sabato, 6 Dicembre 2025

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Quanti tipi di mal di testa esistono?

Alzi la mano chi almeno una volta nella vita non ha sofferto di mal di testa. È stato stimato, in Europa, che almeno quattro persone su cinque, accusino i sintomi del mal di testa causato da stress.

Ma la media è sicuramente molto più alta, perché questo disturbo, in determinati periodi dell’anno o anche raramente tocca più meno tutti, dai più piccoli ai più grandi.

La società internazionale delle cefalee ne ha distinti addirittura 200 tipi, ognuno causato da ragioni differenti.

In questa sede non li elencheremo tutti, ma ci limiteremo solo ai raggruppamenti principali.

Le diverse tipologie di mal di testa

Il mal di testa può essere identificato anche con il nome di cefalea o emicrania e si distingue in tre diverse categorie: le cefalee primarie, quelle secondarie, causate da traumi o malattie, e la neuropatia.

Le più diffuse, chiaramente, sono le cefalee di tipo primario, in cui rientrano i più comuni mal di testa.

Ma andiamole a conoscere più da vicino.

Cefalea Tensiva

Come si evince dal nome questa è causata generalmente da uno stato di tensione e una sensazione di testa stretta in una morsa.

Si manifesta sporadicamente e ha una durata che può spaziare da poche ore a diversi giorni, fino a diventare cronica solo in alcuni casi.

Le cause che originano la cefalea tensiva sono, generalmente, carenza di ferro, mal di denti, gravidanza, mestruazioni, stress o tensioni al collo.

A quest’ultimo proposito bisogna stare attenti a capire come riconoscere il mal di testa da cervicale e distinguerlo da tutti gli altri, per focalizzare l’attenzione sulla causa principale e non confonderlo con le altre.

A queste, si affiancano poi il raffreddore, specie se è presente tosse, le condizioni meteo, soprattutto per chi afferma di soffrire di meteoropatia.

Anche l’esposizione a particolari condizioni climatiche come vento, freddo, eccessiva umidità ed esposizione prolungata al sole, possono causare una cefalea di tipo tensivo.

Non va trascurata, infine, la compressione con indumenti troppo stretti, come cappelli o berretti, che a lungo andare possono provocare mal di testa.

Emicrania

Spesso utilizziamo il termine emicrania per identificare il comune mal di testa, ma è ben diverso dalla più diffusa cefalea.

L’emicrania, infatti, colpisce solo il 10% della popolazione ed è caratterizzata, a differenza della più sopportabile cefalea, da un dolore intenso, che coinvolge entrambi i lati della testa, è duraturo e pulsante.

A questa possono essere associati, in alcuni casi, anche vomito, nausea o forte sensibilità a suoni e luci.

Nelle sue forme più acute può essere persino invalidante.

Cefalea a grappolo

Probabilmente la forma più fastidiosa e rara del mal di testa, colpisce prevalentemente gli uomini.

Coinvolge sempre e solo un lato della testa, è intenso, lancinante, pulsante e a volte si associa anche a lacrimazione e rossore agli occhi.

Si definisce così, perché si manifesta più volte nell’arco della giornata e dura tra i 15 e i 180 minuti, per settimane o mesi interi, fino a sparire e ricomparire dopo anni.

Le cause non sono certe, ma tra i fattori scatenanti sono stati identificati il consumo di alcool, l’assunzione di nicotina e alcuni tipi di alimenti, come la frutta secca.

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Classifica web: i siti internet e le app più popolari

Dall’avvento di internet, persino il verbo navigare ha assunto una connotazione completamente differente da quella originaria. Ormai, quando si parla di navigazione, la prima immagine che viene proiettata nella mente non ha quasi più a che fare con mari e imbarcazioni, ma rimanda immediatamente al web e a quel suo mondo eterogeneo fatto di pagine e indirizzi da sfogliare o, appunto, navigare. Il mare di internet è profondamente vasto e regolato da dinamiche complesse che, più o meno consapevolmente, determinano ormai la nostra quotidianità. Intere categorie e numerosi settori non potrebbero più sopravvivere o, addirittura, esistere senza la complicità o lo sfruttamento di questo sistema. In questo articolo vogliamo dunque soffermarci su quelli che sono i siti internet più visitati al mondo e le applicazioni più utilizzate dagli utenti.

