sabato, 20 Dicembre 2025

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Tutto quello che dice la nostra stretta di mano

credits photo: meteoweb.eu

Non serve parlare per comunicare, anche una semplice stretta di mano è sufficiente. Anzi, questo gesto, spesso sottovalutato, trasmette dei segnali importanti più di quanto siamo abituati a pensare. Infatti contiene dei messaggi chimici subliminali che informano gli altri sullo stato della nostra psiche, facendo capire se siamo propensi ad instaurare relazioni sociali.

A rendere note queste scoperte è stata la rivista eLIFE pubblicando uno studio effettuato dai ricercatori e diretto da Noam Sobel. Ciò che si evince è sorprendente: attraverso una semplice stretta di mano rilasciamo e ci scambiamo sostanze endogene simili a quelle di segnalazione sociale rilasciate dagli animali.

Effettuando la ricerca gli studiosi israeliani hanno rilevato anche un’abitudine degli uomini a cui nessuno aveva fatto caso fino ad ora. A quanto pare ognuno di noi passa un bel po’ di tempo della vita ad annusarsi le mani. Ma non finisce qui: ogni volta che portiamo la mano vicino al naso, o lo tocchiamo, il nostro flusso inspiratorio aumenta significativamente senza che noi ce ne accorgiamo.

Vi state chiedendo come abbiano fatto i ricercatori a scoprire tutto ciò? Hanno filmato la faccia delle persone dividendole in aeree topografiche per capire quanto la mano si avvicinava al naso. Nel frattempo veniva costantemente tenuto sotto controllo il flusso respiratorio. I soggetti, con un guanto chirurgico sulla mano destra, venivano poi fatti incontrare con una persona estranea che gli porgeva la mano. Infine gli studiosi hanno analizzato le sostanze rimaste intrappolate nel guanto giungendo così alla sorprendente scoperta.

Dai filmati si sono potute notare delle sostanziali differenze tra le reazioni quando ad incontrarsi sono persone dello stesso sesso o persone del sesso opposto. Se ad incontrarsi sono due maschi o due donne la tendenza ad annusarsi la mano destra aumenta sensibilmente, mentre diminuisce per quella sinistra. Se invece ad incontrarsi sono persone del sesso opposto la situazione si inverte.

L’amore ai tempi del cancro (FOTO)

È spesso quando viviamo le epoche più dure e buie della nostra vita che sentiamo in maniera più profonda l’amore e l’affetto nei confronti delle persone che ci stanno intorno. Il fotografo Randy Bacon ha fotografato più di 50 sopravvissuti al cancro per il suo progetto (ancora non completato) “Sweet Life“, arrivando a scoprire che l’amore è davvero l’unica cosa che abbiamo tutti quanti in comune.

Il filo che lega tutti i sopravvissuti è appunto la vita intesa come dono – afferma Randy Bacon – Quando qualcuno si ritrova faccia a faccia con la nuda e cruda realtà della propria possibile morte, immediatamente riesce a distinguere ciò che è veramente importante da ciò che invece non lo è“.

Cose che sembravano imprescindibili fino a un momento fa, come la carriera, l’accumulo di beni di proprietà, e la miriade di altri obiettivi egoistici esistenti, tutto subito sembra frivolo e inutile. Mentre, invece, i tuoi cari, che ti prestano aiuto e vivono giornate pienissime assieme a te, diventano qualcosa di impagabile, senza prezzo“.

Randy Bacon ha cominciato a lavorare a questo suo progetto fotografico quando lo Hulston Cancer Center di Springfield (in Missouri) lo incaricò di immortalare nove sopravvissuti al cancro per un’esibizione permanente nella loro struttura ospedaliera.
Avendo perso, a propria volta, più amici a causa del cancro, Randy si era deciso fermamente a non mettere in luce il dolore, le cicatrici, l’angoscia né nessun altro aspetto negativo della malattia. Al contrario, egli ha deciso di mostrare quanto dolce la vita possa essere seppur avendo a che fare con circostanze del genere.

Bacon crede fermamente che, pur non avendo sperimentato niente del genere sulla nostra pelle, tutti possiamo imparare qualcosa dai sopravvissuti da lui fotografati, perché tutti andiamo incontro a delle difficoltà prima o poi nella vita: “Che sia sconfiggere il cancro o un’altra malattia mortale, che si tratti del divorzio o della perdita del proprio posto di lavoro, dei propri sogni non realizzati, di dipendenza, di incidenti tragici: tutti abbiamo dei problemi da risolvere. Vedere queste persone che sprigionano speranza, amore, vita piena, forza e gioia è qualcosa di assolutamente ispirante. E ne abbiamo bisogno“.

