venerdì, 26 Aprile 2024

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Consigli e notizie su come stare bene e rilassarsi all'insegna del benessere

Pillola, 7 effetti collaterali in caso di interruzione

Nel momento in cui la donna comincia ad avere una vita sessuale, deve immediatamente fare i conti con la possibilità di una gravidanza indesiderata, e cercare il metodo contraccettivo più adatto alle proprie esigenze.
Anche se il preservativo è la ‘protezione’ più efficace (e pratica) che si possa utilizzare, è anche vero che nelle coppie solide si ricorre a strumenti differenti, come la pillola.
Quest’ultima consente di vivere l’amore senza ansie né paure, ma come tutti i metodi contraccettivi, e forse anche più degli altri, può comportare degli effetti collaterali.
Interromperne l’assunzione provoca effetti rilevanti sul piano fisico.

I crampi peggiorano

Ogni mese con l’arrivo del ciclo la maggior parte delle donne soffre di dolori mestruali, ovvero patisce odiosi crampi alle ovaie e fastidiosissimi mal di testa.
La interruzione della pillola potrebbe intensificare tali disturbi, e rendere insopportabili le odiose fitte che accusiamo ogni volta.

Aumento della fertilità

Come se non bastasse, oltre all’aumento dei crampi, un effetto collaterale è l’aumento di fertilità: una volta interrotta l’assunzione della pillola è bene fare molta attenzione durante i rapporti, in quanto ci sono molte più probabilità di rimanere incinte.

Tendenza all’acne

La pillola, con il suo dosaggio ormonale, rende la pelle della donna più liscia e levigata: sospenderla potrebbe provocare l’insorgere di brufoli e impurità, e peggiorare l’aspetto dell’epidermide.

Il seno si ‘sgonfia’

Conosco persone che con la pillola hanno visto aumentare il proprio seno di una taglia: questo è l’effetto collaterale più gradevole nei periodi di somministrazione; diversamente, quando la si sospende, le grazie sembrano accusare di nuovo la gravità, proprio come la famosa mela di Newton.

Vagina lubrificata

Assumere la pillola ‘secca’ leggermente il condotto vaginale, e la sua interruzione comporta una idratazione istantanea della vagina, e dunque una maggiore lubrificazione.

Si perde peso

In verità la pillola non fa ‘ingrassare’ ma tende a gonfiare (proprio come nel caso del seno). Va da se che una volta cessata la sua assunzione, tutto il corpo comincia progressivamente a diminuire, anche se di poco, il proprio volume.

Aumento del desiderio

Alcune pazienti affermano che la sospensione della pillola provochi un aumento del desiderio sessuale, con il conseguente miglioramento dello stato della libido e della intesa della coppia.

Sali di alluminio e parabeni nei deodoranti: teorie e ricerche

deodorante-spray

Oggi desideriamo parlarvi del deodorante, amico fidato e insostituibile della routine quotidiana di ciascuno di noi. Lo utilizziamo appena usciti dalla doccia, lo mettiamo prima di andare al lavoro e molto spesso lo portiamo con noi nella borsa.

Profumerie, farmacie, erboristerie e supermercati sono ormai invasi da questi prodotti e noi non dobbiamo fare altro che scegliere la fragranza e la formulazione che più ci piace.
L’offerta, davvero molto ampia, comprende deodoranti spray, roll-on e crema, mentre le profumazioni sono praticamente infinite (dolce, floreale, speziato, ecc…).
Molto spesso nella scelta e non ci soffermiamo però a sufficienza sull’Inci del prodotto, riportato sulla confezione.

Gli elementi a cui dobbiamo prestare particolare attenzione sono i parabeni e l’alluminio; prima di acquistare un deodorante leggiamo, quindi, attentamente l’elenco degli ingredienti.
Non travisiamo, inoltre, la frase spesso riportata sul flacone ‘prodotto dermatologicamente testato’: questa affermazione non significa che il prodotto sia sicuro, ma semplicemente che è stato testato su alcuni volontari.
Vediamo ora nel dettaglio quali sono le sostanze contenute nei deodoranti che più di frequente vengono messi sotto accusa: i parabeni e i sali di alluminio.

Lo spettro dei parabeni

I parabeni, sostanze chimiche derivanti dall’acido para-idrossi benzoico, sono largamente impiegati per la realizzazione di prodotti per la cura della persona in virtù delle loro proprietà antibatteriche e antifungine.
Questi conservanti, le cui caratteristiche ricalcano gli ormoni estrogeni, sono stati introdotti negli anni Venti e oggi trovano largo impiego nell’industria cosmetica; vengono difatti addizionati a trattamenti viso e/o corpo e deodoranti.
La loro presenza per molto tempo non è stata oggetto di alcun dibattito perché queste sostanze non erano considerate nocive.

