giovedì, 2 Maggio 2024

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Cityteller: l’app che ci fa viaggiare coi libri

Le parole di un libro, si sa, possono prendere vita. Ed è proprio grazie a quelle parole che possiamo vivere amori impossibili, guerre ingiuste, malattie che ci auguriamo di non avere mai e sogni irrealizzabili; è grazie a quelle parole che possiamo vivere in un luogo in cui, in realtà, non siamo mai stati.

Proprio come un libro racchiude racconti, persone, emozioni, così anche un luogo ci parla attraverso racconti, persone, emozioni. Dall’intreccio di queste due cose nasce l’app Cityteller: una mappa geo-emozionale che racconta le città attraverso i romanzi, e grazie al contributo degli utenti.

Dalla Roma di Dan Brown alla Piombino di Silvia Avallone, alla Napoli di Luciano De Crescenzo: il leggere e il viaggiare non sono mai stati tanto intersecati come ora.
Il concetto fondamentale è quello di storytelling: capacità che da la possibilità agli utenti di condividere la propria esperienza di scoperta dei luoghi attraverso i libri, raccontando i posti in cui sono ambientati.
Si tratta di un’app magica, ricettacolo di emozioni scaturite dal racconto di qualsiasi cosa. È magnifico come ogni utente possa raccogliere le informazioni sulla città o sul luogo che intende visitare semplicemente leggendo estratti e citazioni di svariati libri famosi.

Cityteller è un’applicazione facilmente scaricabile sul proprio telefonino o sul tablet ( disponibile sia per iOS che per Android) basata – appunto – sulla geolocalizzazione.


Funziona così: accedendo dal proprio dispositivo, il sistema chiederà all’utente l’autorizzazione al rilevamento della propria posizione, così da poter vedere su una mappa dei marker, simboli che indicano la presenza dei contributi geo-localizzati. Cliccando sui marker compariranno gli estratti di libri famosi postati da altri utenti che descrivono il luogo che volete visitare.
Un’applicazione e tanti scrittori: il contributo è visualizzato attraverso una scheda di presentazione del libro contenente le informazioni relative al titolo, all’autore e alla casa editrice, indicati da chi inserisce la citazione (e magari una foto del luogo con un’atmosfera simile a quella narrata). In questo modo non solo si può avere un’idea di cosa visitare nelle vicinanze, ma si ha anche l’opportunità di raccogliere informazioni a riguardo attraverso piacevoli letture.

Ciascuno diventa Cicerone per gli altri. “È un meccanismo attraverso il quale il reale dà concretezza all’immaginazione, la fa specchiare nella realtà in cui nasce” – dicono gli inventori (l’app è un prodotto di Studioand) che hanno riunito l’interesse per il territorio, l’amore per la letteratura e la passione per la tecnologia in un unico, grande risultato.

Sono incinta, i modi più bizzarri per dirlo

Annunciare la propria gravidanza è forse uno dei momenti più emozionanti nella vita di una donna. Può essere dolce, fantasioso, classico o bizzarro a seconda del proprio carattere e di come si sceglie di condividere un momento così intenso con il proprio compagno o con il resto della famiglia. C’è chi decide di riferirlo in maniera riservata a pochi intimi e chi invece è spinto dall’impulso di urlarlo letteralmente al mondo intero, oggi più che mai in senso figurato.

Ci pensano infatti Facebook, Twitter o Instagram a urlare per noi, risparmiandoci la fatica. Nell’era della comunicazione però il classico “sono incinta” con tanto di lacrimuccia pronta a solcare le guance della futura mamma, di amici e parenti non basta più. L’avvento dei social network e la febbre da selfie sta trasformando un momento così commovente e personale in un fenomeno virale, in cui le idee più originali e divertenti fanno il giro del web. La cosa più importante è non apparire scontati e noiosi, ma superare la commozione con una bella risata nell’attesa del nascituro.

