sabato, 20 Dicembre 2025

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Quel bicchierino a Natale che può fare la differenza

thehayneshouse

Nel periodo di Natale è normale lasciarsi andare a regali, brindisi con amici e parenti o semplicemente a un drink veloce dopo il lavoro, perché in fondo c’è pur sempre un clima di festa. Ma cosa succede quando è proprio quel bicchierino a fare la differenza? Uno studio inglese lo dimostra, partendo proprio dall’esperienza diretta di donne che hanno l’abitudine di bere, chi più, chi meno. L’esperimento è stato infatti condotto coinvolgendo quattro donne con differenti altezze, pesi e abitudini nel bere. La maggior parte di esse afferma di non aver problemi a guidare dopo solo un bicchierino, ma i sorprendenti risultati dimostrano il contrario.

Per la prima sera è stato chiesto, ad ogni volontaria, di bere un bicchiere (250ml) di Chardonnay, per poi verificare se, dopo un’ora e mezza e dopo un’altra ora, il loro tasso alcolico superasse o meno i 35mg, limite legale per poter guidare in Inghilterra. L’esperimento è stato poi ripetuto la seconda sera ma con due bicchieri più piccoli, rispettivamente di 175ml l’uno, per un totale di 350ml di Chardonnay.

Per entrambe le sere le volontarie dovevano bere il vino all’interno di un’ora e mezza, a stomaco vuoto.
David Lloyd, consulente chirurgo del fegato al Leicester General Hospital, ha interpretato i risultati ottenuti affermando che queste donne non dovrebbero mai mettersi dietro un volante dopo aver bevuto anche solo un bicchierino.

Bevitrice del weekend

Sara Basso, 45 anni, calligrafo e stilista, vive a Manchester con suo marito ed i loro tre figli.
Taglia 12, BMI (indice di massa corporea) 22 e 12 unità di alcol a settimana.

Sara ha provato ad evitare di bere durante tutta la settimana, soprattutto perché, lavorando tanto, il tempo restante preferisce dedicarlo ai suoi figli. A volte, però, lo stress è tanto e, dopo una lunga giornata di lavoro, non resiste ad un bicchiere di vino. Nel fine settimana, comunque, si permette di più. Sara va infatti spesso fuori a rilassarsi con qualche bicchiere di vino in compagnia delle amiche .

I suoi risultati, in entrambe le sere, superano i limiti consentiti. Per la prima sera, dopo un’ora e mezza, il tasso alcolico è quasi il doppio del limite (67mg), mentre dopo un’altra ora appena sopra il limite (37mg). Nella seconda sera, con due bicchieri di vino, dopo un’ora e mezza il suo tasso alcolico è il doppio (70mg), mentre dopo un’altra ora è sempre sopra il limite (41mg).

Secondo l’esperto, la donna, non mette a rischio la propria salute ma ha un modo malsano di vivere il weekend. La velocità con cui il nostro corpo metabolizza l’alcol varia enormemente. Il fegato di Sara lo trasforma lentamente e l’alcol rimane più a lungo all’interno del flusso sanguigno, nonostante abbia un BMI che rientri nella norma, questo perché non è abituata a bere regolarmente. Stupita della reazione estrema del suo corpo, dopo un solo bicchierino, lei e le sue amiche avranno dei ripensamenti nel modo di vivere il weekend.

Quasi astemia

Debra Kay, 40 anni, casalinga, vive a Bury, Greater Manchester, con suo marito ed i loro tre figli.
Taglia 10, BMI 23,2 e solitamente non beve alcol.

A Debra non piace l’alcol e non sente l’esigenza di bere ma, per le occasioni speciali, un bicchiere di vino in compagnia non manca, anche se tende a sentire gli effetti dell’alcol molto in fretta, tra vertigini e stordimenti. Riducendo quasi al limite il consumo di alcol tre anni fa per perdere qualche kilo, frequenta la palestra cinque giorni a settimana e pensa di avere una buona tolleranza all’alcol.

