giovedì, 2 Maggio 2024

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Trent’anni Vs. Vent’anni: cambia tutto. O forse no

Dopo i trent’anni la vita cambia, dice Serena.
A vent’anni pensi di poter cambiare la tua vita, risponde Francesca.

Luoghi comuni sul tempo che passa, sui punti di vista che si evolvono.

Diventi donna – dicono tanti- e le responsabilità? Da quelle proprio non puoi sfuggire quando i trenta si avvicinano. A vent’anni hai tutto il tempo davanti, e pensi di averne sempre tanto a disposizione, poi da lì è un attimo che le cose cambiano. O forse no?

Trent’anni VS Vent’anni.

Vita da single

Serena– Essere single dopo i trenta è una scelta. Se il principe azzurro non è ancora arrivato due sono i motivi: o non l’abbiamo ancora incontrato oppure non esiste. Però piuttosto che mettere i piedi per terra siamo pronte a raccontarci ancora delle favole, si può aspettare ancora qualche anno prima di accontentarci no? Tanto per riempire le lunghe giornate ci sono gli amici, il lavoro, gli aperitivi. E un po’ di sana depressione perché single è bello, ma fino a un certo punto.

Francesca– Essere single a vent’anni è una scelta. Perché il principe azzurro esiste di sicuro, e di certo mi troverà. Nel frattempo noi vogliamo divertirci, mentre a questa età bisogna anche prendersi l’incombenza di educare l’altro al rapporto di coppia. Quando avrà trent’anni di certo non sarà così(sì, a vent’anni ci credi).

Vita da coppia

Serena– Lunedì cineforum, martedì cena con i colleghi, mercoledì casa, giovedì libero, venerdì aperitivo, sabato pizza e domenica una volta dai tuoi, l’altra dai miei. Un’organizzazione precisa, con tanto di orari e agendina. Per le prime due settimane filerà tutto liscio, dopodiché l’anarchia prenderà il sopravvento. Perché chi l’ha detto che dopo i trenta non si può trasgredire?

Francesca– “Amore cosa facciamo stasera?” – “Non lo so, nel frattempo passo a prenderti, l’importante è stare insieme“. Sì, a vent’anni le certezze quasi ti fanno mancare l’aria. Si vive d’amore, fantasia, e leggerezza. Io per te, tu per me. Fino a quando ci andiamo bene. Perché nulla fa paura, restare sola ti pare impossibile, e vivi nella sensazione di avere il mondo in pugno, quindi se le cose non vanno come dico io, allora semplicemente non vanno.

Matrimonio e figli

Serena– “Ancora non sei sposata? E un figlio, poi, a che età lo fai?“. Zie, cugine, amiche di famiglia: questa domanda rimbalza facilmente dai trenta in su. Arriva puntuale ad ogni compleanno, prima con ironia, poi con una leggera preoccupazione. Se da trentenne e qualcosa, ancora non ti sei decisa a parlare di abito bianco ci penseranno gli altri a ricordarti che tutte le amiche sono sposate, tranne te.

Francesca– “Io? Non mi sposerò mai“.

Famiglia

Serena– Porto sicuro, punto di riferimento imprescindibile, i genitori, prima e dopo i trenta. Nasce un senso di protezione, ora che sei “grande”. I fratelli ti rendi conto che ti mancano quando non dividi più con loro lo stesso tetto, la stessa camera. Quelli che una volta erano litigi per la tv accesa di notte, o la radio a tutto volume mentre l’altro studiava ora sono ricordi che fanno sorridere. E allora si cresce, ma il legame cambia, si rafforza e ti rendi conto che loro ci saranno sempre.

Francesca– Li ami incondizionatamente, questo è sicuro, ma a vent’anni i tuoi genitori – credi – proprio non li sopporti. Insomma, è possibile che vogliano sapere proprio tutto quello che fai? Tanto la maggior parte delle volte la tua risposta è quella sbagliata. Li avete avuti pure voi vent’anni no? Ci litighi. La verità è che ancora una volta senti di avere tutto il tempo d’avanti, puoi sempre abbracciarli domani.

