Se hai un’età compresa tra i 15 e 29 anni, dov’è il posto migliore al mondo dove vivere? Un gruppo di ricercatori, guidati da Felix Marquardt, ha cercato di rispondere a questa domanda creando un indice economico in grado di calcolare quali nazioni offrano le migliori opportunità professionali per i ragazzi. L’indice si chiama Youthonomics e tiene conto di 64 paesi sulla base di dati comparabili quali l’occupazione giovanile, l’istruzione, accesso alla tecnologia, fornitura dei servizi sanitari, rappresentanza politica delle nuove generazioni e welfare. L’obiettivo della ricerca è quello di dare alle persone le informazioni di cui hanno bisogno per prendere decisioni migliori: se rimanere dove sono o cercare un futuro più promettente altrove.
Alcuni dei risultati del cosiddetto indice Youthonomics sono sorprendenti: Norvegia, Svizzera, Svezia e Danimarca sono i paesi più accoglienti al mondo e che offrono le migliori chance per i giovani. La Germania arriva settima, mentre l’Italia la troviamo solo al 32° posto. L’abitudine dei norvegesi di stare spesso all’aria aperta, tra fiordi e montagne, gioca un ruolo importante sulla salute della popolazione. E le suggestive attrazioni turistiche alimentano il settore terziario. Anche la Svezia rientra così fra i “primi della classe“, con particolare riferimento alle opportunità d’impiego: per esempio, ai giovani svedesi viene offerta la possibilità di prendere un anno sabbatico per esplorare diverse paesi e conoscere nuove professioni. Inoltre, se c’è un posto di lavoro in Svezia, i giovani norvegesi vengono incentivati, attraverso dei contributi economici, a muoversi nel loro paese confinante e riempire quella posizione. E l’Italia? Purtroppo le cose per noi non vanno tanto bene. Il nostro paese infatti, con un’aspettativa di vita poco superiore agli 83 anni e una media di anni di istruzione pari a 10.1, si trova a metà della classifica, preceduta da Slovenia e Spagna.
“Lasciate che i giovani vadano all’estero“, scrive Marquardt. “Molti di loro torneranno ai loro paesi d’origine perché li mancheranno, ma essi saranno dotati di nuove esperienze e conoscenze sviluppate all’estero“.
La provocazione lanciata dall’imprenditore Felix Marquardt, pubblicata sulle colonne di Libération, poi ripresa anche dal New York Times, ora sta diventando il segnale di una nuova stagione di scontento tra i giovani europei.
Scappare dal proprio Paese sembra, quindi, che oggi sia la soluzione più semplice per garantirsi un futuro.
Norvegia
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La Norvegia rappresenta il paese con uno dei più alti PIL pro capite e con una politica molto attenta alla figura delle donne e ai diritti delle lavoratrici che ricoprono spesso posizioni lavorative di alto valore e, allo stesso tempo, possono tranquillamente essere madri di famiglia e dedicare parte del loro tempo personale alla cura dei figli e alla loro educazione senza dover cedere a troppi compromessi.
Svizzera
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Con un reddito pro-capite pari a 77.340 $ (2012), la Svizzera è uno dei Paesi economicamente più prosperi al mondo. Prevale nelle valutazioni per benessere, guadagni, tasso di occupazione e stato di salute, anche se è al di sotto della media per l’impegno civile. Gli stipendi sono alti: il reddito pro capite medio è di 31.491 dollari all’anno. L’80% delle persone tra 15 e 64 anni ha un lavoro retribuito. La speranza di vita è di 83 anni, tra le più elevate dell’area Ocse.
Svezia
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La Svezia si colloca ai vertici delle classifiche per qualità ambientale, e al di sopra della media per tutto il resto. Il reddito medio disponibile è di 29.185 dollari annui. Il 74% delle persone tra i 15 e i 64 anni ha un lavoro retribuito. E soltanto l’1% ha un orario lavorativo molto lungo. Il che significa che si ha più tempo libero e una maggiore possibilità di conciliare lavoro e vita privata.
Daniamarca
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Considerato il “paese più felice” della Terra, la Danimarca, è un ottimo punto di partenza per chi è alla ricerca di un lavoro in Europa, soprattutto se donna e madre di famiglia. Paese dalla settimana lavorativa di circa trentuno ore a settimana e il 78% delle madri con bambini in età scolare che lavorano, esattamente come la Norvegia.
Tutti questi paesi del nord Europa, oltre a una forte economia ed un mercato del lavoro abbastanza stabile, per via delle settimane lavorative più brevi e del welfare statale, mettono inoltre i loro lavoratori nella condizione di poter realmente dedicare più tempo a se stessi, alla vita domestica e al tempo libero, dando la sensazione che la qualità della vita sia davvero buona e sostenibile.
Tutti noi abbiamo visto il film “Titanic”: una struggente love story tra i personaggi di Jack e Rose (Leonardo DiCaprio e Kate Winslet) a bordo del transatlantico che affondò nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912. Isaiah Stephens, illustratore per Cosmopolitan, ha reinterpretato il film immaginando i personaggi Disney nei panni dei due protagonisti. Principi e principesse così si trasformano in Jack e Rose e recitano in alcune delle scene cult di “Titanic”. Le illustrazioni diventano favolose grazie a Stephens. Date un’occhiata.
