giovedì, 18 Dicembre 2025

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Fumare marijuana fa bene

La cannabis medica non ha effetti collaterali gravi adoperata in terapie mediche contro il dolore cronico, sostengono gli scienziati: l’uso terapeutico rende la droga leggera “ragionevolmente sicura”, stando alle loro parole. I ricercatori hanno infatti riportato di non aver trovato riscontri negativi nel corso del loro ultimo studio, né al livello di funzioni cognitive né negli esami dei campioni ematici, quanto piuttosto dei significativi miglioramenti in fatto di umore, qualità della vita e gestione del dolore.

Il Dottor Mark Ware, del Research Institute del McGill University Health Centre di Montréal, asserisce: “Questo è il primo e il più ampio studio sull’innocuità a lungo termine della marijuana medica utilizzata da pazienti affetti da dolori cronici che sia mai stato condotto”. “Abbiamo riscontrato – continua lo scienziato – che la cannabis medica, se usata da pazienti che ne hanno già fatto largo uso, inserita nei programmi di terapia del dolore per più di un anno può apportare grandi giovamenti“.

Il team del Dottor Ware ha esaminato una serie di pazienti affetti da dolori cronici che avevano fatto uso costante e quotidiano della sostanza per almeno un anno, riscontrando che questi non avevano mostrato alcun peggioramento delle loro condizioni rispetto ad altri pazienti che non avevano assunto alcuna droga. I risultati a cui sono giunti, pubblicati sul Journal of Pain, faranno da punto di riferimento per tutti gli studi a venire sugli effetti della marijuana adottata nella gestione del dolore.

I ricercatori, nella fattispecie, hanno monitorato 215 pazienti adulti affetti da dolori cronici non dovuti al cancro, che facevano uso di cannabis medica per compararli a un altro gruppo di 216 pazienti affetti dallo stesso problema, che però non assumevano la sostanza. La marijuana adottata aveva una percentuale del 12,5% di tetraidrocannabinolo, comunemente detto THC, il principio attivo di questa droga leggera.

Nel corso della ricerca sono state raccolte informazioni non solo sugli effetti collaterali, ma sono stati svolti anche esami sulle condizioni polmonari e su quelle cognitive. Alla fine dello studio, gli sono poi stati sottoposti dei questionari circa il loro umore, la loro qualità della vita e la gestione del dolore per tutto l’anno successivo.

Una parte dei soggetti presi in esame si è sottoposto a test del sangue di tipo ordinario, ma anche a test al fegato, ai reni e a esami di tipo ormonale: i risultati hanno evidenziato, in media, una presenza di cannabis pari a 2,5 grammi al giorno, assunta sottoforma di fumo, vapore o di materia edibile.

La Dottoressa Aline Boulanger del Centre Hospitalier dell’Università di Montréal, ha affermato: “Le nostre scoperte mostrano che l’assunzione quotidiana di marijuana non comporta alcun rischio, per chi già ne ha fatto già uso, di effetti collaterali gravi. Anzi, si è evidenziato un significativo miglioramento nella gestione del dolore e dello stress dovuto alla sintomatologia“. Eppure, i ricercatori hanno altresì evidenziato il possibile sviluppo di fastidi non gravi come mal di testa, nausea, vertigini, sonnolenza e problematiche respiratorie legate al fumo.

Donne al volante, movimento costante (FOTO)

Credits photo: quattroruote.it

“Donne al volante, pericolo costante” è la citazione di rito tutte le volte che compare il binomio donne e motori e i principali interlocutori, ovviamente, sono gli uomini. Posto che le donne causano il 15% in meno di incidenti rispetto agli uomini, dobbiamo considerare anche un’altra importante variabile che rende le donne estremamente duttili: neppure al volante si accontentano di compiere un’azione per volta e tra un semaforo e l’altro si truccano, telefonano e non solo. Ovviamente la polizia stradale non le ha mai rintracciate (o quasi mai).