Amiche

Serena– Una lavatrice rotta, un frigorifero da sostituire, il lavoro che va e non va e convivenze e matrimoni all’orizzonte. Cambiano gli argomenti di cui parlare con le amiche storiche, davanti ad un caffè o in una lunga chiacchierata telefonica perché la giornata vola e il tempo è sempre troppo poco. Ma loro, custodi di segreti unici, testimoni di errori e risate sono lì a condividere con te tutto. Anche l’ansia dei trenta, perché loro sì che ti possono capire.

Francesca– A vent’anni gli amici sono tutto. Con loro dividi le gioie, i dolori, e gli errori più grandi, e se hai una certezze nella tua vita è che nessuno mai può capirti più della tua migliore amica. Si passa il tempo a raccontarsi il presente e a fantasticare sul futuro. Perché tanto per noi, a vent’anni, del doman non v’è certezza.

Quelli che hanno trent’anni te lo spiegano che non bisognerebbe perdere tempo. I vent’anni sono in realtà gli anni in cui getti le basi per la tua vita e tutto il resto che puoi fare anche domani. Ma tu hai vent’anni, e vai di fretta. Non hai tempo per pensarci oggi.

[a cura di Serena Bonamassa e Francesca Viviana Pagano]

L’empatia dipende dai tuoi geni, parola dei ricercatori

vivibene.org

Se, con molta facilità, piangi durante alcune scene dei film o ti commuovi leggendo particolari storie, allora sei geneticamente predisposto al sentimento empatico. Parola dei ricercatori.

Elaine Aron, ricercatrice della Stony Brook University, è stata la prima ad elaborare il concetto di “persone altamente sensibili“: esse sono circa il 20% della popolazione e si distinguono per avere una consapevolezza maggiore degli stimoli più lievi, per riuscire a far proprie le informazioni in modo approfondito e per essere più reattivi agli stimoli positivi, ma anche a quelli negativi. Al contrario, il resto della popolazione, che ha un livello di empatia più basso, presta meno attenzione agli stimoli e si approccia alle diverse situazioni in maniera molto più distratta.

A confermare l’esistenza dell’empatia è stato proprio uno studio effettuato sulle risonanze magnetiche da un gruppo di studiosi della Stony Brook University di New York, dell’Università della California di Santa Barbara, dell’Albert Einstein College of Medicine di New York e della Monmouth University. I risultati dello studio, pubblicati sulla rivista “Brain and Behaviour“, hanno dimostrato che le persone più sensibili, più empatiche reagiscono in modo singolare quando sono sottoposte alla visione di immagini o parole che producono delle emozioni, attivando particolari zone cerebrali.

All’esperimento hanno partecipato 18 persone sposate: alcune di esse particolarmente sensibili, altre un pò meno. Queste persone sono state analizzate dagli studiosi mentre guardavano, in un primo momento fotografie del proprio partner, e poi immagini di persone a loro sconosciute, tutti immortalati mentre erano contenti e sorridevano o in atteggiamenti più infelici.

Abbiamo scoperto che nelle persone altamente sensibili le aree del cervello coinvolte nella consapevolezza e nell’emozione, in particolare quelle associate con i sentimenti empatici, mostravano un flusso del sangue sostanzialmente maggiore in aree cerebrali rilevanti rispetto a quanto osservato nelle persone caratterizzate da una bassa sensibilità” ha spiegato il coautore dello studio Arthur Aron.

Inoltre, i ricercatori hanno notato che l’attivazione maggiore è avvenuta quando i partecipanti guardavano foto del proprio partner in pose sorridenti. Da non crederci, ma i risultati sono stati confermati in un ulteriore esperimento, lo stesso, ma ad un anno di distanza dal primo.

Lui, lei e Facebook. C’è bisogno di un Galateo

Credit Photo: www.giacinto.org

L’amore è condivisione.
E ai tempi di Facebook nessuna definizione rende meglio il concetto. Ci si ama, sì, ma soprattutto ci si tagga, ci si mette “mi piace” e ci si lascia con la stessa rapidità che si impiega a cestinare una email indesiderata e farla finire in spam. Il tempo di un click.

L’amore ai tempi di Facebook è fragile.
Bisognerebbe renderlo forte un legame ancor prima che pubblico.
Anche perché, spesso, basta un cambio di stagione – e l’estate ne è la conferma – per veder passare da “Fidanzato Ufficialmente” a “Single” la voce situazione sentimentale di molti utenti del web. Altri, invece, hanno compilato quel campo dichiarandosi “Impegnati”, così, per non dover dare troppe spiegazioni.