Nel 2004, uno studio condotto presso l’Università di Reading ha riportato alcuni dati allarmanti: una ricerca effettuata su un campione di 20 donne colpite da tumore maligno al seno rivelava che in 18 di loro era stata riscontrata un’elevata concentrazione di parabeni.
Lo studio ipotizzava quindi una correlazione tra parabeni, deodoranti e cancro alla mammella, sulla base dei seguenti punti:

  • I parabeni, rinvenuti sul campione di pazienti, si trovano in forma esterea e di conseguenza non sono penetrati nel corpo a seguito dell’assunzione per via orale.
  • Il corpo elimina le tossine attraverso la pelle, ma l’applicazione di un deodorante con antitraspiranti interferisce con questo meccanismo.
  • Si verifica un accumulo di tossine all’interno delle ghiandole linfatiche situate sotto gli arti superiori e questo favorisce l’insorgenza di neoplasie.

A questa ricerca ne sono seguite molte altre che hanno attenuato o completamente smentito i risultati ottenuti dallo studio qui illustrato.

Per informazioni complete sull’argomento, è opportuno consultare questa risorsa pubblicata sul sito AIRC.

Sali di alluminio: cosa sono è perché sono presenti nei deodoranti

La maggior parte dei deodoranti annovera tra i suoi componenti i sali di alluminio, un componente capace di ostacolare la formazione del sudore e di conseguenza la comparsa di sgradevoli odori e macchie sugli indumenti.
L’alluminio si dissolve difatti nel primo sudore, dando origine a una sorta di pellicola in gel che chiude i pori sudoripari; questo meccanismo blocca la traspirazione per alcune ore.

Dall’Inci dei prodotti in commercio si evince che il metallo è presente sotto forma di cloridrati d’alluminio e idrati di zirconi in una percentuale che generalmente si attesta intorno al 20%.
Il deodorante, una volta applicato, mantiene le promesse, ma quali sono le possibili controindicazioni per la nostra salute?
Così come i parabeni, nemmeno queste sostanze sembrano essere esenti da possibili effetti collaterali, anche se il dibattito in ambito medico è acceso e tutt’ora in corso.

Alcuni studi hanno evidenziato una possibile correlazione tra l’utilizzo di deodoranti arricchiti con sali di alluminio e diverse patologie di diversa natura e gravità, tra queste granulomi, neoplasie, patologie neurodegenerative quali per esempio il Morbo di Alzheimer e Parkinson, SLA, sclerosi multipla e demenza.
Diverse ricerche hanno inoltre portato alla luce un ulteriore aspetto: i sali di alluminio, che si accumulano facilmente nel corpo in virtù delle loro dimensioni irrisorie, attaccano il DNA e inficiano in modo irrimediabile la sua capacità di autorigenerarsi.

Quale deodorante scegliere

Alla luce di quanto detto, la domanda sorge spontanea: quale deodorante possiamo acquistare?
Sebbene non esistano studi epidemiologici sufficientemente affidabili per stabilire una correlazione rilevante tra l’uso di questi prodotti e malattie gravemente invalidanti, il nostro suggerimento rimane quello di acquistare deodoranti senza sali di alluminio e parabeni, e di prediligere formulazioni quanto più possibile naturali.

Non bisogna inoltre dimenticare qualche piccola precauzione:

  • Evitare l’esposizione al sole dopo l’applicazione del prodotto perché le sostanze presenti al suo interno possono essere fotosensibilizzanti. Il calore, di conseguenza, le attiva e la cute può macchiarsi;
  • Non applicare il prodotto dopo la depilazione, ma attendere sempre 24-48 ore;
  • Non abusare del deodorante e seguire le indicazioni riportate sulla confezione (evitare applicazioni troppo ravvicinate nel tempo).

Veleno d’api, ottimo alleato contro le rughe: storia, benefici e proprietà

Il veleno d’api è un liquido trasparente prodotto dalle ghiandole delle api operaie. Le api lo utilizzano per difendersi, ma nel corso della storia l’uomo ne ha studiato gli effetti ed i benefici sulla salute ed in seguito le proprietà in cosmesi.
Il veleno d’api è composto da una combinazione di enzimi, proteine, ammine e altre sostanze chimiche che possono causare reazioni allergiche e dolore in alcune persone, quindi bisogna prestare attenzione.

Veleno d’api, ottimo alleato contro le rughe

Grazie ad alcune star ed alcuni personaggi famosi, come Cate Blachett e Kate Middleton, il veleno d’api è finito sotto i riflettori perché avrebbe un effetto botox naturale, quindi spiana e distende le rughe.
Ciò si deve all’apamina ovvero una tossina che spiana le rughe ed alla mellitina ossia una miscela di amminoacidi che stimola la produzione di elastina e collagene, così che la pelle si ripara e rimpolpa da sola.

Quindi utilizzare le creme al veleno d’api ogni giorno promuove la bellezza e la giovinezza della pelle.

L’utilizzo del veleno d’api nella storia

Il veleno d’api è stato oggetto di studi scientifici per valutare i suoi potenziali effetti benefici sulla salute umana.

