lunedì, 15 Dicembre 2025

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Bella al naturale, la protesta di Colbie Caillat (VIDEO)

Non truccarti, lascia sciolti i tuoi capelli, prendi un respiro. Poi guardati allo specchio. Non ti piaci? A me sì“.
Un appello a tutte le donne quello che lancia Colbie Caillat, giovane cantautrice americana che ha già le idee molto chiare.
Nel suo ultimo video Try ha deciso di mostrarsi al naturale: niente trucco, niente photoshop, nessun ritocco virtuale, perchè chi l’ha detto che una donna, per essere bella, ha bisogno di indossare una maschera?

Ci prova Colbie, a ribellarsi alle regole che impongono copertine perfette: basta un sorriso e la voglia e il coraggio di mostrarsi a se stesse e al mondo senza alcuna sovrastruttura.

Un video già da record con oltre 8 milioni di visualizzazioni.
Protagoniste della clip sono donne – di tutte le età – che si liberano, insieme a Colbie Caillat, del trucco che c’è sul loro viso: via mascara, ciglia finte, eye liner, blush.
Perchè se una donna vuole mostrarsi al naturale, non deve temere giudizi. In fondo basta piacere a se stesse, per piacere agli altri.

Lui, l’emozione di vederla in abito bianco (FOTO)

Lui, l'emozione di vederla in abito bianco (FOTO)

Le donne lo sanno, lo sanno da sempre come sarà l’abito bianco nel giorno del fatidico “sì, lo voglio”.
Lo immaginano sin da quando sono bambine, perché in quell’abito confezionato vi è rappresentata la realizzazione di un sogno che prende forma.
E come ogni sogno che si rispetti, il proprio abito bianco resterà un segreto fino all’ultimo minuto.
Ad appagare, poi, i mesi di silenzio sulle mille domande a riguardo ci penserà lo stupore negli occhi dei presenti, il giorno tuo matrimonio.

Gli uomini, invece, sono meno attenti ai dettagli.
Scelgono il loro vestito quando, ormai, manca poco alle nozze. Oppure lo scelgono con largo anticipo, così, per togliersi il pensiero.
E proprio non capiscono come sia possibile che per la donna la scelta del proprio abito da sposa sia così difficile.
Ogni dubbio sparisce quando la loro futura moglie se la ritrovano davanti nel suo abito bianco: un colpo al cuore, è bella più che mai.

Di fronte a questi scatti è impossibile trattenere l’emozione.
Le reazioni di questi uomini arrivano dritte al cuore. Lo stupore è tanto. I loro volti sono il ritratto della felicità.
Immagini che farebbero ricredere anche il più scettico nei confronti dell’amore, basta guardare i loro occhi e osservare i loro gesti: manifestazioni prive di controllo alcuno, vere e semplici, attraverso ci si abbandona al più nobile dei sentimenti.

L’amore, lo riconosci dagli occhi di chi ti ama.

Le Principesse Disney contro la violenza domestica (FOTO)

www.huffingtonpost.it

Quando ha smesso di trattarti come una principessa? Non è mai troppo tardi per mettervi fine“. Queste sono le parole usate come slogan di alcuni manifesti in cui sono presenti le immagini delle più belle principesse Disney, ma tutte raffigurate con il viso gonfio e sanguinante.

Le foto delle più famose principesse disneyane sono state usate per Happy Never After“, la nuova campagna contro la violenza domestica lanciata da Saint Hoax, un artista residente in Medio Oriente.

É un progetto questo molto originale, che ha come obiettivo quello di convincere le donne vittime di violenze a denunciare i propri carnefici e, allo stesso tempo, quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul fatto che tutte le donne possono subire maltrattamenti domestici e coniugali, addirittura le principesse Disney.

Quindi anche le giovani donne dei cartoni animati, che sembrerebbero immuni da tutto – a parte gli incantesimi delle streghe a loro nemiche – si ritrovano ad essere vittime di soprusi. I disegni proposti da Saint Hoax, nella campagna “Triste per sempre“, rifiutano la solita immagine delle principesse disneyane: i suoi lavori servono proprio per sensibilizzare tutti sul difficile tema delle violenze che avvengono all’interno delle mura di casa.

Le violenze, domestiche e coniugali, verso le donne – anche se non mancano quelle rivolte al sesso maschile – sono un fenomeno che è arrivato a distruggere la vita di moltissime persone, di diverse culture e in differenti parti del mondo. Anche perchè la violenza domestica si esprime in diverse maniere: violenza fisica, abusi sessuali, abusi psicologici, intimidazioni, deprivazione economica. E per cercare di eliminare questi complicati avvenimenti sono tantissime le associazioni che ogni giorno si schierano dalla parte degli oppressi.

Nelle immagini proposte dall’artista mediorientale si trovano Ariel, Aurora, Cenerentola e Jasmine con il volto sconvolto e tumefatto, come se fossero state picchiate o maltrattate. E forse proprio da quelli che dovevano essere i loro “principi azzurri”: ma – si sa – il principe azzurro non esiste, nemmeno per le belle giovani dei cartoni Disney.

Lo smartphone: il killer della socialità

Stando a un recente studio apparso sulla rivista scientifica “Environment and Behavior”, è sufficiente la sola presenza del proprio smartphone per guastare il tenore di una conversazione o l’empatia stabilita con la persona con cui si sta chiacchierando: gli studiosi della Virginia Tech University lo chiamano “effetto iPhone” e può avere risvolti persino peggiori se gli interlocutori si conoscono da tempo.

Pare che in effetti non sia neanche necessario tenere il cellulare in mano o utilizzarlo perché ci si distragga: basta soltanto che stia sul tavolo perché ci si distolga dal feeling visivo, venendo meno particolari come le espressioni facciali o il tono della voce. Nel corso della loro ricerca, gli scienziati hanno dato a 200 coppie un tavolino in un bar e due temi da affrontare, uno più leggero e l’altro più impegnativo. Nell’osservare, a loro insaputa, i conversatori all’opera per 10 minuti, i ricercatori hanno notato se uno dei due o entrambi armeggiassero o meno col proprio smartphone.

In seguito, è stato verificato mediante un questionario quanto gli interlocutori avessero gradito la conversazione: eliminate varianti come età, sesso, provenienza e umore, in tutti i casi le conversazioni intrattenute in presenza di un cellulare sono risultate essere meno interessanti di quelle avvenute in assenza del “terzo incomodo” tecnologico. E ciò a prescindere dall’argomento trattato – impegnativo o meno – o dal fatto che lo smartphone fosse stato utilizzato. Il punto è – affermano gli esperti – che avere il cellulare sottomano ci proietta continuamente in altre situazioni, facendo sì che la nostra attenzione si sposti altrove: una tendenza che si accentua soprattutto tra gli interlocutori che hanno rapporti stretti già da tempo.