sabato, 18 Maggio 2024

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Stop al patriarcato: i figli potranno avere anche il cognome della madre

Credits photo giornalettismo

E’ stata approvata la nuova legge sul cognome dei figli e da lunedì è all’esame dell’aula della Camera.

Sono cinque le grandi novità previste.

Addio patriarcato

Alla nascita il figlio i genitori potranno decidere se attribuire il cognome del padre o della madre o quello di entrambi. Se però non si riesce a trovare un accordo, il figlio avrà il cognome sia paterno sia materno, rigorosamente in ordine alfabetico.
Se si tratta di figli nati fuori dal matrimonio e riconosciuti dai due genitori, la regola è la stessa. In caso di riconoscimento tardivo da parte di un genitore, il cognome si aggiunge solo se c’è il consenso dell’altro genitore e dello stesso minore se quattordicenne.

Figli adottivi

Per i figli adottati il cognome (uno soltanto) da anteporre a quello originario è deciso concordemente dai coniugi, se però non c’è accordo il criterio è quello alfabetico.

Trasmissibilità del cognome

Chi ha il doppio cognome può trasmetterne al figlio soltanto uno, a sua scelta.

Cognome del maggiorenne

Il maggiorenne che ha il solo cognome paterno o materno, attraverso una dichiarazione all’ufficiale di stato civile, può aggiungere il cognome dell’altro genitore.

Entrata in vigore differita

Le norme non saranno immediatamente operative. L’applicazione è infatti subordinata all’entrata in vigore del regolamento che deve adeguare l’ordinamento dello stato civile. Un anno è il tempo che ha il Ministro dell’Interno poter poter provvedere.

Fonte Tm news

Burger King sostiene i diritti dei gay con un nuovo hamburger (VIDEO)

In occasione del gay pride di San Francisco, la celebre catena di fast food americana Burger King ha deciso di dichiarare il proprio sostegno alla comunità gay LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) con un nuovo panino chiamato Proud Whopper.

Proud Whopper non ha nulla di diverso rispetto ai classici e storici panini del noto fast food: nessun ingrediente segreto e nessuna salsa particolare, è semplicemente uguali agli altri.
Allora, vi chiederete, perché è considerato come un nuovo panino se non ha nulla di diverso rispetto ai soliti hamburger?
La particolarità di Proud Whopper è che viene servito imballato da una carta dai colori arcobaleno, simbolo della bandiera della comunità LGBT, con una scritta molto significativa: We are all the same inside “siamo identici dentro”. La morale delle frase deduce che possiamo essere diversi da fuori, ma siamo tutti uguali dentro.

Una giusta causa o una nuova trovata pubblicitaria?

La realizzazione di questo progetto è stato un successone, tant’è che viene spontaneo pensare se Burger King abbia deciso di mettere in commercio questo nuovo prodotto per sostegno o se è tutto frutto di una nuova trovata pubblcitaria per sbaragliare la concorrenza con il celebre concorrente in affari McDonalds.

Fatto sta che, come si può notare dal video, questa iniziativa -con tanto di scelta della bandiera color arcobaleno e una frase molto significativa per chi da anni si batte per i propri diritti e per essere accettato dalla società per ciò che è – ha commosso diverse persone e fatto riflettere altre.

http://www.youtube.com/watch?v=qBkAAortU_g

Perché il viaggio di ritorno è sempre più breve?

Credit: ancisicurezzastradale.it

Tutti in partenza. Valigia chiusa, occhiali da sole a portata di mano e smartphone pronto per consultare GoogleMaps.
Ma, ripensando a tutti i vostri viaggi, vi è mai capitato di aver detto “il viaggio di ritorno è sempre più corto”?

Non importa che si tratti di un viaggio in grande stile, di brevi week end fuori porta, o di una fuga decisa all’ultimo minuto, la convinzione comune è solo e soltanto una: il viaggio di ritorno è sempre più rapido di quello di andata.
Avete presente le teorie più disparate – e ben poco scientifiche – dei viaggiatori? C’è chi crede che i chilometri percorsi tornando a casa siano inferiori, nonostante all’andata la strada fatta fosse proprio dall’altra parte della carreggiata, e chi crede di aver imparato il percorso e dice “una volta che hai imparato dove devi andare non sbagli e arrivi prima”. Ecco, dimenticate tutto questo.

