sabato, 6 Dicembre 2025

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Taglia 44, se questa è una taglia forte

Si dice che gli uomini preferiscano le donne formose: seni prosperosi, fondoschiena abbondanti, fianchi armoniosi. Fin qui, niente di nuovo. Il vero problema sta, piuttosto, nel convincere le donne che di carne “più ce n’è meglio è”. Negli ultimi anni, qualcosa sembra essere cambiato in questo senso: si è incominciato ad accettare il fatto che non c’è alcun bisogno di digiuni o di sudate estreme da esercizi auto-flagellanti per raggiungere un ideale di magrezza impossibile.

L’adorazione planetaria per icone femminili del calibro di Monica Bellucci, Kate Winslet o Beyoncé è un chiaro indice di questa inversione di tendenza che ha finalmente rinnovato il gusto estetico, portando ad apprezzare di nuovo un corpo femminile sano.

Una ragione in più per biasimare quei settori dell’industria della moda in cui persiste, ottusa, l’idea secondo cui se una donna non è al di sotto della 42 non può rientrare nel canone di bellezza socialmente accettabile. Spesso, infatti, le collezioni che vanno sotto la dicitura di “taglie forti” partono dalla 44 per arrivare alla 56: sì, proprio dalla 44, una misura di ben due taglie al di sotto della media.
Ne consegue che, inevitabilmente, una donna che indossa una taglia 44 si sente il più delle volte stigmatizzata, considerata come un’acquirente al di fuori dalla norma, costretta a scegliere entro una limitata categoria di prodotti specifici – una marginalizzazione che, naturalmente, più che invitarla all’acquisto la demotiva.

Alla luce della reale corporeità femminile, i rivenditori d’abbigliamento dovrebbero, in effetti, rivedere accuratamente le loro categorizzazioni: una taglia 44 non può essere definita una “taglia forte”, ma neanche le 46 o le 48 possono essere considerate tali. Si tratta, semplicemente, di taglie normali. Ma i negozi, invece, continuano a esporre modelli che soltanto una 36 potrebbe calzare, nella totale noncuranza di una considerevole fetta di clienti che viene, in tal modo, non solo trascurata ma anche denigrata.

Eppure, portare una 36 è davvero così comune? Non più di quanto non lo sia essere una 48. E se, tempo addietro, alcuni negozi sono stati criticati per aver incoraggiato la clientela a metter su peso esponendo abiti large, bisogna anche ammettere che nemmeno avere a disposizione le sole misure S incita al dimagrimento. Di questi tempi, in questo mondo, far sentire a disagio una donna per via della sua taglia è davvero intollerabile e, soprattutto, anacronistico: è ormai un dato di fatto che tutte le donne occidentali stanno crescendo, stanno diventando più alte, stando prendendo forme più procaci. Un dato che le industrie della moda non possono più permettersi di continuare a ignorare: perché le donne di oggi e di domani, di tutte le taglie e di tutte le misure, non debbano più essere sottoposte a giudizi, nemmeno a quelli di un’etichetta.

Io, le Bahamas e il mio ex ragazzo

I segnali di un rapporto ormai al capolinea sono numerosi. Dall’impazienza, al nervosismo, alle incomprensioni, la fase finale di ogni relazione è unica, complicata e delicata. E numerosi sono anche i modi di affrontarla: “ci sarò”, “restiamo amici”, “sparisci dall’universo”, sono le formule più comuni quando il fatidico momento arriva.

E se prima di dirsi addio si andasse alle Bahamas insieme?

Questo è esattamente quello che hanno fatto Chris Martin e Gwyneth Paltrow a dicembre, per poi annunciare il divorzio a fine marzo. Per i fan della coppia, la notizia è stata una doccia gelata, ma la discrezione e la maturità delle due star ha iniettato la giusta dose di comprensione nella faccenda.

Le celebrities non sono le uniche però ad affrontare sulla sabbia e tra le onde la fine di un amore. Un sondaggio condotto in Inghilterra da lastminute.com ha infatti portato alla luce divertenti risultati.

Più del 38% delle persone intervistate, ha dichiarato di essere andato in vacanza con l’ex compagno/a per prolungare la relazione ed evitare così di cancellare la prenotazione effettuata in tempi non sospetti. Al contrario, invece, circa la metà delle donne intervistate (43%), ha affermato di aver utilizzato il viaggio per riconquistare il cuore sfuggente dell’amato perduto. Gli esiti non sono resi noti dal sondaggio, quindi ci si augura almeno che galeotte siano state le sdraio sulla spiaggia.

E, udite udite, il 29% delle signore e signorine ha dichiarato di volersi prendere una pausa rilassante con l’ex, nonostante il nuovo partner, contro il 16% degli uomini disposto a fare lo stesso.

Matthew Crummack, presidente di lastminute.com ha commentato: “Abbiamo sempre saputo che un approccio più spontaneo al viaggiare può essere buono per noi e molti studi hanno dimostrato che è effettivamente positivo per il nostro benessere. Già nel 1946 gli psicologi hanno scoperto che agire più spontaneamente produce una maggiore autostima, felicità e ricerca di avventura. Il nostro nuovo sondaggio però, suggerisce anche che quando si ha un approccio meno pianificato al viaggio, si potrebbe anche salvare molte persone dal dover andare in vacanza con un ex per un viaggio pre-programmato. E l’innamorato potrebbe dare l’impressione di essere molto flessibile nelle loro prenotazioni”.

