e in cui ambientò alcuni dei suoi più famosi romanzi, come “Persuasione”. La meta inglese da non perdere per chi adora la Austen e, in generale, la letteratura.

Melbourne

Credit photo: accorhotels.com.au
Credit photo: accorhotels.com.au

Città della Letteratura dell’Unesco nel 2008, Melbourne è la città letteraria per eccellenza in Australia. Il Melbourne Walks organizza visite guidate in tutti i luoghi importanti per gli scrittori, come le loro sedi, le librerie e le case editrici più famose.

Romania

Credit photo: www.bobos.it
Credit photo: www.bobos.it

Lungo la via incantata” è il libro di William Blacker, nato dopo il suo viaggio nell’Europa dell’est. Visse otto anni in Romania, tra villaggi e campagne. Il tour Wild Frontiers propone un viaggio proprio nei luoghi da lui descritti, con escursioni e visite guidate.

Pedalare sulla Notte stellata di Van Gogh: ora si può (FOTO)

Chi non ha mai immaginato di pedalare su un cielo stellato? Se non vi è mai capitato, d’ora in poi non potrete farne a meno mentre osservate l’installazione di Roosegarde, ispirata proprio alla celebre “Notte Stellata” di Van Gogh, che già tanti ha fatto sognare.

Per creare la sua installazione, una pista ciclabile illuminata, Roosegarde ha utilizzato 50.000 pietre di energie per un percorso di un km, che passa anche attraverso la contea del Brabante; 335, invece i chilometri totali, che si dividono in 5 vie principali connettendo i diversi siti del patrimonio di Van Gogh all’interno del museo. Secondo quanto progettato dall’artista, le migliaia di pietre incastonate nel tracciato accumulano energia durante il giorno e la rilasciano la notte dando così l’effetto della rappresentazione del cielo stellato dell’olandese post impressionista Van Gogh.

Si è così inaugurato con questa installazione, lo scorso 13 novembre ad Amsterdam, the Van Gogh international theme year per celebrare il 125.mo anniversario della morte di Van Gogh. Nel corso dell’anno gli eventi che celebreranno la vita e le opere dell’artista saranno diversi tra Paesi Bassi, Francia e Belgio e l’opera di Roosegarde fa già presumere che molto spazio sarà dato alla creatività, all’uso di tecniche comtemporanee e all’impatto visivo, ma anche emotivo.

Il progetto fa anche parte del “Smart highways” per lo sviluppo di autostrade intelligenti che utilizzano la stessa tecnologia per illuminare le linee sull’asfalto
Lo stesso autore della pista ciclabile ha affermato: “Ho voluto creare un luogo che la gente sperimenterà in modo speciale, la tecnica combinata con l’esperienza, questo è ciò che significa techno-poesia a me.” Sembra proprio esserci riuscito tramite l’immagine di un ragazzo che pedala su una bici, attraversando la strada sotto il cielo stellato.

In questi casi non ci sono parole da aggiungere e lasciamo una serie di foto, da cui sarete voi stessi a valutare questa opera d’arte.