domenica, 21 Dicembre 2025

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Sexy modelli Dolce e Gabbana come non li avete mai visti (VIDEO)

Modelli Dolce e Gabbana come mai prima d’ora: sexy statue greche pronte a conquistarti con frasi strappalacrime, gioco di sguardi, pensieri romantici e gesti tipicamente all’italiana. Ma, questa volta, c’è qualcosa che proprio non va.

Cosa penserebbe una donna se le si avvicinasse uno di questi bronzi di Riace pronta a corteggiarla ma avesse una voce, come dire, “strana”? È stato l’esperimento più social e virale degli ultimi anni ed è stato ideato e portato avanti da Dolce e Gabbana e Swide.com. I modelli dell’atelier più famoso al mondo dopo aver inspirato elio. Che effetto farà alle loro voci?

Tra risate, imbarazzo e difficoltà iniziali, i modelli Dolce e Gabbana di tutto il mondo si sono prestati a questo divertente gioco.

“Non serve che parlino, vanno benissimo anche muti”, si legge sui social. L’effetto, però, è strabiliante.

Hanno partecipato Xavier Serrano con Why Not, Elia Fongaro con I Love, Aurelien Muller con Joy e poi ancora Sang – Why Not, Oran Katan – Elite, Tommaso Pasquali – Elite, Misa Patinski – I Love, Sam Worth – 2Morrow, Mariano Ontanon – Elite. La lista continua ancora: Ryan Barrett – I Love, Jon Hermann – I Love, Will Bordas – Elite, Thom Morell – Independent Men.

Cosa penserebbe una donna? Cosa pensereste voi?

La nuova app per i Google Glass, rivoluzione sotto le lenzuola

blog.libero.it

La nuova app si chiama Glance, è stata creata da tre persone durante un hackathon a Londra ed è qualcosa di davvero innovativo. Per esempio sarà possibile filmarsi mentre si fa l’amore e scoprire come ci vede il partner in quei momenti di intimità.

“Ok Glass, it’s time!” così dicendo si attivano i Google Glass, indossati dalla coppia. “Ok Glass, pull out” si dirà, invece, quando tutto è finito. La app catturerà i due video e sarà possibile vederli simultaneamente. Due prospettive nello stesso posto.

La privacy è al sicuro, perché il filmato non sarà conservato da nessuna parte, a meno che non sia la coppia che decide di salvarlo. Inoltre se si esce dall’applicazione il video sarà perso per sempre. La app è già disponibile per iPhone e presto lo sarà anche per Google Glass.

I Glass si possono definire occhiali intelligenti: hanno una sola lente, definita prisma, un’asticella touchpad che permette di interagire manualmente con il dispositivo, una videocamera con cui scattare fotografie e girare video, un microfono e diversi componenti, quali Wi-Fi e Bluetooth. Come detto da Google, questi occhiali sono un dispositivo di realtà aumentata: saranno in grado di scannerizzare e riconoscere tutto ciò che abbiamo intorno a noi.

en.wikipedia.org
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I Google Glass, purtroppo, non saranno in commercio prima del 2015, in ritardo rispetto al previsto. La prospettiva di renderli prodotti commerciali si sta assottigliando, secondo un articolo della Reuters. Si dice che alcuni sviluppatori si stiano tirando indietro, smettendo di pensare ad applicazioni specifiche per i Google Glass, che rischiano di diventare un prodotto di nicchia. I Glass potrebbero, anche, diventare uno strumento importante da utilizzare in qualche campo lavorativo, come quello medico, per esempio. Tra i grandi c’è anche l’abbandono da parte di Twitter.

Siamo impegnati come non mai per realizzare un prodotto destinato al consumatore. Ma questo richiede tempo e non abbiamo intenzione di lanciare il prodotto fino a quando non sarà assolutamente pronto“, così commenta Chris O’Neill, responsabile dell’operazione.
C’è già chi si scatena contro l’intrusione sempre più consistente della tecnologia nella vita privata delle persone, ma c’è anche chi non vede l’ora di avere i Google Glass e di provare la nuova app.

Vita sessuale, due donne su tre sono insoddisfatte

Credit photo: medicinaesteticaonline.net

Ben due italiane su tre sono insoddisfatte della propria vita sessuale: è questo il risultato di un’indagine realizzata da Datanalysis e presentata al XI congresso nazionale della Società Italiana di Andrologia Medica e Medicina della Sessualità tenutosi a Cagliari.

