sabato, 20 Dicembre 2025

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Quello che ho imparato al Forum delle Eccellenze

Credits photo: Performance Strategies

L’edizione 2015 del Forum delle Eccellenze è giunta al termine, ma gli insegnamenti che mi ha lasciato non mi abbandoneranno più. Un evento formativo, dal punto di vista professionale ma – anche e soprattutto – da quello umano, che è in grado di fornirti un sopporto e delle conoscenze da mettere in pratica per arrivare alla vera eccellenza perché l’idea è importante, ma “è l’azione che porta al risultato”.

Che cosa ho imparato da questi due giorni di formazione al Forum delle Eccellenze? Ognuno dei famosi relatori che hanno tenuto gli incontri – Tony Buzan, Jeffrey Liker, Reinhold Messner, Olivero Toscani, Jeffrey Zeig, Alessandro Rimassa, Dante Ferretti e Renèe Mauborgne – mi ha lasciato qualcosa di suo, che porterò per sempre nel bagaglio delle mie conoscenze.

Dall’inventore delle mappe mentali, Tony Buzan, ho imparato che nella vita non esistono solo il bianco e il nero, ma una miriade di colori, utili per migliorare memoria, apprendimento e creatività. Ho imparato che l’arte è di vitale importanza e che stimolare immaginazione e fantasia è importante, come sognare ad occhi aperti. Perché solo con gli occhi spalancati e la mente aperta la vita vale la pena di essere vissuta.

Jeffrey Liker, l’esperto mondiale della filosofia lean, mi ha insegnato che l’abilità, prima ancora dello strumento, è quello che conta, ma soprattutto che bisogna eliminare la paura di sbagliare. Quest’ultima è utile per migliorarsi sempre, con il supporto di qualcuno che ti aiuti nel miglioramento di te stesso – perché lavorare in gruppo e per il gruppo è fondamentale per incoraggiare la sperimentazione.

Reinhold Messner è l’esempio vivente che per arrivare in cima – in ogni campo – bisogna saper soffrire. Il possibile di domani, infatti, è l’impossibile di oggi: solo accettando il fallimento e imparando passo passo si può arrivare davvero alla propria meta. E se è vero che la paura cresce quando non abbiamo esperienza, è altrettanto vero che solo una volta che abbiamo preso il cuore in mano sappiamo che possiamo sconfiggerla.

Dal grande fotografo Oliviero Toscani ho imparato che non è poi così un male essere insicuri perché è dall’insicurezza che nasce qualcosa di totalmente creativo, che deve emozionare e sorprendere. I limiti possono essere superati grazie ad un progetto che ci fa misurare con noi stessi perché è proprio il lavoro che ci permette di essere liberi.

Jeffrey Zieg mi ha insegnato che tutte le informazioni devono contenere amore per essere interessanti: per circondarsi di persone che ci vogliono bene non possiamo usare la matematica. Le nostre vite ci sembreranno di successo a seconda delle persone che abbiamo amato e per fare ciò abbiamo bisogno dell’arte, che è una sorta di aerobica del cuore.

Da Alessandro Rimassa, giornalista ed esperto di innovazione, ho imparato che non bisogna mai smettere di essere curiosi e che se si sogna un mondo migliore l’unica cosa da fare è costruirselo: il valore di un’idea, infatti, è zero se non si applica. E, se il tutto si fa in team, il risultato è ottimo.

Dante Ferretti mi ha insegnato che cos’è veramente l’umiltà – raccontando i suoi successi in modo semplice, ironico e divertente – e che è importante imparare tutto quello che si può da tutti quelli che si incontrano durante il percorso della vita, bugiardi o meno.

L’unica relatrice donna, Renée Mauborgne mi ha fatto capire che il mio futuro deve essere pieno di oceano blu: solo costruendo e agendo si può cambiare la propria vita, in meglio. L’idea è importante ma è l’azione che porta alla vera rivoluzione.

Nomi per bambini: i più in voga nel 2016 (FOTO)

photo credits: pinterest

Aria di 2015 al termine e di un nuovo anno alle porte. E come ogni nuovo anno che si rispetti, il 2016 avrà una lunga lista di nomi per bambini che saranno i più scelti ed utilizzati dalle mamme e dai papà in attesa.
Molto spesso, per la scelta del nuovo nato o della nuova nata si fa riferimento ai gusti dei personaggi famosi, a uomini e donne illustri o semplicemente a nomi già presenti all’interno dell’albero genealogico.
Noi di Blog di Lifestyle vi proponiamo quelli che, secondo le statistiche, verranno utilizzati maggiormente. Armatevi di carta e penna, o di smartphone e tablet e segnate quelli che vi piacciono di più per chiarirvi le idee.

Charlotte

photo credits: blogspot
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Il nome della nuova arrivata nella famiglia reale d’Inghilterra ha fatto breccia nel cuore di molti futuri genitori. Il suono dolce di questo nome convince anche chi non ama nomi particolarmente esotici ed elaborati. Il nome adatto ad una vera principessa.

