giovedì, 18 Dicembre 2025

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Cibo in cambio di cucchiai

Wahaca, una catena di ristoranti messicani di Londra co-fondata da Thomasina Miers, vincitrice di Masterchef UK nel 2005, è sede di un incredibile evento: il mistero dei cucchiai scomparsi. Ogni anno infatti ne vengono rubati oltre 4000. E questa storia va avanti da anni. Già nel 2012 infatti, i gestori dei locali, avevano lanciato un’iniziativa dal titolo “S.O.S. Save Our Spoons”, ma i ladri di cucchiai non si sono lasciati impietosire, e recidivi, hanno continuato a compiere il misfatto facendo crescere esponenzialmente il numero di cucchiai scomparsi.

Vi chiederete, ma cosa avranno di tanto particolare questi cucchiai? La risposta la troviamo sui poster “WANTED”, in cui sotto la famosa scritta appare l’immagine del cucchiaio, che sono stati pubblicati online dalla catena di ristoranti e citano “Certo, sono irresistibilmente brillanti e alcuni dicono ergonomicamente perfetti. È vero, non c’è mestolo più fine per il vostro ultimo boccone, ma per favore, PER FAVORE possiamo averli indietro?

Ai ladri, non di merendine ma di cucchiai, è stata però concessa la possibilità di redimersi ed essere perdonati. E l’idea che hanno avuto i gestori di questa catena di ristoranti per incentivare i propri clienti a restituire i cucchiai consiste nel concedergli un pasto gratis in cambio della posata. I commensali che prima di ordinare, restituiranno al cameriere di turno un cucchiaio, avranno diritto ad un piatto di tapas gratuito. Un solo mese a disposizione per chiedere il riscatto. Questa iniziativa infatti è valida solo per il mese di gennaio. Dal 1° febbraio non sarà più possibile beneficiare di cibo gratis. Decisione così motivata da Oli Ingham, portavoce di Wahaca “Siamo convinti che i buoni clienti di Wahaca non avrebbero intascato nulla subdolamente e la maggior parte dei nostri cucchiai sono stati semplicemente presi in prestito. Un mese basterà per rimediare alla svista“. Peccato che non li restituiscano dal 2012.

Come nascono i bambini? La parola ai genitori (VIDEO)

“Mamma, come nascono i bambini?” è la voce di un figlio che cerca risposte. Di fronte a sé dei genitori che spesso non sanno come comportarsi e si imbarazzano nel parlare di uno dei processi più naturali e intimi per l’essere umano, il sesso. Non è però il caso dei protagonisti del video pubblicato on line nei giorni scorsi, in cui alcune coppie con una serie di domande e diversi tipi di approccio cercano di spiegare ai propri figli come è avvenuto il loro concepimento.

Sesso è una parola che spesso e volentieri fa paura pronunciare, soprattutto quando è arrivato il momento di spiegare a dei bambini che cosa sia realmente. Le coppie, in questo simpatico ed educativo video, hanno deciso però di sfatare il mito della cicogna o del cavolo da cui nascono i bambini e svelare per la prima volta ai propri figli il vero processo. Detto così sembra che si parli di un esperimento scientifico, ma in realtà – come emerge dalle parole delle mamme e dei padri – si tratta di un semplice atto d’amore tra due persone che si vogliono bene.
Ed è proprio da qui che inizia il discorso dei genitori, che cercano all’inizio di capire, che cosa già sappiano i propri figli.

Le reazioni sono le più diverse: c’è l’imbarazzo di chi non vuol sentire nemmeno la parola amore, l’incomprensione ma anche la curiosità di chi non sa ancora rispondere ed infine la prontezza di chi sorprende i propri genitori con una risposta acuta e inaspettata. Sì, perché al giorno d’oggi, la parola sesso non è più un tabù come lo era ai tempi dei nonni. Complice il mutamento dei valori ma anche la nascita e diffusione di internet, l’informazione raggiunge ormai varie classi sociali e anche fasce di età diverse e ai genitori spetta l’arduo compito di avvicinarsi ai propri figli e proteggerli, almeno in parte, dai rischi di questo overload.

Come dire dunque ad un bambino come si svolge l’atto d’amore? La risposta non è affatto semplice. Si potrebbe iniziare parlando degli organi genitali, che si contraddistinguono in un uomo e una donna, usare, all’inizio, i termini pisellino e farfallina per rendere la conversazione più leggera e semplice e ricorrere, alla fine, a termini più appropriati, tra cui quello che indica l’organo genitale femminile, la vagina.
Una parola che, all’inizio, può turbare soprattutto i maschi, ma che così detta fa sì che si rompa il mistero, perché – come spiegano i protagonisti del video – è con la penetrazione dell’organo genitale maschile in quello femminile, che può avvenire il concepimento del bambino.

Ovviamente riuscire a parlare di tematiche di questo tipo con i propri figli significa già essere in grado di superare un primo step, che col tempo dovrà essere approfondito. D’altronde i bambini nel video sono troppo piccoli per conoscere tutto sull’amore, ma non troppo per sapere che anche donna e donna possono amarsi e fantasticare su come sua madre e suo padre li abbiano messi al mondo. Per il resto c’è tempo, in fondo è sempre meglio scoprire il mondo a piccole dosi.

