Malaysia Airlines: il dolore dei parenti delle vittime (VIDEO)
Tramontate tutte le speranze per i familiari dei passeggeri del volo MH370. Quella speranza che li aveva aiutati a sorreggersi dall’8 marzo, giorno del disastro aereo e che è svanita in un battito di ciglia, quando ai parenti dei dispersi è stato detto che non c’erano sopravvissuti.
Ad annunciare la notizia è stato il primo ministro malese Najib Razak che, in abito nero, ha dato una breve dichiarazione ai giornalisti, rivelando dati ignoti che indicavano l’aereo in volo in una posizione remota e troppo lontana da eventuali piste d’atterraggio.
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Riunti circa 50 parenti in un albergo vicino all’aeroporto, è stata data la notizia: “è quindi, con profonda tristezza e rammarico, che devo informarvi, secondo quanto emerso nei nuovi dati, che il volo MH370 è precipitato nel sud dell’Oceano Indiano”. Il dolore, straziante, ha invaso tutta la sala.
Una donna è crollata sulle sue ginocchia, piangendo il figlio perso. Un uomo anziano è stato portato fuori dalla sala conferenza su una barella e consegnato ai medici. La moglie di Paul Weeks, la cui storia è diventata famosa in tutto il mondo, si è lasciata andare allo sconforto e alla disperazione. Una donna di mezza età è stata soccorsa. Il suo volto tetro, segnato e gli occhi vuoti.
Sono crollate tutte le speranze per i parenti, che hanno dovuto fronteggiare il dolore, così, su due piedi.
La maggior parte di loro si è rifiutata di parlare con i giornalisti, e qualcuno ha anche inveito contro le telecamere.
Ci sono poi altre storie altrettanto tragiche, di altri parenti delle vittime. Wang Zhen, il cui padre e la madre Wang Linshi e Xiong Yunming, erano a bordo del volo della Malaysia Airlines come parte di un gruppo di artisti cinesi in viaggio verso la Malesia, ha sentito l’annuncio in televisione dall’albergo dove alloggiava.
Nan Jinyan, il cui fratellastro Yan Ling, ingegnere, era a bordo del volo in viaggio d’affari, ha detto che si è preparato al peggio quando ha sentito che il primo ministro malese avrebbe tenuto una conferenza stampa.
Selamat Omar, padre di un giovane di 29 anni scomparso con l’aereo, ha dichiarato di accettare la notizia della tragedia. “È il destino.” Qualcuno ha ricevuto soltanto un messaggio in lingua inglese dalla consulenza della compagnia aerea con i risultati di nuove scoperte.
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Il ministro malaysiano dei trasporti Hishammuddin Hussein, volto pubblico di una Malaysia pesantemente criticata per la gestione dell’emergenza, non ha quindi potuto far altro che annunciare: “rimaniamo concentrati nel restringere l’area della ricerca. La sfida è ora innanzitutto tecnica e logistica”.
L’impresa britannica Inmarsat, impiegata nelle ricerche, ha rivelato l’impiego di un tipo di analisi mai utilizzato prima d’allora, confermando nuove ipotesi, cioè che l’aereo abbia preso il largo verso sud. L’impegno, quindi, è quello di concentrare le ricerche in quella zona. Alla domanda perché ci sia voluto così tanto tempo prima di trovare una pista il vicepresidente della società, Chris McLaughlin, ha detto: abbiamo avuto a che fare con un’area totalmente nuova, abbiamo cercato di aiutare in un’indagine basata solo su un unico segnale, che non includeva dati GPS o qualsiasi tipo di altra informazione di tempo e distanza. Questo è stato un po’ un salto nel vuoto, ma è grazie al merito del nostro team di ricercatori scientifici che siamo riusciti ad arrivare a questi risultati.
Qualche giorno fa è stata presentata alla stampa la notizia del ritrovamento di alcuni “oggetti sospetti” 2.500 km a ovest di Perth. Oggetti descritti come cerchi blu e rettangoli arancioni, oggetti che al momento non si sa se possono essere ricollegati alla vicenda della Malaysia Airlines.
I parenti delle vittime chiedono di più, più ricerche, più informazioni, più spiegazioni.
E non sono solo loro a chiedere, volere e pretendere più spiegazioni, ma tutti noi.
Anche il ministro malese dei trasporti Hishammuddin Hussein che sul suo profilo Twitter ha chiesto a tutto il mondo di rivolgere una preghiera ai passeggeri dell’aereo e anche 300 appassionati di motociclismo che hanno guidato le loro moto per l’aeroporto di Kuala Lumpu con una scritta “Pray for MH370” in memoria delle vittime.
[Credits: Dailymail]