venerdì, 10 Gennaio 2025

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Tree of 40 Fruit: un albero da frutta molto particolare

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Un albero in grado di produrre da solo 40 varietà di frutti diversi. È questa la straordinaria invenzione di Sam Van Aken, un professore d’arte dotato di una grande passione per la botanica.

Nato e cresciuto in una famiglia di agricoltori, Sam ha iniziato a lavorare al progetto del Tree of 40 Fruit – questo il nome dell’albero – a partire dal 2008: in quell’anno infatti ha chiuso il frutteto della New York State Agricultural Experiment Station, uno dei più grandi e antichi frutteti urbani della città di New York.

Per evitare l’estinzione di centinaia di varietà native di frutti con nocciolo Sam se ne è fatto carico e ha trovato una soluzione quanto mai originale per proseguire la produzione. Dopo aver lavorato su circa 250 specie di frutti il professore-botanico ne ha selezionati una decina, con tanto di timeline dei tempi di fioritura e maturazione di ciascuna.

Da qui è partita la catena di innesti su un singolo albero da frutto e dopo 5 anni e centinaia di tentativi il sogno di Sam è divenuto finalmente realtà. L’albero dei 40 frutti ha cominciato a crescere e germogliare sempre più, arrivando ad ospitare sui suoi forti rami decine di varietà di prugne, pesche, pesche noci, albicocche, ciliegie, mandorle.

Un lavoro straordinario e imponente, utile non solo alla salvaguardia e alla protezione di specie botaniche a rischio di estinzione ma che potrebbe anche avere successo in ambito domestico. Chi si prende cura dei 16 esemplari di questa miracolosa pianta racconta infatti che essa produce l’esatta quantità di frutti con la giusta alternanza.

Un modo innovativo e particolare per avere in tavola una sana varietà di frutti, evitando insieme inutili sprechi.

Quando l’amore finisce, anche sulle torte e sulle bomboniere

Zucchero, tanto zucchero, quando si è in coppia con la propria dolce metà. E oltre allo zucchero, tante idee e opinioni su un impellente quesito. Come festeggiare la nuova libertà dopo la rottura? Ovvio, esattamente come si è fatto al matrimonio, con le torte.

E la fantasia dei cake designers si è dilettata, stupendo tutti con divertenti soluzioni. Uno sposo decapitato, la sposa a penzoloni giù dal primo piano di pandispagna, rivoli di sangue che scorrono lungo le pareti del dolce: ce n’è letteralmente per tutti i gusti.

Perché l’amaro di una delusione amorosa va compensato con la panna. Ma, soprattutto, va compensato con l’ironia. E trasformare un momento di unione, gioia e convivialità, come quello del taglio della torta, in un momento per festeggiare una separazione, risulta essere oltremodo originale.

Negli ultimi anni la tendenza d’oltreoceano è stata sempre più apprezzata dagli europei, diventando quasi una consuetudine, nei casi in cui sdrammatizzare è d’obbligo. E dopo il taglio della torta? Tutto normale, bomboniere e gadget per i neo single, per ricordare agli ospiti di essere stati vicini in un momento in cui l’amore era lontano.

Se è difficile dimenticare il dolore del fallimento di una relazione, altrettanto difficile sarà dimenticare il simpatico soggetto sulla torta.

Intolleranza al glutine: in Italia la celiachia è sempre più frequente

Da circa una decina d’anni sono sempre più frequenti i soggetti intolleranti al glutine, i cosiddetti celiaci.

Il glutine è una sostanza proteica presente all’interno di alcuni cereali come frumento, avena, orzo, kamut e segale. La presenza del glutine all’interno di alcuni alimenti, come pasta, pizza, alcuni tipi di dolci etc, non consente ai celiaci di poterne fare uso, per tanto questi ricorrono ai prodotti gluten free, ovvero quelli privi di glutine.

Cos’è veramente l’intolleranza al glutine?

L’intolleranza al glutine o celiachia, nome da cui deriva il termine celiaco, è una malattia non grave, ma incurabile che si può presentare in qualsiasi fascia di età, dall’infanzia all’età adulta, in tutti quei soggetti in cui il proprio organismo non tollera la presenza di alimenti contenenti il glutine, perché quest’ultimo è capace di innescare nei celiaci una serie di alterazioni nel sistema immunitario che recano dei seri danni all’intestino tenue.

L’intolleranza si manifesta con una serie di disturbi fisici come: un eccessivo senso di stanchezza, diarrea, ferro basso sotto la norma, sintomi di tipo neurologico (vertigini e svenimenti), difficoltà digestive (che possono provocare stitichezza e un ventre gonfio) e il non riuscire ad assimilare ciò che si mangia.

