mercoledì, 17 Dicembre 2025

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Bon ton 2018: la gentilezza è ancora di moda?

Bon ton 2018

Bon ton 2018: è di moda essere gentili? Guardatevi intorno: quanto siamo presi dalla nostra vita, dal nostro stress e dai nostri telefoni? C’è ancora spazio per il bon ton?

Bon ton 2018: la gentilezza è ancora di moda?

Mi verrebbe da dire no.

Non sto parlando della forchetta che va a destra o a sinistra del piatto o di come piegare il tovagliolo e via dicendo. Parlo di gentilezza.

Se siete su un mezzo pubblico e sale una persona anziana le cedette il posto? Se a qualcuno cade qualcosa lo aiutate? Se una donna in attesa entra dopo di voi le cedete il posto in fila?

In generale sembriamo molto più frettolosi, più scocciati e meno amabili e gentili.

Sarà capitato anche a voi di perdere la pazienza per sciocchezze.

Va di moda essere cool, essere attivi sui social, essere ognuno sulle sue perché gli altri sono invasori da tenere lontani.

Bon ton 2018: cos’è la gentilezza?

A volte vorrei tornare ad un’altra epoca, quella in cui si era più onesti, più gentili ma soprattutto più rispettosi ed educati.

Basta guardare i ragazzini: bestemmiano, urlano, offendono, ovunque senza ritegno. Che fine ha fatto l’educazione?

Gli adulti non sono da meno: tutti passano davanti alla donna seduta sul marciapiede con la faccia disperata, tutti ignorano la commessa che si china a raccogliere i prodotti caduti dallo scaffale…ma questi sono solo due esempi. Se vi guardate attorno ne vedrete altri.

Eppure basterebbe poco: essere meno arrabbiati, meno frettolosi, meno presi da noi stessi.

Un gesto di gentilezza possiamo farlo tutti, sempre, di occasioni non ne mancheranno certo.

Potremmo prenderlo come un impegno: aiutare qualcuno in difficoltà, dire prego e grazie, chiedere scusa o permesso, non alzare la voce (non urlare al telefono), non tenere le suonerie a tutto volume.

Un comico diceva: basta poco che ce vo’?

Metti la nonna in freezer: recensione in anteprima

metti la nonna in freezer

Metti la nonna in freezer, direi che il titolo è abbastanza esplicativo. C’è un freezer e c’è una nonna, lei ovviamente sarà morta e qualcuno ce l’avrà messa dentro. Perchè?

Metti la nonna in freezer, in anteprima

Questo martedì ci ha portato pioggia, vento ed una simpatica anteprima. Come mio solito ho dato un’occhiata al trailer e devo dire che li per lì non mi ha fatto una cattiva impressione. Film tragicomico con scene equivoche simpatiche.

E’ la storia di Claudia giovane restauratrice che con due colleghe tiene aperta una bottega di restauro. Il guaio è che la sovrintendenza le deve molti soldi e senza di questi la bottega di restauro dovrà chiudere. Per ora lei e le sue colleghe vanno avanti con la pensione della nonna di Claudia.

Simone Recchia è un incorruttibile ma maldestro finanziere, dedica anima e corpo al suo lavoro per non pensare al divorzio ed ai suoi problemi, costringendo i colleghi a giornate estenuanti di lavoro.

I colleghi di Simone hanno un piano: farlo innamorare.

Simone ha un piano: sfinirsi di lavoro.

Anche Claudia sarà costretta ad elaborare un piano quando un evento imprevisto le sconvolge la vita. Ma il destino sembra contro di lei ed un giorno la finanza suona alla sua porta…

Metti la nonna in freezer: recensione

La trama di Metti la nonna in freezer è molto semplice ed è anche un fatto di cronaca ben noto purtroppo.

Il film è sotto le aspettative: c’è un lato comico poco graffiante, che non cattura, sì qualche battuta fa ridere ma il tutto è abbastanza prevedibile, equivoci compresi.

A metà fra favola e verosimile, i due registi, Giancarlo Fontana e Giuseppe G.Stasi, cercano di mettere insieme una commedia romantica su un fatto tragico. Ma manca il collante, il feeling. De Luigi ce la mette tutta ma onestamente mi ha fatto ridere solo sulla battuta finale. Miriam Leone c’è ma a volte è fuori concerto o troppo artificiosa.

Nel complesso poteva venire meglio, raccontata con più arguzia, meno ansia e più humor.

Le due colleghe? Meglio non parlarne, una classico stereotipo bionda e scema e l’altra…beh di lei non dirò nulla, troppo spoiler.

Esce il 15 marzo. Gli do una sufficienza giusto perché non ho sbadigliato né guardato l’ora.

Fatemi sapere se andrete a vederlo.


Giornalismo italiano: come interpretare un tg

Giornalismo italiano

Giornalismo italiano: come interpretare un tg nell’era della formazione di parte.

Come dovrebbe essere l’informazione: neutrale, libera, ovvero dovrebbe raccontare i fatti così come sono successi. E invece?

In Italia questo tipo di informazione è decisamente utopica. Basta guardare i tg per capirlo e oggi vi s’insegna ad interpretarli.

