lunedì, 15 Dicembre 2025

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Parole intraducibili illustrate magnificamente da Marija Tiurina (FOTO)

Credits: dailybest.it

Parole intraducibili, ovvero: ma come parla la gente? A volte udiamo o leggiamo certe idiomi il cui significato è impossibile da cercare. Ci sono infatti parole intraducibili che esistono solo in una specifica lingua e non in altre. Allora direte: e come si fa a capirne il senso? Per spiegarle bisogna usare una frase complessa che rischia, però, di far perdere il significato originario. Perché ammettiamolo, alcune parole sono belle solo se dette in lingua originale.

L’artista inglese Marija Tiurina ha realizzato una serie di splendidi disegni in cui illustra le parole intraducibili che si trovano in lingue quali arabo, portoghese, giapponese, e ne dà il significato. Andiamo a dare un’occhiata.

Cafuné (brasiliano portoghese): L’atto di passare teneramente le dita tra i capelli di qualcuno.

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Baku – shan (giapponese): una ragazza bellissima solo se vista da dietro.

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Gufra (arabo): La quantità d’acqua che può essere tenuta in una mano.

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Torschlusspanik (tedesco): La paura della chiusura di un cancello o metaforicamente la paura della diminuzione delle opportunità man mano che l’età avanza.

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Tretar (svedese): Quando riempi una tazza di caffè per tre volte.

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Duende (spagnolo): Il misterioso potere che un’opera d’arte trasmette alle persone per smuovere le loro emozioni.

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Schlimazl (yiddish): Una persona cronicamente sfortunata.

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Schadenfreude (tedesco): Il piacere derivato dalle sfortune altrui.

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Tingo (rapanui): L’atto di farsi prestare tutti gli oggetti desiderati dalla casa di un amico.

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Luftmensch (yiddish): Chi fa costantemente sogni ad occhi aperti.

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L’appel duvide (francese): La chiamata del vuoto, l’urgenza di saltare da alti edifici.

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Credits photo: dailybest.it

Perché gli inglesi parlano sempre del tempo?

Credits: www.chiarabonazzi.it

Avete presente lo stereotipo di noi italiani che mangiamo solo pizza e non facciamo altro che gesticolare? Ecco, non è l’unico. Di luoghi comuni in giro per il mondo ce ne sono a volontà e uno di questi riguarda gli inglesi, anche se chi non hai mai vissuto in Inghilterra forse non sa che i sudditi della regina Elisabetta parlano sempre del tempo: tutte le loro conversazioni iniziano parlando del famoso, imprevedibile e variabile weather.

Un tempo decisamente strano dovuto alla sua latitudine, alla frequenza di cicloni e anche al fatto che l’Inghilterra è un’isola ed è composta da altre isole. Trevor Harley, che si occupa di psicologia cognitiva alla University of Dundee e gestisce un sito internet dedicato interamente al tempo in Inghilterra, afferma che questo Paese è uno tra i più mutevoli per quanto riguarda le condizioni climatiche. Basti pensare che il giorno più caldo della sua storia è stato nel mese di novembre, con una temperatura di 22.4° C.

Proprio per parlare del tempo, in maniera decisamente scientifica, durante la metà del novecento è nato il British Weather Newsgroup. Ma oggi questo argomento viene trattato in tutte le salse e ogni conversazione inizia proprio con una domanda sul tempo, che si collega ad altri temi: come vestirsi con questo tempo così variabile -a cipolla, più scoperti o con mille maglioni?- e se è necessario portare l’ombrello nella borsa.

Quello del tempo è un tema così centrale nella vita degli abitanti inglesi che, come gli eschimesi con la neve, ogni modo di piovere ha un suo nome: se volete arricchire il vostro vocabolario basterà guardare il meteo. Anche se, inizialmente, sarà difficile capire anche dalle immagini: in Inghilterra, l’intensità delle piogge e la bassa pressione vengono indicate con aree di colori differenti.
Inoltre, l’antropologa Kate Fox ha condotto delle ricerche proprio sull’importanza del tempo nel Paese e il risultato è significativo: il 94% degli intervistati ha ammesso di aver parlato del tempo nelle sei ore appena passate, mentre il 38% nell’ultima ora.

In molti parlano del weather come un’ossessione per gli inglesi, ma in realtà è un grave errore: discutere riguardo al tempo è una semplice occasione per fare un po’ di conversazione, come afferma Kate Fox nel suo libro “Watching the English“, nel quale ha dedicato un capitolo a questo discorso.
Il tempo può essere usato per sciogliere il ghiaccio all’inizio di una conoscenza, per riempire momenti di silenzio o per portare il discorso lontano da argomenti scomodi. E ci sono anche delle regole -non scritte- da seguire in questo rituale: si inizia con una domanda come “cold, isn’t it?” o “raining again?“, sebbene la risposta sia scontata, e la risposta sarà per lo più positiva. In caso contrario, ci si giustifica dando la colpa ad una mania personale.

Non dimenticate, poi, che esistono anche due temi molto più trattati. Il primo è il discorso riguardo al brutto tempo che tutti vorrebbero, come un Natale nevoso, presentatosi solo quattro volte da 51 anni. Il secondo, invece, è la nostalgia del clima passato.

