mercoledì, 17 Dicembre 2025

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Ovetto Kinder, la sorpresa è una pillola per la pressione

Kinder
Credit Photo: Youtube.com

Chi non conosce l’ovetto Kinder? Un dolce gioco che ha accompagnato i bimbi di ormai tante generazione, e che continua a farlo. Probabilmente si tratta di un sabotaggio ai danni della Kinder quello che è avvenuto il mese scorso nella provincia di Frosinone. Un bambino, scartando infatti con la solita e consueta emozione il suo ovetto Kinder convinto di trovarvi una divertente sorpresa da montare o un pupazzetto in plastica, è rimasto stupefatto quando invece vi ha trovato una pillola.

Per fortuna il piccolo era con i genitori che avevano acquistato per lui l’ovetto Kinder in un bar della zona. I due adulti vedendo la pillola l’hanno subito consegnata alla più vicina stazione dei Carabinieri dove subito sono state avviate le indagini dei Nas con il coordinamento della Procura della Repubblica. Si è scoperto quindi che la pillola rivenuta era un farmaco contro l’ipertensione.

La vicenda è avvenuta lo scorso Dicembre, ma solo oggi è stata resa pubblica dalle pagine locali de La Repubblica. L’ipotesi più accreditata al momento è che si tratti di un sabotaggio. Il farmaco, che al momento viene commercializzato solo in Italia, si trovava all’interno del suo blister. Per ora la Ferrero, che è l’azienda che produce il Kinder Sorpresa, non ha voluto rilasciare dichiarazioni in merito.

La lettera di un amore perduto trovata in una bottiglia

credits: http://www.huffingtonpost.it

Un ragazzo di Roma, durante un viaggio in Messico, ha trovato, in cima ad un antico tempio Maya, tra le rovine di Uxmal, una piccola bottiglia contenente una lettera. Spinto dalla curiosità, ha voluto leggere il contenuto, rimanendone particolarmente commosso. Il messaggio è una lettera d’amore, ricca di parole intense e commuoventi, scritta da una donna che ha perso per sempre l’amore della sua vita.

L’autrice è una donna di nome Katy e nella lettera, indirizzata a “A chi ha bisogno di speranza“, spiega che il suo fidanzato, Russell Leo Kraus III, chiamato da lei Tre, è morto pochi giorni prima del loro matrimonio, il 4 agosto 2015.
Un amore nato a prima vista, racconta la donna, che stava finalmente coronando il suo sogno d’amore. I due condividevano il desiderio di vedere il tempio Maya e le rovine ma non ne hanno avuto il tempo. Katy ha voluto comunque intraprendere il viaggio e ha scalato la salita anche per lui. Ecco il testo:

Per chi ha bisogno di speranza,
il mio nome è Katy e io dovrei essere nella mia luna di miele.
Tuttavia una settimana prima di sposarmi, l’amore della mia vita, il mio migliore amico, è deceduto.
Il suo nome era Tre e lui era un uomo divertente, forte, amorevole e premuroso che mi ha fatto sentire come se fossi l’unica ragazza al mondo.
Dalla prima volta in cui mi ha tenuto la mano, ho capito che questo era l’uomo che volevo sposare. Volevamo vedere il tempio Maya e le rovine e lui era molto emozionato quando abbiamo deciso di fare questa crociera. Così ho deciso di fare questo viaggio, di scalare questa salita per lui. Le mie parole di incoraggiamento sono queste: non mollare mai. Più facile a dirsi che a farsi, lo so, ma ci provo.
C’è così tanta vita davanti e non si sa mai quando è finita. Ama sempre. C’è così tanto dolore e rabbia in questo mondo senza amore nel tuo cuore. Sii sempre te stesso e ridi, perché la persona per te ti amerà sempre veramente per quello che sei e non ti farà mai sentire di dover cambiare qualcosa. La persona per te ti farà sempre sentire speciale come se fossi un re.
Ma ricordati che è necessario che tu la faccia sentire allo stesso modo. Questo è il rispetto. Chiunque trovi questa lettera, prego affinché trovi o abbia trovato l’amore. Quell’amore che tira fuori il meglio di te, che ti rende una persona migliore. E per tutti coloro che hanno trovato l’amore e l ‘hanno perso, continuate ad amare gli altri. Non lasciate morire l’amore, provate a ridere sempre e a vivere la vita.
Con amore, sempre
La quasi Katy Kraus

Sono andato in vacanza pensando che sarebbe stato memorabile per i bellissimi paesaggi che avrei visto, ma l’unica cosa che ricorderò e custodirò per sempre di questo viaggio sarà quella lettera” dice il ragazzo, che, dopo aver letto la lettera, ha deciso di condividerla sul web, riscuotendo subito un grandissimo successo. Sono più di 300 mila le persone che hanno condiviso il messaggio.

Le parole sono quelle di una donna distrutta dalla morte del suo fidanzato ma che, proprio grazie alla grandezza di questo sentimento, è pronta non solo ad andare avanti ma anche a dare consigli e messaggi di speranza a tutti coloro che amano, che hanno amato e che ameranno.
Katy spiega quanto sia importante continuare a sorridere, non mollare mai ed amare con tutti sè stessi, ricordandoci che è il rispetto la base di una relazione. La donna ci dice che il vero amore è quello che ci permette di poter essere sempre noi stessi e che ci aiuta a diventare delle persone migliori.

