mercoledì, 17 Dicembre 2025

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Johnny Depp a Venezia scatena l’ironia del web (FOTO)

credits photo: tvzap.kataweb.it

Il web, si sa, non manca di ironia e spietatezza e, solitamente, non risparmia proprio nessuno. Questa volta sotto la luce dei riflettori c’è Johnny Depp, uomo dei nostri sogni e pirata dei nostri cuori.

Johnny Depp e la moglie Amber Heard hanno sfilato sul red carpet del Festival di Venezia 2015 per presentare il film “Black Mass“. I numerosi fan dell’attore erano li in attesa da ore solo per poterlo vedere, magari sfiorare e ottenere un autografo da custodire per il resto della vita.

credits photo: vanityfair.it
credits photo: vanityfair.it

Qualcosa però ha attirato gli sguardi critici degli utenti dei vari social: la forma fisica, discutibile, di Johnny. Saranno state le luci, le prospettive delle foto, le esigenze di copione, ma, diciamoci la verità, l’attore non era proprio in forma, non almeno in quella su cui ci piace fantasticare.

credits photo: ilfattoquotidiano.it
credits photo: ilfattoquotidiano.it

Basta poco, e la gara al commento più ironico e divertente è iniziata. Numerosi i post spietati contro l’attore. Le critiche hanno colpito ogni singolo aspetto dell’attore. Dall’abbigliamento, “Ma come si è vestito? Sembra mio nonno!“, ai capelli, “non li lava da un mese“, allo sguardo spento.

credits photo: facebook.com/Non.conto.fino.a.dieci?fref=ts
credits photo: facebook.com/Non.conto.fino.a.dieci?fref=ts

Il web si è così diviso in più fazioni: chi accusa Johnny Depp di non essersi curato abbastanza, di essere ricaduto nel vizio dell’alcool, di non lavarsi, chi ama l’attore ma non disdegna un po’ di ironia e chi lo difende a spada tratta, contro tutto e contro tutti.

In quest’ultima fazione rientrano quasi tutti coloro che erano tra la folla del red carpet, che ci assicurano di aver visto un Johnny Depp attraente e affascinante come sempre. Dopotutto l’attore non ha mai ricercato la perfezione estetica. Infatti, proprio al Festival ha affermato: “Perché in questo lavoro, in cui capita di recitare parole altrui, magari scritte male, preferisco trasformarmi ogni volta piuttosto che essere un volto da poster: è un’ossessione“.

E a noi donne piace anche per questo. Piace il pirata, il gangster, il dolce Edward Mani di Forbice e il folle cappellaio. Nonostante le critiche, sappiamo benissimo che saremo sempre pronte a lasciarci affascinare dal prossimo personaggio di Johnny Depp.

L’estetista, croce e delizia di ogni donna

estetista

Pensate che fortuna sarebbe stata nascere solo qualche generazione fa, essere adolescenti o giovani donne negli anni’70 quando l’anticonformismo e la rivoluzione sessuale dominavano e le donne si sentivano libere di mostrarsi per quello che erano. Molto spesso questo significava esibire tutta la peluria che madre natura ci aveva donato, non solo sulle gambe, ma anche sotto le ascelle e nella zona bikini. La vera libertà. E invece no, a noi è toccato crescere nell’epoca della perfezione estetica, non che questo ci dispiaccia chiaro, è bello curarsi e sentirsi in ordine e rabbrividiamo solo all’idea di esibire una pelle non perfettamente liscia. Ma quanti sacrifici comporta andare dall’estetista?

Prima di tutto bisogna dire che le donne si dividono in due categorie, le amanti del fai da te e quelle che invece si lasciano toccare solo da un estetista professionista.
Le prime, anche per ragioni economiche, fanno tutto da sole o con l’aiuto di amiche, mamme o sorelle. Sono sicuramente da stimare perché come ben sappiamo lo strappo della ceretta è una di quelle torture che si augura solo alla peggior nemica, figurati avere il coraggio di farla ad una cara amica senza colpo ferire.

Io personalmente appartengo alla seconda categoria, solo dall’estetista.