Nella prima sera, con un bicchiere di vino, Debra non supera il limite (dopo un’ora e mezza 34mg, dopo un’altra ora 26mg), nella seconda sera, invece, con due bicchieri, supera il limite, anche se di poco (41mg dopo un’ora e mezza, 36mg dopo un’altra ora). Secondo l’esperto, Debra, nonostante sia di piccola taglia, ha un BMI più elevato rispetto alla media, questo, probabilmente, rappresenta il motivo per cui non reagisce all’alcol come le altre donne.

Gran bevitrice quotidiana

Shelley Ferster, 56 anni, lavora nella vendita al dettaglio, vive a Hale, Cheshire, con suo marito.
Taglia 8, BMI 20 e 23 unità di alcol a settimana.

Shelley, dopo una lunga giornata di lavoro, si rilassa a casa con uno o due bicchieri di vino. Dopo aver superato la leucemia, 25 anni fa, si prende cura di se stessa ma non ne è ossessionata. Nel fine settimana, lei e il marito, vanno spesso fuori e bevono qualche bicchiere di vino e un paio di gin tonic.

I risultati di Shelley sono, sorprendentemente, tutti al di sotto del limite (la prima sera 27mg e 28mg, la seconda 31mg e 30mg). Secondo Mr Lloyd, nonostante sia una donna di piccola taglia è una bevitrice regolare e il suo fegato deve far fronte ad un consumo regolare di alcol. I suoi enzimi epatici, quindi, si sono adeguati di conseguenza, per essere più efficienti.

Tuttavia il suo consumo medio, di nove volte superiore al massimo raccomandato sta seriamente danneggiando la sua salute, con un potenziale sviluppo sia di cirrosi epatica che di cancro al fegato.

Facilmente brilla

Michelle Floyd, 45 anni, proprietaria di un salone di bellezza, vive a Manchester con i suoi due figli.
Taglia 13, BMI 26 e 25 unità di alcol a settimana.

Michelle non beve durante la settimana, perché troppo occupata tra lavoro e figli, ma durante il weekend anche lei si concede qualche bicchierino. La sua tolleranza all’alcol è casuale, anche se, secondo la donna, è legata al ciclo mestruale, poiché nella fase premestruale gli effetti dell’alcol arrivano in fretta. Nella prima sera Michelle rientra nel limite (27mg e 28mg), durante la seconda, però, questi vengono superati (49mg e 44mg).

Stando a Mr Lloyd, l’alto indice di massa corporea può essere il motivo per cui il suo corpo riesce a gestire meglio un singolo bicchiere, ma è sorprendente la differenza del tasso alcolico in un tempo così breve, con due solo bicchieri. Probabilmente, nella fase premestruale, il livello di alcol nel sangue aumenta, per ragioni non ancora adeguatamente spiegate.

Ecco perchè le riviste in sala d’aspetto sono sempre vecchie

La ricerca medico-scientifica non tralascia proprio nulla e il professor Bruce Arroll, neozelandese di Auckland, ne è la prova. Assieme al suo team, infatti, ha svelato un mistero che, forse, qualcuno di voi si è chiesto almeno una volta nella vita. Perché, nelle sale d’aspetto degli studi medici, le riviste da leggere sono sempre vecchie? Colpa di un medico poco attento verso i pazienti? Ecco cosa rivela questo studio di psicologia.

Per arrivare al curioso risultato, la squadra di ricerca del Dottor Arrol, ha esaminato per un mese le riviste presenti nella sala d’aspetto di un medico di Auckland. Lo studio ha scoperto che le riviste sono vecchie perchè quelle appena acquistate spariscono subito. Insomma, il dottore, il dentista, ma anche parrucchiere e estetiste, non appena fanno rifornimento di giornali, si ritrovano spacciati a causa dei clienti che non perdono un colpo per rimanere aggiornati, gratuitamente.