Leia

photo credits: idigitaltimes
photo credits: idigitaltimes

Il ritorno della saga di Star Wars sul grande schermo porta le sue conseguenze anche riguardo i nomi. Vecchi e nuovi appassionati saranno lieti di chiamare la propria bambina con il nome dell’eroina numero uno di Guerre Stellari.

Iker

photo credits: pinterest
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Per il 2016 i nomi di origine spagnola tornano in voga ci sarà Iker. A noi piace pensare che sia merito del fascino che il portiere iberico Casillas conferisca a questo nome, ma a quanto pare anche Diego e Javier saranno molto popolari tra i maschietti in arrivo.

Nomi biblici

photo credits: 123
photo credits: 123

Classici e mai banali, i nomi biblici come: Sara, Davide, Elisabetta, Marco, Rebecca e Rachele. Non perdono la loro bellezza pur essendo utilizzati da millenni. Nel 2016, però, si cerca meglio tra i tanti nomi biblici e si riscoprono: Giuditta, Dalila e Noah.

Ancora in classifica

photo credits: todaysparent
photo credits: todaysparent

Rimangono in vetta i nomi che in questi ultimi anni hanno letteralmente spopolato. Nasceranno ancora moltissime Sofia e Mia, seguite da altrettanti Jacopo e Francesco.

E a voi, quali tra questi nomi piacciono di più?

Le tazze di Starbucks come non le avete mai viste (FOTO)

credits: http://www.boredpanda.com

Sono un’artista di diciannove anni, dell’ Ohio e mi piace disegnare su praticamente qualsiasi cosa; la mia specialità, tazze di Starbucks“.
Così si definisce Carrah Aldridge, la giovane artista che sta spopolando sul web, grazie alle sue coloratissime e fantasiose creazioni.

Sul suo account Instagram troviamo soprattutto disegni di volti e persone, ma la creazione più particolare è proprio quella delle tazze di Starbucks.
L’artista dichiara di aver preso l’ispirazione dalla tazza disegnata da Kristina Webb e ha deciso di provare lei stessa. Da qui è nata questa sua grande passione, che ha portato avanti e ora la sua piccola collezione è in crescita.

Le sue coloratissime tazze stanno ottenendo grande consenso sul social network e ora sono davvero tantissimi gli utenti che la seguono.
Carrah rivela il suo segreto d’artista: per i suoi disegni non utilizza strumenti tradizionali, ma una penna gel bianca e dei pennarelli per riempire le aree o per aggiungere delle sfumature.
Queste tazze, essendo molto grandi, possono essere utilizzate come portapenne e sono perfette se desiderate dare alla vostra camera un’atmosfera pop e colorata.

Ecco alcune delle sue invenzioni:

Trucco o acqua e sapone, come cambia la percezione?

trucco

Il trucco è la croce e delizia di ogni donna. Poi fa parte del nostro carattere, a poco che fare con la bellezza a volte. Ci sono ragazze che pur essendo bellissime non escono mai senza trucco perché fa parte di loro, del loro stile e del loro modo di essere. Altre invece, passano intere giornate senza trucco, semplici acqua e sapone.

Il make up però oltre ad essere fondamentale spesso per l’autostima delle donne cambia completamente la percezione che gli altri hanno di noi. Avete mai provato ad andare in ufficio o all’università completamente senza trucco, quando normalmente siete abituate a mostravi con un filo di fondotinta, blush e mascara? I vostri colleghi o amici potrebbero rimanere straniti e sicuramente susciterete una reazione in loro.

Questo è quanto ha voluto dimostrare Brinton, una studentessa 21 di un’Università della California. Durante il suo esperimento, riportato anche dal Daily Mail, la giovane universitaria si è recata alle lezioni ogni giorno con un tipo di trucco diverso e ha appuntato le reazioni non solo dei suoi amici, ma anche della gente che non conosceva ma con cui si trovava ad interagire durante la giornata.

Il primo giorno Brinton va all’Università completamente senza trucco, acqua e sapone. Non ha difetti visibili, è una bella ragazza, ma riesce comunque a spiazzare le persone che la incontrano, c’è chi le domanda se ha trascorso un week end impegnativo o chi le offre un caffè perché pensa abbia dormito poco. Il secondo giorno invece Brinton è se stessa, ha un trucco leggero, proprio quello che porta ogni giorno: poco mascara, un po’ di correttore per le occhiaie e un blush leggero. Tutti la trovano come sempre carina e le fanno i soliti complimenti. Alla fine dell’esperimento la ragazza esce di casa con un trucco molto forte, fondotinta e fard, occhi molto truccati con matita, mascara, e ombretto. Ovviamente rossetto di colore acceso.

Tutti notano il cambiamento in Brinton e le fanno domande, alcuni le rivolgono battute e sorrisetti. Alla fine quindi esperimento riuscito, come l’abbigliamento esprime molto della nostra personalità anche il trucco può dire molto su di noi e su come gli altri ci vedono.