Il multitasking non fa proprio per gli uomini. Se la ragazza al loro fianco parla troppo, la zittiscono o non l’ascoltano, per galanteria e, se non trovano l’accendino o il telefono, iniziano a sudare freddo. Per le donne, invece, è tutta un’altra storia: intrattengono il vicino, si guardano allo specchio ed eliminano quel brufolo di troppo. Donne al volante significa movimento costante. Ecco che cosa succede durante la guida.

Trucco

Credits photo: lifers.it
Credits photo: lifers.it

Spesso nel corso del tragitto da casa a lavoro o all’università o ad un appuntamento, le donne tirano fuori le loro armi: mascara, eye liner, un ombretto e anche il copriocchiaie che fa sempre comodo dopo giornate intense. Una donna su dieci conferma di usare il tempo di fronte al semaforo rosso per truccarsi ed eliminare eventuali imperfezioni.

Smalto

Credits photo: medicinaesteticaonline.net
Credits photo: medicinaesteticaonline.net

Quante donne amino mettere lo smalto al volante, invece, non è quantificabile. Sono poche quelle che ammettono di tingere le loro unghie sul cruscotto. Eppure le loro mani sono sempre super curate e, se guardate bene nel cassettino della loro auto, troverete di sicuro qualche smalto nascosto.

Canto

Credits photo: autoaspillo.com
Credits photo: autoaspillo.com

La musica è la compagna migliore per un viaggio da soli in auto: almeno il 50% delle donne aspettano questo momento per lanciarsi in esibizioni di canto, come farebbero sotto la doccia.

Prontooo!

Credits photo: lettera43.it
Credits photo: lettera43.it

Il telefono è invece l’oggetto fondamentale che deve trovarsi sempre a portata di mano e di vista. Un messaggio, una chiamata: quando il semaforo impiega del tempo a diventare verde si può fare tutto.

Lenti a contatto

Credits photo: esseresani.pianetadonna.it
Credits photo: esseresani.pianetadonna.it

Questo grazie anche a lenti a contatto o occhiali da non dimenticare mai prima di partire per avere il quadro chiaro della situazione e non rischiare incidenti. Si sa, per le donne, quel che conta, più di ogni altra cosa, non è la velocità, ma la prudenza.

Kate Middleton, svelato il segreto delle sue scarpe (FOTO)

Credit photo: signorponza.com

La bellissima Duchessa di Cambridge non smette mai di stupire. L’inconfondibile stile fa di Kate Middleton una delle icone più seguite dalle donne di tutto il mondo, soprattutto adesso che è stato svelato uno dei suoi segreti.

Questa volta ha a che fare con le scarpe: come fa Kate ad indossare tacchi per una giornata intera? Décolléte nere o di colori più neutri non importa, la cosa che conta è indossarli sempre, perfino poche ore dopo i suoi due parti. E senza mostrare sul viso alcun segno di cedimento o di stanchezza, soprattutto durante le occasioni ufficiali.

Il segreto della sua grande resistenza, però, è molto semplice: si tratta di un paio di solette interne, firmare Alice Bow.
Queste fantastiche solette sono in grado di rendere comodi – non come ciabatte, ma almeno come delle semplici ballerine – anche i tanto odiati tacchi. Create dalla designer britannica Rachel Bowditch, le solette sono la soluzione perfetta per chi è obbligata a stare ore ed ore in piedi sui trampoli e che ha un numero che va dal 35 al 42. Inoltre, hanno una buona vestibilità, un comfort duraturo e si riescono anche a nascondere.

Credit photo: www.robadadonne.it
Credit photo: www.robadadonne.it

E non pensate che sia un lusso che solo Kate Middleton o le vip possono permettersi: infatti, le meravigliose solette costano circa 13 sterline, ovvero intorno ai 18 euro. Una soluzione decisamente low cost. L’unica pecca è la lista d’attesa, che va dalle quattro alle otto settimane.

Ma vale la pena attendere per questa buona causa, giusto? Il rapporto qualità prezzo è decisamente ottimo.

