sabato, 20 Dicembre 2025

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Quando è difficile definire un rapporto di coppia

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Le relazioni di oggi sono un grandissimo problema; sono fidanzata da moltissimo tempo e spesso mi fermo a pensare all’eventualità di una vita da single. Ne sarei terrorizzata.
Il motivo del mio terrore è piuttosto semplice: i rapporti di coppia moderni sono i più difficili di sempre; pieni di se, di ma, di like e di messaggini su Whatsapp.
L’evoluzione ci ha reso, infatti, mentalmente (e forse anche fisicamente) più promiscui rispetto al passato. Le nostre azioni si impennano come succede in borsa: vogliamo avere più opzioni sull’agenda e la sacrosanta libertà di scegliere.
Certo, è gratificante avere finalmente più spazio in società, più opportunità nei sentimenti, ma è vero anche che un menu troppo ricco rischia di disorientarci. Sentimentalmente parlando.

Superato il primo passo della conoscenza iniziale inizia poi il gioco dei ruoli: è il mio fidanzato o no? Stiamo insieme oppure sto sognando? Ho diritto di arrabbiarmi se una tua ex di 10 anni fa ti saluta baciandoti sulle labbra? Sono nella condizione di pensare alle vacanze estive assieme o parto per Ibiza con le amiche? Non è semplice dare una risposta, perché le prime fasi di una relazione sono una specie di limbo. Ti senti al telefono, ci esci, ci vai a letto, parti per un week end fuori ma nonostante tutto non sai ancora lui che ruolo abbia nella tua vita. O che ruolo desidera avere.
L’imbarazzo è enorme quando il vostro legame non è ufficiale: come definirlo con gli amici? Che spiegazione dare ai genitori?
Quando ti chiedono chi è quello che aspetta avanti al portone, come rispondere? In questi casi si rende necessario un passaggio, ovvero rendere la cosa pubblica.

Ma in che modo un rapporto si rende ufficiale? Nella maggior parte delle relazioni moderne pare che l’ufficialità di una frequentazione si raggiunga con il debutto degli amanti sui canali social. Meglio ancora se con una foto abbracciati sulla spiaggia di Santorini, giusto per rendere l’idea e disilludere i pretendenti.
Nonostante i legami amorosi siano per natura soggetti alle definizioni, i diretti interessati hanno difficoltà ad inquadrarli. O a discuterne chiaramente con terzi.
Il motivo d’indugio rimane, probabilmente, il menu troppo vasto. Troppi ripensamenti, rimpianti, ricordi, rimorsi. Lo sostiene anche Gordon Ramsay che i menu troppo ricchi disorientano il cliente. E se lo dice lui c’è da fidarsi.

Chi era Nettie Stevens ? (FOTO)

photo credits: Focus

Se nella giornata di oggi vi è capitato o vi capiterà di aprire il motore di ricerca Google, sarete catturati dal doodle del giorno. Oggi, infatti, si celebra il centocinquantacinquesimo anniversario della nascita di Nettie Stevens.

Ma chi era, la donna che Google celebra ricreando un doodle raffigurante una donna che guarda all’interno di un microscopio? Come è intuibile dal disegno, Nettie Stevens era una genetista e microbiologa statunitense. Brillante studente, si laureò in soli due anni e dopo alcuni anni di insegnamento riuscì ad entrare all’istituto di ricerca Bryn Mawr College, uno dei pochi che permetteva alle donne di conseguire il dottorato.

photo credits: google
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Studiando i vermi della farina, Nettie Stevens riuscì a comprendere che è la combinazione di due cromosomi a determinare il sesso. Rispettivamente: XX per le femmine, XY per i maschi. Attraverso i suoi studi, infatti, la Stevens stabilì che le cellule riproduttive femminili contenevano solo il cromosoma X. Al contrario, lo sperma maschile conteneva entrambi i cromosomi che determinano il sesso.

Nettie Stevens rese noti i risultati dei suoi studi nel 1905, per molti anni però non le fu riconosciuto il merito delle sue sensazionali scoperte. Nettie Stevens è stata vittima di quello che si definisce come “Effetto Matilda”, ovvero la sottovalutazione delle scoperte scientifiche effettuate dalle donne.
Il merito della scoperta della dimensione genetica del sesso venne attribuito al genetista Thomas Hunt Morgan, il quale venne a conoscenza delle ricerche di Nettie Stevens tramite lei stessa che gli chiese pareri e consigli su quanto aveva scoperto.

Nettie Stevens morì nel 1922, a soli 51 anni, per un cancro al seno. Il suo nome e le sue ricerche furono ignorate e dimenticate, ma hanno permesso a Morgan di vincere il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina nel 1933. Un furto di informazioni vero e proprio, frutto della superbia e del maschilismo che regnava in quel periodo.

