venerdì, 29 Novembre 2024

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Malaysia Airlines: il dolore dei parenti delle vittime (VIDEO)

Tramontate tutte le speranze per i familiari dei passeggeri del volo MH370. Quella speranza che li aveva aiutati a sorreggersi dall’8 marzo, giorno del disastro aereo e che è svanita in un battito di ciglia, quando ai parenti dei dispersi è stato detto che non c’erano sopravvissuti.

Ad annunciare la notizia è stato il primo ministro malese Najib Razak che, in abito nero, ha dato una breve dichiarazione ai giornalisti, rivelando dati ignoti che indicavano l’aereo in volo in una posizione remota e troppo lontana da eventuali piste d’atterraggio.

http://www.youtube.com/watch?v=rajNJAW-hTo

Riunti circa 50 parenti in un albergo vicino all’aeroporto, è stata data la notizia: “è quindi, con profonda tristezza e rammarico, che devo informarvi, secondo quanto emerso nei nuovi dati, che il volo MH370 è precipitato nel sud dell’Oceano Indiano”. Il dolore, straziante, ha invaso tutta la sala.

Una donna è crollata sulle sue ginocchia, piangendo il figlio perso. Un uomo anziano è stato portato fuori dalla sala conferenza su una barella e consegnato ai medici. La moglie di Paul Weeks, la cui storia è diventata famosa in tutto il mondo, si è lasciata andare allo sconforto e alla disperazione. Una donna di mezza età è stata soccorsa. Il suo volto tetro, segnato e gli occhi vuoti.

Sono crollate tutte le speranze per i parenti, che hanno dovuto fronteggiare il dolore, così, su due piedi.
La maggior parte di loro si è rifiutata di parlare con i giornalisti, e qualcuno ha anche inveito contro le telecamere.

Ci sono poi altre storie altrettanto tragiche, di altri parenti delle vittime. Wang Zhen, il cui padre e la madre Wang Linshi e Xiong Yunming, erano a bordo del volo della Malaysia Airlines come parte di un gruppo di artisti cinesi in viaggio verso la Malesia, ha sentito l’annuncio in televisione dall’albergo dove alloggiava.
Nan Jinyan, il cui fratellastro Yan Ling, ingegnere, era a bordo del volo in viaggio d’affari, ha detto che si è preparato al peggio quando ha sentito che il primo ministro malese avrebbe tenuto una conferenza stampa.
Selamat Omar, padre di un giovane di 29 anni scomparso con l’aereo, ha dichiarato di accettare la notizia della tragedia. “È il destino.” Qualcuno ha ricevuto soltanto un messaggio in lingua inglese dalla consulenza della compagnia aerea con i risultati di nuove scoperte.

http://www.youtube.com/watch?v=i93j3q_7Vcs

Il ministro malaysiano dei trasporti Hishammuddin Hussein, volto pubblico di una Malaysia pesantemente criticata per la gestione dell’emergenza, non ha quindi potuto far altro che annunciare: “rimaniamo concentrati nel restringere l’area della ricerca. La sfida è ora innanzitutto tecnica e logistica”.

L’impresa britannica Inmarsat, impiegata nelle ricerche, ha rivelato l’impiego di un tipo di analisi mai utilizzato prima d’allora, confermando nuove ipotesi, cioè che l’aereo abbia preso il largo verso sud. L’impegno, quindi, è quello di concentrare le ricerche in quella zona. Alla domanda perché ci sia voluto così tanto tempo prima di trovare una pista il vicepresidente della società, Chris McLaughlin, ha detto: abbiamo avuto a che fare con un’area totalmente nuova, abbiamo cercato di aiutare in un’indagine basata solo su un unico segnale, che non includeva dati GPS o qualsiasi tipo di altra informazione di tempo e distanza. Questo è stato un po’ un salto nel vuoto, ma è grazie al merito del nostro team di ricercatori scientifici che siamo riusciti ad arrivare a questi risultati.

Qualche giorno fa è stata presentata alla stampa la notizia del ritrovamento di alcuni “oggetti sospetti” 2.500 km a ovest di Perth. Oggetti descritti come cerchi blu e rettangoli arancioni, oggetti che al momento non si sa se possono essere ricollegati alla vicenda della Malaysia Airlines.
I parenti delle vittime chiedono di più, più ricerche, più informazioni, più spiegazioni.

E non sono solo loro a chiedere, volere e pretendere più spiegazioni, ma tutti noi.
Anche il ministro malese dei trasporti Hishammuddin Hussein che sul suo profilo Twitter ha chiesto a tutto il mondo di rivolgere una preghiera ai passeggeri dell’aereo e anche 300 appassionati di motociclismo che hanno guidato le loro moto per l’aeroporto di Kuala Lumpu con una scritta “Pray for MH370” in memoria delle vittime.