Ma allora perché?

Perché il viaggio di ritorno è sempre più breve?

La spiegazione scientifica e “psicologica” di quest’illusione così tanto diffusa è semplice: si chiama “return trip effect” – letteralmente “effetto da viaggio di ritorno” – ed è la sensazione diffusa che fa percepire la strada del rientro più breve del 17-22% rispetto a quella dell’andata, nonostante il tempo impiegato sia lo stesso.
Questa errata percezione si verifica anche quando il viaggio di ritorno – a parità di chilometri – avviene su una tratta diversa: è quindi evidente che il fenomeno non dipende dal tragitto ma dalle nostre aspettative.

Per gli scienziati non è altro che uno scherzo della mente, e lo dimostrano con tre diversi esperimenti compiuti in collaborazione tra Olanda e Stati Uniti.
Semplicemente all’andata la voglia e il desiderio di arrivare a destinazione ci portano a sottostimare la distanza da percorrere e il tempo sembra dilatarsi all’infinito. Durante il ritorno invece le aspettative si fanno più realistiche e aggiustiamo le nostre attese sulla base del reale percorso da compiere.

Sembra più corto, lo crediamo più corto, ma la realtà è che le nostre aspettative modificano il tempo percepito.

[Credit: focus.it]

Lettere d’amore, le corrispondenze d’altri tempi che fanno sognare

Via cellulari e tastiere, ci ricordiamo di quando bastavano un foglio e una penna per dare sfogo ai propri pensieri d’amore? Passione e desiderio, sofferenza e follia: le lettere d’amore hanno una magia d’altri tempi, in grado di far rivivere storie del passato che hanno ancora tanto da insegnare.
Corrispondenze lunghe, a volte complicate, tormentate, ma sempre appassionate erano quelle che si sono consumate tra l’Ottocento e il Novecento. E raccontano l’amore, quello con la a maiuscola, che attraverso i giorni, mesi, gli anni si trasforma e matura.

Da Pablo Neruda a Edith Piaf, da Frida Kahlo a Ferdinando Pessoa, passando per Einstein: letterati, artisti, scienziati hanno lasciato delle testimonianze scritte di amori nei quali vale la pena perdersi. E sognare.
Lettere d’amore, si intitola così la collana di libri che il Corriere della Sera ha voluto dedicare a questi grandi personaggi. In edicola dal 15 luglio al prezzo di€6,90 (più il prezzo del quotidiano), ogni settimana sarà la volta di una corrispondenza amorosa.
Si parte con Pablo Neruda e le sue “Lettere d’amore ad Albertina Rosa”, uno dei primi e segreti amori del poeta cileno.

Un amore iniziato nel 1921, quando il giovane Pablo e Albertina si trasferiscono a Santiago del Cile per frequentare i corsi dell’università. Durante le vacanze estive si allontanano e lì inizia la voglia di scriversi.
Neruda ha dedicato alla sua amata anche alcuni versi d’amore, rivolgendosi a lei con il nome di “Mariposa”, la “farfalla”. Solo due anni dopo la morte del poeta, quando Albertina Rosa Azócar Soto decise di pubblicare le lettere ricevuta da Neruda, si scoprì che Mariposa era proprio lei.

Il 22 luglio tocca invece a “Da qualche parte nel profondo” di Rainer Maria Rilke e Lou Andreas Salomé. Il poeta, drammaturgo e scrittore austriaco conosce a Monaco la Salomè, scrittrice e saggista tedesca di origine russa amica di Nietzsche. Un amore che fa di Lou un punto di riferimento fondamentale, soprattutto durante la malattia.

Si prosegue poi con Dino Campana, Fernando Pessoa, Frida Kalho e ancora tanti altri.