sabato, 20 Dicembre 2025

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Everyday Sexism: la discriminazione di genere raccontata dalle donne

credits photo: huffingtonpost.co.uk

La discriminazione di genere è qualcosa di antico. Qualcosa di talmente antico che ormai si nasconde in ogni angolo della quotidianità sotto forma di comportamenti ‘normali’ e, spesso, non ci facciamo neanche più caso. Il sessismo si può trovare ogni giorno in molteplici situazioni: durante un colloquio di lavoro, durante una passeggiata o in una semplice frase. Le donne ci sono tristemente abituate e, salvo casi fortemente offensivi, non si ribellano e non protestano.

Ma si tratta di un’abitudine da sradicare ed è per questo motivo che nascono progetti come ‘Everyday Sexism‘, che raccoglie e racconta migliaia di testimonianze di ragazze, madri e mogli che vengono discriminate proprio a causa dell’essere nate donne.

Everyday sexism‘ è un progetto internazionale nato nel 2012 per opera di Laura Bates, giornalista e femminista britannica che ha un blog sul ‘Guardian‘ e collabora con diverse testate importanti come ‘Independent‘ o ‘Huffington Post‘. Si tratta di un sito, disponibile in 25 lingue, in cui le donne possono raccontare ciò che succede quotidianamente nel mondo.

Donne, ma non solo. Anche alcuni uomini hanno lasciato il loro contributo svelando di venire discriminati perché svolgono ‘mestieri da donna‘, come pulire o cucinare. Ed è proprio nelle parole, infatti, che si nasconde la discriminazione più subdola. Anche se fenomeni come colloqui di lavoro in cui vengono poste domande sulla vita personale delle candidate sono incivili e da non sottovalutare, sono nelle frasi che ci vengono ripetute fin da piccoli (come, ad esempio ‘piangi come una femminuccia‘, ‘guidi come una donna‘ e ‘combatti come una ragazza‘) che piantano nella società il seme del sessismo e minano l’autostima delle bambine e delle adolescenti che saranno le donne del futuro.

Cosa bisogna fare allora per eliminare questo triste fenomento? Educare i propri figli al rispetto delle donne, pesare le parole, perché anche questa può essere una forma di violenza, e, soprattutto, evitare di passare sopra alle forme di discriminazione che ogni giorno subiamo.

Tatuaggi animati, quando l’inchiostro si muove (VIDEO)

Credit: http://news.discovery.com/

I tatuaggi, oggi come mai prima, si stanno spandendo a macchia d’olio.
Le tecniche si affinano, le mode cambiano e le innovazioni si scontrano a colpi di macchinette.
L’errore sta nel pensare che tutto finisca qui, quando tutto è appena cominciato e ci auguriamo prosegua.
Parliamo di un meraviglioso, straordinario, affascinante progetto che dà vita ai disegni impressi sui corpi delle persone in tempo reale.

Si chiama mappatura di proiezione ed è una tecnica animata che permette di far vivere i tatuaggi direttamente addosso alle persone.
A capo del nuovo processo innovativo le due menti artistiche e geniali di Oskar e Gaspar, un collettivo di artisti visivi e multimediali residenti in Portogallo, che hanno organizzato un evento estivo l’anno passato – ma perché non l’abbiamo saputo prima – chiamato “Ink Mapping“, nel quale la mappatura di proiezione è stata utilizzata per trasformare i tattoo in vere e proprie opere d’arte dinamiche.

La tecnica prevede un adattamento 3D alla tradizionale tecnologia di proiezione, all’interno dei confini dati dai tatuaggi. In questo modo è possibile riprodurre, a partire dall’architettura di base del disegno, una sequenza animata di colori, linee, luci e curve che andranno a muovere la staticità dell’opera.
La cosa che più impressiona è che tutto ciò che di meraviglioso accade si può vedere in tempo reale, senza aspettare che qualche macchina processi il meccanismo.

I due professionisti, che già avevano utilizzato l’idea per altri progetti scientifici, hanno pensato bene di sfruttare questa loro capacità per una passione a loro comune. Sembrava qualcosa di scontato e immediato dal loro punto di vista far coincidere questi due tipi di arte, così due anni fa hanno iniziato a lavorare sui loro stessi tatuaggi, realizzando quanto ciò che avevano sperimentato potesse diventare incredibilmente bello.

La serata ha visto la presenza di almeno 40 esperti del settore che hanno lavorato sui setting, sulle luci e sui modelli. Ogni animazione ha visto il suo inizio con le foto del tattoo prescelto, che è stato poi rielaborato in 3D e di conseguenza all’interno della proiezione animata.

Ecco così che i volti si esprimono, i mandala si allargano e s’illuminano, le stelle si aprono all’universo e gli uccelli di carta si spostano lungo le braccia, mentre Dalí guarda tutto con occhio critico e con un sopracciglio devastante.

Il tatuaggio affonda le sue radici nella storia e si può dire che sia una delle arti più antiche e questo è meraviglioso, la tradizione ci insegna e ci guida, ma quando i tempi moderni rivoluzionano con visioni così magiche concetti così statici, il connubio diventa incredibilmente azzeccato.

