lunedì, 22 Dicembre 2025

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TeenSafe, l’app per spiare tuo figlio

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Avete presente le mamme psycho? Quelle che controllano qualsiasi cosa e frugano nel cassetto delle mutande? Io si, perché già da ora so che sarò una di queste. Da buona maniaca del controllo e ansiosa cronica quale mi ritengo, posso dire che accetterei di microchippare mio figlio se questo servisse a proteggerlo dal mondo esterno. So bene che non potrò impiantare una spia nella capsula del suo molare, come lessi tempo fa su qualche rivista, né fissare una Gopro H24 nella sua cameretta, ma come si può fare per controllare questi ragazzi? Per sapere con chi parlano, cosa dicono e chi frequentano? Insomma per tenerli al riparo dai pericoli e stare mentalmente tranquilli?
Si, lo so, sono davvero una potenziale psycho chioccia, ma la notizia di oggi mi ha fatto tirare un sospiro di sollievo.

Vi starete chiedendo perché dopo questa introduzione io abbia trovato un po’ di pace, ve lo dico subito: da oggi potete spiare vostro figlio su Tinder.
Si, è proprio così, da qualche ora a questa parte è finalmente disponibile TeenSafe, un software per il controllo delle attività sugli smartphone della prole minorenne. Con il nuovo aggiornamento, infatti, avete la possibilità di verificare i movimenti sull’app di dating e controllare se i vostri figli hanno installato Tinder sul cellulare.
Non solo: potete visualizzare il loro profilo, scoprire i match, i like e i superlike. Insomma li state spiando nel vero senso del termine.

Tinder viene scaricato da persone di ogni età e consente agli iscritti tra i 13 e i 17 anni (il 7% degli utenti) di interagire solo con le persone della stessa fascia d’età. Ovviamente ciò non li ripara da contatti fake e da chi può celarsi con l’inganno dietro di essi. Per questo motivo TeenSafe è il futuro: attraverso il backup del telefono informa sui messaggi di testo dei figli, sulla geolocalizzazione, sulle conversazioni WhatsApp e molto altro.

Internet is the new black (FOTO)

credits: wired.it

Alcuni di noi non erano nemmeno nati quando si parlava di ASL. E nemmeno quando i genitori più impauriti temevano che fosse necessario un trattamento sanitario obbligatorio per i propri figli la cui vita stava venendo prosciugata da quel mostro digitale di Internet. Tutti quegli adulti agitati erano già pronti a portare i loro figli all’ Azienda Sanitaria Locale, perché sì, la loro dipendenza doveva pur essere curata in qualche modo. Eppure, cari genitori, quella sigla aveva davvero poco a che fare con i camici bianchi dei medici.

ASL: Age/Sex/Location. Quando si iniziava una conversazione su un social network questa sigla era sempre il primo messaggio che veniva inviato. Poche informazioni, oltre al nome, solo l’età, il sesso e il Paese di provenienza. Erano i primi passi fatti nel mondo delle relazioni a distanza, iniziate (e pure finite) attraverso uno schermo.

Oggi, però, una cosa a quegli adulti impazienti di curare i propri figli, dobbiamo riconoscergliela: ci avevano visto lungo, anzi, lunghissimo. Perché anni dopo l’avvento di Internet e dei suoi linguaggi, alcuni andrebbero davvero curati: quelli che la popolazione incredula definisce i “temerari del web”. Dire di chi si tratta non è complicato: sono quelli che, anche nel parlato, utilizzano sigle che dovrebbero essere relegate al mondo online. Tipo quelli che invece di scrivere -o, nei casi più estremi, invece di dire- “per quanto ne sappia”, così, nel mezzo di un discorso, anche uno serio, usano un mai visto “AFAIK”, che è “as far as I know”. E tu resti così, a metà tra lo sbigottimento e la risata soffocata. Non sai se ammettere di non sapere cosa sia questa parola appena pronunciata o se fingere candidamente di non aver sentito bene.

Ecco, per evitare di rimanere spiazzati durante una conversazione è necessario conoscere le 10 sigle più usate nel linguaggio del web.

1. A.K.A.

credits: wired.it
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Qui siamo nel linguaggio colloquiale americano, ma anche inglese. AKA, abbreviazione per “also known as”, vuol dire “anche conosciuto come”. Tipo quando siete per strada e incontrate una persona che vi sta molto antipatica, alla fine, quando il peggio è passato, vi scappa un “aka Crudelia De Mon”.

2. A.S.A.P.

credits: wired.it
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Un vostro collega vi ha chiesto di controllare un progetto a cui ha lavorato o, con molto meno impegno, un vostro amico vi ha chiesto di richiamarlo. Alla fine del messaggio, trovate scritto un “asap”, ovvero “as soon as possible”, “quanto prima possibile”. Non certo la cosa più semplice da decifrare.

3. A.T.M.

credits: wired.it
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“ATM sono un po’ impegnato, ci sentiamo dopo”. La vostra espressione davanti a questo messaggio è una sola: quella di chi si sente improvvisamente spaesato. Non riuscite a capire come un punto ATM per fare un prelievo bancario e l’essere impegnato possano essere collegati fra loro. Ma no, “ATM” sta per “at the moment”, “al momento”.

