martedì, 16 Dicembre 2025

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Nomadi per scelta: il vero significato di casa (FOTO)

Credits photo: holdingoutforsomethingreal.tumblr.com

Vi sarà capitato almeno una volta nella vita di arrivare in una nuova città, qualunque essa fosse e pensare tra voi “sono a casa”. Eppure casa per voi, sino ad allora, era sempre stato un luogo ben identificabile, dove eravate cresciuti, c’erano i vostri genitori, i parenti e gli amici di una vita.
E se non fosse semplicemente quell’edificio in cui siete capitati per caso e per fortuna, ma qualcos’altro?

Molte persone amano stare chiuse nel proprio nido, pensando che uscire da lì non potrebbe cambiare la loro vita e che al di fuori di quello non ci sia posto migliore; altre affrontano paure, perplessità e insicurezze e partono dall’altra parte del mondo, senza alcuna idea di quello che effettivamente accadrà. Sono loro i nomadi, coloro che hanno dato a se stessi l’opportunità di avere più vite e che identificano la loro casa in punti spaziali diversi. Scopriamoli

Casa può essere un letto

Credits photo: gympoint.it
Credits photo: gympoint.it

Esattamente come dicevamo prima, casa per molti di voi è quel letto dove avete speso la maggior parte delle vostre nottate sfogliando le pagine de “La Gabbianella e il Gatto” o “Le avventure di Tom Sayer” o ancora “I viaggi di Gulliver” e avete pianto mentre leggevate la storia di Anna Frank, quella ragazza che come voi amava rifugiarsi in quello stesso letto e costruire un mondo tutto suo che la faceva sentire felice, anche se irreale. Voi, come lei, vi perdevate tra i sogni di un futuro meraviglioso e piangevate per un incubo. Inoltre andavate in panico prima di un interrogazione e aspettavate una telefonata importante che vi faceva andare a dormire col sorriso. Era la vostra casa, la più bella e naturale, ma non poteva essere l’unica.

Casa può essere una città dove avete speso anni

Credits photo: it.forwallpaper.com
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Casa era anche quella città che potevate scorgere fuori dalla finestra, quella dove avevate passato anni per studio o lavoro o semplicemente perché avevate sempre vissuto lì. Guardando le foto, anche a distanza di anni, c’è una certa nostalgia: questo perché lì vi sembrava che ogni angolo fosse un porto sicuro, dove potevate essere voi stessi. Per quanto amaste girovagare per il mondo, quel posto vi sarebbe sempre rimasto nel cuore.

Casa può essere una città che avete appena incontrato

Credits photo: smartweek.it
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Ma non sempre occorrono anni per sentirsi parte di una città, a volte vi capiterà di avere la sensazione di aver incontrato casa, semplicemente dopo essere scesi dal treno in una stazione che non avete mai visto, con la paura di perdervi che contrasta immediatamente con la sensazione di aver vissuto in quella città da sempre.

Casa può essere un edificio

Credits photo: centrocommercialeciclope.it
Credits photo: centrocommercialeciclope.it

Stessa cosa potrebbe accadere per un edificio, una chiesa, una basilica, una scuola, un ufficio, il negozio del vostro parrucchiere etc. Non ci sono motivazioni particolari, ma ognuno di noi ha un luogo in cui ama rifugiarsi, per pensare, raccogliere le idee e sentirsi in pace con se stesso. C’è chi ama edifici chiassosi come un centro commerciale e chi la pace, la tranquillità e il silenzio di una sala da cinema poco frequentata: la cosa più importante è che li vi sentiate a vostro agio.

Casa può essere una persona

Credits photo: silenzio-in-sala.com
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Ed ecco il momento in cui la casa diventa una persona: non parliamo necessariamente dell’amore della vostra vita, poiché in molti casi proprio quella persona sembra destinata a non passare con voi più di qualche giorno o alcuni mesi. Ci riferiamo piuttosto a chi riesce a farvi stare bene con una semplice parola, un gesto o semplicemente uno sguardo, anche se non vivrete mai nello stesso appartamento e sarete destinati a percorrere strade completamente diverse.

Casa è l’appartamento nel quale siete cresciuti

Credits photo: artigianamente.blogspot.com
Credits photo: artigianamente.blogspot.com

Ma se guardate al vostro passato casa è sicuramente quell’edificio nel quale siete cresciuti con i vostri genitori, fratelli o sorelle, avete festeggiato il natale, diversi compleanni, avete avuto dei battibecchi che ora vi sembreranno incomprensibili. Quella casa sarà sempre lì, insieme a tutti i vecchi libri e quaderni.

