martedì, 16 Dicembre 2025

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Cinema e cibo al Roma Film Fest 2014

Il Roma Film Fest 2014 inizia ad entrare nel vivo e lo fa con l’evento Short Food Movie, un progetto promosso dalla Fondazione Cinema per Roma (che dal 2007 organizza il Festival) e dal Centro Sperimentale di Cinematografia nell’ambito di Expo Milano 2015. Il Blog di Lifestyle ha seguito l’evento dal vivo.

Il progetto nasce con l’intento è quello di raccogliere, attraverso il sito del Short Food Movie, contributi video della durata dai trenta ai sessanta secondi, provenienti da tutto il mondo e ispirati al tema dell’Expo: Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita.

L’evento è iniziato con una serie di proiezioni, seguite da una tavola rotonda alla presenza di Dario Franceschini (Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo) e di varie personalità di spicco che presenzieranno all’Expo di Milano 2015, tra cui Sabrina Fiorentini dell’Associazione Italiana Food Blogger. Nel corso della discussione, è stato approfondito il tema, che verrà affrontato nuovamente all’Expo di Milano 2015, riguardante il nostro pianeta e i problemi che ne conseguono sul mal utilizzo delle risorse energetiche.

Uno sguardo importante è stato rivolto al rapporto tra cinema e cibo. “Sono convinto che anche il mondo del cinema possa offrire un contributo considerevole sul tema della sicurezza alimentare, come strumento di divulgazione e per sensibilizzare il grande pubblico su una delle sfide più importanti a livello globale”, ha dichiarato Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali con delega Expo Milano 2015.

Short Food Movie è uno dei quattro progetti globali prescelti da Expo Milano 2015 per promuovere l’evento nel mondo in collaborazione con il programma delle Nazioni Unite “The Zero Hunger Challenge”. L’obiettivo di Short Food Movie è utilizzare gli strumenti offerti dalle nuove tecnologie per sensibilizzare la società sui temi come la salvaguardia del nostro pianeta, l’alimentazione e le risorse naturali che stanno scarseggiando, che saranno presentati all’Expo di Milano il prossimo anno. Chiunque può partecipare al progetto Short Food Movie: più persone sono coinvolte, e più il messaggio arriverà forte e chiaro. Feed you mind, film your planet.

Ebola: 3 buone ragioni per scongiurare il panico

Ancora un caso di contagio di Ebola per un medico americano del Texas, venuto a contatto con un paziente affetto da “male del momento”: giusto una settimana più tardi, la notizia di un’altra infermiera, questa volta spagnola, ammalatasi per ragioni analoghe. E, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità prevede un notevole aumento dei casi di Ebola in Africa Occidentale (per dicembre potrebbero essere tra le 5.000 e le 10.000 a settimana le persone contagiate), in tutto l’Occidente si diffonde il panico.

Eppure, dopo il primo caso statunitense diagnosticato a Dallas, sono stati più di 5.000 i falsi allarmi riscontrati dal Centro americano per il controllo e la prevenzione delle malattie: il virus, perciò, non è così contagioso come si pensa. Soprattutto all’interno di una società bene informata e dotata di un sistema sanitario adeguato: ecco, allora, tre buone ragioni per non cadere vittima del panico di fronte alla psicosi da Ebola che ormai impazza in tutto il mondo.

1. L’Ebola è meno contagioso di un raffreddore

I rischi di contagio in Occidente sono minimi in primo luogo perché il virus non si trasmette per via aerea, certo è mortale in un caso su due, ma è comunque meno contagioso di un raffreddore. Una persona affetta, per esempio, dal morbillo può arrivare a infettarne altre 18: un raggio d’azione molto più ampio di quello di un soggetto affetto dall’Ebola, che può infettare all’incirca 2 persone soltanto. A questo proposito, occorre ricordare che il contagio è possibile solo per contatto di liquidi biologici, come sangue, sudore, saliva e sperma, o di lesioni e mucose.

2. Il virus non è contagioso nel periodo di incubazione

Una persona affetta da Ebola non diventa contagiosa nell’immediatezza: bisogna aspettare la fine dell’incubazione, che può durare approssimativamente dai 2 e i 21 giorni. Il malato, poi, non diventa davvero contagioso se non dopo l’apparizione dei primi sintomi, che sono mal di testa e febbri importanti. Pertanto, in questo lasso di tempo, i soggetti che ignorano di essere portatori del virus non hanno alcun potere di infettare chi gli sta intorno.

3. I Paesi dell’Occidente sono i più preparati

Peter Piot, il professore belga che ha scoperto il virus Ebola nel 1976, ha dichiarato al quotidiano inglese The Guardian che persone portatrici del virus provenienti dall’Africa continueranno senza dubbio ad arrivare in Europa. Ma, a suo avviso, i Paesi europei sono preparati e le possibilità che la cosa diventi incontrollabile sono bassissime. Per esempio, i Paesi con delle buone infrastrutture sanitarie hanno i mezzi per isolare i pazienti che hanno contratto il virus e di sviluppare dei trattamenti sperimentali, come lo ZMapp e il TKM-100-802. Tuttavia, questi farmaci in via di sperimentazione non sono disponibili che in quantitativi ridotti: la comunità mondiale, dunque, non può che attenderne la prossima produzione industriale perché, una volta inviati in Africa occidentale, pongano fine all’epidemia.

