sabato, 20 Dicembre 2025

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Giovani e lavoro: le 10 città più vivibili (FOTO)

Secondo il Youthful Cities Affordability Index, la città più conveniente per i giovani è Parigi. La piattaforma multimediale che valuta le metropoli sulla base di nove fattori, tra cui il salario minimo, l’alloggio e il prezzo delle uova, ha dichiarato che la capitale francese sarebbe la meta ideale per vivere. Soprattutto per i giovani che cercano lavoro.

In realtà, bisogna valutare molti fattori. Secondo gli studiosi, la città romantica per eccellenza, Parigi è in vetta a questa classifica grazie al salario minimo tra i più alti del mondo, che è stato considerato uno degli elementi più importanti per i ricercatori: i lavoratori qui, infatti, ricevono almeno 12,84 dollari per un’ora di lavoro – rispetto agli 8,63 dollari a Londra.

Sfatato il mito della città inaccessibile per costi e opportunità, al secondo e al terzo posto troviamo Toronto e Los Angeles, che tutto sommato non stupiscono; ma lo stesso non si può dire di molte altre posizioni in classifica, come Berlino, ad esempio.

La città tedesca, contemporanea per eccellenza, è solo quinta in classifica, grazie agli affitti economici. Sorprendente anche la settima posizione di Roma, che di certo non gode di ottima fama e non è così ambita come destinazione finale degli emigranti di tutto il mondo. Così come sembra curioso trovare Londra al decimo posto della top ten.

“Sappiamo che l’accessibilità è la priorità assoluta per i giovani”, si legge nel rapporto degli studiosi. “E i risultati di questo indice dimostrano il ruolo importante che un salario minimo equo gioca sulla convenienza complessiva di una città. Parigi, la città più conveniente, si trova al primo posto in gran parte a causa del suo alto stipendio di base”.

Ecco quindi la classifica delle città più vivibili per i giovani, non solo in base al salario, ma grazie a una media di elementi che le rendono accessibili ed elevano il tenore di vita:

10. LONDRA, UK

londra

6,80 euro

9. TOKYO, GIAPPONE

tokyo

8 euro

8. NEW YORK, USA

NY

5,70 euro

7. ROMA, ITALIA

roma

8,80 euro

6. DALLAS, USA

dallas

5,70 euro

5. BERLINO GERMANIA

berlino

8,70 euro

4. CHICAGO, USA

chicago

6,50 euro

3. LOS ANGELES, USA

LA

6 euro

2. TORONTO, CANADA

TORONTO

8 euro

1. PARIGI, FRANCIA

parigi

10 euro

Decluttering, riordinare gli armadi senza stress

Ogni volta che affrontiamo la grande impresa di fare il cambio stagione del nostro armadio ci capita di trovare vestiti, e capi vari, di cui avevamo dimenticato l’esistenza. Alcuni di questi sono il frutto di uno shopping sfrenato e poco razionale, altri invece sono dei regali poco desiderati. Fatto sta che il nostro armadio è spesso strapieno di abiti che non abbiamo mai messo e ne metteremo mai, ma di cui non riusciamo a disfarci perché “non si sa mai, potrebbe tornare di moda”.

Come fare per liberarsi del superfluo senza stress? In America sta circolando un metodo di origine giapponese ideato da Marie Kondo, autrice di The Life-Changing Magic of Tidying Up.
Secondo la Kondo bisogna buttare tutto ciò che non ci porta gioia: i jeans che ci stanno stretti, un maglione dal tessuto fastidioso che provoca prurito, un vestito scolorito, una camicia fuori moda, eccetera. Al contrario, bisogna conservare solo i capi che ci rendono felici e che, una volta indossati, provocano in noi una scintilla di gioia: un vestito che ci snellisce, vari capi colorati, i nostri jeans preferiti etc.

Dopo aver buttato il superfluo è giunto il momento di riordinare il nostro armadio in blocchi. Così Marie Kondo consiglia di appendere i capi in base al colore o alla pesantezza, oppure i jeans, pantaloni, gonne da un lato, mentre magliette, vestiti, cardigan etc nell’altro. “Perché gli abiti – spiega – sono come le persone, amano stare con i propri simili”. In questo modo non solo avremo messo ordine nel nostro armadio, ma anche nella nostra vita perché- secondo quello che sostiene la Kondo- “mettere in ordine è un dialogo con se stessi”.

Brittany Maynard, malata terminale, realizza il suo ultimo desiderio: visitare il Gran Canyon

La storia di Brittany Maynard ha commosso gli USA. A soli ventinove anni ha scoperto di avere un tumore al cervello. Dopo un’operazione e un ciclo di cure, in aprile i medici le hanno detto che il cancro era tornato più aggressivo di prima, e le restavano solo sei mesi di vita, da trascorrere tra atroci dolori. Brittany però ha preso una coraggiosa decisione: morirà in Oregon, dove è permesso il suicidio assistito, preferendo quindi una “dolce morte” per andarsene “con dignità”, stabilendo anche il giorno della sua morte, il 1° novembre.