La storia di Nettie Stevens, ci fa riflettere e ci ricorda di quanta intelligenza e talento sono dotate le donne. La Stevens meritava più riconoscimenti e fama al momento giusto, ma non è mai troppo tardi per rendere giustizia ad una grande donna.

I social network che hanno fallito (FOTO)

photo credits: ello

Dovevano essere gli eredi di Facebook, i social network nati per rimpiazzarlo ed ottenere milioni di utenti iscritti. Poi qualcosa non è andata come doveva ed il loro obiettivo non è stato raggiunto.
Alcuni li ricordiamo, di altri non ne conoscevamo neanche l’esistenza, sono cinque social network che non hanno avuto il successo sperato. Vediamoli insieme.

AppleKiss

AppleKiss
Un social network tutto italiano, fondato sulla condivisione di testi dalla lunghezza libera a cui si risponde inviando dei kiss. Una sorta di blog reinventato, nulla di particolare se non la simpatica mela rossa del logo. Un flop pazzesco.

Peach

peach
Rimanendo in tema frutta, ecco Peach. Una brutta copia di Twitter, che da la possibilità di condividere senza limitazioni status, foto e livello di batteria rimanente nello smartphone. Privo di timeline, il flop veniva annunciato già un mese dopo il lancio.

Ello

ello
Lanciato nel 2014, Ello è dotato di grafica pulita ed elegante, senza pubblicità e rivolto ad un pubblico di nicchia. Ad oggi è un social network dove si scambiano pareri pochi utenti e dove si ottengono feedback concreti.

Four Square

four
Interamente costituito sull’idea di geolocalizzazione offriva la possibilità di scambiarsi consigli su bar e ristoranti. Simile a Trip Advisor, ma più all’avanguardia. Ha perso gradualmente appeal.

Diaspora

diaspora
Un social network decentralizzato e gestito dagli utenti, con più libertà e nessuna censura. Lanciato nel 2010, ha avuto problemi di sicurezza ed è stato investito da una tragedia privata-uno dei fondatori è morto suicida-. Il social network funziona ancora, ma sicuramente non ha lo stesso successo di Facebook.

5 cose che ci hanno insegnato le favole

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Non credete che in fondo le favole ci abbiano rovinato? Che quel sano ottimismo delle principesse sia totalmente inadeguato rispetto alle regole della modernità? Siamo oneste: le nostre madri hanno commesso un errore tremendo nel somministrarci VHS e DVD a base di fiabe e storie fantastiche; io ci ho messo una vita a capire che quella non era assolutamente la vita vera, inciampando qua e la in un mondo molto più crudele rispetto ai miei sogni.

Ma mi sono detta: ‘Sei sicura che non esistano lati positivi nelle fiabe? Insegnamenti di vita validi nonostante le inverosimili valanghe di zucchero?’
Forse le principesse e le eroine fantastiche ci hanno lasciato ugualmente un piccolo messaggio in segreteria, nonostante l’improbabile lieto fine che accompagna ogni loro storia.

Non è come sembra

www.filmforlife.org
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Ce lo ha insegnato Belle ne ‘La Bella e la Bestia‘ che non sempre le cose hanno la forma che ci aspettiamo. Al contrario l’amore si può nascondere in cose o persone totalmente distanti dalle nostre aspettative. Però, bisogna parlare sempre con raziocinio, non tutte le bestie si trasformano nel principe avvenente con castello e servitori. Occhio.

Bisogna lottare

www.littlemissjo.deviantart.com
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Ce lo ha dimostrato il cartone animato Disney ‘La Sirenetta‘, che in amore, spesso, bisogna lottare e compiere delle rinunce. Pensateci, per amore di Eric, Ariel decide di trasformarsi in umana e di rinunciare a una delle cose più importanti della sua vita: la voce. Senza considerare l’allontanamento dalla famiglia e dagli amici di sempre.

Esistono i cattivi

www.avmagazine.it
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Che mi dite delle sorelle di Cenerentola? E della odiosa Matrigna? Le fiabe ci insegnano che i cattivi esistono ma che vanno combattuti con la grazia perché, prima o poi, il momento del riscatto arriva per tutti.

Spesso ci si perde per poi ritrovarsi

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Lady Marion e Robin Hood si erano trovati, poi sono stati costretti a separarsi per poi ritrovarsi ancora una volta. Più innamorati che mai. E poco importa se la bellissima volpina fosse la cugina del Principe Giovanni (ve lo ricordate con il pollicione in bocca?). L’amore, quello vero, sopravvive e si conserva perfettamente, nonostante gli eventi contrastanti.

Lui deve stare al vostro fianco

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Si, perché da sole non andrete molto lontano. Un vero amore sopravvive agli aventi se c’è la collaborazione di tutte le parti in causa: i sentimenti unilaterali non hanno lunga vita. Questo è il caso di Aladdin e Jasmine, uniti contro Jafar nella lotta alla riconquista del regno e al trionfo del loro amore.