Penelope Cruz eletta donna più sexy del 2014

Dopo due anni consecutivi sul podio, il mensile americano Esquire spodesta Scarlett Johannson dal trono di donna più sexy del mondo ed incorona al suo posto la bella Penelope Cruz.

Agli uomini piacciono le bionde e non solo. Infatti con questa nomination la quarantenne Penelope Cruz rappresenta non solo una rivincita per le donne more- dal momento che per diversi anni il titolo di donne più sexy del mondo è andato sempre a delle bionde- ma anche per le meno giovani, cioè quelle donne considerate un po’ più mature di età, dimostrando che si può esser sexy anche a quarant’anni. Penelope però non è solo tutta curve, sorriso smagliante e sguardo magnetico, ma è anche un’attrice di successo figlia del cinema d’autore.

Inizia la sua carriera lavorando in televisione ma il debutto cinematografico avviene alla fine degli anni 90 quando viene lanciata da Pedro Almodóvar. Successivamente Penelope comincia a lavorare in America a fianco di grandi attori come Johnny Depp e Tom Cruise, con cui ha avuto una relazione. Dopo aver vinto il David di Donatello come protagonista del film Non ti muovere, ottiene una candidatura agli Oscar diventando così la prima attrice spagnola ad ottenere questa nomina. Nel 2008 vince l’Oscar con il film Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen e nel 2011 diventa anche la prima attrice spagnola a ricevere una stella nella famosa Walk of Fame di Hollywood.

Oltre alle grandi soddisfazioni lavorative, Penelope ha anche realizzato il sogno di mettere su famiglia. Dal 2010 la Cruz è sposata con l’attore Javier Bardem da cui ha avuto due figli.
Bella, talentuosa e intelligente, l’iberica Penelope sembra non avere rivali nella battaglia dei più sexy e non teme le degne “rivali” e colleghe Angelina Jolie e Scarlett Johannson. Penelope sembra inoltre la degna erede dell’iconica Sophia Loren, da cui la Cruz ha più volte ammesso di ispirarsi.

Venerdì 17 porta davvero sfortuna?

Credit photo: cultura.biografieonline.it

La superstizione immagina le cose più stravaganti e grossolane, piuttosto che restare a riposo” scriveva Denis Diderot. E non ha tutti i torti, anzi. Non c’è da stupirsi se ancora tanta gente cambia strada quando un gatto nero gli passa davanti, gira con peperoncini nella borsa e cornetti attaccati ai cruscotti delle macchine e si dispera – toccando ferro – quando uno specchio si frantuma, per paura dei famosi “sette anni di guai”.

Venerdì 17

Non sorprendetevi nemmeno se qualcuno, stamattina, appena sveglio, tirerà un occhiataccia al calendario, non sopportando di vedere quel numero – il 17 – nella casella del venerdì. La paura che durante la giornata possa accadere qualcosa di negativo circonda tutti i superstiziosi. Perchè si sa, venerdì 17 non fa prevedere niente di buono, mai.

Perché si soffre di eptacaidecafobia?

Il nome fa paura, come il numero che lo rappresenta: infatti eptacaidecafobia significa paura folle del 17. Questa fobia, soprattutto quella associata al venerdì, ha origini lontanissime e, tra storia e leggende, tra superstizioni e credenze, è arrivata fino ai giorni nostri, influenzando i comportamenti e – in generale – la vita di molte persone.

L’eptacaidecafobia risale all’Antica Grecia: già i seguaci di Pitagora disprezzavano il numero 17, considerato incompleto tra i due numeri 16 e 18, perfetti per la loro rappresentazione di quadrilateri.

Anche nell’Antica Roma c’era questa superstizione, derivata da alcune iscrizioni che si trovavano sulle pietre tombali, in cui si incideva la parola latina “VIXI”, che significa “Ho vissuto”. Questa parola è l’anagramma del numero romano XVII, che corrisponde al 17 nel sistema di numerazione romano.

Sempre a Roma il numero 17 fu utilizzato per identificare una delle legioni romane durante la battaglia di Teutoburgo, combattuta contro i soldati germani di Arminio, che riuscirono a sconfiggere tre legioni: una di queste fu proprio la diciassettesima. Dopo quella guerra, i numeri 17, 18 e 19 – corrispondenti alle legioni battute – non furono più assegnati perché considerati piuttosto sfortunati.

Secondo la tradizione cristiana e, in particolare, stando a quanto si afferma nell’Antico Testamento, il “diciassettesimo giorno del secondo mese” è il giorno dell’inizio del Diluvio Universale. E, il venerdì, sempre secondo l’usanza cristiana, è il giorno malevolo in quanto, proprio di venerdì, Gesù è stato crocifisso.

Ancora oggi questo numero attira strane credenze ed è oggetto di diverse superstizioni. Basti pensare al fatto che nella Smorfia napoletana il 17 indica la disgrazia e che, in alcuni aerei o alti edifici, il numero 17 non compare nelle file o nei piani.

Sciocca superstizione

Nata da false credenze o leggende non importa, venerdì 17 è per moltissimi un giorno portatore di sfortune, disagi e chi più ne ha più ne metta. Bisogna ringraziare di tornare a casa sani e salvi.

Ma, venerdì 17, dopo tutto, è una superstizione, tipicamente italiana o comunque greco-latina. Perché, nonostante tutto, non dovete avere paura di questa così tanto temuta giornata: oggi, il tipico giorno di sventura, subirete la vostra parte giornaliera di sfiga, come l’avete avuta ieri e come l’avrete domani, non preoccupatevi.