‘Non permettete a nessuno di farvi stare zitte’, l’urlo di Katie Piper

Una morte apparente, lenta e dolorosa, che sfigura e lascia il segno anche internamente. È questa la triste realtà in cui sono costrette a vivere tutte le donne sfigurate con l’acido, che negli ultimi anni sono sempre più in aumento.

È toccato anche Katie Piper, modella e presentatrice inglese, che nel 2008 è stata sfigurata con l’acido dal suo ex fidanzato. Il colpo -oltre a sfigurarle il viso- l’ha resa cieca in un occhio e ha quasi squagliato la sua gola.

“All’inizio ero terrorizzata dal mio stesso riflesso, facevo fatica a riconoscermi. Ho iniziato a passare in rassegna nella mente tutte le precedenti relazioni che avevo avuto, cercando di ricordare come fosse toccare le mani di qualcuno, baciare. Ero sicura che non sarei più stata attraente per nessuno. Che non sarei più stata amata” ha raccontato la presentatrice al Daily Mail.

Oggi, a distanza di sette anni, Katie Piper ha lanciato un urlo di protesta rivolto a tutte le donne che, come lei, hanno subito -o subiscono tuttora- violenza domestica: la modella ha infatti pubblicato sul suo account Instagram una sua foto in cui sono evidenti le cicatrici riportate dall’acido, e a questa immagine ha aggiunto la frase “Non permettete a nessuno di farvi stare zitte”.

“Quando mi guardo allo specchio le mie cicatrici non mi spaventano più, mi ricordano solamente che sono più forte della persona che hanno cercato di far soffrire. Tutti abbiamo delle cicatrici, che siano sulla nostra pelle o sulla nostra anima. Ricordatevi sempre che solo chi sopravvive può indossarle. La prossima volta che ti guarderai allo specchio ripeti a te stesso: sono orgoglioso di essere un sopravvissuto.

Con queste parole la Piper ha voluto raccontare ai follower il dramma che l’ha costretta ad interrompere la sua carriera da modella, ad allontanarsi per un lungo periodo dai riflettori e a sottoporsi a numerosissime operazioni chirurgiche per ricostruire il viso sfiguato. Per non parlare del dolore, della perdita di autostima e delle forze, il senso di smarrimento e la dolorosa sensazione di non potercela fare a vivere in queste condizioni. Ma Katie, come tante altre donne, con forza e determinazione, è riuscita a rialzarsi ed è tornata a vivere. Oggi conduce il programma televisivo “Bodyshockers”, che tratta di corpi trasformati da tatuaggi, chirurgia plastica e piercing, ed è mamma di una bambina, Belle Elisabeth.

“Anche nei momenti più difficili, le cose possono andare meglio. A tutti quelli che credono di essere rimasti bloccati in un periodo buio dico: ‘Non perdete la speranza’.

#LoveTheMirror, la campagna fotografica per amare se stessi

Amare se stessi è una sfida. Una guerra quotidiana con quell’immagine riflessa nello specchio, che non ne vuole sapere di cambiare e vertere verso l’ideale che tutti noi abbiamo nella mente. Non si è capaci di fissare quell’immagine e amare la sua complessità, la bellezza che caratterizza ognuno in maniera differente, quella delle piccole cose, dei difetti. Soprattutto dei difetti. Qualcuno diceva che è proprio lì che si nasconde la bellezza, ma chissà se questo qualcuno ci ha mai creduto veramente a quanto dichiarasse, riuscendo a fare dei difetti qualità con cui convivere in tranquillità. il 97% delle donne pensa almeno una volta al giorno la frase “odio il mio corpo“, arrivando ad avere circa tredici pensieri negativi ogni giorno sul proprio aspetto fisico.

#LoveTheMirror, la nuova campagna fotografica sviluppata dal blogger e attivista Jes Baker, con l’aiuto del fotografo Jade Beall, è stata ideata proprio per spingere le persone ad amare se stesse, partendo proprio da quell’immagine riflessa nello specchio. Baker spera che #LoveTheMirror possa ispirare le persone a focalizzarsi sul proprio essere per arrivare ad amarsi. “I nostri corpi sono pezzi d’arte che curiamo pubblicamente” ha dichiarato Baker in un post sul suo blog. “I nostri corpi sono case magnifiche per tutto quello che siamo. I nostri corpi sono parte di noi, proprio come il talento e la passione. Sì, noi siamo molto più di quello che il nostro aspetto mostra, ma il nostro aspetto mostra anche gran parte di quello che siamo. Per questo amare lo specchio è fondamentale per una completa accettazione di se stessi.”

Perché è importante amare lo specchio? I partecipanti al servizio fotografico hanno risposto così:

“Ho passato gli ultimi 35 anni odiando e maltrattando il mio corpo e ho perso tanto tempo. Se fossi morta a 36 anni avrei passato tutta la vita odiandomi. Ho una figlia da crescere che ha necessità speciali e se io non riesco ad amare me stessa e tutto quello che la società rifiuta ed etichetta come sbagliato, come posso insegnarle a fare lo stesso?” dice Adiba.

“Il nostro corpo è quello con cui siamo nati ed è l’ultima cosa che lasciamo dietro di noi; l’amore per il proprio corpo è la cosa più importante.” dice Teré.

“Se non ami te stesso, gli altri come possono amarti?” dice Justin.

[Credits Photo: Jade Beall]