giovedì, 18 Dicembre 2025

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30 divertenti (s)regole per educare i bambini a tavola

www.nonsprecare.it

Il sogno di ogni genitore è che il proprio figlio impari a comportarsi bene a tavola, soprattutto nei ristoranti o quando ci sono ospiti a cena.

E così inizia una vera e proprio lotta: figli che vogliono mangiare sul divano e genitori che urlano di correre immediatamente a tavola, di sedersi in modo composto – certamente non con le gambe incrociate -, di non appoggiare i gomiti sulla tavola, di tenere il tovagliolo sulle gambe e chi più ne ha più ne metta.

Ma siamo davvero sicuri che l’imposizione di ordini sia la soluzione migliore per educare il proprio figlio a tavola? E – soprattutto – siamo sicuri che i bambini rispetteranno le regole e impareranno ad essere educati a tavola?

Enrica Tesio, madre di due bambini e autrice del blog “Ti asmo”, ha creato un galateo alternativo, formato da trenta divertenti (s)regole per i bambini a tavola. Le (s)regole sono state fatte apposta per i bimbi, per poter avere un pò più di libertà, senza ascoltare alla lettera le noiose regole dei genitori.

1. La pagnotta va aperta e svuotata

La mollica è l’unica parte commestibile del pane, non c’è dubbio. La scorza o si butta o la mangiano mamma e papà.

2. La buccia del mandarino deve essere tolta in un unico pezzo

Guai a chi osa spezzare la buccia: la pena sarà dura.

3. La stagnola che chiude lo yogurt va tolta e leccata

E il cucchiaino? Non vorrete dare una cosa in più da lavare alla mamma, vero?

4. Cercare di togliere la suddetta stagnola lasciando intatta la pellicola di yogurt che si forma sul vasetto a mo’ di tappo

Si è difficile, ma il tempo aiuterà.

5. I Ringo ovviamente vanno divisi in due e la crema va raschiata con i denti

Perchè esiste ancora qualcuno che non lo fa?

6. La Girella va srotolata

Un pò come la liquirizia.

7. Il Tegolino e i Kinder Cereali vanno sezionati

Fate molta attenzione, mi raccomando.

8. Il Buondì privato della calotta di zucchero

Un duro lavoro di selezione.

9. Le confezioni monoporzione delle merendine vanno fatte esplodere

Conoscete per caso altri modi per aprirle?

10. Una volta arrivati alla cialda, la punta del cono va morsa e il gelato succhiato dal buco

Come se fosse un succo.

11. Il Billy si beve senza cannuccia, direttamente dal forellino

Altrimenti come si fa a sporcarsi la maglia?

12. Per il succo di frutta bevuto con la cannuccia succhiare rumorosamente e poi soffiare nel brick fino a gonfiarlo come fosse un palloncino

E poi posarlo a terra e farlo esplodere, magari ancora con qualche goccia di succo.

13. I Bucaneve vanno infilati nelle dita prima di essere portati alla bocca

Come se aveste dei bellissimi anelli.

14. Lo spaghetto va risucchiato

Così da sporcare qualsiasi cosa ci sia intorno.

15. La banana va divisa in tre parti uguali, inserendo l’indice nella sommità

Un geometra nato.

16. I fagioli nella minestra non sanno nuotare e pertanto, vanno pescati

SOS, servono aiuti, fuori dalla minestra

17. L’acqua va versata fino all’orlo, si beve sorseggiando dal bicchiere appoggiato sul tavolo

Altro che equilibristi.

18. Se si mangia il cioccolato bisogna mostrare i denti neri come fossero cariati

Le cose o si fanno bene o non si fanno proprio, giusto?

19. Una mezza fetta di limone deve trasformarsi nel paradenti di Rocky

Dopo alzatevi e urlate “Adriana!”.

20. La carta del Panettone va raschiata con i denti

Guai a chi non lo fa.

21. I grissini vanno infilati nel labbro superiore a mo’ di tricheco

I grissini e non solo: le patatine fritte, le carote e anche le posate.

22. La gabbietta del tappo dello spumante serve a fare sculture di arte moderna, che poi finiscono sempre per essere sedie

A tavola, come in cucina, bisogna essere inventivi.

23. I tappi di metallo delle bottiglie come stampini

Semplici tattoo.

24. L’involucro delle cannucce va sparato come una cerbottana

3, 2, 1… inizia la guerra!

25. Il picciolo della mela va fatto girare dicendo l’alfabeto

Compiti anche a tavola, cosa chiedere di più?

26. Prima si legge la barzelletta del Cucciolone, poi si conteggiano i dieci morsi

Ormai è un rito.

27. I Cri cri si grattano via gli zuccherini con i denti, poi si passa al cioccolato, poi la nocciola

Peggio di un lavoro di squadra.

28. Il grissino va usato come cannuccia per succhiare l’acqua

La mamma non compra mai le cannucce.

29. Le Sottilette si mangiano ripiegandole su loro stesse

Si sa dalla preistoria.

30. I Sofficini, è inutile, non sorridono

La dura verità.

Il segreto del successo? Un bell’ufficio

È stato ormai ampiamente dimostrato: un bell’ufficio aiuta a migliorare la salute, il benessere e la produttività di chi ci lavora. L’ultima parola in merito l’ha avuta il World Green Building Council, i cui esperti hanno appurato che dalla qualità dell’aria alla vista panoramica, esistono effettivamente delle circostanze che influiscono sulla soddisfazione e sulle prestazioni lavorative: morale della favola? Gli edifici dovrebbero essere progettati proprio in funzione delle persone che ci lavorano.

