sabato, 11 Maggio 2024

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Una foto su Instagram e il pranzo è gratis. L’iniziativa a Londra

Credit photo urban post

Al ristorante Bird Eye basta scattare una foto ad un piatto, postarla prontamente su Instagram con l’hashtag #BirdEyeInspiration per avere il pranzo gratis. Arriva da Londra la nuova tendenza che coniuga il mondo social e quello del marketing.

Il noto ristorante londinese, che produce cibi surgelati con lo stesso marchio, è impegnato infatti in una campagna pubblicitaria per lanciare nuove pietanze e indubbiamente ha individuato una strategia molto efficace e già di grande successo.

Bird Eye non è il primo ad aver seguito questa strada: in precedenza anche la Kellogg’s a Stoccolma realizzò una social strategy per farsi pubblicità. Si cavalca quindi una pratica consolidata: quella che vede spesso gli utenti fotografare ciò che mangiano e condividere sui propri canali social.
Inquietante, però, pensare che attraverso un’azione del tutto personale e che riguarda la propria sfera social passi un messaggio di promozione pubblicitaria.

L’iniziativa di #BirdEyeInspiration parte da Londra, ma è destinata a diffondersi anche in altre città, iniziando da Manchester e, a giugno, da Leeds.

Cosa ne pensano gli utenti? Stando alle oltre 400 foto pubblicate, dai piatti a base di pesce fino ad arrivare al dolce, non c’è dubbio: è già un successo.

Abbiamo voluto intercettare la tendenza del momento degli scatti social e unirla alla possibilità di fare pubblicità ai nostri piatti” dicono i proprietari.

Foodscapes, i paesaggi da mangiare di Carl Warner (FOTO)

Sembrano semplici paesaggi, ma sono veri assemblaggi di cibi: tra nuvole di pane, foreste di funghi e case di caramelle, Carl Warner fotografa i suoi “Foodscapes”, ispirandosi a Salvador Dalì.

Frutta, verdura, pane, formaggi, pasta, carne, pesce, dolci sono la materia prima dell’arte di Carl Warner, che è uno degli artisti più talentuosi del mondo, perchè con il cibo riesce a creare paesaggi meravigliosi e scorci suggestivi.

Ha fotografato la Grande Muraglia Cinese, navi su un mare in tempesta, foreste e montagne interamente fatte di cibo. Carl ha lavorato nell’industria pubblicitaria per oltre 25 anni, e sono già 10 anni che sviluppa questa sua idea dei Foodscapes. Il suo background e la sua capacità di fotografare oggetti fissi con luci artificiali lo hanno aiutato molto a rendere queste foto così realistiche da sembrare veri e propri paesaggi.

Un boulevard parigino a base di formaggio, un cottage fatto di caramelle, una foresta di cetrioli, che a prima vista, sembrano dei normali quadri dipinti su tela, guardandoli da vicino, si può notare che il mare in tempesta è fatto di pesci e le colline sono funghi. Queste foto vengono utilizzate spesso per le campagne pubblicitarie dell’industria alimentare.

Per creare questi capolavori, si inizia con la progettazione del paesaggio in 3D, per poi passare alla realizzazione vera e propria, utilizzando solo cibo vero scelto da veri e propri food stylist, per poi finire di dedica al lavoro di post-produzione con il ritocco digitale, per rendere armoniosa l’immagine finale. Per evidenziare la profondità le foto sono state scattate su tavoli di 1,2 metri per 2,4 metri. Inoltre, i cibi sono disposti a “strati”, per evitare che il cibo cada prima di essere immortalato.

Tendo a disegnare un paesaggio molto convenzionale, perché ho bisogno di ingannare lo spettatore e fargli pensare che si tratti di una vera e propria scena, almeno a prima vista. È quando si realizza che gli ingredienti sono reali che viene da sorridere, e per me questa è la parte migliore“, ha spiegato Carl, confessando di passare un sacco di tempo a guardare ortaggi nei supermercati.

Ma non a tutti il suo lavoro è piaciuto. In molti, lo hanno accusato di “sprecare cibo quando i bambini stanno morendo di fame“. A tutti loro Carl risponde che il suo scopo è più alto, e va al di là dell’arte: lui vuole incoraggiare un’alimentazione più sana tra i bambini, anche se, molti ingredienti scelti non fanno proprio parte della dieta perfetta.

Il suo progetto è diventato, così, un libro, “Carl Warner’s Food Landscapes“, che forse incoraggerà i bambini a mangiare sano. Quest’arte potrebbe definirsi arcimbolderesca. Montagne di cioccolato, tronchetti di cannella, gelato, fragole, frutti di bosco, con una bella spolverata di zucchero a velo. Oppure pini di pancetta, muretti di mandorle e cornflakes che cadono come foglie in autunno, che fanno venire l’acquolina in bocca.

Queste visioni surreali, frutto di una mente dalla fervida immaginazione, sono davvero uno spettacolo per gli occhi.

credits: www.carlwarner.com.