4. B.F.F.

credits: wired.it
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Questo è uno dei più ricorrenti. Come didascalia alle foto, tra gli hashtag più usati, nei messaggi: insomma, “BFF” lo trovate un po’ ovunque. La sigla sta per “best friend forever”, ovvero “migliore amico/a per sempre”.

5. C.U.

credits: wired.it
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Questo vi lascia spiazzati sul serio. Non solo è una sigla inglese, ma è anche formata da un’associazione impensabile di suoni. La “C” sta per “see”, la “U” per “you”. Quando vi salutano così vuol dire che hanno in programma di incontrarvi di nuovo, vuol dire “ci vediamo“. La sigla è spesso accompagnata da una “L” o da una “S” finale, che sta per “see you later”, “ci vediamo dopo” e “see you soon”, “ci vediamo presto”. “C.U” potrebbe anche essere sostituita da “T.T.Y.L”, che vuol dire “parliamo più tardi” da “talk to you later”.

6. F.O.A.F.

credits: wired.it
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Siete stati invitati da un vostro amico a trascorrere una serata divertente insieme. Dopo aver accettato, l’amico vi scrive un messaggio in cui magicamente compare un “F.O.A.F.”. Siete stati appena avvertiti che all’uscite sarà presente anche un “friend of a friend”, “un amico di un amico”. Sarà per voi una palla al piede o una gradevole scoperta.

7. I.C.Y.M.I

credits: wired.it
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Questa sigla è difficile anche pronunciarla. La usano i temerari di internet quando devono avvisarci di qualcosa. Deriva dall’inglese “in case you missed it”, “nel caso in cui non lo sapessi”.

8. G.M.T.A

credits: wired.it
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Per quelli che tentano un approccio da bocciare immediatamente o per quelli che, semplicemente, si sentono in dovere di farci un qualche tipo di complimento, quando la stessa idea è venuta sia a voi che al vostro capo/collega/amico, la sigla scelta sarà “gmta” che è “great minds think alike”, “le grandi menti pensano alla stessa maniera”.

9. G.T.F.O

credits: wired.it
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Bene, state a sentire, quando ricevete una scritta del genere le cose non sono idilliche quanto sembrano. Chi vi ha mandato questo messaggio non vi sta esattamente invitando a bere un caffè insieme, vi sta piuttosto chiedendo di smetterla, una volta per tutte. È un’espressione che esprime indignazione di fronte ad un’incompetenza lampante ed è l’abbreviazione di “get the f**k out.

10. H.A.N.D.

credits: wired.it
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È il più carino di tutti e chi lo manda non sta facendo altro che augurarvi una buona giornata. La sigla “hand”, non è esattamente collegata alla mano, ma deriva dall’inglese “have a nice day”.

Napoli: sfida per realizzare la pizza più lunga del mondo

credits photo: riviera24.it

Pizza: la sola parola fa venire l’acquolina il bocca. È, forse, l’alimento più conosciuto al mondo; buona, genuina ed economica è davvero irresistibile, e rappresenta al meglio la nostra amata penisola. Migliaia sono le pizzerie sparse in ogni Paese, ma, la sua terra d’origine è soltanto una: Napoli. Proprio per questo i turisti, quando fanno tappa nella bella e soleggiata città partenopea, tra le cose da visitare e da provare assolutamente, non si può non assaggiare la vera pizza napoletana.
Ed è proprio qui che si terrà una sfida, alquanto bizzarra, che la vedrà proprio come protagonista.

Artefice di questa iniziativa è stato il mulino Caputo, che ha lanciato una sfida ai pizzaioli, napoletani e non, e a tutti gli amanti della pizza in generale. Quale? Quella di produrre la pizza più lunga del mondo.
Lo spot dell’iniziativa è “L’unione fa la pizza più lunga del mondo”, e lo scopo è quello di riuscire a battere ogni record esistente, impastando, farcendo, cuocendo e sfornando, una pizza lunga 2 chilometri. Il record attuale è detenuto da Expo, durante il quale è stata realizzata una pizza lunga 1,5 chilometri.
Per chiunque fosse interessato, l’evento si terrà il prossimo 15 maggio 2016 sul famosissimo lungomare di via Caracciolo, a Mergellina, Napoli. Siamo tutti invitati per contribuire al ‘gustoso’ record.

In bocca al lupo a tutti i partecipanti.

Crea e personalizza il tuo flipper con Flippaper

Credit: www.vgnetwork.it

Nasce in Francia l’idea di creare il tuo flipper personalizzato con il solo utilizzo di carta e pennarello.
L’inventore è l’artista/disegnatore inventore conosciuto come Jérémie Cortal che ha pensato di far giocare i nerd interessati al flipper che meglio si rifà ai loro gusti.
Gli interessati non dovranno far altro che dar seguito alla loro fantasia e premere il tasto “scan”.

Flippaper, questo il nome dell’applicazione, non è solo una reinvenzione del classico gioco da sala ma è anche uno strumento artistico multimediale che ha a che fare anche con la vendita di disegni, l’organizzazione di mostre e tour.

L’operazione è stata possibile anche grazie al supporto di Posca e della Regione Rodano-Alpi.
Mettete mano al vostro estro quindi, e inviate il design che più vi piacerebbe vedere sulla nuova piattaforma ludica e interattiva.