Da quanto emerge dalla ricerca, effettuata su più di 3.000 uomini e donne tra i 18 e i 65 anni, sembra proprio che 13 milioni di donne sono insoddisfatte della propria vita sessuale, contro gli 11 milioni di uomini.

Le donne, però, a differenza dei loro compagni, sono anche più consapevoli: il 95% vorrebbe parlarne con un medico, rendendosi conto che un disturbo di lui può avere anche conseguenze sul benessere della coppia. Il 20% degli uomini, invece, preferisce non parlarne, e un 60% crede che la soluzione migliore sia parlarne insieme.

I dati rivelano che quando il problema riguarda la disfunzione erettile il 57% delle donne vogliono affrontare il problema, mentre gli uomini che ne vogliono parlare sono solo il 22%. Colpisce poi che il 25% del sesso maschile addossi la colpa del problema alla partner, pensando che sia lei – da sola – a dover trovare una soluzione. Per fortuna c’è anche un 75% di essi che vuole andare dal medico da solo, anche se il 59% delle compagne preferirebbe accompagnarli: il problema è di coppia e come tale va affrontato.

L’unico punto in comune tra uomini e donne riguarda il farmaco ideale contro la disfunzione erettile: questo dovrebbe funzionare velocemente, almeno entro mezz’ora. E questo farmaco già esiste, come ha spiegato Mario Maggi, presidente Siasm e ordinario di Endocrinologia all’Università di Firenze: “Da circa otto mesi è disponibile in Italia un nuovo farmaco, avanafil, che ha proprio questa peculiarità e può aiutare le coppie a ritrovare la serenità sessuale – spiega Maggi – Consente infatti di avere un rapporto già entro 15 minuti dall’assunzione, svincolando il paziente dalla necessità di pianificare con anticipo la sessualità o peggio ancora fare aspettare la partner. Inoltre ha un’efficacia costante, che si mantiene per oltre 6 ore: questo basta a ‘coprire’ una notte d’amore, dando al paziente la libertà e la naturalezza nel rapporto“.

Con P.Ink le cicatrici diventano tatuaggi

Il bisturi lascia segni nel cuore e sulla pelle delle donne che hanno dovuto combattere contro un tumore al seno. Segni visibili, ma non indelebili. Basta infatti un tatuaggio per trasformare un difetto in un bellissimo disegno in grado di mascherare per sempre il ricordo della malattia. I tatuaggi sono però per sempre e decidere di farne uno su una zona così particolare è sicuramente difficile. È proprio da qui che nasce l’idea del pubblicitario Noel Franus che ha creato un’apposita app su consiglio della sorella sopravvissuta a un cancro al seno. La ragazza ha infatti deciso di nascondere i segni dell’operazione sotto un tatuaggio creato su misura per lei. Noel ha pensato allora che questa idea poteva essere utile a molte donne e con l’aiuto di decine di artisti ha creato disegni in grado di coprire in maniera efficace i segni dell’operazione.

“Molte donne che hanno dovuto subire una mastectomia o una ricostruzione non sanno assolutamente se sia il caso di farsi un tatuaggio, specie ne non ne hanno nemmeno uno“, spiega il team di sviluppo di P.Ink. “Così abbiamo creato questa app per mostrare loro quale sarebbe il risultato“.

L’applicazione si chiama appunto P.Ink e sta per “personal ink”, inchiostro personale. Si tratta di un archivio in continua espansione contenente oltre mille bozzetti provenienti da tutto il mondo, che possono essere ridimensionati e modificati per farli combaciare perfettamente con la foto del seno della paziente. Si può avere così la possibilità di vedere in anticipo, sullo schermo del proprio smart phone, come sarà il proprio seno ornato da un tatuaggio.

Una volta trovato quello giusto, lo si può mostrare al proprio tatuatore di fiducia, oppure si può anche contattare uno degli artisti che partecipano al progetto P.Ink. L’applicazione ha anche una sezione dedicata alla sicurezza, in cui vengono elencate e spiegate le regole base per una “decorazione” post-operatoria priva di pericoli e soddisfacente: bisogna infatti attendere almeno 18 mesi dopo l’intervento e comunicare sempre al proprio medico l’intenzione di tatuarsi in quella zona del corpo, sottoposta a un trauma precedente.