Perdono? C’è chi lo chiede al posto tuo

La notizia ha sconvolto anche me, lasciandomi in uno stato di incertezza piuttosto difficile da decifrare. A quanto pare in Giappone hanno bisogno di qualche iniezione di ‘normalità’, considerata la nascita di agenzie che si occupano di ‘chiedere scusa’ al prossimo.
Avete capito bene: se te la fai sotto come un poppante, e non riesci ad aprire il tuo cuore alla persona a cui hai fatto un torto, puoi pagare qualcuno che lo faccia al posto tuo.

Troppo orgogliosi? No problem. Basta sganciare un pò di denaro, e in Giappone c’è chi vi solleva da un compito spiacevole.
E la cosa più divertente è che pare che ci sia addirittura un tariffario per ogni prestazione: si va dai 100 euro per le scuse fatte al telefono o via mail, ai 200 per quelle fatte di persona. Ma la cosa che mi diverte oltremodo è che il prezzo potrebbe lievitare in caso di contenuti extra: proprio come quando al Mc Donald pagate i 50 centesimi di differenza per il caramello sopra al gelato alla vaniglia, in Giappone paghi il supplemento se ritieni che le scuse vadano fatte con l’aggiunta di qualche lacrimuccia.

La cosa più triste è che la notizia non è una bufala, e che veramente esiste una realtà nella quale si può pagare qualcuno per compiere degli atti ‘personalissimi’.
Ma se credete che le vostre richieste di perdono vengano affidate a personaggi ‘approssimativi’, vi sbagliate di grosso: le ‘agenzie di scuse’ formano i propri dipendenti su come comportarsi a seconda della gravità della situazione per cui si vuole chiedere scusa. Insomma il vostro sostituto sarebbe qualcuno che ha studiato con attenzione il vostro caso, e che è stato formato appositamente per sostituirvi.
In un mondo già freddo, fatto di incerte controfigure, ci mancava solo l’avatar da mandare in missione per il perdono.

Se le coppie Disney usassero gli sms (FOTO)

Povere principesse Disney. Nell’era moderna le nostre eroine ne hanno passate di tutti i colori, dal sovrappeso all’invecchiamento, ma vi siete mai chiesti cosa avrebbero fatto con un cellulare in mano?

Il pranzo è pronto? Vi manca il vostro principe azzurro? Niente paura, ci pensano gli sms e Whatsapp a fare il resto. Basta piccioni viaggiatori quindi e spazio alla tecnologia. Speriamo che le principesse Disney abbiano un buon wi-fi all’interno del proprio castello.

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Il linguaggio usato da Ariel è ancora quello legato “In fondo al Mar”, perciò Eric le consiglia di imparare i termini degli esseri umani da qualcuno che sia un umano a tutti gli effetti, e non dal gabbiano Scuttle – che ricordiamo, consigliò alla Sirenetta di usare una forchetta ‘arricciaspiccia’ come pettine.

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Biancaneve ha preparato la cena e manda un sms al principe scrivendo di dire ai nani di lavarsi le mani prima di sedersi a tavola. Ma scavare per cercare diamanti li ha resi stanchi, quindi lo faranno dopo. Biancaneve quindi passa alla simpatica minaccia: “Se non ve le lavate, non mangerete finché non incontrerete una vecchia strega che vi regala tante mele.” Al suo principe non resta che obbedire.

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A.A.A. cercasi Aurora. Il principe Filippo potrebbe mandarle messaggi fino all’infinito, ma la bella addormentata resterebbe beatamente a dormire nel suo letto, per poi usare la scusa “Ho dimenticato il telefono in camera”. Sì, le crediamo!

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Pocahontas ha problemi di server e di connessione nel suo villaggio. Forse John Smith farebbe prima ad andare a trovarla dall’Inghilterra al Nuovo Mondo.

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E infine Shang che ricorda come nel suo motivetto per incoraggiare i giovani soldati a combattere per l’Impero Cinese avesse detto “Mi hanno inviato figlie quando ho richiesto figli?”, realizzando solo ora che l’unica donna tra la sua truppa era in effetti Mulan. Santa donna, che deve amarlo troppo per rispondergli “Tesoro, sei fortunato ad essere bello.” Perché in quanto intelligenza, è meglio non commentare.