sabato, 27 Aprile 2024

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Una foto su Instagram e il pranzo è gratis. L’iniziativa a Londra

Credit photo urban post

Al ristorante Bird Eye basta scattare una foto ad un piatto, postarla prontamente su Instagram con l’hashtag #BirdEyeInspiration per avere il pranzo gratis. Arriva da Londra la nuova tendenza che coniuga il mondo social e quello del marketing.

Il noto ristorante londinese, che produce cibi surgelati con lo stesso marchio, è impegnato infatti in una campagna pubblicitaria per lanciare nuove pietanze e indubbiamente ha individuato una strategia molto efficace e già di grande successo.

Bird Eye non è il primo ad aver seguito questa strada: in precedenza anche la Kellogg’s a Stoccolma realizzò una social strategy per farsi pubblicità. Si cavalca quindi una pratica consolidata: quella che vede spesso gli utenti fotografare ciò che mangiano e condividere sui propri canali social.
Inquietante, però, pensare che attraverso un’azione del tutto personale e che riguarda la propria sfera social passi un messaggio di promozione pubblicitaria.

L’iniziativa di #BirdEyeInspiration parte da Londra, ma è destinata a diffondersi anche in altre città, iniziando da Manchester e, a giugno, da Leeds.

Cosa ne pensano gli utenti? Stando alle oltre 400 foto pubblicate, dai piatti a base di pesce fino ad arrivare al dolce, non c’è dubbio: è già un successo.

Abbiamo voluto intercettare la tendenza del momento degli scatti social e unirla alla possibilità di fare pubblicità ai nostri piatti” dicono i proprietari.

Madri cattive e padri buoni

Sono milioni le madri che lamentano il fatto che gli unici a essere accolti come eroi al proprio rientro sono i padri: mentre le mamme trascorrono intere giornate a prendersi cura dei propri figli, i papà appena rincasati dal lavoro – per contro – diventano il centro della loro attenzione. Vista come una specie di “supervisore” addetto ai rimproveri, costretta a ricoprire il ruolo di “poliziotto cattivo”, la madre lascia così che, nell’immaginario del bambino, il padre venga a identificarsi con l’idea stessa di divertimento: una percezione distorta che in realtà sono spesso le donne per prime a trasmettere ai propri figli nel crescerli, e che crea non poche tensioni nel rapporto di coppia.

Una condizione che genera frustrazione, agitazione, ma anche la preoccupazione costante dell’esser troppo autoritarie. Convinte del fatto che i propri figli le associno ai compiti, alle pulizie casalinghe e alla routine quotidiana – mentre i padri sono comunemente associati ai giochi e ai divertimenti – le madri riescono però a mostrare il proprio lato positivo quando scelgono di trascorrere del tempo con i propri figli al di fuori della noia dell’ordinarietà: gite al mare, giochi in giardino e andare a nuotare sono tra le attività di famiglia che le mamme amano di più.

Purtroppo, il fatto che le madri costituiscano il motore di una famiglia fa sì che loro stesse si trasformino nella “voce della ragione” che ricorda ai bambini cosa va fatto, senza poter lasciar spazio al proprio lato divertente: ecco perché è davvero facile che le madri siano viste come le figure più rigorose, come madri cattive. Importante sarebbe, allora, che entrambi i genitori si assicurassero di agire come un team – e non come singoli – al momento di prendere decisioni in merito ai propri figli.

Giornata mondiale contro l’omofobia: chi è il vero diverso?

Oggi, 17 Maggio 2014, si celebra la Giornata mondiale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia (o IDAHOBIT, acronimo di International Day Against Homophobia, Biphobia and Transphobia): è una ricorrenza promossa dall’Unione europea, dal 2007 il 17 maggio di ogni anno.

L’obiettivo della giornata è quello di promuovere e coordinare eventi internazionali di sensibilizzazione e prevenzione per contrastare il fenomeno dell’omofobia, della bifobia e della transfobia. È stata ideata dallo scrittore e attivista francese Louis-Georges Tin nel 2005, a 15 anni dalla rimozione dell’omosessualità dalla lista delle malattie mentali secondo l’Organizzazione mondiale della sanità.

Nel nostro Paese, ad oggi, non esistono leggi per l’estensione del matrimonio alle coppie omosessuali, differentemente da altri paesi europei e non. Il coming-out resta un’etichetta impossibile da togliere su pelli umane fatte dalle stesse cellule, su organismi e tessuti uguali, su cromosomi, globuli rossi, muscoli e apparati identici. Cittadini di Serie B, malati, anormali, pericolosi: per molti, ancora, sono questi alcuni dei sinonimi. Una tematica ancora troppo delicata: per queste ragioni in Italia e nel mondo oltre 100 paesi celebrano la giornata contro l’omofobia con sit-in, proiezioni di film e campagne di sensibilizzazione. La priorità è fermare i suicidi e le aggressioni.

