sabato, 20 Dicembre 2025

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Come fare per non perdere le chiavi di casa?

photo credits: mammachestorie

Se c’è una cosa su cui dovrebbero fare studi ed esperimenti gli scienziati di tutto il mondo, questa è: la strana motivazione per cui, ogni volta che usciamo o rientriamo in casa, non troviamo le chiavi. In quel preciso istante, ovviamente, non sappiamo neanche localizzarle e partiamo alla disperata ricerca di quest’ultime.
Complici borse grandi come un trolley, disordine generale e la memoria di un pesce rosso. Siamo soliti passare alcuni minuti improvvisando balli latino americani finalizzati alla ricerca delle chiavi e spesso dello smartphone. Vi siete mai chiesti, però, perché non siamo in grado di ricordare immediatamente dove lasciamo accessori di questo genere?

La risposta arriva da Daniel Levitin, un neuroscienziato che ha partecipato al TEDTalk event a Londra, intervenendo proprio riguardo questo particolare fenomeno. Proponendo anche alcune soluzioni.
Il dottor Levitin ha spiegato che l’area del cervello che si occupa di immagazzinare nozioni e informazioni è l’ippocampo. In periodi di particolare stress e frenesia, quest’area del cervello viene sottoposta ad un lavoro maggiore, per questo motivo, ci capita spesso di non ricordare subito dove abbiamo lasciato le chiavi di casa.

La soluzione a questo tipo di problema va ricercata nel condurre una vita più rilassata e tranquilla, ma soprattutto nell’adottare un metodo che possa permetterci di contrastare la perdita compulsiva di questi oggetti. Secondo il dottor Levitin, bisogna fornire un posto ben preciso ad ogni tipo di oggetto mobile che utilizziamo. Come le chiavi, lo smartphone, gli occhiali da lettura ed i documenti, e impegnarsi a riporli sempre nello stesso posto dopo averli utilizzati. Solo così potremmo evitare di perdere ogni oggetto dieci volte al giorno.

Per i viaggiatori, sottoposti allo stress del rientro, Levin consiglia di fotografare i documenti in caso di perdita degli stessi. Se poi perdete anche lo smartphone, allora c’è bisogno di un miracolo.

I 5 Paesi in cui si vive meglio

Stando all’ultima ricerca realizzata dall’OECD, l’organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo economico, sarebbero i Danesi quelli a godere del migliore equilibrio tra vita lavorativa e vita privata: una grande reticenza alla giornata lavorativa lunga, cui si aggiunge un generoso quantitativo di tempo da dedicare a se stessi, ha guadagnato alla Danimarca il primo posto nella lista ufficiale del Better Life Index 2015.

Diamo dunque un’occhiata ai primi 5 Paesi in classifica, senza naturalmente aspettarci di trovarvi menzionata l’Italia:

1) Danimarca

Segreto del successo della Danimarca sembrerebbe essere la settimana lavorativa corta e un ambiente familiare: solo il 2% dei danesi, infatti, risulta avere un impiego a tempo pieno. Una popolazione, quella danese, che peraltro gode anche di sovvenzioni da parte dello Stato destinate alle famiglie e ai soggetti con bambini piccoli: la Danimarca spende, difatti, più del 4% del proprio PIL per benefit familiari.

2) Spagna

La Spagna arriva al secondo posto poiché, nonostante abbiano diritto allo stesso quantitativo di tempo personale di cui godono i danesi gli spagnoli arrivano tardi al lavoro. I lavoratori in Spagna dedicano 16,1 ore, cioè il 67% della propria giornata, alla “cura personale” e ad attività di svago, soltanto l’8% lavora per molte ore consecutive quotidianamente. La Spagna presenta, inoltre, uno dei più bassi tassi di fertilità al mondo e una percentuale di impiego femminile che deve ancora crescere: dati che fanno comprendere quanto gli spagnoli debbano ancora riuscire a riequilibrare il binomio lavoro-famiglia secondo la parità dei generi.

3) Paesi Bassi

I lavoratori nei Paesi Bassi non conoscono orari lavorativi full-time: solo lo 0,5 % degli impiegati lavora per una lunga durata di ore. In ogni caso, ciò non significa necessariamente che il tempo libero sia mediamente di più: gli olandesi passano circa 15,4 ore al giorno a prendersi cura di sé e delle proprie famiglie. Qui, inoltre, vige parità di genere pressoché assoluta: uomini e donne hanno le stesse identiche responsabilità lavorative e le famiglie sono sostenute da generosi sussidi statali.