La vita da ragazze, tra aspettativa e realtà (FOTO)

photo credits: Cassandra

Nella vita di una ragazza esistono dei gesti, delle azioni e dei comportamenti che svolgono il ruolo di comune denominatore in tutto il mondo: dal truccarsi, allo scattarsi un selfie o scegliere un vestito adatto ad un appuntamento.
Inconvenienti e comportamenti che assumono la maggior parte delle ragazze e che ci fanno sentire meno sole, ma soprattutto ci fanno sorridere un po’ rendendo la vita più leggera.

Cassandra Calin, un’artista ventenne di origini rumene, ha deciso di sfruttare la sua potenzialità nel disegno per illustrare stralci di vita quotidiana tipici di tutte le ragazze, prendendo ispirazione da momenti delle sue giornate tipo.
Cassandra oltre ad essere particolarmente brava nel disegnare ha un animo spiritoso ed è proprio per questo che le sue vignette vengono apprezzate e continuamente condivise sui social network. Eccone alcune che abbiamo selezionato per voi in tutta la loro comicità.

Il dramma del trucco

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A meno che non siate le nipoti di Clio make-up, la maggior parte delle ragazze è un totale disastro nel truccarsi. Tuttavia la testardaggine è una caratteristica simbolo del genere femminile, per questo non demordiamo e cerchiamo disperatamente di migliorare truccandoci ogni giorno. Le imprese più dure? Sicuramente mettere l’ eyeliner o ricreare sul nostro viso lo stesso trucco di un tutorial che abbiamo guardato speranzose su Youtube. Riproduzioni di panda ed orsetti lavatori sono assicurate.

Lotta alla taglia

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Sicuramente anche a voi sarà capitato di entrare in un negozio di abbigliamento, adocchiare una maglietta di vostro gradimento e scoprire non è più disponibile la vostra taglia. La commessa di turno penserà di risolvere il tutto con un: ” Non abbiamo più questa taglia in nero, perché non provi altri colori?”. Odio puro.

Niente da mettere

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Un classico che non passa mai di moda. Le ragazze non hanno mai nulla da indossare, anche se mentre lo dicono stanno nuotando in una stanza piena di vestiti tirati fuori dall’armadio con foga e nervosismo.

Costumi da bagno

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La tragedia si moltiplica quando indossiamo o proviamo un costume da bagno. Troppo stretti, con mutandine troppo larghe, scollati, intrecciati stile salumeria oppure orribili nonostante sul manichino sembrassero carini. Una t-shirt lunga risolverà il tutto.

Selfie

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Succede, alcune rare volte, che passando davanti ad uno specchio ci troviamo ben pettinate e truccate. In quel caso tiriamo fuori il cellulare per scattarci un selfie, il risultato è inenarrabile.

Trasformare il ripostiglio nella stanza di Harry Potter? Ecco come (FOTO)

Credits: it.harrypotter.wikia.com

Se un fan di Harry Potter sente parlare di ‘ripostiglio nel sottoscala‘ sa di dover immaginarsi la famosa stanza del maghetto al 4 di Privet Drive, luogo dove viveva insieme ai suoi zii. Quando lo scorso giugno, la bibliotecaria originaria della Pennsylvania Courtney Bonnet si è trasferita nella sua nuova casa, sapeva esattamente cosa fare del suo ripostiglio nel sottoscala. Ispirandosi proprio alla camera di Harry Potter, la donna ha usato alcuni vecchi romanzi del maghetto di Hogwarts per ridisegnare le pareti. E così il piccolo ripostiglio è diventato una sorta di posto magico appositamente per i suoi figli. Ecco come lo ha realizzato.

Courtney Bonnet ha raccontato a Buzzfeed come le è nata l’idea. “Amo molto Harry Potter, i romanzi e mi piace leggere. Me la cavo abbastanza bene con il cucito e con le cose fatte a mano, quindi ho pensato, perché no? Quale bambino non desidererebbe avere la propria stanza segreta?” Bonnet ha spiegato che voleva che i suoi figli crescessero imparando ad apprezzare i libri e la lettura, e capendo qual è l’impatto che essi hanno nella vita di una persona. “Harry Potter ha cambiato la mia vita”, ha aggiunto la bibliotecaria, “e non vedo l’ora di leggere questi romanzi ai miei figli”, magari proprio dentro il ripostiglio nel sottoscala.

Bonnet ha notato per la prima volta ‘la stanza segreta’ quando era andata all’inaugurazione lo scorso anno.

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Lei e suo marito hanno comprato la casa dopo che lui ha accettato l’idea della moglie, ovvero trasformare il ripostiglio in una stanza a tema Harry Potter.

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L’entrata del ripostiglio accoglie chiunque con un poster di Harry Potter e un pupazzo di Edvige. Le pareti sono decorate con pagine di vecchie edizioni dei romanzi della saga letteraria.

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Un piccolo spazio per dar vita a una grande magia.

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Poster e stickers sui muri, insieme a gadget di Harry Potter per arredare la stanza.

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Quale impatto ha avuto Harry Potter nelle vostre vite?

Credits photos: boredpanda.com