E lo facciamo partendo da un colosso che in pochi anni si è imposto sulla scena del web in maniera così radicale, da rendere inutile qualunque tentativo di concorrenza: stiamo ovviamente parlando di Amazon.com, fondato da colui che ha più volte soffiato a Bill Gates il primo posto nella classifica degli uomini più ricchi del mondo, Jeff Bezos. Inizialmente, il più noto e importante e-commerce di internet era semplicemente una libreria online, ma ci mise poco ad allargare la gamma di accessori venduti. Oggi, su Amazon, si trova praticamente qualunque prodotto: dall’abbigliamento all’elettronica, dai mobili ai giocattoli, dai software agli elettrodomestici, passando per DVD, CD e tanto altro. Senza contare i numerosi programmi ad esso correlati, come Prime, Music, Alexa, Twitch e le varie affiliazioni, che fanno di questa azienda in assoluto la più produttiva di internet e non solo. Ciò che rende Amazon così forte e, di conseguenza, uno dei siti più visitati e utilizzati al mondo è, senza dubbio, la politica aziendale imposta da Bezos, che mette la soddisfazione del cliente davanti a tutto, generando anche diverse polemiche relative alle condizioni di lavoro dei dipendenti.

Per quanto famoso e potente, però, l’e-commerce più visitato al mondo non è comunque il sito internet che ricopre la prima posizione della classifica. Quella è saldamente occupata, e in maniera anche piuttosto scontata, da Google.com: il motore di ricerca più utilizzato in assoluto è infatti un vero e proprio sito web, sebbene in pochi lo sappiano, ed è naturalmente il più popolare di tutta la galassia online. Nonostante esista qualche tentativo di concorrenza, almeno in occidente ha ben pochi rivali; l’unico che può tenergli testa, e che infatti rientra a pieno titolo nella top ten dei siti più popolari, è il suo alter ego cinese ovvero Baidu.com, che è ovviamente anche il primo sito web visitato nel paese più popolato del mondo.

Il secondo posto, soprattutto tra i siti più visitati in Italia, non poteva che essere occupato da un social network e, nella fattispecie, Facebook.com, la prima creazione di Mark Zuckerberg. Nonostante la crescente popolarità di applicazioni come Tik Tok o Snapchat, il prodotto di punta dell’azienda Meta continua ad essere considerato il social per antonomasia, soprattutto da quelle generazioni non più giovanissime che lo hanno visto nascere e non lo hanno mai lasciato. Anche la relativa applicazione è tra le più scaricate al mondo: è veramente difficile trovare al giorno d’oggi un solo smartphone che non abbia installato Facebook. Lo stesso discorso vale per YouTube, appartenente a Google, che in alcuni cellulari Android è addirittura già preinstallato. Stando agli ultimi dati disponibili, la piattaforma di video è praticamente il secondo sito web più visitato al mondo; in Italia occupa invece la terza posizione, proprio dietro Facebook.

Anche il settore dell’intrattenimento ludico ha la sua personale classifica: che si tratti di giocare gratis a Formula 1 o a carte e slot su piattaforme online come PokerStars Casino, per non parlare della possibilità di dilettarsi con gli scacchi su Chess.com, affrontando avversari da tutto il mondo, sono davvero numerosi gli appassionati che prediligono sempre di più utilizzare la possibilità offerta da questo genere di siti web, in cui basta una semplice registrazione per intrattenersi con il proprio passatempo preferito. Stesso discorso vale per alcune applicazioni: così come detto prima sui social network, è davvero difficile trovare uno smartphone che non abbia installato saghe come Candy Crash o Subway Surfers; i dati parlando infatti per entrambe di un miliardo circa di download in tutto il mondo.

