giovedì, 18 Dicembre 2025

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Estate sì o no? Ecco come sarà il mese di agosto

Credits fotocomefareper.com

Ombrelli aperti, un caldo che stenta ad arrivare e temperature al di sotto della media. Si è presentata così l’estate 2014 in Italia ed è stata già definita una delle più anomale degli ultimi anni.
Non la peggiore in assoluto, ma indubbiamente rappresenta un caso, come ha sottolineato Marina Baldi, climatologa del Cnr-Ibimet a Rai News.

Non è stata ‘la peggiore’, ma una tra ‘le peggiori’ degli ultimi 70 anni. Giugno e luglio fino ad oggi sono stati caratterizzati da una forte dinamicità dell’atmosfera con perturbazioni ed instabilità che hanno portato precipitazioni oltre la media stagionale e brevi ma intense irruzioni di aria calda di origine subtropicale“.

E la pioggia nel mese di luglio ci ha fatto compagnia per un totale di 21 giorni al Nord, 14 al centro e 9 al sud.
Ma è davvero così una sorpresa quest’estate anomala? Secondo gli esperti, già lo scorso inverno avevamo avuto i primi segnali sul fatto che le stagioni stessero sovvertendo ogni regola, con poco freddo e poca neve. Il perché di quest’estate piovosa va ricercata quindi nei mesi precedenti quando si venne a creare una “configurazione meteorologica anomala” sull’Atlantico tra la fine del 2013 e l’inizio del 2014.

L’abbassamento della temperatura delle acque dell’Atlantico ha avuto a sua volta ripercussioni sull’andamento dell’estate e l’alta pressione africana, quella a cui si legano generalmente le ondate di calore, è molto debole per effetto del Monsone Indiano.

Il mese di agosto come sarà?

Purtroppo le notizie non sono positive e l’estate 2014 sarà instabile: “È ancora presto per capire dai modelli che tempo e che clima si avrà ad agosto, ma da una prima analisi non c’è da sperare tanto sul ritorno del caldo. Sarà un mese senza eccessi di caldo” ha dichiarato la climatologa Marina Baldi.

A dieta di pensieri negativi

“Prova costume” è la parola d’ordine ormai. Per perdere peso le proviamo tutte, dalla dieta degli uomini a quella Sosushi, dalle diete Detox a quelle estreme degli angeli di Victoria’s Secret.
Le proposte sono davvero tante, forse anche troppe.

Ma, nell’intento di rimetterci in forma, dobbiamo pensare anche a dei cambiamenti interiori, non solo a quelli esteriori. C’è come una sorta di metabolismo mentale perché dimagrire è prima di tutto una questione di pensieri e di emozioni.
Riuscirà difficile smaltire i chili di troppo accumulati nel tempo se prima non ci si rimodella interiormente, se non si ridisegna la propria immagine, movimentando i modi di pensare.
Liberiamoci da superfluo, alleggeriamo le nostre menti, concediamoci nuove forme, spogliamoci da ruoli imposti. Sicuramente agire su se stessi è un lavoro molto difficile e faticoso: rimettersi in forma, psicologicamente parlando, significa allontanare certi atteggiamenti mentali e pensieri pericolosi, attivare altri modi di approcciarsi ai problemi che la vita ci impone.

Tra le pesantezze più comuni c’è, infatti, l’abitudine. Ragionare nello stesso modo, dicendosi le stesse cose, analizzando le situazioni con identici criteri non può far altro che portarci a un comportamento sempre identico, ma non sempre efficace.
Abitudini, monotonie, banalità, ripetitività e passività ci rendono stantii; servono sogni, desideri, interessi, passioni, amori.

Non bisogna avere la mente sempre affollata di tanti pensieri, altrimenti non si riesce più ad accogliere la vita più autentica, le nuove idee e le emozioni, quelle di pancia. E anche dirsi che va tutto bene pur se non è vero ci fa male: cancellare dalla nostra consapevolezza difficoltà e tensioni emotive, finendo per reprimerci e alienarci da noi stessi può avere grosse ripercussioni anche a livello fisico.
Certo però non bisogna arrivare al contrario: lamentarsi, lamentarsi e ancora lamentarsi, orientando i pensieri solo in direzioni negative distrugge la nostra autostima e, con il tempo anche noi stesse.

Non covate rancori, non rimuginate sugli insuccessi – ma non dimenticateli mai – non coltivate la negatività e l’insofferenza. Imparate a stare meglio con voi stesse anche psicologicamente; perdere chili dopo sarà più facile.

[Credit: repubblica.it]

Selvaggia Lucarelli, la proposta di matrimonio al Ministro Boschi diventa una petizione on line

Cerchi marito? Ti sposo io.