Biancaneve diventa Rose nei disegni realizzati dall’illustratore: qui la scena in cui la ragazza vede per la prima volta il Titanic.
Tarzan invece presta il volto a Jack Dawson, ruolo che fu di Leo DiCaprio, in una delle sequenze più emozionanti del film.
Pocahontas e John Smith: il vestito di lei è identico a quello indossato da Kate Winslet in “Titanic”.
Il principe Naveen e la principessa Tiana de “La principessa e il ranocchio” reinterpretano la famosa scena di “Titanic”: Jack e Rose ballano in una festa organizzata nella terza classe.
La scena più romantica del film ‘interpretata’ da Jasmine e Aladdin.
Un’inaspettata Bestia dipinge la sua Belle.
“Dove la porto, signorina?”Shang e Mulan nella scena dell’auto.
Il principe Filippo e Aurora pensano al resto.
Hans di “Frozen” è cattivo anche in “Titanic” con Elsa.
Rapunzel cerca di aiutare Flynn a liberarsi dalle manette, mentre la nave inizia ad imbarcare acqua.
Infine, spetta al principe Eric ed Ariel “interpretare” la scena più tragica e strappalacrime del film. Ah, su quella tavola c’era posto per entrambi.
Vi sono piaciute queste illustrazioni? Quale avete preferito di più?
Piccole first daughters crescono: Malia Obama, 18 anni il 4 luglio, seguirà le orme del padre e andrà all’università di Harvard, uno degli otto più prestigiosi ed elitari atenei privati degli Usa. Prima di compiere il grande passo, però, la Casa Bianca rivela che Malia Obama si prenderà un anno sabbatico che, molto probabilmente, passerà viaggiando per il mondo. Magari aspettando la scadenza del secondo mandato presidenziale del papà. La scelta di Harvard non è casuale: anche mamma Michelle come papà Barack hanno studiato lì, laureandosi in legge.
A giugno si terrà l’attesissisma graduation day, ovvero la cerimonia del diploma alla Sidwell Friends School, un liceo esclusivo di Washington, dove studiò anche una giovane Chelsea Clinton negli anni Novanta. Barack ha annunciato che non terrà il discorso in tale occasione, spiegando che “Starò lì seduto con gli occhiali scuri, a singhiozzare, emozionato.” Il 2017 sarà un anno ricco di cambiamenti per la famiglia Obama e non solo per Malia che entrerà ad Harvard: Barack lascerà la Casa Bianca e la sua famiglia potrà tornare ad avere una vita ordinaria, o quasi. Anche se il Presidente ha fatto sapere che lascerà Washington D.C. dopo qualche anno, per permettere a Sasha, che ha 14 anni, di terminare la scuola.
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Il futuro di Malia Obama potrebbe essere nel mondo della regia, come ha fatto intendere in un’intervista Michelle. Lo scorso anno, la first daughter ha fatto uno stage sul set della serie tv “Girls”, girata a New York. Un’esperienza unica che le ha fatto riflettere sulla sua carriera e sul suo futuro. E papà Obama cosa ne pensa?“Entrambe le mie figlie sono stupende”, ha dichiarato. “Malia è prontissima a spiccare il volo, sono io che non sono affatto pronto a vederla andare via. Lei è una delle mie migliori amiche . Sarà duro non averla più intorno”. Cuore di papà!
Durante l’ultima edizione del Festival CVTà Street Fest tenutosi nel caratteristico borgo di Civitacampomarano erano presenti artisti di fama internazionale come Biancoshock, il quale ha realizzato Web 0.0, un progetto di attivismo urbano in cui le funzioni di internet e di app del web vengono contestualizzate nella vita reale di tutti i giorni.
Civitacampomarano si trova in provincia di Campobasso esso conta poco più di 400 anime di cui prevalentemente anziani. In questo paesino ricco di tradizioni popolari internet è un mondo parzialmente sconosciuto: i telefoni hanno difficoltà a prendere la rete e la connessione dati. Una parte del paese è disabitata e molte case sono sfortunatamente crollate e da questo spunto è nato WEB 0.0, una serie di opere che mischiano tradizioni e tecnologia.
Il progetto ha l’obiettivo di dimostrare come tutte le funzioni virtuali che permettono l’interazione tra utenti e siti web come google, facebook, youtube ecc., non sono poi così necessarie per vivere bene in quanto esistevano già nella vita reale ovvero prima che internet si inserisse nella nostra quotidianità.
Per cui nelle strade di Civitacampomarano troviamo una la cabina telefonica che simboleggia la app WhatsApp, oggi mezzo principale della comunicazione tra le persone, la bacheca del comune diventa la bacheca di Facebook, la panchina dove ci si siede a scambiare due chiacchiere veloci rappresenta Twitter e la casella delle lettere è giustamente la casella di posta elettronica di Gmail.
Ecco le foto del progetto:
Credits:biancoshock.com
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Il progetto di Biancoshock ha messo a nudo come la tecnologia ha invaso tutti gli aspetti della nostra vita sottraendoci abitudini e modificando le relazioni con il prossimo. In passato, quando la giornata aveva ritmi diversi tutto ciò era inimmaginabile. La bravura di Biancoshock è stata nel fondere in modo sinergico gli aspetti attivi e passivi di questo cambiamento, guardando la città di Civitacampomarano non più in modo passivo bensì attivo.