Casa siete voi

Credits photo: dontoria2000.myblog.it
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Ma lasciate che vi sveliamo un segreto: casa non è solo tutto questo, ma anche molto di più. Siete voi con tutto quello che avete costruito attorno; voi, da soli, come tanti altri, ad affrontare le difficoltà quotidiane, a chiedervi che cosa potreste migliorare, a sorridere per piccole cose e a piangere quando vi sentite impotenti o abbandonati. Casa siete voi col vostro modo di essere con tutti i difetti e pregi che lo rendono unico e speciale, a volte spinoso e paradossale, ma sempre incantevole e incancellabile.

Vi capiterà spesso di vedere persone che cercano casa tra le mura di una nuova città, che l’hanno appena persa, che non sanno se mai l’avranno perché quella realtà e cultura è semplicemente politicamente troppo lontana da loro. Ebbene, tenete a mente tutti questi significati e immaginate di essere al loro posto: potrebbe bastargli il vostro buongiorno, un sorriso o una parola di interesse per sentirsi a casa.

L’essere nati in un luogo che ci permette scegliere la nostra casa è una Fortuna, non un Diritto.

Se Ariel non fosse nata nell’Oceano Atlantico (FOTO)

Credit photo: buzzfeed.com

La Disney ci ha sempre fatto sognare, con le sue storie ed i suoi personaggi, e continua a farlo tutt’ora. Bambini ed adulti si uniscono nella stessa passione, quella per gli animali parlanti, per le fate ed i geni capaci di realizzare sogni e desideri impossibili, per le principesse con splendenti capelli lunghi e con vestiti che ogni donna vorrebbe indossare, almeno una volta nella vita.

Tra le principesse, però, ce n’è una che di vestiti belli non ne ha tanti, almeno finché la strega Ursula non le dona le gambe, in cambio della sua voce. Stiamo parlando di Ariel, la principessa figlia del re Tritone, che vive con le sorelle “in fondo al mar“, nell’Oceano Atlantico, in un bellissimo regno chiamato da tutti gli abitanti del mare Atlantica.

Ve la ricordate tutti Ariel, vero? Lunghi capelli rossi, intensi occhi azzurri, coda verde e costume a conchiglia viola. Ma solo perché vive nell’Atlantico. Se Ariel fosse nata in un altro ambiente, infatti, la sua figura sarebbe completamente diversa: ad immaginarla è stato Joseph Shaw, docente associato presso un’università, l’Indiana University School of Public and Environmental Affairs, insieme alla figlia Emma, un’esperta di sirene.

Se Ariel vivesse nelle barriere coralline, sarebbe più piccola e molto più colorata.
In mezzo alle barriere coralline la sua coda non sarebbe più solo verde, ma assumerebbe colori diversi, con strani effetti di mimetismo. Per difendersi dai grandi predatori, invece, sarebbe molto più piccola: solo così, infatti, riuscirebbe a nascondersi tra le varie barriere e non farsi cogliere di sorpresa da squali e simili.

Credit photo: buzzfeed.com
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Se Ariel vivesse nell’Oceano aperto, sarebbe velocissima e viaggerebbe in gruppo per coprire le lunghe distanze.
Il colore della schiena sarebbe più scuro, quello del ventre più chiaro: in questo modo i predatori avrebbero più difficoltà nel trovarla. Sempre per prevenire i predatori, Ariel avrebbe meno fronzoli per avere un movimento più agile e veloce. Inoltre, avrebbe anche capacità di comunicazione più avanzate – e in questo caso la sua voce sarebbe l’unica cosa importante.

Credit photo: buzzfeed.com
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Se Ariel vivesse nel Mar Artico, sarebbe protetta dal gelo.
Protezione dovuta alla presenza di geni antigelo, come quelli che hanno le balene. Questo però sarebbe causa di un fisico più robusto, proprio perché il metabolismo sarebbe molto più lento. Come più lento sarebbe anche il movimento della Sirenetta.

Credit photo: buzzfeed.com
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Se Ariel vivesse nel profondo blu, avrebbe tentacoli e sarebbe cieca.
La mancanza totale della luce porterebbe la Sirenetta a diventare completamente miope. Così, per potersi orientare, Ariel avrebbe dei lunghi tentacoli e potrebbe anche avere delle luminescenze sul corpo per essere più visibile.