Giornalismo italiano: come si scelgono le notizie

Qual è la differenza fra un tg ed giornale? Il tg da un numero ristretto di notizie per cui deve fare una scelta mentre il giornale ne da svariate.

Mettiamo che la notizia più in rilievo sia l’omicidio di due ragazze italiane: una ad opera di un immigrato ed una ad opera di un italiano, il tg può dare scegliere di dare più rilievo ad una piuttosto che all’altra e questo determina una scala di valori negli spettatori. Se ad esempio si da maggiore rilievo all’omicidio compiuto dall’immigrato, lo spettatore non lo recepirà alo stesso livello di quello da parte dell’italiano.

O mettiamo un furto in una villa ed il furto in un condominio, se la seconda viene scartata in favore della prima, lo spettatore sarà portato a pensare che abbia più importanza.

Le notizie vanno poi raggruppate: politica, cronaca, cultura e via dicendo. Qual è l’ordine? Quali domande si vogliono far sorgere nello spettatore? Quali argomenti si vuol far intendere come prioritari? Più cronaca nera uguale a maggiore domanda di sicurezza ed ordine. Molta cronaca rosa? Un espediente per distrarre i cittadini dai problemi del Paese.

Giornalismo italiano: l’ordine e la durata

L’ordine con cui vi vengono proposte le notizie non è casuale, la prima notizia è quella che deve essere percepita come più importante, quindi magari una dichiarazione politica a scapito di un omicidio o di una guerra.

Se la notizia dura poco ha un breve impatto e se invece viene trascinata per le lunghe può voler rafforzare un determinato sentimento o mettere in difficoltà una certa parte politica.

Giornalismo italiano di parte

Come capiamo se un tg propende per un partito piuttosto che per un altro?

Ecco i punti chiave per capirlo:

  1. quanto spazio è dedicato al partito?
  2. La notizia è presentata positivamente o negativamente?
  3. Parla solo lo speaker o ci sono anche immagini, filmati ed interviste? Più la notizia è veloce e scarna e minore è la buona impressione che si vuol dare di essa.

Quindi in pratica quando guardate un tg non limitatevi ad ascoltarlo ma analizzate il modo in cui vi vengono presentate le notizie, capirete così come il tg cerca d’influenzare le vostre idee.

The Post: la libertà non ha prezzo

The Post, un film di Steven Spielberg con Meryl Streep e Tom Hanks.

Tutti conosciamo bene o male i giornali americani ma in molti non sanno che quotidiani come il Post ed il Times hanno dovuto superare ardue prove, si sono ribellati al potere per non soccombere.

Che prezzo ha la libertà?

The Post: la verità sui giornali americani

1971, il Times entra in possesso dei Pentagon Papers, documenti top secret del dipartimento della Difesa degli Stati Uniti d’America. In questi documenti c’è raccontata la verità sulla guerra in Vietnam, anni di truffe, bugie e segreti che hanno portato alla morte di tanti ragazzi.

Il Times li pubblica ma Nixon li ferma citandoli in giudizio.

Il Post è un giornale che non decolla: l’editrice Katharine Graham (Meryl Streep) e il direttore Ben Bradlee (Tom Hanks) non riesco a risollevarlo. Dopo il suicidio del proprietario, marito di Kath il giornale è passato a lei (in effetti era di suo padre) e lei le ha tentate tutte per avere finanziamenti e per risollevare le sorti del giornale ma sono destinati ad essere eterni secondi.

Ben non si arrende e va alla ricerca dei famosi documenti per cui il Times è stato diffidato.

Li trova. Ora la decisione spetta a Kath: pubblicarli o non pubblicarli?

The Post: la libertà non ha prezzo

Tre storie sono narrate in questo film:

  1. la storia di Katharine Graham (Meryl Streep), suo padre ha fondato il Post ma non la ha lasciato a lei, bensì al marito perché era impensabile che una donna potesse prendere le redini di un lavoro del genere.

  2. Lo scandalo del Vietnam: tutti hanno mentito, tutti i politi, i presidenti sapevano la verità. Non c’era possibilità di uscirne vivi. Poteva essere evitato, nessuno ci ha provato.

  3. La decisione della stampa e l’affondamento dei giornali: spalleggiare i politici come si è sempre fatto o dire la verità?

E così mentre il Times decide di prendere una posizione, Kath si ritrova alla guida di un giornale, che è in realtà gestito da altri, che non credono minimamente che una donna possa dirigerli. Il Post nel mentre cerca disperatamente di non affondare.

Ebbene Kath prende in mano le redini quando si rende conto che è lei la proprietaria del giornale e che il suo destino dipende dalle decisioni che lei prende non da quelle di uomini che pretendono di sapere cosa è giusto e cosa non lo è.

Il perno del film è il potere della stampa: si può decidere di pubblicare cose scomode perché si ha il diritto ed il dovere di farlo nei confronti del cittadino e della libertà, oppure d’imbavagliarsi, stare zitti e fare il gioco dei padroni.

E’ decisamente un film che tutti i giornalisti dovrebbero guardare.