Questo però comporta una pianificazione ad altissimi livelli, perché dall’estetista bisogna avere il tempo di andarci e soprattutto prendere appuntamento. Il periodo estivo è il peggiore come sappiamo, solo vestitini e costumi, e la ricrescita va costantemente monitorata per non rischiare di passare ore al telefono cercando un posto libero in un centro estetico proprio il giorno prima di partire per le vacanze.

Ma anche durante tutto l’anno abbiamo sempre bisogno di sottoporci a qualche seduta “riparatrice” perché ormai fa parte di noi, e anche se non li vedrà nessuno, i peli superflui proprio non li sopportiamo. Ma non c’è solo la ceretta, per essere impeccabili bisogna avere anche mani e piedi curati, e così le ore passate dall’estetista aumentano e il portafoglio si svuota. Di una cosa siamo sicure però, l’estetica è un settore che non conosce crisi. E poi ancora, che fortunati gli uomini che non hanno di questi problemi. E invece no, poveri uomini per cercare di assomigliarci sempre di più negli ultimi anni hanno deciso di iniziare a frequentare i centri estetici forse più di noi. Contenti loro, per me è una tortura a cui rinuncerei volentieri.

Avoid Humans, lo strumento perfetto per chi odia la gente (FOTO)

Credit photo: theodysseyonline.com

Avete presente quelle mattine in cui vi svegliate e vi sembra di essere catapultati in una pubblicità della Mulino Bianco? Ecco, io no. Perché prima di una certa ora e prima della mia dose quotidiana di caffè proprio non riesco a mettere in moto il corpo, figuriamoci il cervello. Di pronunciare qualche parola non se ne parla – solo piccoli versi – e se mia mamma inizia con le domande o le spiegazioni di quello che devo fare prima di uscire è la fine. Devo attaccare la lavastoviglie? Meglio che mi lasci un bigliettino, non si sa mai.

Il peggio, però, inizia quando metto i piedi fuori di casa. C’è sempre qualcuno che ha più voglia di parlare di quanta ne abbia mia madre – ma le forze dove le trovate? – che ovviamente incontro tutte le sante mattine. Quindi via a tutti i trucchetti per far finta di non vederli e, soprattutto, non sentirli. Cuffie nelle orecchie, sguardo bassissimo e qualcosa di interessante sul marciapiede, ovviamente dalla parte opposta al chiaccherone di turno.

Purtroppo, il più delle volte, questi escamotages non hanno l’effetto desiderato e mi tocca intavolare una conversazione. Sensata. Alle sette e mezza del mattino. Fortunatamente viviamo in un’era super tecnologica e navigando sul web – si, va bene, è vero, ho scritto su Google “come evitare persone loquaci la mattina” – ho scovato un’applicazione per noi che odiamo la gente, almeno alle prime luci del giorno.

Si chiama “Avoid Humans” ed è un piccolo tool online. Il suo compito è semplicissimo: indica quali sono i posti in cui andare per evitare di incontrare altre persone. Non immaginatevi indicazioni di posti completamente deserti, ma almeno starete in compagnia del minor numero di esseri umani possibile e non sarete costretti a conversare se quello che volete fare è passare del tempo soli con voi stessi.

Credit photo: creativity-online.com
Credit photo: creativity-online.com

“Avoid Humans” utilizza il sistema di geolocalizzazione di Instagram e di Foursquare per capire chi si è registrato in un determinato luogo. Non tutti hanno queste due applicazioni, è vero, ma di solito coloro che le hanno e che postano tutto ciò che fanno durante la giornata sono proprio le persone che vogliamo completamente evitare, anche perché quando iniziano a parlare e raccontare la loro vita non la finiscono più.

Credit photo: www.foodandwine.com
Credit photo: www.foodandwine.com

E non è tutto. “Avoid Humans”, in base alle votazioni che si registrano ogni giorno sul sito, è anche in grado di indicarvi i diversi livelli di solitudine, scegliendo tra posti differenti come rifugi, bar, ristoranti e locali. Cosa chiedere di più? Ora possiamo uscire di casa senza essere terrorizzati, almeno fino a quando qualcuno che odiamo non viene geolocalizzato.

Amore 2.0: ci frequentiamo o ci fidanziamo?

Ah, l’amore, l’amore. Cos’è l’amore, se non un apostrofo rosa tra le parole t’amo?
Questo un tempo, forse. Ma oggi l’amore non va più così di moda e la generazione del love 2.0 è sempre più attanagliata da dubbi amletici del tipo: “ci frequentiamo o ci fidanziamo?”