A 48 ore dal suo addio, Brittany Maynard ha deciso di realizzare il suo ultimo desiderio visitando il Gran Canyon insieme alla sua famiglia, slittando di un giorno la data della sua morte. “Questa settimana io e la mia famiglia abbiamo viaggiato per il Grand Canyon, grazie alla gentilezza degli americani di tutto il Paese che mi sono venuti incontro per far sì che i miei ultimi desideri prima di morire divenissero realtà.” Queste le parole che Brittany ha scritto sul suo diario online. “Il Canyon era incredibilmente bello, mi ha lasciata senza respiro. E ho passato il mio tempo con le due cose che amo di più: la mia famiglia e la natura”.

Fino a un anno fa, Brittany conduceva una vita felice. Dopo il giorno del suo matrimonio con Dan, la donna inizia ad accusare diversi mal di testa, e a gennaio scopre la diagnosi finale: cancro al cervello. Inizialmente, i dottori le hanno dato dieci anni di vita, ma i dolori hanno iniziato a manifestarsi più frequentemente, e quindi a Brittany non restavano altro che sei mesi di vita. Ha iniziato a fare una lista di cose che vorrbb fare prima di morire, e l’ultimo desiderio è stato realizzato il 30 ottobre, visitando il Gran Canyon con suo marito e la sua famiglia.

“Purtroppo” – si legge sul suo blog, “è impossibile dimenticare il mio cancro. Forti mal di testa e dolore al collo non sono mai lontani, e purtroppo la mattina dopo la visita al Grand Canyon ho avuto la mio peggior crisi finora. È stato un duro richiamo che i miei sintomi continuano a peggiorare così come il tumore continua a seguire il suo corso.” Brittany e i suoi famigliari si sono trasferiti in Oregon, dove esiste una struttura, la Compassion & Choices, che permette ai pazienti di morire con l’aiuto di un farmaco.

La scelta di Brittany ha sollevato un polverone, e lei si è difesa con la campagna “Brittany Maynard Found”, combattendo perché altri Stati diano il via libera alla prescrizione degli stessi farmaci. Grazie ad una legge del 1997, nello Stato – oltre che in Vermont, Montana, New Mexico e Washington – i malati terminali hanno infatti la facoltà di porre fine alle loro sofferenze. Da quando è entrata in vigore la norma, 1.173 persone hanno ottenuto la prescrizione per i farmaci, ma poi solo 752 li hanno utilizzati per morire. “Il mio sogno”, dice, “è che ogni americano nelle mie condizioni possa scegliere di morire se lo desidera”.

Brittany Maynard morirà nel suo letto nello stato dell’Oregon, circondata da suo marito, i suoi genitori e la sua migliore amica.

Non più bad boy, le donne preferiscono i bravi ragazzi

Per tanto tempo si è pensato che il prototipo di uomo preferito dalle donne sia il bad boy, quello cattivo, misterioso, insensibile e arrogante, quello che si fa desiderare e che non si sbilancia troppo con i sentimenti. L’uomo dallo sguardo provocatorio come Jonathan Rhys-Meyers e dal fascino di Hugh Grent.

Ma secondo una ricerca, pubblicata sul Journal of Positive Psychology, non è più così, le donne preferiscono i bravi ragazzi. Infatti il dottor Daryl Van Tongeren dell’Hope College in Michigan, autore della ricerca, ha ammesso che l’umiltà è un tratto fondamentale della personalità perché è utile a far rimanere le relazioni salde. Il dottor Van Tongeren e i suoi colleghi hanno realizzato tre studi sulla personalità coinvolgendo uomini e donne, mentre il terzo test, invece, riguardava le relazioni a distanza e il tradimento.
Il risultato dei tre studi ha riportato che sia gli uomini che le donne preferiscono avere a loro fianco una persona dal carattere umile. Secondo il risultato del terzo test invece, sia uomini che donne sono più propensi ad accettare una relazione a distanza e a perdonare il tradimento da parte del partner dal carattere umile, rispetto a quello dal carattere presuntuoso. Inoltre, i partecipanti hanno creduto che un tradimento da parte loro possa essere perdonato dal partner umile, al contrario di quello dal carattere opposto.

I ricercatori hanno creduto che le persone umili siano più sincere, cercano di capire rapidamente il punto di vista del partner e tentano di ricostruire il rapporto in caso di rottura, mentre i partner arroganti possono agire sulla difensiva, negare l’evidenza e dare la colpa al/la compagno/a.

Sfatiamo quindi il mito che le donne preferiscono il bastardo, colui che le tratta male e che le fa soffrire. La verità è che le donne si sono stancate di vivere amori surreali, fatti di dispiaceri, dubbi e poche certezze, e di stare in un continuo stato confusionale a causa del comportamento poco chiaro di lui. Il vero uomo che ogni donna cerca è quello presente, romantico e che dia sicurezza, ma soprattutto privo manie di grandezza e di ego.