Le riviste di gossip sono le più gettonate, ma anche quelle di cucina e di imprese divertenti. Sono proprio queste quelle che spariscono al primo colpo, ancora nuove di zecca. Non solo, a lasciare sbalorditi è il giro d’affari: nella sola Inghilterra, supponendo una perdita di circa 4 euro al giorno per studio medico, le risorse consumate che potrebbero essere convertite in investimenti in sanità ammonterebbero a diversi milioni di euro ogni anno.

Ciò che forse scatenerà l’ennesimo dibattito è anche un’altra questione. Tra uomini e donne sarebbe il sesso rosa a rubare le riviste. Il motivo? Trovano entusiasmante portare a casa giornali
divertenti e interessanti senza fare il minimo sforzo e la minima spesa. I maschi, invece, quando lo fanno, portano a casa riviste che parlano di cose molto leggere.

Medici e parrucchieri, quindi, si illudono di aggiornare le lo loro sale: i numeri nuovi si volatilizzano in un batter d’occhio e sul tavolo resteranno ancora e per sempre quelle vecchie edizioni sfogliate e scolorite in attesa di essere cambiate.

10 idee regalo per i colleghi di ufficio

Se avete provveduto a impacchettare regali per amici, parenti, genitori e fidanzati, ora è il momento di pensare ai vostri colleghi di lavoro. Se ci pensate bene sono infatti loro le persone, con le quali avete condiviso la maggior parte del vostro 2014 e che vi hanno accompagnato dal primo sino all’ultimo progetto.

Se siete a corto di idee, noi di Blog di Lifestyle, siamo qui proprio per aiutarvi. I pensierini natalizi che vi proponiamo non sono troppo personali né impersonali ma attenzione a fare la scelta giusta a seconda del grado di confidenza che avete maturato.

Cioccolatini
Credits photo: www.stefaniaprofumiesapori.it
Credits photo: www.stefaniaprofumiesapori.it

I cioccolatini sono una bontà per quasi tutti i palati, specialmente a Natale. Potete optare per quelli comprati nei numerosi mercatini oppure farli in casa. I vostri colleghi non sapranno resistervi e soprattutto non sarà mai un regalo inappropriato.

Libri simpatici
Credits photo:
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Se i vostri colleghi amano fare battute e hanno uno spirito ironico e simpatico, lasciatevi trasportare dalla fantasia. Potete regalare tante guide spiritose, tipo quelle per il collega modello o varie, oppure se conoscete a fondo i loro gusti, potreste acquistare un manuale di cucina con poche ma favolose ricette.

Penne usb a forma di animale
Credits photo: vitadadonna.com
Credits photo: vitadadonna.com

Più che un’invenzione, è un colpo di genio. Chi oggi non ha bisogno di almeno una penna usb? Se avete dei colleghi che amano gli oggetti particolari, potreste regalargli una di quelle pen drive a forma di animale. Le trovate davvero dappertutto e di diversi forme.

Candele natalizie
Credits photo: http://www.decorcandele.it/
Credits photo: http://www.decorcandele.it/

Un altro regalo che non può mancare a Natale, è la candela natalizia. Semplice, profumata, delicata. Se i vostri colleghi sono donne sapranno apprezzarla sicuramente più di un uomo. Ce ne sono di diversi tipi, nei negozi, nei mercatini oppure se avete tempo e amate creare potete pensare ad una candela completamente fai da te, magari da utilizzare come centrotavola.

Creme
Credits photo: shop.alchimianatura
Credits photo: shop.alchimianatura

365 giorni o quasi sono abbastanza per avere un’idea di quali tipi di creme i vostri colleghi amano utilizzare: di gran moda oggi sono quelle dell’Erbolario, che oltre ad essere naturali, lasciano la pelle morbida. Ma ce ne sono tante altre. Attenzione però alle fragranze particolari, che non a tutti piacciono.

Tazza
Credits photo: www.pianetadonna.it
Credits photo: www.pianetadonna.it

Regalo simpatico, unico e utile. La tazza è quel che ci vuole per quei colleghi che nemmeno in ufficio possono fare a meno di bere caffè, il tè o la cioccolata e che vi ricordano sempre che la settimana è finita, finalmente. Ci si rivede dopo il weekend, grazie a Dio è venerdì.