In amore cerchiamo chi è alto come noi

www.blog.pianetadonna.it

Via col vento, Titanic, Notting Hill: siamo tutte cresciute a pane, pasta e romanticismo. Inoltre siamo in Italia, il luogo del sole e del mare blu, potevamo mai non essere innamorate dell’idea dell’amore? Saremmo riuscite a resistere al richiamo dei sentimenti che hanno reso il nostro un popolo di artisti? Impossibile.
Però ogni tanto arriva qualche notizia scientifica a smentire ciò in cui crediamo fermamente, come il fatto che anche l’amore dipenda dai geni. Con il passare degli anni è stato dimostrato che la maggior parte delle cose che riguardano la vita umana si basa sul patrimonio genetico dell’individuo, come le malattie ereditarie, le fattezze fisiche, il carattere. Ma mai nessuno ci aveva parlato dell’amore, quello che noi tutte crediamo essere influenzato dall’aria, dagli odori, dal destino, e che è invece misteriosamente dipendente dalla genetica.

Strano vero? Eppure secondo una ricerca degli scienziati della University of Edinburgh’s Rosline in collaborazione con MRC Human Genetics Unit l’amore è genetico eccome.
Lo studio ha analizzato le informazioni genetiche di più di 13.000 coppie eterosessuali scoprendo che il gene che determina l’altezza fisica del soggetto è anche responsabile della preferenza di quest’ultimo nei confronti del proprio partner.
In altre parole secondo il nostro corredo genetico siamo portati alla ricerca di un compagno che abbia un’altezza simile alla nostra.

Naturalmente lo studio riguarda un numero considerevole di soggetti ma non il mondo intero: va da se che nella realtà fattuale sussistano le dovute eccezioni alla regola.
Quindi state tranquille ragazze: non è detto che una statura esigua possa rendervi impossibile la conquista di un uomo più alto di voi. Punto primo perché per gli uomini l’unico dato indispensabile è il vostro respiro, cioè il fatto che siete vive e respirate normalmente, e poi perché avete pur sempre un paio di tette. Che se sono grandi vi permettono di scalare anche l’Everest quando non avete nemmeno una banalissima fune, non temete.

Adulti che indossano il pigiama nei luoghi pubblici: è giusto?

Credit: http://www.independent.co.uk/

Una preside in Darlington, arrivata allo stremo della pazienza, ha comunicato in veste ufficiale ai genitori dei suoi alunni che non sarà più accettabile presentarsi in pigiama a scuola.
E questo non solo durante l’orario di apertura dei cancelli al mattino, ma nemmeno durante le riunioni, le feste e le rappresentazioni, come invece era ormai abitudine fare.

La preside ha dichiarato che non è per niente “normale” e nemmeno giusto non trovare il tempo per sistemarsi prima di portare i propri figli all’adempimento dei loro doveri. In buona sostanza è come se si trattasse di un paradosso, che confonderebbe i bambini riguardo alle loro “mansioni”.

Non è normale che un adulto si presenti trasandato in un luogo pubblico, dove ai bambini viene imposto il dogma di rispettare le regole e le convenzioni sociali. Avanti di questo passo, i bambini capiranno che è giusto sentirsi liberi di non prendersi cura di se stessi e della tradizionale metodologia sulla la quale la società si è sempre basata.

Può capitare a tutti di non fare in tempo a vestirsi a puntino la mattina presto, specialmente se si lavora da casa o non è necessario uscire per tutto il giorno, ma non è assolutamente accettabile – sempre per ciò che la preside in questione pensa – presentarsi alle riunioni e alle recite scolastiche con il pigiama.
Sarebbe buona norma insegnare ai propri figli che è giusto, durante il corso della mattinata, trovare il tempo di lavarsi e prepararsi per affrontare la giornata in ordine.

Anche alcuni dei personaggi più noti, come la famosa cuoca Nigella Lawson e il Primo Ministro David Cameron, hanno dichiarato di stare in pigiama tutto il giorno occasionalmente, ma questo non ha nulla a che vedere con la piega che gli adulti stanno prendendo.

Secondo la psicoterapeuta Hilda Burke, dipende dal lavoro che si svolge naturalmente, ma nelle scuole è utile che certi standard e certi codici vengano rispettati, così che anche in un futuro lavorativo si intuisca che certe regole debbano essere seguite alla lettera.

Per altri, invece, vedere i genitori in pigiama nei pressi della scuola significa mettere i propri figli e le loro esigenze – quali il pranzo, la colazione, gli zaini ecc. – al primo posto, magari stando anche svegli fino a tardi per preparare i biscotti e il vitto per il giorno dopo.
Utilizzando il tempo extra per i propri bambini, quello che rimane per stessi è così breve da non poter nemmeno mettersi qualcosa di decente addosso.

Ma questa non è una motivazione valida per alcuni, perché in questo caso non si tratta di mettere i figli al primo posto e i genitori al secondo, si stratta proprio di escluderli dalla lista. Tralasciando se stessi, infatti, non si passa al secondo posto del podio, ma ci si esclude proprio dalla corsa.

Dimenticandoci per un attimo della questione scolastica, possiamo affermare invece che i pigiami e il daywear hanno calcato i catwalks con risultati sorprendenti, poiché, come è stato affermato recentemente, il pigiama non è solo qualcosa dentro il quale dormire comodi, ma è l’istituzione fashion del momento.

Cosa ne penserà la preside?