martedì, 16 Dicembre 2025

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Illustrazioni divertenti sui modi di dire inglesi (FOTO)

Credits photo: dailybest.com

Per conoscere a fondo una lingua non basta sapere le parole chiave, bisogna aver voglia di capire anche i modi di dire che per noi possono essere insoliti ma che dicono tutto di una cultura. Roisin Hahessy ha creato delle divertenti illustrazioni che saranno utili ai più per scoprire i detti più usati della lingua inglese. Vediamoli insieme.

Non è sufficiente vivere a Londra, città multilingue per eccellenza, per conoscere modi di dire, piuttosto è indispensabile entrare a contatto con persone che vivono in quartieri e cittadine meno conosciute, dove gli inglesi, quelli veri, non hanno timore di uscire.

Solo così potrete imparare il corretto uso e senso di alcuni modi di dire. Due di quelli che vi stiamo per proporre sono ben conosciuti anche in Italia. Ecco le espressioni più usate e le relative traduzioni e interpretazioni in italiano.

As cool as a cucumber. Traduzione letterale: Essere fresco come un cetriolo. Significato: Molto calmo e composto, senza nessun segno di stress.

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Hold your horses. Traduzione letterale: Tieni i tuoi cavalli. Significato: Aspetta un momento.

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A storm in a teacup. Traduzione letterale: Una tempesta in una tazzina da tè. Significato: Fare un gran casino per qualcosa che non ha importanza.

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Dead as a doornail. Traduzione letterale: Essere morto come le borchie sulla porta (di quelle medievali). Significato: Essere assolutamente ed indubitabilmente defunto.

4

Bob’s your uncle. Traduzione letterale: Bob è tuo zio. Significato: È così semplice!

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A piece of cake. Traduzione letterale: Una fetta di torta. Significato: Qualcosa di veramente molto semplice da fare.

6

Kick the bucket. Traduzione letterale: Calciare il secchio. Significato: Morire.

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Heart in your mouth. Traduzione letterale: Il cuore in bocca. Significato: Essere estremamente ansiosi o impauriti.

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Head in the clouds. Traduzione letterale: La testa tra le nuvole. Significato: Vivere una fantasia.

9

Blue in the face. Traduzione letterale: Blu in faccia. Significato: Essere indebolito o stanco dopo tanti tentativi.

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E voi? Quali modi di dire vi sentite di usare in questo momento?

[Credits photo: dailybest.com]

Dismaland, il mistero diventa un parco firmato Banksy (FOTO)

Banksy è uno dei maggiori esponenti della street art. Il vero nome dell’artista non è noto, così come non era nota l’inaugurazione, questa mattina, di un parco divertimenti che porta la sua firma. Un anti-parco divertimenti, dal momento che il suo nome, Dismaland, non è altro che un gioco di parole tra Disneyland e l’aggettivo “dismal”, ovvero osceno, mediocre, aggettivo che ben si addice alle sembianze lugubri del parco, fotografate in questa gallery, da Alicia Canter per il Guardian.

Un effetto a sorpresa, preceduto dal mistero, quello scaturito dall’ennesima provocazione dell’artista, che sceglie come location un lido abbandonato a Weston-super-Mare, località balneare a sud di Bristol, sua città di provenienza. Una location divenuta una vetrina per i più grandi artisti contemporanei che, secondo i primi rumors, si aggirerebbe attorno al numero di 59 e comprende nomi di spicco come Damien Hirst, Bill Barminski, Caitlin Cherry, Polly Morgan, Josh Keyes, Mike Ross, David Shrigley, Espo, oltre dieci nuove opere di Banksy.

Le sue opere a sfondo satirico, riguardano argomenti come politica, cultura ed etica, che vanno oltre la tecnica che preferisce abitualmente per i suoi lavori, lo stencil, che, proprio con Banksy, è arrivato a riscuotere un successo sempre maggiore in tutto il mondo. Cinque settimane, fino al 27 settembre, permetteranno di visitare questa parodia del mondo Disney, criticando esplicitamente, ancora una volta, consumismo e potere: a tal proposito, il biglietto d’ingresso costerà solo 3 sterline e sarà gratuito per i bambini sotto i 5 anni. Straziante è l’attesa, tanto che sono previste file interminabili, nonostante sia possibile prenotare una fascia oraria online per assicurarsi l’ingresso. Tuttavia, occhio a chi entra: l’evento contiene tematiche per adulti, immagini forti, luci stroboscopiche in abbondanza, fumo sintetico e parolacce e sono severamente vietati all’ingresso coltelli, bombolette, droghe illegali e gli avvocati della società Walt Disney.

Com’erano i social media dell’antichità? (FOTO)

Ve lo immaginate mai com’era il mondo prima dell’avvento di qualsiasi teconologia possibile? Vi immaginate come passavano il loro tempo tutte quelle persone che, anni fa, non avevano né Facebook né Twitter, né altro social media? O come facevano a farsi i selfie quando ancora non era stato inventato il famoso autoscatto?

Noi abbiamo usato un po’ la fantasia, e abbiamo trovato una versione antica per tutte le novità tecnologiche moderne. Un vero spasso.

Facebook


Quattro secoli fa, gli accademici sul punto di andare in pensione, ricevevano in dono dai colleghi un volume contenente scritti redatti in proprio onore: da prove scientifiche a citazioni. A fianco alle parole le foto personali. Insomma, una copia antica degli attuali status e foto profilo di Facebook.