Quello che abbiamo imparato sull’amore da Gabriel García Márquez

Credits: www.vitespeciali.it

Domenica 6 marzo 2016. Una giornata come le altre, ma non per gli amanti di Gabriel García Márquez, che esattamente ottantanove anni fa nasceva ad Aracataca, in Colombia. Premio Nobel per la letteratura nel 1982, una delle figure più importanti della corrente del realismo magico, uno degli autori più famosi in America Latina e non solo, considerando la sua influenza su tutta la letteratura mondiale. Un autore a 360 gradi che, con la sua morte nell’aprile 2014, ha lasciato un vuoto indelebile.

Un vuoto che, però, tutti noi che lo amiamo – per la sua incredibile attività di giornalista e scrittore, per le sue storie che ci hanno catturato tanto da farci sentire protagonisti – siamo riusciti a colmare, facendo nostri tutti i suoi insegnamenti sulla vita, sulla morte, sulla letteratura, sulla poesia, sul passare del tempo. E sull’amore, uno dei temi centrali per Gabo.

Perché quello che abbiamo imparato sull’amore da Gabriel García Márquez è importante e, soprattutto, ci ha aiutato a capire una cosa fondamentale nella nostra vita: che l’amore esiste. Esiste davvero. L’amore vero, quello che sorprende una mattina qualunque, davanti alla porta di casa e con un telegramma stretto nella mano. Quello che, nonostante le mille lettere d’amore, aspetterà “cinquantatré anni, sette mesi e undici giorni, notti comprese” prima di poter passare il resto della sua vita insieme a te.

Gli amori impossibili non esistono: in amore non sono possibili i se e i ma. Se ami qualcuno, lo ami con tutto te stesso e niente sarà da ostacolo, né un marito che nonostante i tradimenti si continua ad amare, né le donne che vorrebbero averti, perché in ognuna di loro non fai che vedere l’immagine dell’unica che riesci ad amare, senza sapere nemmeno come tutto è iniziato. E andando incontro a qualcosa che è un grande punto di domanda.

L’amore è talmente forte da avere gli stessi sintomi del colera, da diventare un’ossessione difficile da mandare via, dal cuore e dall’anima, ma anche dalla ragione, che ne viene inesorabilmente travolta. Dopo tutto è proprio l’amore ad essere il motore di ogni cosa, della vita stessa e di intere generazioni. Se l’amore è amore vince sempre, si trasmette e può arrivare a tenere in piedi intere famiglie.

Da Gabriel García Márquez abbiamo imparato anche che l’amore non è solo sesso. Un pensiero fisso nella mente può essere più intenso di un rapporto fisico, va al di là del corpo e di qualsiasi brivido dovuto al tocco della persona amata. L’amore che si prova può togliere la capacità di fare qualsiasi cosa che non abbia a che fare con l’amante, può far vedere tutto il resto in modo sfocato, come se il mondo fosse abitato da sole ombre e gli unici a splendere siete voi. Ma solo se siete insieme, mano nella mano. Con i cuori vicini e gli occhi che parlano.

Il grande scrittore ci ha insegnato anche un’altra cosa, che il tempo è nullo in confronto all’amore. Se si provano sentimenti forti il tempo non esiste, perché l’amore va contro ogni barriera, anche contro il passare degli anni che tanto ci spaventa. Perché non c’è cosa più bella che aspettare l’amore, tanto da soffrirne, tanto che quando arriva il tempo ci sembrerà solo un numero, piccolo ed insignificante.

Anche le Principesse Disney vanno in bagno (FOTO)

credits photo: 100bimbi.it

Quanto sono belle le Principesse Disney? Tantissimo. Ce le immaginiamo sempre truccate, con pettinature impeccabili e nei loro vestiti perfetti pronte per andare al ballo dove le aspetta un principe che, sicuramente, rimarrà ammaliato. Nonostante abbiano ispirato molti artisti, però, ben pochi le hanno rappresentante alle prese con la vita di tutti i giorni. Ancor meno sono quelli che invece le hanno pensate alle prese con le urgenze che tutti hanno, ad esempio andare in bagno.

Se anche voi non riuscite ad immaginarle allora dovete assolutamente guardare questi disegni.

Biancaneve

credits photo: 9gag.com
credits photo: 9gag.com

Andare in bagno quando si vive in casa con sette uomini, che probabilmente hanno lo stesso bisogno, non è per niente rilassante: occorre fare tutto di fretta. Povera Biancaneve.

Mulan

credits photo: 9gag.com
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E cosa dovrebbe dire Mulan? Nell’accampamento è costretta ad utilizzare un bagno pensato solo per gli uomini. L’orinatoio deve esserle apparso davvero scomodo, ma da vera eroina ha tenuto duro e ha salvato la Cina.

Ariel

credits photo: 9gag.com
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Niente bagni nell’oceano. Come farà la coraggiosa Ariel?

Aurora

credits photo: 9gag.com
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Quando dormi per anni e anni il catetere è d’obbligo. Peccato non si abbini al vestito per il ballo e speriamo che il principe non ci faccia caso prima di darle il bacio che le permetterà di nuovo di usare un bagno.

Belle

credits photo: 9gag.com
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Quanti libri sono stati letti in bagno? Per chi ha una vita frenetica a volte quello è l’unico momento per godersi un buon libro. O semplicemente ad alcuni piace sfruttare e rendere utile ogni singolo momento. Belle porta la sua passione anche in bagno, per ore e ore.

Pocahontas

credits photo: 9gag.com
credits photo: 9gag.com

Pocahontas è invece il tipo di persona che ama andare in bagno perchè lo considera l‘unico posto per stare un po’ isolata e avere la possibilità di riflettere.