domenica, 21 Dicembre 2025

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5 comportamenti tipici di un megalomane

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Brutta cosa la megalomania, me lo ripeto ogni volta che mi trovo, mio malgrado, a contatto con persone fuori di testa e completamente scollegate dal pianeta Terra. Ma in fondo di che cosa si tratta? Il dizionario la definisce così: ‘Delirio di grandezza, consistente in una eccessiva considerazione di sé, che spinge a compiere o ad attribuirsi azioni al di sopra delle proprie possibilità o proprietà; sinonimo: manie di grandezza‘.

Avete capito? Il megalomane è un pazzo che non conosce il centimetro; un soggetto che vive in un mondo in cui non potrà mai trovare approvazione che non sia la propria e nel quale verrà evitato, o addirittura deriso, da tutti quelli che lo incontreranno. Se però la mettiamo sul piano ludico, anche il megalomane può avere una sua funzione sociale: quella di far ridere il prossimo.
Quando vi capita a tiro un soggetto simile, fateci caso: nella maggior parte dei casi assumerà uno di questi comportamenti (se vi butta male addirittura tutti quanti).

È Narciso

Certo, il megalomane è convinto di essere bello pur avendo le sembianze di un cefalo; spesso si guarda allo specchio compiaciuto e si pavoneggia manco fosse Brad Pitt in Troy dopo avere quagliato con Briseide (che se non lo sapete era una sacerdotessa vergine, quindi potete comprendere l’importanza dell’opera).
Alcune volte è anche molto vanitoso, gli piace guardarsi lo specchio e ritiene di essere un tipo. Se è particolarmente brutto sostiene comunque di avere del fascino, che agli occhi dei sani di mente può essere paragonato a quello posseduto da i bagni chimici che trovi all’Olimpico.

Inventa

Naturalmente il megalomane inventa qualsiasi balla pur di rendersi figo agli occhi del prossimo. Di solito si tratta di una persona con poca personalità e che, per questo, nutre una profonda sete di approvazione. Al megalomane non interessa un buon risultato, ma solo il successo che ne deriva. Sarebbe capace di bere l’urina di Pietro Savastano in Gomorra se questo potesse renderlo una star. Non gli interessa fare del bene, ma solo essere acclamato dal prossimo. In un certo senso mi ricorda la personalità dell’imperatore Nerone, che detto tra noi era un co****ne della specie peggiore.
Una delle cose divertenti è ovviamente la sua capacità di raccontare frottole anche quando non è necessario oppure quando il rischio di essere scoperti è altissimo. Il megalomane inventa esperienze di vita come cene e viaggi pur di sembrare inserito; passa le nottate intere su Google Eart a imparare nomi di strade e locali pur di dire di essere stato a Miami; conosce Trip Advisor meglio delle sue tasche perché, per sentirsi apprezzato, deve affermare di avere cenato nei ristoranti migliori.

Parla di se in terza persona

La sindrome Hubris è un disordine inquadrato di recente da Lord David Owen sulla rivista ‘Brain’. Il medico e politico inglese descrive minuziosamente il disordine associandolo a comportamenti arroganti e ispirati a presunzione, che si accompagnano ad una preoccupazione maniacale per la propria immagine. Il termine Hubris deriva infatti dal greco e il suo significato indica presunzione e arroganza. Per poter parlare di questa patologia devono essere presenti almeno tre di 14 sintomi ben identificati, tra cui: la predisposizione a compiere azioni che mettano se stessi in buona luce; un’esagerata preoccupazione per la propria immagine; un’esaltazione delle proprie azioni; la tendenza a parlare di sé in terza persona e una fiducia eccessiva nei propri giudizi. Chiaro il concetto?

Si sente superiore

Il megalomane ovviamente crede di viaggiare su una corsia preferenziale rispetto al resto dei Sapiens. È convinto di possedere conoscenze e qualità fuori dal comune, di essere arrivato nella vita e di avere scalato vette superiori a quelle degli altri.
Il problema è che il più delle volte si tratta di un pallone gonfiato senza qualità particolari, ma che ha la fortuna di potersi adagiare su situazioni di comodo o su un successo momentaneo, che a causa dei suoi disturbi di personalità stenterà a portare avanti.

È solo

Chi di voi vorrebbe essere amico di un soggetto simile? La vostra risposta interiore spiega esaustivamente perché i pazzi megalomani non abbiano amici se non quelli in grado unicamente di compatire la sua mediocrità.

Il Libro della Giungla: quando è la famiglia a scegliere te (FOTO)

Credits: cinefilos.it

Tutti conosciamo la storia di Mowgli, il cucciolo d’uomo allevato da un branco di lupi nel cuore della giungla, dove impara a conoscere, rispettare e condividere il suo spazio con gli altri animali, quali elefanti, serpenti e piccoli ratti. Quando scopre che quel posto non è più ospitale per lui, il ragazzino è costretto a intraprendere un viaggio verso il villaggio degli uomini. Il live action de “Il libro della giungla” non è solo una storia sull’importanza della famiglia, ma è anche occasione per espandere il tema, sempre attuale, del valore dell’appartenenza al branco.