Sul web e sui social moltissimi sono gli appelli #stopomofobia, migliaia i #liberidallomofobia che spopolano sulla rete. Le tematiche all’ordine del giorno sono diritti e doveri, matrimonio, adozione, lavoro e società.
Non mancano, di sicuro, gesti, eventi e pensieri di indifferenza o odio assoluto, ma moltissimi sono i post e i commenti di assenso e sostegno. C’è chi addirittura stila una specie di “decalogo” pungente ed ironico sui “motivi per cui essere contrari ai matrimoni gay”. Lei è Silvia Sala, studentessa e fotografa provetta, questo è il suo post su Facebook e queste le motivazioni più belle:

Le cose cambieranno, io ci credo.
1. Essere gay non è naturale. I veri italiani rifiutano ciò che è innaturale, come gli occhiali, le scarpe, il poliestere e l’aria condizionata.
2. Legalizzare il matrimonio gay aprirà la strada a ogni tipo di stile di vita folle. Le persone vorranno sposare i propri animali domestici, perché ovviamente un cane ha una personalità giuridica e i diritti civili per sposarsi, nonché la capacità di dichiararsi consenziente o meno al contratto giuridico.
3. Il matrimonio eterosessuale esiste da moltissimo tempo e non è mai cambiato minimamente; le donne infatti sono ancora una proprietà del marito, le nozze sono decise dai genitori, il padre ha il diritto di vita e di morte sui figli, i neri non possono sposare i bianchi e il divorzio non esiste.
4. Ovviamente i genitori gay tirerebbero su figli gay, proprio come da genitori eterosessuali nascono soltanto figli eterosessuali.
5. Il matrimonio gay è vietato dalla religione. Dunque in una teocrazia come la nostra i valori di una religione devono essere imposti all’intera nazione. Ecco perché in Italia c’è una sola religione e tutti i bambini devono essere battezzati alla nascita.
6. Perché la religione cattolica vieta l’atto omosessuale che è considerato peccato, e dunque loro non possono sposarsi ma possono farlo assassini, pedofili, maniaci sessuali, ladri, mafiosi, serial killer, truffatori, mercanti di organi, commercianti di bambini, di schiavi, di pellicce, papponi e chiunque non sia un omosessuale.
7. Perché verrebbe meno l’antica tradizione calcistica Italiana, dato che di sicuro ci saranno meno calciatori. Infatti si sa che i gay odiano il calcio e porteranno a odiarlo anche ai loro bambini impedendogli quindi di praticare qualsiasi tipo di sport che non sia danza classica, ginnastica ritmica, pattinaggio sul ghiaccio, shopping, manicure, lampada e bolle di sapone.

Ma più di tutti:
“I bambini cresciuti da una coppia gay verranno derisi e discriminati dagli altri coetanei. A differenza di quelli con le orecchie a sventola, quelli con il naso grosso, quelli grassi, quelli effeminati, quelli di colore, quelli con la erre moscia, o quelli troppo bassi che sono accettati da tutti i coetanei e mai presi in giro da nessuno”.

Favorevoli o contrari? Mente chiusa, aperta, libera, tradizionale, convinta, rivoluzionaria, conservatrice? Cosa? Si tratta di questo?

Minoranza discriminata e in alcuni casi perseguitata, perché travolta da insinuazioni e menzogne diffamanti. Una triste, amara ma veritiera realtà ancora presente nel XXI secolo.

Chi è il vero diverso?
“La vera diversità è la paura del diverso”.

[FONTE: Repubblica]

“Around the World in 360° Degrees” nei selfies di Alex Chacon (VIDEO)

Cinquecentotre giorni, più di centotrentamila km, ventidue paesi, cinque motociclette, una telecamera GoPro e un uomo: questa l’incredibile avventura che Alex Chacon ha raccontato attraverso i suoi selfies.

Around the World in 360° Degrees” il nome della sua impresa, documentata nei particolari, che ha visto il giovane texano immortalato in selfies con scenari epici a fare da sfondo. Sul ciglio del Gran Canyon, con le cascate del Niagara alle sue spalle, dinanzi al magico Colosseo, in volo con un paracadute o in discesa libera appeso ad un elastico da bungee jumping: non è mancato nulla nell’esperienza triennale da cardiopalma di Chacon.

Un vero e proprio diario del motociclista, che ha reso il giovane ragazzo un avventuriero, facendo sognare milioni di persone e rimbalzando attraverso i mass media. Un successo alimentato dalla voglia di avventura per cui spesso si è poco coraggiosi e che Alex ci aiuta a ricordare, raccontando quell’autentica bellezza della libertà.

A fare da veicolo tra le sue esperienze e le persone a cui raccontarle, sono proprio i social, lieti di accogliere storie curiose e virali come questa.

Nei video proposti la compilation dei selfies più entusiasmanti, ma anche alcuni dei momenti più belli di un fantastico viaggio che resterà nella storia. Non solo la sua.