mercoledì, 17 Dicembre 2025

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Harry Potter, arriva il pub “Binario 9¾”

Harry Potter arriva a Bergamo, precisamente a Mapello, con il nuovo pub-birreria dal titolo emblematico: “Binario 9¾”, quello dove gli studenti si recano per prendere il treno Espresso di Hogwarts dalla stazione di King’s Cross a Londra.

Sarà proprio “Binario 9¾” il nome del nuovo locale di Mapello: si trova in via Sarpi 7 e aprirà ufficialmente a fine mese. Data da tenere bene a mente per l’inaugurazione ufficiale: Giovedì 29 ottobre, dalle ore 18. Sicuramente un evento molto seguito e di grande successo, vista la tematica del pub e i tantissimi fan della saga sparsi in giro per la provincia, e non solo.

“Sì, avete capito bene! Bé? Perché non vi vedo saltare di gioia? Io sto volando sulla mia personalissima Nimbus 2010 lanciando coriandoli e brillantini…”, si legge su Lumos.it. Il pub sarà tutto a tema Harry Potter, ovviamente: troverete un perfetto “parcheggio” per le vostre scope, un menù ricco di cibo e tantissimi cocktail ispirati al maghetto, senza contare l’atmosfera, la musica, i colori, l’arredamento e i gadget all’interno del salone.

Attivissimi sulla loro pagina Facebook, il bar non vede l’ora di aprire ufficialmente i battenti e ospitare tutti i fan di Harry Potter che non aspettano altro che gustare una deliziosa Burrobirra a pochi passi da casa.

Se ‘lavoro’ è un concetto relativo a Expo Milano

Expo Milano, l’evento di respiro internazionale su cui l’Italia aveva puntato per rifarsi una reputazione al livello mondiale, volge quasi al termine: il 31 ottobre, infatti, i capannoni di Rho chiuderanno i battenti lasciando in uno spiacevole limbo quei 15.000 lavoratori che, per questi sei mesi, sono riusciti ad adeguarsi alle condizioni e alle tempistiche lavorative richieste dai dirigenti della grande Esposizione Universale.

Già lo scorso anno, le associazioni sindacali e l’amministrazione regionale avevano avanzato la proposta di reinserire, una volta conclusosi il grande evento, le risorse di Expo in altre iniziative: a due settimane dalla fine, perciò, la problematica ritorna, e lo fa in una veste ancora più urgente. Del resto, molti di quanti hanno lavorato per Expo in questi sei mesi si sono praticamente trasferiti a Rho, a prescindere da quale fosse la loro provenienza.

In tutto, poi, tra voucher, contratti a tempo determinato e a chiamata, ad aver prestato servizio presso le strutture di Expo Milano sembrerebbero essere state 30.000 persone. Ma questo concetto di ‘lavoro’ è stato più che mai frainteso nell’arco di questi mesi, data la quantità di denunce per mancati pagamenti, per mobbing e per licenziamenti inaspettati che si è registrata. Come dimenticare, poi, lo scandalo sollevatosi non appena emersero le reali condizioni lavorative proposte ai giovani: turni assurdi e privi di logica, lunghi anche fino a 12 ore, posizioni non retribuite, comunicazioni di assunzione a 3-4 giorni dall’inizio, nessuna convenzione con i mezzi pubblici da utilizzare per raggiungere la sede di lavoro, nessuna agevolazione per l’affitto (che nel milanese, si sa, non è di certo regalato) né per il parcheggio.

Nel frattempo, la Manpower, la società che ha appaltato il reclutamento del personale per Expo Milano, annuncia di aver siglato con le organizzazioni sindacali un accordo per ricollocare oltre 3.000 lavoratori interinali: a partire da novembre, la Manpower se ne prenderà carico, pare, con corsi di formazione di almeno 40 ore di corsi per favorire la ricollocazione di quante più risorse possibile o, in ogni caso, renderle ‘più appetibili’ sul mercato del lavoro. Ma le agenzie del lavoro di questo millennio fanno davvero gli interessi dei lavoratori? O, piuttosto, li convincono della necessità di acquisire competenze sempre nuove pur di imbandire i propri corsi? L’esperienza, così tanto ricercata dai datori di lavoro, si fa dando alle persone la possibilità di mettersi alla prova lavorando, non rimettendole a sedere dietro a un banco.

Triste dopo il sesso? Soffri di PCD

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Avete presente il momento in cui siete a letto con la vostra donna e lei ha la faccia derelitta dopo avere fatto l’amore? Ecco, in questo (triste) caso due possono essere le motivazioni: o siete totalmente negati sotto le lenzuola, al punto da smontare completamente ogni istinto sessuale, oppure la vostra lei soffre di di PCD, ovvero di ‘post-coital dysphoria‘.
Detta così è orribile, e forse nella realtà dei fatti lo è anche di più perché si tratta di uno stato psicologico decisamente critico, fatto di malinconia, tristezza e a volte pianto. Il tutto dopo l’atto sessuale, che diciamocelo, dovrebbe solo mettere di buonumore.

Intorno al 150 d.C. il grande medico Galeno scriveva:
Ogni animale è triste dopo il coito, tranne la femmina umana e il gallo.’
Orbene, nulla togliendo al bagaglio culturale di questo uomo così popolare e eminente, la scienza moderna afferma proprio il contrario e ritiene che stati depressivi di questo tipo non siano nelle donne così rari.
Secondo un articolo pubblicato sul Journal of Sexual Medicine pare che ben il 46 % degli studenti universitari di sesso femminile abbia riportato, almeno una volta nella vita, i tragici sintomi da PCD.

Le motivazioni? Forse un brusco cambiamento della situazione ormonale.
I ricercatori dell’Istituto di Tecnologia del Queensland hanno teorizzato che le mutazioni ormonali repentine che si verificano dopo l’orgasmo possono scatenare fenomeni di questo tipo, incluso il mal di testa post-coito.
La disforia post-coitale è caratterizzata da pianto, ansia, agitazione, malinconia, depressione e addirittura aggressività.
Le emozioni negative post sesso sono dunque davvero frequenti tra le donne, ma è bene che i maschi continuino a mantenere un livello di impegno dignitosi laggiù.

Le protesi per bambini ispirate al mondo Disney

protesi per bambini

Regalare un sorriso ad un bambino malato è quanto di meglio si possa fare. E anche se spesso non è facile alleviare le sofferenza di bambini affetti da tantissime malattie alcune volte può bastare davvero poco per aiutarli a sentirsi almeno un po sereni. A questo deve aver pensato una start up inglese, la Open Bionics, che ha avviato una collaborazione con la Disney per la realizzazione di protesi per bambini ispirate ai personaggi della famosa casa di animazione americana.

Le protesi robotiche per le mani saranno decorate con i disegni dei personaggi di Iron Man, Frozen e Star Wars. La società inglese, che ha sede a Bristol, è specializzata nella progettazione e stampa rapida in 3D di protesi per mano. Le nuove protesi, che ricorderanno il possente braccio di Iron Man i gioielli dell Principessa Elsa ed una vera e propria spada laser futuristica come nella saga di Star Wars, saranno probabilmente in vendita dall’anno prossimo e costeranno circa 500 dollari.

“Il potere di queste protesi è che la percezione pubblica cambia completamente” ha dichiarato la Open Bionics all’Indipendent. “Non viene più chiesto ai bambini come hanno perso la mano, ma dove hanno preso la mano da robot e come funziona. Ciò che poteva essere visto come una debolezza, diventa invece un loro grande punto di forza.”