4) Belgio

Al quarto posto, il Belgio gode di piani lavorativi flessibili e abbondante tempo da dedicare ad amici e parenti, dal momento che solo il 5% dei lavoratori belgi lavora full-time.

5) Norvegia

La Norvegia si classifica al quinto posto, con dei dati che mostrano che i norvegesi passano circa 15,6 ore al giorno con le proprie famiglie a contemplare i Fiordi: solo il 3% di loro lavora a tempo pieno.

La Tailandia ha qualcosa che tutti dovremmo invidiare

La Tailandia ha qualcosa in più, più di tutti quanti i paesi del mondo. Che noi non ci saremmo mai aspettati di trovare. La Tailandia è un paese che sa ridere, e lo vuole insegnare a tutti noi.

Sembrano essere tutti allegri, tutti divertiti. Ci sono tanti sorrisi e buonumore nell’aria. Naturalmente, le persone si divertono ovunque. Ma in Thailandia è diverso. Ogni cultura ha una parola per indicare il divertimento, basti pensare all’inglese “fun”, ma la parola tailandese usata per indicare quel significato, sanuk, ha un senso differente: indica “un’attività intrinsecamente preziosa”.

Sanuk si può trovare dappertutto in Tailandia: nei negozi, per le strade, nei luoghi pubblici. “La traduzione di ‘divertimento’ non rende giustizia davvero alla parole sanuk”, ha detto William Klausner, un antropologo americano che ha vissuto in Thailandia per decenni. “Non si riesce a catturare la magia di questo aspetto piuttosto unico della cultura tailandese”, ha commentato.

I viaggiatori possono vedere sanuk in piena fioritura durante il festival annuale per il Capodanno di Songkran. In Thailandia qualsiasi cosa si faccia deve possedere una certa dose di Sanuk, anche il lavoro, per quanto duro e pesante possa essere. Questo spiega perché la maggior parte dei volti in Thailandia sia caratterizzato dal sorriso, proprio perché questo popolo tende ad affrontare i propri compiti con atteggiamento allegro e ottimista.

Tutte le cose che le ragazze single pensano (FOTO)

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Essere single può certamente avere dei lati negativi: il sentimento di solitudine che ogni tanto si prova e, a volte, i giudizi delle persone. Ma ha anche tanti, tantissimi, lati positivi: libertà assoluta, serate in discoteca senza scenate di gelosia, niente crisi da regalo di Natale, compleanno, anniversario, San Valentino e possibilità di rimanere in casa, con pigiamone di pile e capelli legati, ogni qual volta che ci va. Ecco i pensieri che accomunano tutte le ragazze single.

Stranezza

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Dopo un determinato periodo di solitudine noi ragazze cominciamo a sentirci ‘strane’, e per strane non intendiamo necessariamente qualcosa di negativo. In ogni caso ciò che cerchiamo è qualcuno che sia strano esattamente come noi.

Dubbi

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Tutte le nostre amiche si fidanzano, le nostre cugine si sposano e le conoscenti, le amiche delle amiche, e le amiche delle mamme vanno a convinvere. Noi invece stiamo ancora cercando l’uomo dei nostri sogni, ma ci sorge un dubbio: non è che l’abbiamo già mandato a quel paese? Probabile.

Liste

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Noi ragazze single sappiamo benissimo cosa cerchiamo in un uomo e abbiamo una lista ben precisa di requisiti che deve soddisfare. Ed è forse proprio per questo che siamo single.

Istruzioni per l’uso

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Un fidanzato. Come si usa? Ogni quanto tempo deve mangiare? Cosa mangia? Cosa devo fare? Ce lo siamo scordato.

Metafore

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Il nostro ipotetico ragazzo è l’Oscar e noi siamo Leonardo DiCaprio. Non c’è bisogno di altre parole.

Solitudine

Siamo single, ma non sole. Abbiamo amici, gatti e cibo.

Depilazione

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Per noi single la depilazione non è una priorità. Non che ci piaccia andare in giro in ‘versione orso‘, ma possiamo rimandarla a domani, quando saremo più propense a subire la tortura.

Perchè?

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Smettetela di chiederci perchè non abbiamo un fidanzato. La risposta la conoscete. Siamo single per scelta, degli altri però.

Speranze

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E infine, le ragazze single non perdono la speranza. Soprattutto quella di trovare un marito che sappia cucinare.