Mentre le strutture a ridotto consumo di carbonio non sono nell’immediato più salutari e più stimolatrici di produttività per chi si muove al loro interno, misure “green” come la luce o la ventilazione naturale possono creare un circolo virtuoso al livello di design, che offre soltanto aspetti positivi, sia per le persone che per il pianeta. Una migliore qualità dell’aria si è rivelata poter migliorare la produttività dall’8% all’11%, ma anche altri fattori hanno un notevole impatto: panorami naturali, illuminazione, rumorosità, acustica, accesso ad aree di svago come palestre, spazi verdi e così via.

Jane Henley, a capo del World Building Council, sostiene che “le prove che un design curato vada a migliorare la salute, il benessere e la produttività sono ormai più che evidenti. È giunto il momento di investire davvero in questo campo“. La priorità andrebbe perciò data alla costruzione di strutture a basso impatto ambientale, dotate di aria pulita, di luce naturale e di ambienti a misura d’uomo: l’unica strada per rendere le persone più sane, felici e motivate sul proprio posto di lavoro.

”Sei bella, ma anche intelligente”: così cresce l’interesse in una bimba

Che bei capelli” oppure “quanto sei carina“, così ci rivolgiamo istantaneamente a una bimba. Ed è quello che vediamo, lì dall’esterno, che sia la nostra o di qualcun altro. Ma ci chiediamo mai, con la stessa velocità, se quella bambina carina dai bei capelli abbia anche talento?

Questa la riflessione dello spot della Verizon, azienda americana prominente nel settore delle telecomunicazioni wireless, che ha portato alla luce un atteggiamento e di conseguenza un approccio, esistente da sempre, tra la donna e la tecnologia.

Secondo le statistiche USA, in quarta elementare il 66% delle bambine mostra interesse e propensione verso le materie scientifiche. Cosa succede poi al momento della scelta del college? Solo il 18% di loro si iscrive a facoltà di Ingegneria.

Un drastico calo che riscopre, secondo lo spot, le sue radici negli stimoli che le bambine ricevono sin da piccole: la bellezza prima di tutto, l’apparenza, i modi, le buone maniere. Poi, forse, con un bel caratterino o l’indole ribelle, la bimba riesce, da sola, a mostrare anche la sua intelligenza.

Nonostante i “lascia stare“, “spostati“, “fai fare a me“. Nonostante una bambola sia ritenuto un regalo più adatto a lei. Nonostante il mondo per i primi12 anni di vita, insomma. E quante hanno la forza di perseguire un obiettivo senza stimoli a farlo? Oggi sicuramente più di allora. Ma secondo i dati ancora troppo poche.

Così lo spot fornisce una riflessione interessante, per tutti gli adulti cresciuti a suon di “sei bella e brava“. Così riflettono anche tutte quelle giovani ragazze che il tacco 12 lo usano solo per servire meglio agli altri la loro intelligenza. Perché le due cose, bellezza e intelligenza, possono coesistere e quando coesistono spaventano. Quando coesistono sono un’arma letale per tutti. Perché dietro c’è la forza della consapevolezza, la forza di un cammino personale e il più delle volte solitario. Dietro c’è un mondo di emozioni, sentimenti, tenacia.

“Seziona anche tu quella rana come tuo fratello”, forse sarebbe più salutare di un bel vestito su una bambina fisicamente impacchettata per offrirsi al mondo a metà.

Arriva a Milano il nuovo supermarket pensato dalle donne

È un nuovo supermarket pensato dalle donne, ideato in base ai suggerimenti degli amanti della spesa: i consigli di chi compra più spesso per costruire un nuovo supermercato. Arriva proprio da noi, a Milano. Il nuovo punto vendita di Carrefour, inaugurato in piazza Gramsci 13 dopo una ristrutturazione, sta diventando già un successo.

All’interno dello store gourmet, sviluppato su una superficie di 1.400 mq allestita come una moderna “Boqueria”, sono ospitati oltre 400 tipi di salumi e formaggi, prodotti a km zero, primizie di stagione, pesce fresco, specialità di carne e una cantina ricca di etichette italiane e francesi. Spopola il made in Italy e porta in alto il nome della nostra terra: prodotti locali, tipici della tradizione. “Quando abbiamo cominciato a pensare a questo nuovo progetto, invece di condurre i soliti studi di settore abbiamo voluto dar voce alle nostre mogli – spiega Grégoire Kaufman, direttore commerciale e marketing della catena francese.

Un nuovo supermarket che non vende solo alimentari: tantissimi i servizi a disposizione del consumatore. Stampe fotografiche, lavanderia, hi-fi gratuito. Un successo senza eguali per una delle idee più innovative dei settore.

“Abbiamo lavorato alla ‘ricetta’, puntando su tre pilastri fondamentali: semplicità, qualità e convenienza. Semplicità, perché quando abbiamo chiesto loro che cosa avrebbero voluto trovare in un supermercato, è stata quella la prima risposta. Qualità, perché anche in tempo di crisi non si rinuncia mai ai cibi di qualità. Infine, cosa molto importante, abbiamo voluto ribaltare l’idea che la bellezza di un punto vendita debba necessariamente corrispondere a prezzi più alti”.

Solo una “mente donna” avrebbe potuto organizzare tutto ciò. D’altronde, chi meglio di noi in quanto a “prendere l’iniziativa”?

[Credits: Repubblica]