Ceste con pandori, panettoni etc.
Credits photo: www.pianetadonna.it
Credits photo: www.pianetadonna.it

Golosi, oppure no; amanti del pandoro o del panettone, del torrone o dei dolci tradizionali o ancora dello spumante dolce o di quello secco. Studiate a fondo i gusti dei vostri colleghi, perché vi ritorneranno utili, soprattutto a Natale. I mega cesti con prodotti natalizi vanno sempre di moda.

Stella di natale
Credits photo: www.fiorionline.it
Credits photo: www.fiorionline.it

Si trova dappertutto dalla fine di novembre e per tutto dicembre: è la stella di natale, pianta immancabile nelle case nel periodo di Natale. Se i vostri colleghi non ne hanno ancora acquistata una, potreste pensarci voi. Un regalo un po’ ingombrante, ma ormai potete trovarla di tutte le misure. Meglio piccola, da poter tenere in ufficio per un po’ e portare via per le feste.

Calendario personalizzato
Credits photo: www.lavocedelserchio.it
Credits photo: www.lavocedelserchio.it

Si sa, quando Natale arriva, si ha già la sensazione che il vecchio anno sia passato e si fanno progetti per quello nuovo. Aiutate i vostri colleghi che si ostinano ad appuntare gli impegni futuri nelle pagine dei vecchi calendari perché ancora non sono riusciti a comprarne uno nuovo: regalategliene uno voi, uno particolare ed unico come il vostro stile.

Set ufficio
Credits photo: www.lavocedelserchio.it
Credits photo: www.lavocedelserchio.it

Tutti hanno almeno una volta incontrato quel collega che non riesce proprio a tenere in ordine il suo set d’ufficio. Dopo una settimana o due tutto è sparito chissà dove, e perciò tocca a voi prestargli matite, graffette etc. Pensate a quell’oggetto che il vostro collega utilizza di più, ma non ha mai. Portagraffette, porta scotch e tanto altro: nelle cartolerie più fornite trovate di tutto e nelle forme più strane: iniziate la ricerca.

#GloUpChallenge: una foto contro il bullismo

Dopo l’Ice Bucket Challenge della scorsa estate, sui social network impazza una nuova moda: il GloUp Challenge, che sta per ‘grow up’, crescere, in inglese, sta spopolando sulle pagine di Twitter. Di cosa si tratta? Scopriamolo insieme.

La causa contro cui combattere, questa volta, è il bullismo. Una recente indagine in Italia ha evidenziato che un ragazzo su due subisce episodi di violenza verbale, psicologica e fisica. Emerge anche che le prepotenze di natura verbale e psicologica prevalgano rispetto a quelle di tipo fisico: il 42% dei ragazzi afferma di essere stato preso in giro; il 30% ha subito delle offese e il 23,4% ha segnalato di aver subito calunnie; nelle violenze di tipo psicologico, il 3,4% denuncia l’isolamento di cui è stato oggetto, mentre l’11% dichiara di essere stato minacciato.


Le conseguenze del bullismo, a volte, sono purtroppo irreparabili: il danno per l’autostima della vittima si mantiene nel tempo e porta la persona a perdere fiducia nelle istituzioni sociali come la scuola e la famiglia.

Da qualche settimana, l’hashtag #GloUpChallenge su Twitter è sempre più popolare. Vince chi pubblica una foto della trasformazione fisica più impressionante: basta un collage di quattro foto per dimostrare il cambiamento di tanti ragazzi che, quando erano tra i banchi di scuola avevano subito violenza per i motivi più diversi: perché erano brutti, bassi, grassi o semplicemente portavano l’apparecchio ai denti.

Evviva questa rivincita, dunque. Nella speranza che sia un motivo di riflessione per tanti e non una semplice moda di pubblicare fotografie per il puro piacere di apparire.