Credit photo: buzzfeed.com
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Matrimonio, 10 consigli per risparmiare

Quando mi hanno chiesto di scrivere ‘i consigli per un matrimonio low cost’ ho pensato: ‘ se volete evitare uscite di danaro non sposatevi‘. Si, perché non c’è modo migliore che non fare una cosa per risparmiare una spesa. Di contro odio però ‘i vorrei ma non posso‘, ovvero quegli eventi nei quali si cerca di ottemperare a tutte le formalità possibili pur di apparire, ma risparmiando su cose basilari come il cibo e le bomboniere. Per esempio io darei fuoco a queste ultime, che trovo un’usanza insulsa e inutile, ma una volta incluse meglio donare un ricordo che sia semplice e utile anziché qualcosa di stereotipato e squallido.
Ma veniamo a noi: come possiamo fare per risparmiare nell’organizzare il nostro matrimonio?

Ridimensionatevi

La prima cosa da fare è ridimensionare le proprie pretese; non potete infatti pretendere le nozze di William d’Inghilterra se non siete la promessa sposa di William d’Inghilterra (o di un soggetto ugualmente facoltoso) e se non avete molti ‘k’ da spendere. La cosa più bella del mondo è rimanere se stessi e rivedere le proprie possibilità: il matrimonio è un’occasione per stare insieme a tutte le persone che amate, non un pranzo di lavoro in cui dovete accattivarvi dei clienti.

Anticipatevi (e speculate)

Per avere il migliore prezzo di qualsiasi cosa il segreto è anticiparsi e speculare. Bisogna richiedere più preventivi possibile e confrontarli simultaneamente per avere la visione più chiara di cosa offre il mercato.
Una buona idea sarebbe quella di evitare di rivelare che si tratti di un matrimonio, in modo da non ricevere proposte con prezzi lievitati in maniera esagerata. Ah, non abbiate timore o vergogna di chiedere uno sconto: la crisi c’è e si sente, non dovete sentirvi mortificati perché tutti noi, più o meno ricchi, ne subiamo le conseguenze.

Scegliete una data infrasettimanale (in bassa stagione)

Si, in questo modo vi malediranno tutti gli invitati perché saranno costretti a chiedere un permesso a lavoro per partecipare alla cerimonia. Ma il matrimonio è il vostro, così come la tasca. Mettetela così: chi vuole esserci farà in modo di presenziare, mentre chi non è mosso da una volontà di ferro vi libererà un posto a tavola.

Limitate gli addobbi

Una volta terminato il ricevimento tutte quelle valanghe di fiori che fine faranno? Verranno buttate via ovviamente. Ve la sentite di sacrificare centinaia di migliaia di fiori solo per un vostro capriccio? Spero di no. Si, è vero, i fiori sono meravigliosi, ma pensate che siano l’unico addobbo possibile? No di certo. Potete scegliere delle composizioni fatte di palloncini ad esempio; oggi in commercio ci sono a forma di cuore e di lettere, e sono disponibili in tanti colori. Se poi non volete rinunciare agli addobbi floreali optate per creature di stagione, così da limitare lo spreco e contenere i prezzi. Stesso discorso vale per il bouquet: ci sono fiori bellissimi tutto l’anno, concentratevi su quelli disponibili nel periodo da voi scelto per la cerimonia. Oggi ci sono soluzioni per bouquet non floreali: basta smanettare perché il web è pieno di suggerimenti. Per la chiesa invece scegliete fiori a corolla larga: sono più grandi, fanno più scena e ve ne occorreranno di meno. Decorate solo l’altare e i due lati degli sposi e considerate le lucine bianche (tipo quelle di natale) per abbellire alcuni punti chiave della struttura. Se volete abbondare potete noleggiare piante a vaso per la chiesa, anche se secondo me vestirla a festa non è particolarmente indicato.
Per quanto riguarda invece gli addobbi dei tavoli potete sbizzarrirvi voi stesse nel tempo libero: il web è pieno di proposte fattibili con elementi come candele e vasetti di vetro. Si, ci vorrà moltissimo tempo, ma la soddisfazione di vedere tutti i centrotavola da voi realizzati su ogni tavolo non ha prezzo. E per prezzo intendo la parola chiave di tutto il discorso.

Mezzi di trasporto

Secondo me presentarsi in Rolls Royce et similia è una vera e propria cafonata. Che senso ha usare una macchina diversa da quella che usiamo nella vita di tutti i giorni? Che cosa rappresenta la limo oppure una macchina da nababbi? L’abitudine di scegliere macchine costose la trovo inutile e degradante: non rispecchia chi siamo né aggiunge valore alla nostra giornata. Forse per molti sarebbe mortificante presentarsi con una Panda, ma per me no. Io ho una bellissima Panda di colore nero e con un po’ di detersivo in più riesce ad essere dignitosa e presentabile. Se poi vi aggrada una automobile più carina fatevela prestare: basta con noleggi di cose inutili, dispendiose e a tratti pacchiane.