Instagram


Oggi come oggi passiamo il nostro tempo a modificare le foto con i filtri di instagram finché non ci sembra perfetta. Ma questo non è nulla di nuovo. Tra la fine del ‘700 e l’inizio dell”800, artisti, viaggiatori e disegnatori di paesaggio usavano osservare la realtà attraverso un altro filtro, il cosiddetto Specchio Claude che è convesso e tinto di nero, caratteristiche che gli permettevano di saturare i colori e unificare i dettagli.

Selfie


Lui è il pittore olandese Rembrandt (1606-1669), e questi sono i suoi autoritratti – in totale circa un centinaio. Altro che selfie.

IPad


Siamo nell’era degli antichi greci e degli antichi romani, che erano soliti usare tavolette cerate e stilo appuntiti secoli prima che Steve Jobs concepisse il moderno Ipad.

Google Maps


Quando ancora non c’era il web c’era la Forma Urbis Severiana o Forma Urbis Romae, cioè le classiche mappe che usiamo tutti noi ma su marmo. Per ovvie ragioni, la mappa non era zoomabile, ma era composta da 150 lastroni, di 13 m in altezza per 18 di larghezza.

Trip Advisor


Le Murray’s Hand-Book, pubblicate a Londra nel 1836, erano delle guide specifiche di viaggio, con tanto di recensioni pungenti, ciascuna dedicata a una destinazione turistica di Europa, Asia o Nord Africa.

[Credit: focus.it]

Amore, come non litigare in vacanza

www.giornalettismo.com

Come possono un uomo e una donna convivere senza scannarsi reciprocamente? Come può Venere accettare il disordine e la superficialità di Marte e quest’ultimo le lamentele continue e logoranti del primo? Sulla carta sembra una battaglia persa in partenza da entrambe le parti; quelle guerriglie nelle quali i soldati delle due fazioni finiscono con il morire nello stesso momento, stremati dallo stress di un conflitto ad armi assolutamente pari. Perché è così che va a finire. Sempre.
E se l’uomo e la donna sono due realtà inconciliabili ma destinate a cercarsi per tutta la vita, è bene riuscire a capire come e dove fare breccia per trovare un punto d’incontro che non implichi l’autodistruzione reciproca.
I tafferugli di coppia sono realtà conosciuta e accettata da entrambe le parti, una sorta di clausola a cui si è preparati in partenza e che si è ben disposti ad accettare quando vengono scritte in segreto le premesse tipiche di un rapporto agli esordi. Il conflitto è destinato a perdurare vita natural durante; certo, non tutti i giorni (si spera), ma almeno in quel particolare periodo del mese nel quale le donne desiderano distruggere tutto piuttosto che dare il benvenuto al mestruo.

E se questo conflitto ha una durata vagamente simile all’attività degli sceneggiatori di Beautiful, bisogna preoccuparci dei risvolti drammatici che si manifestano quando Venere e Marte decidono di prendere un aereo e convivere nel medesimo spazio per il tempo di una vacanza. Come fare per evitare disordini e litigi di coppia? Beh, l’impresa è ardua assai. Forse al di sopra della capacità dell’essere umano medio.
La prima regola per riuscire a convivere è l’ordine. Se a casa siete abituati a lasciare la biancheria sporca in giro nell’attesa che passi mammina o la colf a ritirarla, in vacanza dovete essere autonomi. Non c’è nulla di peggio di un partner disordinato, che sia maschio o femmina. Certo, una donna che non ha cura e ordine per le cose e per la casa meriterebbe di non maritarsi mai per tutta la vita. E nemmeno di avere qualcuno disposto a svolgere dei compiti al suo posto.
Mantenere l’ordine e la pulizia, così come rendersi servizievoli (senza però diventare zerbini) rappresenta il primo passo per la riuscita di una vacanza.
La seconda regola è non essere superficiali e tenere conto dei desideri e delle esigenze dell’altro. Ricordo, per fortuna pallidamente, di un rapporto terribile nel quale un ex non accettava nemmeno una mia sosta al bagno dell’autogrill per fare la pipì, perché, diceva: ‘Facciamo tardi sulla mia tabella di marcia‘. ‘Ma va a quel paese, solo come una galleria ti meriti di vivere‘, gli direi oggi.

La terza regola è non imporre la propria volontà e rimettere ogni decisione a uno scambio di idee che sia democratico e paritario. Bisogna accettare il fatto che non si è soli e che quindi non si può pretendere di fare esclusivamente ciò che è di proprio gradimento.
La quarta regola, ed è riferita prevalentemente alle donne, è non lamentarsi. Il piagnisteo continuo rovina anche la migliore vacanza alle Maldive, e può rendere la vicinanza con il partner insopportabile come l’orticaria.
Un’altra regola è quella di lasciare a casa le gelosie; si, è vero, in vacanza è pieno di donne super belle e super abbronzate, ma non arrabbiatevi se il vostro ragazzo lancia qualche occhiata furtiva, è perfettamente normale. Certo, se fa il cascamorto siete autorizzate a riempirlo di sberle e a prenotare primo il volo di rientro, ma se il complortamento è al di sotto del limite consentito domostratevi morbide e moderne.
L’ultima regola è quella di divertirsi, e di farlo come se fosse l’ultima vacanza della vostra vita. Solo in questo modo riuscirete a godervi un momento di spensieratezza che è peccato guastare.