Star Trek, le invenzioni di ieri diventate realtà (FOTO)

Credits: empireonline.com

Quando Star Trek è approdato sugli schermi nei lontani anni sessanta, milioni di telespettatori in tutto il mondo hanno sperato di poter, un giorno, utilizzare tutta quella tecnologia che all’epoca sembrava lontana anni luce. Dal suo debutto sono passati più di cinquant’anni, eppure Star Trek continua ad avere ancora un grande impatto sul pubblico, ma sopratutto sugli scienziati.

I progressi della tecnologia hanno infatti permesso di rendere reali alcune di quelle invenzioni che il capitano Kirk e il suo equipaggio utilizzavano nella celebre serie tv. Scoprite quali sono con Blog di Lifestyle.

Comunicatore

Credits: startrek.com
Credits: startrek.com

L’equipaggio dell’Enterprise parlava tra loro tramite un comunicatore, un dispositivo che permette la trasmissione di dati da un pianeta a una navicella in orbita, è molto simile al nostro moderno smartphone. Gli autori del programma immaginavano questo strumento già nel 1966, e oggi non possiamo farne più a meno.

Porte automatiche

Credits: youtube.com
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Negli anni sessanta le persone immaginavano di poter oltrepassare da una stanza all’altra senza dover aprire la porta, quindi una scorrevole era un’invenzione futuristica e adatta per la navicella vista in Star Trek. Oggi le porte scorrevoli le vediamo ovunque: dai supermercati agli alberghi.

Traduttore universale

Credits: youtube.com
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Oggi abbiamo tanti siti online che ci permettono di tradurre istantaneamente una pagina web, anche grazie a Google Translate. L’Enterprise invece possedeva un traduttore universale in grado di comprendere lingue delle creature aliene come i Sulibani, i Tholiani, i Klingon e gli Andoriani e cavarsela in caso di pericolo.

Schermo al plasma

Credits: youtube.com
Credits: youtube.com

Quando il capitano Kirk ordinava a Sulu di alzare lo schermo, tutti i fan di Star Trek hanno immaginato di possederne uno nelle loro case. Quello non è stato il primo passo che ha cambiato la vita di milioni di persone: dallo schermo a tubo catodico ai televisori al plasma, fino ai televisori LCD retroilluminati a LED.

Personal computer

Credits: filmjunk.com
Credits: filmjunk.com

Quando Star Trek debuttò, i computer erano lenti, grandi e ingombranti, ma questo non ha impedito agli autori della serie di sviluppare la loro fantasia per crearne di più piccoli. E cinque anni dopo, il primo PC, l’Altair 8800, è entrato nel mercato.

Hypospray

Credits: youtube.com
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L’hypospray, la siringa ipodermica, veniva usata per somministrare al paziente medicinali senza penetrare la pelle. Questa siringa è stata utilizzata negli anni ottanta per la somministrazione di vaccini a masse di popolazione. Nel 2012, il team capitanato da Ian Hunter ha realizzato una siringa che è in grado di iniettare senza ago sostanze alla velocità del suono. Lo strumento, che funziona grazie a una bobina avvolta attorno a un pistone, è al momento ancora un prototipo, ma consentirebbe di “bucare” zone fino ad ora difficili, come la cornea o il timpano.

Localizzatore di equipaggio

Credits: tech.fanpage.it
Credits: tech.fanpage.it

Fin dalla notte dei tempi, l’uomo ha sempre desiderato spostarsi velocemente da un posto all’altro senza doversi ‘muovere’. Star Trek ha introdotto il localizzatore di equipaggio, ovvero il futuro GPS, introdotto nel 1994. Con questo sistema, l’Enterprise lo utilizzava sulle navi stellari per indicare la posizione dei membri dell’equipaggio, agganciarli e teletrasportarli a destinazione.

Space travel

Credits: youtube.com
Credits: youtube.com

Ciò che manca oggi è un viaggio spaziale, ancora purtroppo impossibile da realizzare. Eppure l’imprenditore Richard Branson ci ha provato nel 2012. Grazie alla sua società di trasporto spaziale, la Virgin Galactic, si era dato da fare per realizzare un’offerta di voli suborbitali per il mercato commerciale. Peccato che un solo biglietto di andata costava 200mila dollari. Un prezzo solo per veri Paperon De’ Paperoni.