Il cioccolato rischia di esaurirsi

Credit photo: www.theblazonedpress.it

Mars Inc. e Barry Callebaut, due colossi della produzione dolciaria, hanno lanciato un serio allarme: il cioccolato sta per finire. E la colpa è proprio di coloro che il cioccolato lo amano più di ogni altra cosa al mondo: infatti nel 2013 il mondo intero ha consumato più cioccolato – ben 70.000 tonnellate – di quanto ne è stato prodotto.

La domanda di cioccolato, e quindi i prezzi del cacao, sono sempre più alti e ciò è determinato da vari fattori.
Primo su tutti abbiamo il mercato cinese che consuma soprattutto cioccolato fondente, il quale contiene molto più cacao rispetto agli altri tipi di cioccolato: questo presuppone un uso maggiore dei frutti della pianta.
Gioca un ruolo fondamentale anche la siccità in Africa occidentale, in particolare in Ghana e in Costa d’Avorio: in questi paesi di fatti si produce il 70% del cacao di tutto il mondo.
A contribuire anche un malattia che ha colpito le piante e distrutto quasi il 40% del raccolto, con conseguenza anche sugli agricoltori: hanno smesso di occuparsi del cacao per colture più sicure.

Ma, affinchè il cioccolato non diventi un cibo di lusso, agricoltori ed imprese stanno cercando delle soluzioni.
In Africa stanno studiando una nuova pianta, in grado di produrre sette volte il raccolto di un albero di cacao, ma con la perdita di qualità del frutto.
Inoltre, si sta abbassando il prezzo del cioccolato per esigenze di mercato e anche qui viene meno la qualità: molte tavolette di cioccolato sono quasi senza sapore.

Secondo le due aziende Mars Inc. e Barry Callebaut, se la situazione non migliora si potrebbe arrivare a numeri drastici: il deficit sarà di un milione di tonnellate nel 2020 e di bene due milioni nel 2030.

Il cioccolato rischia davvero di esaurirsi.

È boom del foodie, nuovo profeta della cucina

credits: www.american-development.com

Il termine foodie fu coniato da Paul Levy e Ann Barr, che nel 1984 pubblicarono il libro: “The Official Foodie Handbook”; cioè il manuale ufficiale del foodie.
Il foodie non è un gourmet professionista, ma neppure uno che non capisce nulla di gusti e sapori e si accontenta di qualunque cosa sia commestibile. Il foodie è una persona molto interessata al cibo, forse un po’ fissata; è un intenditore che lo ama per hobby, lo studia, lo mangia ed è attento a tutte le novità culinarie.

Il significato del termine foodie si discosta dal classico concetto di gourmet, non è un critico o uno snob ma un vero appassionato che se ne intende e lo fa per pura passione. È capace di formulare giudizi attenti e precisi, in grado di fornire sempre qualche dritta sul luogo migliore in cui mangiare o sul vino ideale da abbinare; quello che non affronta mai un viaggio senza prima essersi informato sulla cucina locale e che non rientra senza aver acquistato prodotti tipici. Il vero foodie ha sempre con sé un tablet o uno smartphone corredato di tutte le migliori app del caso che lo guidano dal momento della spesa, alla preparazione dei piatti fino alla valutazione finale, che sarà ovviamente postata e condivisa.

Figlia della parola foodie è il termine food porn. Consiste nella preparazione dei piatti così tanto spettacolarizzata, che solo alla vista fanno venire l’acquolina in bocca.
É anche la mania di fotografare tutti i piatti al ristorante che imperversa non solo tra i giornalisti enogastronomici e i blogger, ma anche tra la gente comune, famiglie con bambini, teen-ager e coppie di una certa età.

credits:www.ejinsight.com
credits:www.ejinsight.com

Al giorno d’oggi viviamo in una società moderna dove da molto tempo non esiste il problema della fame; questo è il motivo principale perché sul cibo e sul mangiare si elaborano un’infinità di significati e di attenzioni particolari in senso culturale e sociale.
Oggi il cibo è diventato, un’ossessione morale e ideale, per cui non è sempre il sapore , il gusto, il palato ad essere soddisfatto quanto la fissazione.
Questo concetto è particolarmente evidente per noi italiani poiché il cibo diventa argomento principale delle conversazioni; infatti anche quando si sta facendo un pranzo più che abbondante si continua a parlare di mangiare. Mettersi a tavola è un momento speciale dove avvengono discussioni, litigi, riconciliazioni; infatti in Italia gli spettacoli teatrali e cinematografici entrano in crisi negli orari canonici della cena, mentre si affollano nella fascia pomeridiana perché lontani dalle ore di pranzo e cena.

credits:thefoodmakers.startupitalia.eu
credits:thefoodmakers.startupitalia.eu

Intorno al cibo si è ormai creato un tale business che sono nate tante figure nuove e più interessanti rispetto ai vecchi buongustai, tra questi ci sono i foodies. Che si tratti di un esercito di amanti del buon cibo e del buon vino, amateur dell’enogastronomia, o di gente solo fissata per stare al passo con le tendenze di moda, poco importa. Quando si parla di cibo siamo tutti pronti a dimenticare le diete per soddisfare i nostri sensi.