I rapporti 2.0 sono minacciati dal bisogno di ricevere l’approvazione dei nostri seguaci, perfino per quanto riguarda le emozioni.
E così si perde di vista l’importanza dell’intimità: il nostro cuore batte solo quando una persona ce l’abbiamo davanti. È scientificamente testato, si chiama impulso e si attiva attraverso i cinque sensi di cui è dotato l’uomo. Vi guardate, vi ascoltate, vi scambiate parole e profumi, il vostro tatto si nutre del bisogno di sentirla quella pelle. Ecco, siete innamorati.
E adesso pensateci bene prima di cliccare sul tasto pubblica.

Ora siete tu, lei e Facebook. E c’è bisogno di un galateo:

“Tutti social con la bacheca degli altri”

Questa va a coloro che seminano “mi piace” e commenti sulla bacheca altrui come se non ci fosse un domani. Attenzione. Potrebbe arrivare domani senza che lui/lei ne faccia ancora parte e a quel punto dovrà spiegarlo a troppe persone, senza avere la pretesa che queste capiscano. Sono sicura che i tuoi amici di Facebook capiscono molto di più, lì scrivi quello che ti pare.

“Le parole trattale bene”

Pesa le parole che usi. Le emoticon che scegli e la quantità di cuori che lasci da una bacheca all’altra. L’incomprensione è dietro l’angolo, e la tua nuova fiamma pure.

“Ognuno di noi ha un passato. Tutelalo”

Nella rete dell’istantaneità il passato lascia posto al presente troppo in fretta. La fine di un rapporto necessita di essere metabolizzata: prendi per mano la persona che ha fatto parte della tua vita fin ora e rendila partecipe del tuo presente, prima che questa lo apprenda da una foto postata su un social network. Ok, adesso però lasciala quella mano.

“Sei responsabile di quel che scrivono”

In ogni coppia arriva il momento della notifica incriminata, quella dal contenuto – o dalla persona – decisamente fuori luogo. A te la scelta: reggi il gioco all’altro interlocutore fiero del tuo status che ha fatto scalpore, o in maniera gentile difendi il tuo rapporto? Nel dubbio, la foto in costume è sempre pronta.

“Fidanzato Ufficialmente con..”

Oggi. E domani?! Che un storia d’amore possa finire è tanto vero quanto doloroso in quel momento. Prima di passare nuovamente il tuo stato a “Single” lascia correre qualche giorno. Il tempo necessario a spiegarlo a se stessi ancor prima che agli altri.

Tanto, se amate una persona ve lo si legge dagli occhi, non da Facebook.

A dieta con email e messaggi

Nella frenesia quotidiana spesso ci dimentica di soddisfare i propri bisogni primari o, per la fretta, si finisce per farlo male. A risentirne sono l’organismo e la linea: pranzi fugaci in antitesi con la dieta, acquisizione ridotta di liquidi o di frutta e verdura o lavori d’ufficio troppo sedentari, possono influire negativamente sul benessere individuale.

Di una cosa però, ovunque ci troviamo, non possiamo più fare a meno: la tecnologia. E così, perché non metterla al nostro servizio anche per la dieta?

A pensarci sono stati gli studiosi del dipartimento di Psicologia e Scienze Sportive della University of Western Australia, che hanno ideato un metodo semplice e veloce basato sulla motivazione.

Analizzando, su un campione di settantuno studenti, la quantità di frutta e verdura acquisita, il team australiano ha rilevato come la fascia compresa tra i 19 e i 35 anni, sia quella più a rischio di problemi alimentari.

Quando i ragazzi più giovani entrano in questa fase di vita, diventano più autonomi, e dunque molto spesso non mangiano a casa. Cominciano a guadagnare qualche soldo e a spendere per le loro cose. Vanno all’università e hanno tanto lavoro e tanti impegni“, ha spiegato Christopher Rompotis, leader della ricerca, al sito australiano abc.net.

Dunque, in cosa consiste l’idea innovativa? Nell’utilizzare sms ed email, come promemoria per l’assunzione di cibi e sostanze utili per la mantenersi in forma.

Nell’esperimento, i messaggi sono stati inviati per otto settimane e hanno ottenuto risultati considerevoli per la dieta degli studenti coinvolti.

Che sia questa la combo perfetta?