Credits: moviesforkids.it
Credits: moviesforkids.it

Come esseri umani abbiamo il bisogno di essere parte di qualcosa, di stare insieme a qualcuno, creare dei legami, e vivere in un posto che possiamo chiamare casa. Queste necessità ci aiutano a dare un senso alla nostra esistenza. Nella società odierna, però, ci siamo divisi, iniziando a distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, soprattutto quando si parla di famiglia e di adozioni. Ne “Il libro della giungla”, il piccolo Mowgli è consapevole di non essere un animale a tutti gli effetti, ma la madre lupa, che lo ha cresciuto e coccolato insieme agli altri cuccioli, non vede nessuna differenza poiché per lei resta sempre suo figlio. Al contrario, la tigre Shere Khan sa che Mowgli crescerà prima o poi e diventerà crudele come gli altri uomini, perché quella è la sua natura.

Credits: screenweek.it
Credits: screenweek.it

Perciò il ragazzino esce dal nido famigliare, perché costretto a ritornare nella sua casa, al fine di restare al sicuro. È in quel momento che conosce il mondo, i suoi pericoli e le sue insidie. L’incontro con l’orso Baloo è fondamentale perché è grazie a lui che apre gli occhi e comprende che la sua diversità è in realtà un dono, perciò non deve fuggire, ma restare e combattere per i suoi diritti. Il concetto finale è questo: non sei tu a scegliere la famiglia, ma è lei a scegliere te, indipendentemente dalla razza, dal colore della pelle e dal credo religioso. Perché ci sono certi legami che sono semplicemente destinati ad esistere e che la società non potrà mai spezzare, come quello dell’amore di una mamma per il proprio figlio.

Giovane modella vicina alla morte per la pillola anticoncezionale

Fonte foto: mirror.co.uk

La ragazza 19enne Natalie Lovatt, ex modella per Hollister, può ritenersi fortunata per essere ancora viva.

Natalie aveva iniziato da poco ad assumere regolarmente la pillola anticoncezionale, prescritta dal suo medico, ma nel giro di una settimana è dovuta correre all’ospedale per un coagulo sanguigno nel cervello.
Inizialmente Natalie Lovatt si era recata al pronto soccorso per continua e forte emicrania, ma anche dopo la somministrazione di farmaci adeguati contro il mal di testa (ed estrogeni-free) la sua condizione di salute non migliorava.

È stato solo inseguito a una TAC che si sono rivelate le anomalie nella sua attività cerebrale, e una risonanza magnetica ha confermato l’esistenza del coagulo sanguigno. Si tratta – in termini medici – di una trombosi del seno venoso cerebrale.

Dopo il suo calvario, la ragazza ha dichiarato di non essere a conoscenza dei rischi che comporta l’assunzione della pillola anticoncezionale. Non ero a conoscenza dei pericoli della pillola, tante donne la usano e le possibilità di complicazioni sono molto basse – ha detto Natalie – Purtroppo i medici hanno proceduto trattando la mia emicrania non individuando i segni premonitori evidenti. Solo perché provavo troppo dolore per una comune emicrania mi hanno fatto fare degli accertamenti”.
Natalie Lovatt ha anche dichiarato: “Se non fossi stata così insistente con i medici hanno detto non sarei qui adesso. Non ero mai stato in ospedale prima ed è stato un grande shock per la mia famiglia perché sono quasi morta.

Instagram, quanti cambiamenti nel 2016

Adoravo Instagram, ben 5 anni fa era la mia isola felice: un social dove non conoscevo nessuno e dal quale potevo aprire finestre su ogni parte del mondo. Bastava inserire una parola chiave per volare fino alla Tailandia, al Polo Sud o alle Galapagos. Poi le cose sono cambiate notevolmente grazie a Mr. Zuckerberg, il quale non poteva certo rassegnarsi all’idea che ci fosse qualcosa di così tanto figo in giro che non portasse la sua firma. Infatti nel 2012 il signor Facebook ha deciso di comprare il social network più figo del pianeta e di inflazionarlo come tutti gli altri. Il risultato? Resta comunque strafigo, ma ormai lo hanno praticamente tutti. E si è rivelato anche un teatro d’affari perché molte persone lo hanno usato per promuovere la propria attività o la propria immagine.
L’anno 2016 si sta rivelando pieno di novità interessanti per quanto riguarda il mondo di Instagram, proviamo a vedere di che si tratta.

Versione per iPad

Finalmente sta per arrivare la versione per iPad, non se ne poteva più. Di recente infatti Instagram ha annunciato sostanziali novità per l’utilizzo delle API per app di terze parti. Era impensabile escludere dall’universo di Instagram l’utenza tablet. Proprio per questo motivo Instagram rilascerà a breve una versione ottimizzata per iPad.

Multiaccount

Questa è la novità più utile di Instagram: il multiaccount. Pensate a chi utilizzava il social network per lavoro: era scomodissimo dovere uscire e rientrare nei vari profili per condividere i contenuti. Adesso lo stress è finito, si possono memorizzare diversi account e entrare nel loro spazio con un semplice click.

Edge Rank

Secondo una indiscrezione Instagram sarebbe pronta a introdurre nei nostri feed una variante di quello che è l’edge rank su Facebook. Si tratta dell’ algoritmo di Facebook che determina la visibilità di un post, fatto da un utente o una pagina, all’interno dei newsfeed degli amici.

Sempre aggiornata

Instagram durante il 2015 è stata al passo dei tempi perché è riuscita a cogliere le mode del momento realizzando prima Hyperlapse (quando erano di moda i timelapse), Layout (quando erano in voga le foto geometriche) e ora Boomerang.