[Credits: Dailymail]

Se l’amore finisce, avanti il prossimo

Quando si tratta della fine di una relazione, lo scenario è sempre lo stesso: cucchiaio e mega confezione di gelato a portata di mano e il pigiamone della nonna, perché ormai l’unico tratto percorribile è il triangolo letto-cucina-bagno. Si affonda nelle coperte, annegando nelle proprie lacrime, attaccate alla spalla della propria migliore amica in preda alla disperazione.

Sì perché quando c’è di mezzo l’amore, la condivisione di spazi, sentimenti ed emozioni, lo sconforto e i sintomi da cuore spezzato fanno parte del pacchetto completo. Ci si dovrebbe lanciare in una relazione preparati a varie ed eventuali. E invece no, l’amore è furbo. Coglie di sorpresa le sue vittime per poi lasciarle così, senza difese.

Ma anche il dolore passa e invece di affondare nelle coperte, sorseggiando un té annacquato dalle proprie lacrime, c’è un unico modo per reagire e superare l’angoscia lasciata dal proprio ex. Un nuovo studio eseguito dai ricercatori della Queens College e la University of Illinois ha dimostrato che è necessario rimettersi in carreggiata, guardare verso l’orizzonte, alla ricerca di una nuova preda. Un nuovo possibile amore. E se non è amore, una piccola distrazione, perché il senso di abbandono e la perdita di alcune attenzioni rappresentano una buona parte del malessere di fine relazione.

La ricerca è stata effettuata su 313 adulti e i ricercatori hanno scoperto che coloro che hanno trovato un nuovo partner subito dopo la fine della propria relazione, hanno rivelato una migliore salute psicologica generale, più sicurezza e un minore senso di chiusura in se stessi rispetto a coloro che hanno preferito prendersi una pausa per digerire la fine del proprio rapporto.

Sembra quindi che il motto ‘chiodo scaccia chiodo’ funzioni. Eppure il pensiero generale sembra essere del tutto contrario a questo tipo di atteggiamento. I neo single sono infatti così accecati dal dolore da cadere subito nelle braccia di qualunque persona che mostri il benché minimo interesse. Si rischia allora un’ulteriore delusione e sofferenza. Eppure se non si rischia si rimane con il dubbio. Vale quindi la pena lanciarsi, cauti. Ma lanciarsi sempre.

Ora legale, arrivano i problemi. Ecco come sopravvivere

Con la primavera arriva anche l’ora legale. Tra il 30 e il 31 di Marzo si dovranno spostare in avanti di un’ora le lancette di tutti gli orologi – fatta eccezione per gli smartphone e i pc che ci risparmiano la fatica facendo tutto in automatico.
Come tutte le cose, ci sono aspetti positivi e negativi. Esser riscaldati dai raggi solari che diventano sempre più forti e accoglienti man mano che avanza il tempo, risparmiare un’ora di luce elettrica e avere una bolletta meno pesante. Ma le negatività?

Fra i disturbi più comuni e attesi del “cambio d’ora” c’è sicuramente lo stress dovuto alla mancanza di sonno. Mettendo gli orologi un’ora in avanti, di fatto, si perde proprio una di sonno. Un’ora sembra esser davvero poco e con il passare dei giorni i ritmi si vanno regolarizzando, ma ore di sonno perduto, minuti e secondi accumulati portano ad un vero e proprio jet-lag.
La soluzione? Tisane rilassanti o alla melatonina per regolare l’alternanza sonno-veglia.

La mancanza di sonno nei casi più gravi può addirittura causare un infarto. Gli studi hanno verificato come nei due giorni successivi all’entrata in vigore dell’ora legale, aumentasse vertiginosamente il tasso di persone colpite da infarto. Per prevenire il rischio, gli esperti consigliano di anticipare la sveglia di circa mezz’ora durante il week end che sancisce il passaggio dall’ora solare – attualmente in attivo – a quella legale – che entrerà in vigore la notte del 30 Marzo.

Buone notizie per tutte le “attenti alla linea”: anticipando l’ora di pranzo e cena, l’appetito manca. Come rimediare? Anticipare l’ora dei pasti, così, con il tempo, il corpo – e l’intestino – sarà pronto e abituato a “sentir fame” alle 12:30/13:00 – che corrispondono alle 13:30/14:00 del periodo “senza ora legale”.

Non solo cambio di stagione, allergie, polline e alberi in fiori, problemi in famiglia, al lavoro, nello studio. Mutuo, tasse, semafori sempre rossi. Non basta tutto ciò ad innervosirci. Nel periodo di reintroduzione dell’ora legale il nervosismo cresce a livelli esponenziali; si diventa altamente irritabili e scontrosi. Niente panico, non siete voi, non è colpa vostra. Bastano solo camomille, oli essenziali, relax e tutto tornerà alla normalità.