Si, perché i rapporti son diventati più complessi, con mille sfaccettature, mica ti piace uno, tu piaci a lui e via vi fidanzate, vi sposate, fate dei figli e vissero felici e contenti. No, ora no. Adesso ci sono regole sociali da rispettare. E se non siete preparati a riguardo fareste bene a non uscire di casa finché non recuperiate tutto, non sia mai incontrate il principe azzurro proprio in quel momento e mostrate tutta la vostra ignoranza, nel senso latino del termine.

Oggi è diverso, se sei giovane vuoi divertirti e l’innamoramento è un contrattempo che non deve capitare. Almeno fino ai 30 anni, poi ci si dimena disperatamente per trovare la nostra metà della mela, che voglia sposarci e renderci mamma. Ma anche una metà pera, o arancia va bene, insomma, a quell’età poi non si può far troppo la schizzinosa. Le ovaie iniziano a far capricci, se si vuole un figlio bisogna agire. Subito.

In ogni caso, a 20 anni, ma anche a 25 non ci si pensa. Sembrano ancora così lontani quei momenti in cui doversi preoccupare di trovare l’uomo della propria vita, quello che ci rende felice con un sol sorriso. A 20 anni, più che altro si cercano gli uomini della propria vita, che ci rendano felice, in modo diverso, a giorni alterni. E che non si incontrino mai, mi raccomando.

I rapporti oggi sono complicati, conosci uno su Facebook, chattate per qualche giorno, poi iniziate a chattare per tutto il giorno e poi naturalmente arriva il momento di incontrarsi di persona. Niente panico, è solo uno dei tanti, in fondo. “Dunque, lunedì non posso, esco con Marco, martedì neanche mi vedo con Davide, mercoledì lui fa sport – con Sara, in camera da letto – Giovedì! Giovedì va bene.”

Passate un pomeriggio bellissimo, superate addirittura quei fastidiosi momenti di silenzio imbarazzante con una nonchalance degna di nota e poi vi baciate anche. Tutto perfetto, a parte per un semplice dettaglio: cosa siamo? Amici, conoscenti, amanti, frequentanti, fidanzati?

Mica semplice. Dunque effettivamente la frequentazione è un po’ come la garanzia del cellulare nuovo. Lo acquisti, lo apri, lo usi e se poi vedi che non funziona lo riporti indietro e amici come prima. Senza ripercussioni, senza troppi melodrammi e senza coinvolgere amici, parenti ecc. Insomma un po’ come quando in gelateria chiediamo di assaggiare un gusto. Se poi ci piace lo mettiamo sul cono. Ecco amico caro, tu sei quel cucchiaino di gelato. Ti assaggiamo, ci pensiamo un po’ e poi se ci sei piaciuto ti acquistiamo, difetti compresi. Da questo momento, comunemente conosciuto come fidanzamento, però, caro ragazzo ingenuo, perderai ogni possibilità di: uscire con gli amici, guardare/uscire/baciare altre ragazze, non rispondere alle nostre chiamate e messaggi, manifestare il tuo disappunto relativamente a qualcosa che pensiamo/diciamo/facciamo/indossiamo, soprattutto indossiamo.

Ed effettivamente, poi, noi non ci spieghiamo come mai questi uomini non vogliono impegnarsi e preferiscano la frequentazione eterna, che dura uno, due anni, insomma quel che serve. Che poi è anche vero che quando ci si frequenta è tutto più bello, l’inizio, il cuore che batte nello stomaco prima di vederlo, l’agitazione quando si avvicina per baciarci, quando ancora non rutta in nostra presenza. Bei momenti. Ma anche noi siamo diverse quando ci frequentiamo con un ragazzo nuovo, ci trucchiamo, stiamo ore davanti all’armadio per decidere cosa metterci, ci depiliamo tutti i giorni, addirittura, insomma tutte cose che spariscono nell’esatto istante in cui ci si fidanza.

E non giustifichiamoci dicendo che poi quando si ama queste cose non sono più importanti, solo per nascondere la nostra incuranza. Perché cari miei, impacchettarvi e rispedirvi indietro è un attimo. Change! Avanti il prossimo.