Alcuni studi suggeriscono che il veleno d’api può avere proprietà anti-infiammatorie, stimolare la produzione di collagene e migliorare la circolazione sanguigna.
Il veleno d’api è stato utilizzato per secoli in molte culture per trattare una vasta gamma di disturbi. Ecco alcuni degli usi storici del veleno d’api:
• Medicina tradizionale: Il veleno d’api è stato utilizzato nella medicina tradizionale in molte culture per trattare disturbi come dolore muscolare, infiammazione, malattie autoimmuni e insufficienza circolatoria.
• Cura delle ferite: Il veleno d’api è stato utilizzato come antinfiammatorio e per promuovere la guarigione delle ferite.
• Terapia contro il dolore: Il veleno d’api è stato utilizzato come rimedio contro il dolore in molti disturbi, tra cui l’artrite, la sciatica e la sindrome delle gambe senza riposo.
• Trattamento della depressione: In alcune culture, il veleno d’api è stato utilizzato come rimedio per la depressione e altri disturbi dell’umore.
• Cosmetica: In alcune culture, il veleno d’api è stato utilizzato per migliorare la pelle, promuovere la produzione di collagene e ridurre le rughe.

Veleno d’api benefici e proprietà

Vediamo quali sono le proprietà del veleno d’api:
Anti-infiammatorio: Il veleno d’api ha proprietà anti-infiammatorie che possono aiutare a ridurre il dolore e l’infiammazione in alcune condizioni, come l’artrite e le malattie autoimmuni.
Miglioramento della circolazione: Il veleno d’api può migliorare la circolazione sanguigna e aumentare l’apporto di ossigeno e nutrienti alle cellule.
Stimolazione del collagene: Il veleno d’api può stimolare la produzione di collagene, una proteina che mantiene la pelle elastica e giovane. Questo potrebbe aiutare a prevenire e ridurre le rughe e i segni dell’invecchiamento.
Dolore muscolare: Il veleno d’api può essere utilizzato per trattare il dolore muscolare e migliorare la funzione muscolare in alcune condizioni, come la sindrome delle gambe senza riposo.
Ansia e depressione: Alcuni studi hanno suggerito che il veleno d’api può avere effetti positivi sull’ansia e la depressione, ma ulteriori ricerche sono necessarie per confermare questi risultati.

Le regole della cromoterapia per dire addio allo stress

Quando siamo di umore scuro o al settimo cielo, quando le cose vanno bene sul lavoro oppure ci sono problemi in famiglia la tentazione è scegliere capi d’abbigliamento e accessori di certi colori che, insieme ad alcune inequivocabili espressioni del viso, riescono a raccontare agli altri il nostro stato d’animo. Il rapporto tra colori e sensazioni è alla base della cromoterapia, pratica alternativa che fa leva sulle proprietà dei colori ritenendo che possano influire positivamente sulla psiche.

Si pensa che, inconsciamente, scegliamo di indossare abiti e borse di una certa tonalità così come siamo più propensi a mangiare cibi di alcuni colori per sentirci più a nostro agio nell’affrontare situazioni diverse. Sembra insomma che esista una stretta connessione tra la nostra mente e la scala cromatica: saperla leggere consente di ritrovare il buonumore o voltare pagina dopo un insuccesso. Indossare un maglione verde può trasmettere una sensazione di evasione e relax, richiamando alla mente la natura. Così come una sciarpa arancione sarà in grado di rivelare uno slancio di ottimismo verso una decisione da prendere e un cappello giallo potrà ispirare positività e gioia. Il rosso è un sinonimo di fascino e passione raccontato al meglio da trucchi e smalti, mentre il nero riveste un doppio ruolo: come un cappotto scuro riesce a definire un periodo negativo così una borsa nera può rappresentare un dettaglio chic su un outfit da sera. Quello dei saldi è il periodo migliore dell’anno per arricchire il guardaroba di nuovi spunti colorati e se siete amanti dello stile non vi lascerete sfuggire le borse Bottega Veneta scontate da abbinare a un mare di cappotti e parka, veri mattatori delle preferenze fashion nella stagione fredda.

La moda, interprete della nostra personalità

I colori puntano a comunicare con il nostro organismo, indicandoci spesso la strada migliore da prendere, immersi come siamo nella continua ricerca di un equilibrio psico-fisico. L’importanza dei dettagli, nella moda ma non solo, è spesso cruciale e può incidere anche sul design della nostra abitazione: il momento della scelta della nuova tonalità con cui rivestire le pareti di casa è decisamente rilevante poiché ci consentirà di fare dei veri e propri ‘bagni di colore’ ogni giorno. La cromoterapia ci fa star bene in primis con noi stessi e, di riflesso, migliora le relazioni con gli altri. La moda si fa interprete della nostra personalità e dialoga con le stagioni, per creare degli abbinamenti sempre perfetti. Il bianco rappresenta la purezza e il candore della neve: una borsa e un paio di guanti di questo colore sapranno ad esempio interpretare il mood rilassato di una settimana ad alta quota. Allo stesso modo il rosa, declinato in casacche e camicette sbarazzine, potrà sottolineare una predisposizione anche mentale all’arrivo della primavera. La luce si riflette su ciò che indossiamo ogni giorno e restituisce un’immagine di noi esattamente come la vogliamo: positiva, spensierata oppure in attesa di novità. In un flusso di energia spesso veicolato dalla sensazione di benessere che filtra dal gusto per lo shopping: un metodo più che piacevole per accrescere l’autostima.