La morale della favola? Una vacanza è una vacanza, e, come forma di astrazione dai problemi quotidiani, potrebbe rivelarsi lo scenario perfetto per l’introspezione di cui il doloroso momento necessita.

L’amicizia è eterna se dura più di 8 anni

L’amicizia vera, quella che dura una vita, esiste? Sì, ma solo se resiste alla “crisi” dell’ottavo anno. Se infatti per i matrimoni al settimo arrivano i problemi e la necessità di riconferme, per le amicizie la resa dei conti arriva dopo 8 anni.

friends forever

Una docente di sociologia della University of Texas, Chandra L.Muller, ha confermato attraverso uno studio che quando un’amicizia supera gli otto anni allora sarà eterna. Per confermare questa tesi la dottoressa ha analizzato ben 7600 coppie di amici di età compresa tra i 16 e i 58 anni, ne ha analizzato le storie, soffermandosi sui risvolti, i litigi e gli eventuali allontanamenti. Il risultato, nel 93% dei casi, è stato che dopo gli 8 anni di amicizia, i dissapori tendono a diminuire drasticamente e il rapporto si cementifica.

amiche

La dottoressa che ha svolto la ricerca sostiene che è importante soprattutto il tempo per poter coltivare la sincerità in un rapporto di amicizia. “La prova del tempo è fondamentale per cementare un rapporto sincero di amicizia – spiega la Mullerdello studio è emerso come 8 anni sia il tempo naturale di valutazione. Passato questo l’amiciza può dirsi definitivamente approvata ed assimilata”.

Quindi, le amicizie che sopravvivono oltre l’ottavo anno registrano poi un netto calo delle incomprensioni e delle discussioni e per gli studiosi questo dimostra che è questo il lasso di tempo necessario per valutarsi reciprocamente e per conoscere pregi e difetti del proprio amico. Allora se si supera l’ottavo fatidico anno, allora sarà per sempre.

L'amicizia è eterna se dura più di 8 anni

Non sempre l’amicizia è sincera o eterna. Molte volte le divergenze caratteriali distruggono i rapporti, lasciando amarezza e tristezza. Ci sono troppi esempi di persone che si conoscono, si frequentano, ridono, parlano, stanno insieme, si confidano tutto ed improvvisamente, per una piccolo dissidio, non si frequentano più.

L’amicizia, con la A maiuscola, non è certamente facile da trovare, anzi è piuttosto complesso perché si tratta di un sentimento molto sfaccettato e profondo. Però, come dice anche il detto: “Chi trova un amico, trova un tesoro”.

Il miglior lavoro del mondo è lo specialista del divertimento

Quante volte abbiamo sentito la frase “è un lavoro duro, ma purtroppo qualcuno deve pur farlo”?
Questo, però, non è assolutamente il caso di un giovane ragazzo californiano che viene pagato 93 mila dollari per un dei lavori migliori in assoluto: promuovere il turismo Australiano, anche facendo paracadutismo.

Il giovane fortunato si chiama Andrew Smith, ed è stato scelto per il ruolo di Specialista del Divertimento nel Nuovo Galles del Sud. Studente di finanza all’università, ha scoperto che voleva passare la vita a vedere e soprattutto vivere il mondo, così si è trasferito in Corea del Sud, dove ha iniziato a lavorare come Social Media Manager per la serie dedicata ai viaggi Peeta Planet su Dubai One & YouTube. Ha prodotto più di 120 video sui social media ed è seguito da oltre 70.000 fan su Instagram, che amano seguirlo e ammirare – con non poca invidia – le sue foto del mondo.

Lo Specialista del Divertimento è di base a Sydney, e recensisce i migliori concerti, i party e gli eventi VIP di Sydney e del Nuovo Galles del Sud; contribuirà alla promozione di festival gastronomici, eventi tipici, sportivi, culturali, artistici e dello spettacolo in tutto lo Stato.

Sembra il racconto di fantasia di un lavoratore che guarda annoiato il suo computer e pensa “ora mollo tutto e vado a vivere su un’isola deserta”, ma queste opportunità di lavoro ci sono per davvero, e sono sponsorizzati dai Ministeri del Turismo, che cercano di farsi pubblicità preparando bandi da favola che attirino l’attenzione dei mass media.
L’intento è quello di mostrare ai viaggiatori, attraverso giovani come Andrew, quanto la zona sia bella, eccitante e piena di divertimenti.

“My schedule through to the end of June is jam-packed with great events and travel experiences – ha raccontato Andrew Smith – I’m going to be climbing the Sydney Harbour Bridge, swimming with dolphins in Port Stephens, attending the world premiere of Strictly Ballroom: The Musical, and being part of the much-anticipated Vivid Sydney Festival”.
Tranquilli, l’odio e l’invidia di chi lavora in uffici ameni, grigi, davanti allo schermo di un computer, o magari dietro la cassa di un supermercato o il vetro di una banca, è piuttosto comprensibile, ma per loro gioia i concorsi per il Best Jobs in the World, si tengono ogni anno.
Alla fine non è poi così male l’idea mollare tutto per andare in un’isola deserta o per vincere un lavoro così.

[Credit: DailyMail]