Risparmiate sull’abito

L’abito per esempio è come una sassata in fronte: spesso bisogna cavarsi un occhio per ottenere quello che desideriamo. Io non credo che spendere tanti soldi per un abito da indossare una sola giornata sia una scelta molto sensata; certo, mi capita di vederne alcuni davvero molto belli (e molto cari) ma sono del parere che si può risparmiare sul vestito. Conosco persone che hanno speso più di 8 mila euro per l’abito da sposa, mentre io quegli 8k li avrei visti sotto forma di aerei, treni, navi e stanze d’albergo.
La prima cosa da fare sarebbe quella di scegliere qualcosa che non sia firmata, o che sia in outlet. Può sembrare inopportuno acquistare l’abito dei sogni in outlet, ma non per me. Compro il 90% dei miei abiti in outlet (o online) e non me ne vergogno, anzi: mi ritengo fortunata già a poterlo fare.

Trucco e parrucco

In molti consigliano di truccarsi e pettinarsi da sole: ma chi ne è veramente capace? Non io. Anche se ho già specificato al mio parrucchiere che quando (e se) mi sposerò gli pagherò la stessa cifra che gli corrispondo quando mi faccio pettinare normalmente. Non so, io ho capelli lunghi e scuri e non ho difficoltà nel farmeli acconciare. Sono davvero necessari mesi e mesi di pettinature prima di trovare quella giusta? Andiamo, io so bene cosa mi dona sin da quando avevo 6 anni per cui evitiamo di perderci in preparativi inutili. E poi che ci costa andare dal parrucchiere come nelle altre occasioni anziché farlo venire a casa?
Per quanto riguarda il trucco invece si può optare per una studentessa di make up, così da non incappare in cifre da delirio e avere comunque un servizio all’altezza.

Ricevimento

Il ricevimento è la cosa su cui si può risparmiare di più, basta ricordarsi di alcune piccole cose.
Prima di tutto spedite per mail le partecipazioni oppure inviate un video divertente a tutti gli invitati. L’invito cartaceo potrà essere fatti solo per gli ospiti targati Cartagine: tutti gli altri se lo vedranno recapitare direttamente sullo smartphone.
Per quanto riguarda il cibo ricordatevi che il pranzo costa di più della cena, quindi evitatelo. Anziché fare una cena placée optate per un buffet: questo vi permetterà di risparmiare oltremodo e di non imbarazzare i parenti serpenti in tavoli predefiniti.
Potete scegliere come location un agriturismo al posto della classica (e noiosa) villa super lusso e prediligere un menu a base di maiale (che a me piace di più) al posto del vitello o del pesce. Molti consigliano il pollo, ma io vi dico di no: è troppo cheap, va bene risparmiare ma almeno manteniamoci sul maiale. Una idea fantastica sarebbe il menu vegetariano: chic, di tendenza e assolutamente low cost. In ogni caso informatevi sui prodotti disponibili sul territorio, così avrete cibo fresco e abbatterete i costi di spedizione e trasporto.
Per le bevande esistono moltissimi vini gustosi ma poco cari: qui bisogna fare una ricerca accurata. Un pessimo vino è qualcosa da evitare assolutamente perché peggiorerà anche il migliore dei rinfreschi.
Abbandonate l’idea di servire champagne e scegliete lo spumante italiano: più dolce e meno caro (a me piace molto di più). Non organizzate il tavolo dei confetti: è davvero inutile. Per quanto riguarda la torta, invece, fatela farcire con frutta di stagione e scegliete fiori freschi per la decorazione: sono più belli e costano meno di quelli di zucchero.

Uccidete le bomboniere

Per me dovrebbero sparire dalla faccia della terra, ma sono meridionale e ben cosciente che ciò non accadrà mai.
Se proprio vogliamo vederle sopravvivere perché non considerare l’idea di realizzarle da sole? Io confezionerei una bella marmellata agli agrumi (forse perché in casa ho tanti vasetti di vetro) oppure offrirei semplicemente confetti (a mandorla e non a quei gusti super strani che costano un botto e non sono tradizionali).

Musica

La musica è fondamentale: qui bisogna speculare. Durante la cerimonia si può chiedere ad esempio la partecipazione di qualche gruppo musicale emergente (che ci piaccia) o di qualche artista singolo. Si potrebbe creare una play list ad hoc sull’iPod e farla diffondere in tutti i luoghi della cerimonia (così farei io). Per il post cena invece il dj vi costerà meno del complesso e secondo me, sempre se seguisse alla lettera le mie disposizioni, sarebbe anche più divertente.