Così Selvaggia Lucarelli qualche giorno fa intitolava la sua lettera al Ministro per le Riforme Costituzionali e per i Rapporti con il Parlamento Maria Elena Boschi, dalle pagine del quotidiano Libero.

Tocco pungente misto a ironia: tanto è bastato per far viaggiare le parole di Selvaggia Lucarelli che in poche ore sono diventate un tormentone. Selvaggia non ha risparmiato, da donna a donna, qualche critica anche al look della Boschi, che puntuale ha risposto: “Onestamente non me ne può importare di meno, ormai non ci faccio più caso, Credo che non sia giusto per le ragazze più giovani di me che si impegnano ma che poi pensano che saranno giudicate, diversamente da quel che accade con gli uomini, per come ti vesti o ti stiri i capelli“.

E la proposta di matrimonio? Non è ovviamente passata inosservata sul web e c’è chi ha anche aperto una petizione on line per far convolare a nozze la Lucarelli e la Boschi.

Lui è Luca Baldini, promotore dell’iniziativa e ne ha parlato con Blog di Lifestyle.

Luca come mai quest’idea?

Seguo da tempo Selvaggia Lucarelli, da quando era fidanzata con il figlio di Pappalardo, la trovo molto brillante, è divertente, mai banale ed arguta. Ho letto l’articolo che ha scritto su Libero dove chiedeva alla Boschi di sposarla.

Un pezzo molto ironico, dove di fondo veniva detto che se alle parole non seguono i fatti la situazione non cambierà. Contemporaneamente era un paio di giorni che pensavo a quante persone provano ogni giorno a fare dei cambiamenti concreti anche molto piccoli, ma continuano a provarci…

E quindi hai scelto di aprire una petizione on line per dare un seguito alla lettera di Selvaggia Lucarelli?

In realtà non sono un grande fan della democrazia diretta e della rete come panacea di tutti i mali, ma ho pensato di unire le due cose: di prendere spunto dalla lettera di Selvaggia per cercare di usare un mezzo molto serio (se vogliamo Serioso) come Change.org per provare a mandare un messaggio con uno stile più ironico.

Che tipo di messaggio hai voluto lanciare?

Il fidanzamento sarebbe la via migliore per dimostrare con i fatti che c’è una seria intenzione di cambiare culturalmente l’Italia, insieme poi sarebbero una vera forza della natura e mediaticamente non si parlerebbe d’altro.
Il primo freno ad un’Italia moderna, sono gli italiani e la loro naturale propensione alla tradizione, il cambiamento spaventa, siamo un popolo con una zona di comfort enorme!

Selvaggia Lucarelli ti ha risposto?

Sì, attraverso un post su twitter.

E se il Ministro Boschi dovesse rifiutare, hai un’altra proposta per Selvaggia Lucarelli?

Beh sì, lei dovrebbe sposare Kaddour Kouachi che qualche tempo fa le scrisse una proposta di matrimonio stupenda.
Della serie, se non rose…

Tutto quello che non vi avevano detto sul selfie

Più del 40% delle persone tra i 18 e i 34 anni si scattano almeno un selfie alla settimana, e una buona parte di loro li ritocca pure. Stando ai dati emersi da un’infografica della Sony creata per promuovere la sua nuova campagna “Pro Selfie Smartphone”, le principali modifiche apportate agli autoscatti riguardano i difetti della pelle (33%), l’ovale del viso (16%), il colore della pelle (15%), la grandezza degli occhi (5%), le labbra (5%) e il colore degli occhi (4%). Soltanto il 2% afferma invece di non ritoccare mai i propri selfie.

L’incremento dei selfie non mostra alcun segno di calo – scrive la Sony – Si tratta di una pratica che dal 2012 è aumentata del 17.000% – e che ha visto persino la normalizzazione linguistica del termine, aggiunto ufficialmente all’Oxford English Dictionary nel 2013“.
L’azienda di elettronica ha peraltro rilevato che le donne si scattano selfie 1,3 volte in più rispetto agli uomini. Ma non è tutto: se erano in tanti a credere che la città dell’autoscatto per antonomasia fosse New York, pare proprio che la Grande Mela sia stata invece surclassata da Makata City nelle Filippine, che l’ha fatta scivolare al secondo posto della classifica.

L’infografica della Sony offre inoltre ulteriori informazioni, anche di carattere storico: è da queste che si può apprendere che, malgrado si credesse fosse un fenomeno di recente creazione, l’hashtag #selfie esiste in realtà da ben 10 anni, essendo apparso per la prima volta sul sito di photo-sharing Flickr nel 2004.

E il primo selfie della storia? Si crede che a scattarlo sia stato Robert Cornelius addirittura nel lontano 1839, adottando peraltro la tecnica del dagherrotipo ovvero il primo procedimento fotografico riuscito grazie all’uso di una lastra di rame ricoperta elettroliticamente di uno strato d’argento.