E che dire di Wikipedia.org, che con oltre 45 milioni di pagine in 280 lingue differenti è divento una risorsa imprescindibile a livello globale. In Italia, se parliamo di fonti informative, gli tiene testa soltanto Repubblica.it, che tra versione web e applicazione risulta essere il giornale più letto online. Nella top ten della classifica globale si trova inoltre anche Twitter.com, soprattutto grazie al largo uso che ancora se ne fa negli Stati Uniti; nel nostro paese è invece ormai appannaggio di pochi, in particolare tra giornalisti, politici e personaggi pubblici. Diverso è invece il discorso relativo ad Instagram.com, e ovviamente alla sua applicazione (dal momento che è stato concepito per essere usato soprattutto su smartphone), che negli ultimi anni, complici anche i vari aggiornamenti e le novità introdotte come le Instagram Stories, ha spodestato diversi rivali nella classifica dei social più popolari. Nella sua versione business, è anche una fonte inestimabile di guadagno per influencer e imprenditori digitali; che pur senza i numeri di Chiara Ferragni, hanno ben compreso il potenziale del secondo prodotto di punta appartenente al regno di Mark Zuckerberg.

Chernobyl: rischio rilascio materiale radioattivo

Un blackout militare lancia tutti nel panico: Chernobyl è senza corrente e siamo tutti a rischio.

Il sistema di monitoraggio delle radiazioni delle due aree ha smesso di trasmettere, il sito ora è in mano russa.

L’Agenzia internazionale dell’energia atomica ha lanciato l’allarme.

Chernobyl senza corrente: cosa rischiamo?

Chernobyl fa di nuovo paura e la causa è la guerra in Ucraina.

Le vasche che contengono il combustibile esausto necessitano della corrente per il raffreddamento, è necessario quindi ricollegare la centrale alla rete.

Energoatom, l’azienda statale che sovrintende al nucleare in Ucraina, dichiara: «I generatori diesel hanno un’autonomia di 48 ore, poi i sistemi di raffreddamento per i depositi di materiale nucleare smetteranno di funzionare, rendendo imminente il rilascio di radiazioni».

Ma neanche questo sembra fermare le intenzioni di Putin.

Chernobyl: cosa sappiamo?

L’Agenzia internazionale dell’energia atomica, l’AIEA, ipotizza che Chernobyl potrebbe iniziare a rilasciare materiale radioattivo.
Rafael Mariano Grossi, direttore generale dell’AIEA, ha espresso preoccupazione in quanto “l’approvvigionamento energetico esterno sicuro dalla rete per tutti i siti nucleari” è uno dei sette pilastri indispensabili della sicurezza nucleare.

Energotom aggiunge: “Il vento può trasferire la nube radioattiva ad altre regioni dell’Ucraina, della Bielorussia, della Russia e dell’Europa. Tutto il personale riceverà una pericolosa dose di radiazioni”.
La portavoce del Ministero degli esteri di Mosca Maria Zakharova ha detto: “Stiamo prendendo tutte le misure necessarie per assicurare la sicurezza dei siti nucleari in Ucraina. La Russia è pienamente consapevole dei potenziali rischi alle infrastrutture nucleari e sta facendo il massimo per assicurare l’adeguata sicurezza degli impianti nucleari dell’Ucraina”

Grossi fa un appello: “Ribadisco il mio urgente appello alle forze dell’ordine che controllano efficacemente l’impianto affinché rispettino le procedure interne di radioprotezione, facilitino la rotazione del personale e adottino altre importanti misure per garantire la sicurezza”.

Al momento i lavori per riparare il collegamento e ripristinare l’alimentazione alla centrale non si possono svolgere a causa della guerra.

Sarà la centrale nucleare a fermare la guerra?