C’è chi si infiocchetta la pancia con un nastro rosa o azzurro, come se fosse un pacco di Natale e chi invece si immortala con la testa china sulla tazza del wc, sdrammatizzando su uno degli effetti caratteristici della gravidanza. C’è chi, all’insegna della creatività e dell’ironia, mette a confronto il proprio “pancino da terzo mese” con quello da bevitore di birra del marito e chi inforna simbolicamente una pagnotta in forno. Alcuni sono più fortunati e lasciano che alcuni personaggi famosi diano la grande notizia al loro posto, come nel caso di Will Smith. Un annuncio che non passerà certamente inosservato.

Ti amo in tutte le lingue degli uomini (FOTO)

Se per baciarti dovessi poi andare all’inferno, lo farei. Così potrò poi vantarmi con i diavoli di aver visto il paradiso senza mai entrarci.”- William Shakespeare

Eravamo insieme, tutto il resto del tempo l’ho scordato.”- Walt Whitman

E ancora, “Don’t want to close my eyes, I don’t want to fall asleep cause I’d miss you baby and I don’t want to miss a thing”-Aerosmith

Ci sono poeti, scrittori, artisti, cantanti, nati per parlare d’amore. E poi ci sono i fidanzati. Quelli che pensano di cavarsela con qualche onomatopea, pochi suoni gutturali e qualche frase prodotta dall’immediato lavoro degli esigui neuroni attivi dopo un sentito “ti amo”.

Perché esprimere un sentimento non è una cosa da uomini. È roba per donnette, non per loro, eterni maschi alfa così possenti, sicuri, spavaldi. Fin quando non hanno il raffreddore.

E dunque, nonostante le occasioni siano servite su così tanti piatti d’argento da far invidia al corredo della nonna, quello che si riesce ad ottenere è spesso un grugnito. O se si è particolarmente fortunate, un doppio grugnito. O una parola d’assenso, che nei migliori casi è “anch’io” nei peggiori è “idem”.

Nonostante questo deficit della favella maschile, qualche raro esemplare prova a superare difficoltà grammaticali, culturali, spazio-temporali e idiomatiche, cimentandosi in divertenti tentativi d’espressione, che, veicolati dai social, fanno parecchio sorridere noi fruitori. E provocano rottura di capillari, perdita di capelli, acne da stress e congiuntivite nelle destinatarie.

Destinatarie che non sono da meno e spesso ribattono con cinismo, come succede nei fumetti di Dawful. Ecco alcuni tra i dialoghi d’amore più divertenti, trovati sul web.

Corpi impacchettati e sottovuoto per il nuovo spot di Condomania

Quanto macabro e originale può esserci in una pubblicità di preservativi in cui ci sono coppie messe sottovuoto in enormi buste di plastica? Qual è il messaggio? Condomania è una nota marca di preservativi giapponesi e la sua nuova campagna sta scatenando il web. Idea trasgressiva, piccante e inquietante allo stesso tempo. E i social dicono la loro.

“Gli esseri umani non sono completi se rimangono da soli con se stessi. È solo quando sono veramente vicini che riescono ad essere finalmente completi. Ecco perché li ho impacchettati insieme”. Questo il commento del fotografo giapponese “Photographer Hal” che ha descritto in poche e semplici parola la sua – geniale? – idea di pubblicità. Lo spot, realizzato per Condomania, vede una serie di coppie impacchettate e sottovuoto in cellophane trasparente. I due protagonisti riescono a rimanere abbracciati per 10 secondi circa respirando attraverso una piccola presa d’aria lasciata aperta.

Il progetto prende il nome di “Flesh Love”: coppie vestite in modo stravagante o nude si abbracciano, si muovono, davanti ai flash in posizioni che ricordano quelle di un feto. Qual è il messaggio: parlare dell’amore universale. “I soggetti che ho fotografato li ho incontrati durante il cammino. Sono musicisti, ballerini, ristoratori, bar managers, fotografi, uomini e donne in carriera, disoccupati e molti altri ancora. Come fotografo, ho catturato una grande varietà di variabili che includono giovani, anziani, gente dello stesso sesso e di sesso opposto, persone di nazionalità differenti, con stili diversi. Alcuni hanno litigato durante lo spot ma c’è stato anche chi si è sposato dopo. E pensare che tutto è iniziato così!”, ha poi concluso.