L’evoluzione di Superman (FOTO)

Gli anni passano e Superman resta uno dei supereroi più amati. Imitato dagli uomini, invidiosi dei suoi muscoli d’acciaio, e adorato dalle donne per il suo carisma e – ammettiamolo – quella tuta blu e rossa sempre più stretta al passo coi tempi, Clark Kent ha debuttato nel suo primo fumetto creato dalla penna di Jerry Siegel e Joel Shuster nel lontano 1938.

La storia di Superman la conoscono tutti: nato sul pianeta Krypton, il giovane Kar-El viene inviato sulla Terra prima che il suo pianeta natale esploda. La sua navicella spaziale viene ritrovata da una coppia, Jonathan e Martha Kent, che, inteneriti dal piccolo, lo adottano e lo crescono come figlio loro nella cittadina di Smallville, dandogli il nome di Clark. Proprio sulla Terra, il futuro Superman inizia man mano a conoscere e sviluppare i suoi poteri, frutto di una capacità sovrumana, quali super velocità, vista a raggi X, invulnerabilità (tranne alla kryptonite) e successivamente saprà anche volare.

Dal fumetto di Superman sono stati tratti film, serie televisive e cartoni animati. Anche se Clark Kent è stato interpretato da diversi attori, il carattere dell’Uomo d’Acciaio è rimasto lo stesso: timido e impacciato giornalista del Daily Planet che indossa gli occhiali da vista per passare inosservato. Ma al momento del bisogno gli basta chiudersi nella mitica cabina e cambiarsi d’abito, rivelando il suo costume blu con mantello rosso e la S gialla sul petto. Come si è evoluto Superman nel corso degli anni? Abbiamo selezionato alcuni modelli più famosi.

In principio c’era George Reeves, che ha interpretato il supereroe nei film e nella serie tv degli anni ’50 in bianco e nero. La tuta era ancora un po’ goffa, larga e con il super-mutandone che oggi ci farebbe sorridere. Superman veniva presentato come un grosso ragazzone che fa a pugni con i malviventi e fa breccia nel cuore di Lois Lane, il grande amore di Clark, che lavora nella sua stessa redazione.

Negli anni ’70 arrivò quel ragazzo chiamato Christpher Reeves, forse il Superman più famoso ancora oggi. Bello, affascinante e galantuomo con la tuta, eppure perennemente impacciato davanti alla scatenata giornalista Lois Lane. Stavolta il supereroe è adattato alla moda di fine anni settanta e inizio ottanta, dandogli un fisico più snello, mettendo in mostra i pettorali e riducendo l’ingombrante mutandone.

All’inizio del 2000 Superman approda nella serie tv Smallville con protagonista Tom Welling, che vestirà i panni del giovane Clark per dieci anni. Il telefilm esplora gli anni del liceo e successivamente quelli del mondo del lavoro del nostro supereroe, il cui cuore è conteso tra Lana Lang, l’amore della sua adolescenza, e l’ormai storica Lois Lane, l’amore maturo. Purtroppo lo vedremo con la tuta di Superman solo verso la fine della serie. Oltre ad avere la faccia da bravo ragazzo, questo Clark Kent sa essere umile verso il suo prossimo, combattendo già le prime battaglie nei suoi anni di scuola.

Nel 2006 Brandon Routh interpreta Superman nel film Superman Returns, anello che unisce Superman e Superman II. L’attore, per entrare nel ruolo, si è sottoposto a un intenso allenamento per aumentare la massa muscolare e i risultati si vedono. Clark Kent viene presentato come il classico bello ma timido e innamorato, come sempre, di Lois Lane.

Negli ultimi anni, Superman ha cambiato completamente la sua tuta, optando per una aderentissima come quella indossata da Henry Cavill, perfetto nelle vesti dell’Uomo d’Acciaio, che calza a pennello nel suo nuovo costume. Il Superman moderno è dark e lo si nota nella tuta blu-nera senza mutandone, oltre ad essere un uomo fortemente protettivo verso la sua Terra e l’amata Lois Lane, che qui è una giornalista più in gamba e attiva rispetto al passato, pronta a seguire il suo uomo ovunque.

Tra passato e presente, quale tra questi Superman è quello che le donne vorrebbero?
Un Clark Kent buffo e timido, oppure il supereroe di tutti i giorni protettivo e salvatore della Terra?