Nell’ultimo decennio, in Italia la celiachia si è fatta sempre più frequente fino a raggiungere, nel 2011, oltre 500.000 intolleranti al glutine.

L’aumento dell’intolleranza in vari soggetti è dovuto in gran parte sia allo sviluppo dell’informazione, che ha favorito all’incremento della diagnosi, e sia dalla continua evoluzione scientifica che, con le analisi al sangue e vari controlli, è riuscita a diagnosticare questo tipo di malattia. Non sono da sottovalutare, però, le nostre abitudini alimentari.
Oggigiorno si fa sempre più uso di cereali, di carboidrati e di alimenti che contengono un alto tasso di glutine. Un eccessivo abuso, nella nostra alimentazione, di alcuni tipi di alimenti fa si che il nostro organismo ne risenta, fino a non tollerarne più il consumo. Si va incontro così ad un’intolleranza che può essere più o meno grave, passeggera o permanente, come nel caso della celiachia con il glutine.

I punti gastronomici dedicati ai celiaci sono, per fortuna, in continuo aumento, così come i reparti al supermercato a loro dedicati con prodotti biologici e gluten free. Molti bar e ristoranti si stanno attrezzando per fornire dei pasti che anche il cliente celiaco può consumare. Ingerire un alimento non gluten free può comportare ad un celiaco dei seri disturbi allo stomaco, stanchezza e spossatezza. Solo una corretta alimentazione senza glutine può conferire ad un celiaco un perfetto stato di salute.

Lo zucchero, un nemico invisibile in cucina

Lo zucchero si trova da anni al centro dell’attenzione di nutrizionisti, scienziati e medici di tutto il mondo, perchè considerato uno dei principali nemici per la salute umana. Si tratta di uno degli elementi basilari della comune alimentazione, presente in qualsiasi tipo di preparato, oppure pronto per essere inserito all’interno di una varia gamma di cibi e bevande, con il fine di addolcire. Eppure i risultati delle ricerche effettuate dagli studiosi sembrerebbero spingere in una sola direzione, ossia verso la riduzione del consumo dello zucchero bianco.

Perché?

Lo zucchero è uno dei principali responsabili dello stato di obesità in cui riversa la maggior parte della popolazione, per non parlare di alcune malattie a diversi organi, provocate proprio dall’uso di questo dannosissimo prodotto industriale. Si prevede che il 95% degli americani, infatti, sarà obeso o gravemente sovrappeso nei prossimi 20 anni, mentre un terzo soffrirà di diabete. Queste previsioni sono allarmanti quanto veritiere, visto che l’80% del cibo che può essere acquistato negli USA contiene zuccheri nascosti per migliorarne il sapore.

Non solo, a farne le spese vi è anche il cervello, poiché con i carboidrati gli zuccheri alterano la struttura e la funzionalità della mente. Una ricerca del Charité University Mental Center di Berlino, pubblicato dalla rivista Neurology, afferma che il glucosio può far diminuire la memoria restringendo l’ippocampo, l’area del cervello dove risiedono le capacità mnemoniche. Lo zucchero è anche in grado di far produrre più acido urico al fegato, alzando la pressione arteriosa, la principale causa di aumento del rischio cardiovascolare, ma anche di elevare i livelli di colesterolo. Ci sarebbero poi dei collegamenti tra il consumo di zucchero e l’insorgere della demenza.

La difficoltà consiste proprio nel liberarsi dal consumo di zucchero bianco, poiché il nostro cervello reagisce alla sua assunzione come all’uso di certe sostanze stupefacenti, ed è per questo che diventarne dipendenti è molto facile. Questo ingrediente è stato infatti ribattezzato dagli studiosi come il nuovo tabacco.

Inoltre, una ricerca olandese condotta su 600 persone ha mostrato come lo zucchero sia anche in grado di accelerare l’invecchiamento. La stima dei ricercatori è 5 mesi in più per ogni 180 gr di zucchero ingerito. Questo succederebbe poiché nel momento in cui l’organismo scompone lo zucchero, rallenta anche la produzione di collagene ed elastina, componenti che rendono la pelle giovane ed elastica.

Cosa fare?

Ridurre il consumo di zuccheri all’interno del proprio nucleo familiare e della propria alimentazione è un primo passo verso la completa rinuncia a questo ingrediente. Anche la ricerca di cibi meno dolci, la rimozione delle macchinette di bevande zuccherate e l’utilizzo dello zucchero grezzo, invece di quello raffinato, possono essere delle valide opzioni, così come il perenne controllo degli ingredienti contenuti nei cibi acquistati.